6 Aprile
Disordine a tutto gas
Diplomazia ferma, parlano le armi e la guerra economica. L'Unione europea pronta al varo di nuove sanzioni sul carbone russo. In pista anche quelle sul petrolio e il gas. Pesanti dati sugli ordinativi dell'industria in Germania. Il Papa: "Impotenza delle Nazioni Unite". La fine del Patto di Yalta e la Trappola di Tucidide. Leggere Keynes per vedere i prossimi capitoli del conflitto in Ucraina
A che punto è la guerra? Va avanti, perché là fuori c'è un altro mondo che ha deciso di non vederla nei suoi sviluppi, pensa di poter "addomesticare" la bestia, piegarla, mentre in realtà la sta solo facendo crescere. Papa Francesco stamattina ha detto una grande verità: "Nell'attuale guerra in Ucraina, assistiamo all'impotenza delle Organizzazioni delle Nazioni Unite. Oggi si parla spesso di 'geopolitica', ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l'area di influenza economica, ideologica e militare. Lo stiamo vedendo con la guerra".
All'Onu è in corso una battaglia, quello è il luogo dove si vedono perfettamente le contrapposizioni tra il vecchio ordine occidentale e l'alleanza tra Cina, Russia, India, le petromonarchie del Medio Oriente e i paesi emergenti. È la fine degli equilibri del Patto di Yalta. Facciamo il nostro giro tra le macerie della politica. Seguite il titolare di List.
01
Embargo su carbone e petrolio (mentre andiamo a tutto gas)
L'Europa ha deciso un quinto round di sanzioni sull'energia e altri settori dell'import-export con la Russia. Nessuno osa toccare il rubinetto del gas (e se siamo in guerra per la libertà, allora siamo in presenza di una gigantesca anomalia), così si va a colpire il carbone e il petrolio, pensando che questo in fondo non sia così importante per la nostra economia. Altro errore, perché il carbone russo rappresenta oltre il 45% delle importazioni di combustibile solido nell'Unione europea, il mercato è in forte tensione, c'è grande domanda e il prezzo è altissimo. Questi provvedimenti daranno un'altra spinta al prezzo, siamo in competizione diretta - per la sopravvivenza - con le grandi economie che marciano nel pieno della loro rivoluzione industriale e puntano a sostituire il nostro ordine in visibilissimo declino.
Tutto questo...
A che punto è la guerra? Va avanti, perché là fuori c'è un altro mondo che ha deciso di non vederla nei suoi sviluppi, pensa di poter "addomesticare" la bestia, piegarla, mentre in realtà la sta solo facendo crescere. Papa Francesco stamattina ha detto una grande verità: "Nell'attuale guerra in Ucraina, assistiamo all'impotenza delle Organizzazioni delle Nazioni Unite. Oggi si parla spesso di 'geopolitica', ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l'area di influenza economica, ideologica e militare. Lo stiamo vedendo con la guerra".
All'Onu è in corso una battaglia, quello è il luogo dove si vedono perfettamente le contrapposizioni tra il vecchio ordine occidentale e l'alleanza tra Cina, Russia, India, le petromonarchie del Medio Oriente e i paesi emergenti. È la fine degli equilibri del Patto di Yalta. Facciamo il nostro giro tra le macerie della politica. Seguite il titolare di List.
01
Embargo su carbone e petrolio (mentre andiamo a tutto gas)
L'Europa ha deciso un quinto round di sanzioni sull'energia e altri settori dell'import-export con la Russia. Nessuno osa toccare il rubinetto del gas (e se siamo in guerra per la libertà, allora siamo in presenza di una gigantesca anomalia), così si va a colpire il carbone e il petrolio, pensando che questo in fondo non sia così importante per la nostra economia. Altro errore, perché il carbone russo rappresenta oltre il 45% delle importazioni di combustibile solido nell'Unione europea, il mercato è in forte tensione, c'è grande domanda e il prezzo è altissimo. Questi provvedimenti daranno un'altra spinta al prezzo, siamo in competizione diretta - per la sopravvivenza - con le grandi economie che marciano nel pieno della loro rivoluzione industriale e puntano a sostituire il nostro ordine in visibilissimo declino.
Tutto questo, nel discorso pubblico non c'è. Dunque stamattina sul taccuino abbiamo Charles Michel (quello che restava seduto mentre a Ursula von der Leyen in Turchia veniva negata la sedia accanto agli altri leader politici) che afferma: " "Il nuovo pacchetto include un bando sulle importazioni di carbone. E io penso che le misure sul petrolio ed anche sul gas siano necessarie prima o poi". Conseguenze per imprese e famiglie? Silenzio.
02
Tre flash. Noi e l'energia della Russia
Tre flash, non c'è bisogno di commento. Importazioni di petrolio:

E queste sono le importazioni di carbone:

E infine, ecco le importazioni di gas naturale:

Importiamo energia dalla Russia non perché ci piace Putin, ma per la semplice e inesorabile ragione che ha le materie prime, sono disponibili in grande quantità, a un prezzo stabile, sono facilmente trasportabili. Lo sviluppo economico dell'intera Europa si basa su questo sistema. Oleodotti e gasdotti, mappa della politica del tubo:

Questa infrastruttura è stata costruita nel tempo e nello spazio, con decenni di ricerca e investimenti, non si ricrea in poco tempo, il decoupling energetico dalla Russia ha un costo che le famiglie e le imprese pagheranno per lungo tempo. E le risorse della Russia nel frattempo andranno - a un costo minore - verso le grandi economie dell'Asia, in Cina, in India, nei paesi emergenti, concorrenti diretti della manifattura europea.
03
Primo bagliore dalla Germania. Ordini industria in calo
I primi bagliori dal futuro stanno arrivando. Non c'è solo l'inflazione (che sta corrodendo il reddito a velocità supersonica), sono stati pubblicati stamattina i dati sugli ordini industriali in Germania nel mese di febbraio:

Come vedete nel grafico qui sopra, gli ordini dell'industria tedesca sono scesi bruscamente a febbraio dopo tre mesi di aumenti: i dati non incorporano ancora l'impatto della guerra in Ucraina, dunque tutto quello che arriverà in marzo sarà devastante per la manifattura tedesca. L'indicatore, che da' un'anticipazione dell'attività industriale, è sceso del 2,2% rispetto a gennaio che aveva messo a segno un ottimo +2,3%, il ministero dell'economia nota una "prospettiva piuttosto sommessa per i prossimi mesi" in quanto "i dati incorporano ancora praticamente nessun effetto dell'attacco russo in Ucraina".
04
La Trappola di Tucidide in azione
La classe politica europea non racconta quanto sarà dura la crisi in arrivo, afferma che la via alternativa è quella dell'acquisto di gas liquido dagli Stati Uniti, ma questo non solo significa acquistare il gas a prezzi più alti (la distanza e il mezzo fanno la differenza), ma passare da un rischio geopolitico all'altro. Basta usare un po' di immaginazione. Domanda sul taccuino del cronista che si proietta nel domani: cosa sarà delle forniture di gas americano all'Europa quando gli Stati Uniti dovranno affrontare una loro crisi interna (che è già presente), quando soprattutto scatterà la "trappola di Tucidide" del conflitto sempre più intenso con la Cina? Basta andare a leggere il libro di Graham Allison per farsi un'idea del domani che si sta componendo davanti a noi:

Come ricorda Allison nelle prime righe del libro: "Due secoli fa, Napoleone avvertì: 'Lascia dormire la Cina; quando si sveglierà, scuoterà il mondo'. Oggi la Cina si è risvegliata e il mondo sta cominciando a tremare". L'Europa è una Bella Addormentata. Mentre il bosco brucia.
Che cosa è la Trappola di Tucidide? Risponde Allison: "Quando una potenza in ascesa minaccia di sostituire una potenza dominante, dovrebbero suonare campanelli d'allarme: pericolo. La Cina e gli Stati Uniti sono attualmente in rotta di collisione per la guerra, a meno che entrambe le parti non intraprendano azioni difficili e dolorose per evitarla".
A giudicare dagli ultimi match tra Biden e Xi la distensione tra Pechino e Washington non è in agenda. Ecco un pericolo geopolitico che dovrebbe consigliare grande prudenza nell'affidarsi agli Stati Uniti come risorsa primaria per l'energia. Passeremmo dall'egemonia russa a quella americana senza una soluzione europea.
Dal loggione si leva una voce: titolare, è storia antica, riguarda solo Sparta e Atene. Risponde sempre Allison: "Esaminando gli ultimi 500 anni nell'ambito del Tucidide Trap's Project che dirigo a Harvard ho trovato sedici casi in cui l'ascesa di una grande nazione ha sconvolto la posizione di uno Stato dominante. Nell'esempio più infausto, la Germania industriale ha scosso la posizione consolidata della Gran Bretagna al vertice dell'ordine mondiale un secolo fa. L'esito catastrofico della loro competizione ha reso necessaria una nuova categoria di conflitto: la guerra mondiale".
L'Europa ha bisogno di una sua politica energetica diversificata, autonoma, il che significa costruire una politica estera (e una difesa) indipendente dagli Stati Uniti. Questo non detto è una gigantesca ombra sul nostro futuro, è il presente della guerra in Ucraina dove c'è il conflitto, ma non c'è la ricerca della pace, la totale assenza dell'opzione diplomatica occidentale è il tratto più rilevante del fallimento contemporaneo. Il suo allargamento è questione di un attimo.
05
Auto contro l'ambasciata russa a Bucarest

Secondo lampo, un sinistro rintocco di campana, arriva dalla Romania. Un'auto si è schiantata a grande velocità contro il cancello d'ingresso dell'ambasciata della Federazione russa a Bucarest. L'auto è andata in fiamme e il conducente è morto. Le autorità di Bucarest non escludono che l'accaduto possa essere "un atto intenzionale". Più la guerra va avanti e più avremo sul taccuino fatti come questi.
06
Il processo all'Ungheria e l'Europa che rischia di andare in frantumi
Con un tempismo che fa trasparire il momento di totale smarrimento della politica europea - a 48 ore dal voto che ha dato per la quarta volta la vittoria a Viktor Orban, risultato che non può essere messo in discussione - ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato che per la prima volta nella storia dell'Unione europea è stato attivato il meccanismo di condizionalità dei fondi europei allo Stato di diritto contro l'Ungheria. Applauso dell'aula del Parlamento europeo. Lo strumento è in vigore da gennaio 2021, non è mai utilizzato, consente di sospendere l'erogazione di fondi comunitari quando vengono rilevate violazioni dei principi dello Stato di diritto - come l'indipendenza della magistratura, l'uguaglianza davanti alla legge o la separazione dei poteri - che incidono sul corretto utilizzo dei fondi europei. Il ricorso a questo meccanismo consente di congelare l'erogazione dei fondi di coesione, dell'agricoltura e naturalmente anche i fondi del Recovery. Conto per l'Ungheria? Solo i fondi di coesione valgono per l'Ungheria, fino al 2027, 22,5 miliardi di euro.
Un'altra notizia stamattina conferma il sottosopra, il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha convocato l'ambasciatore ucraino: "È arrivato il momento che i leader ucraini fermino i loro insulti rivolti all'Ungheria e riconoscano la volontà del popolo ungherese".
Ai funzionari e politici dell'Unione europea serve un corso accelerato di strategia e gestione dell'agenda. Orban è un alleato prezioso, spingerlo altrove (tra la Russia e la Cina) è un grave errore. Non si va allo scontro due giorni dopo un voto democratico in un paese dell'ex Cortina di Ferro, membro della Nato (come la Turchia, della quale non si vogliono vedere le gravi contraddizioni che ne impedirebbero l'appartenenza all'Alleanza), con una storia che parla da sola e se si ha poca confidenza con i libri, bastano i confini, dare uno sguardo rapido alla mappa. Vanno ribadite cose scritte l'altro ieri che hanno trovato una fulminante conferma nella decisione annunciata da Ursula von der Leyen.
Gli ungheresi hanno (ri)votato un conservatore, il risultato fa tirare un sospiro di sollievo alla Polonia (per opportunismo ora a Bruxelles dimenticano la presenza a Varsavia di un altro governo di destra a cui era stata ventilata l'espulsione dall'Ue - ora guardate chi accoglie milioni di ucraini oppressi dalla guerra) che ha bisogno dell'alleanza con Budapest nel quadro dello scontro interno (per ora sopito, c'è il coperchio di Putin) sulla questione delle libertà individuali, i "diritti" e una serie di totem e tabù dell'Unione. In uno scenario di forze che si contrappongono, la presenza dell'Ungheria di Orban allenta la pressione (che tornerà a guerra finita) sul governo di Varsavia.
Storia e posizione geografica dell'Ungheria sono un tassello fondamentale dello scenario euro-asiatico che si sta scomponendo (e via via ricomponendo, lo vedremo nei prossimi mesi e anni), le vecchie alleanze scricchiolano. Guardate qui:

L'Ungheria fu uno scudo dell'Europa contro l'invasione dell'impero Ottomano, fu centro dell'impero austro-ungarico, dopo la Seconda guerra mondiale passò sotto il controllo dell'Unione Sovietica (e ancora ne hanno impresso il ricordo, ecco perché sono cauti con Mosca), nel 1956 quella che passò alla storia come la rivolta d'Ungheria fu repressa dall'intervento dei carri armati dell'Urss (tutto dimenticato dalle élite contemporanee), nel 1968 Janos Kadar avviò una serie di riforme economiche liberali (fu chiamato il "goulash communism"), con il crollo del Muro e la dissoluzione dell'Urss, l'Ungheria divenne uno dei paesi più dinamici, liberi e liberali dell'ex Cortina di ferro, nel 1990 tenne le sue prime elezioni multipartito, nel 1999 entrò nella Nato e 5 anni dopo nell'Unione europea. La storia, questa sconosciuta.
Orban nelle cronache in puro ciclostile viene ritratto come un satrapo, della sua storia viene regolarmente omessa la biografia di un dissidente del comunismo, il suo discorso del 1988 contro Mosca e la richiesta di mandare via dal suo paese le truppe dell'Urss morente, viene dimenticato il fatto che fu nel gruppo dei liberali e per anni è stato un partner del Partito popolare europeo, nel buio è finito il fatto storico che Angela Merkel lo criticava ma nello stesso rispettava perché (da donna che aveva vissuto nella distopia della Germania Est) conosceva la storia dell'Ungheria.
Bastano questi pochi elementi per comprendere la schiacciante vittoria di Orban e le ragioni per cui questo leader conservatore si mostra prudente con Mosca, ecco perché è contrario al passaggio di armi dall'Unione europea all'Ucraina, perché non ha nessuna simpatia (ricambiata) per l'escalation del conflitto che invece cerca Zelensky (ieri suo messaggio video ai Grammy Awards, siamo sempre nel campo dello storytelling e della comunicazione di guerra), perché l'asse del politicamente corretto brussellese lo odia (ricambiato), perché la sua riconferma è una sorpresa solo per chi non guarda i dati della storia di ieri e di oggi. Putin ha un alleato? No, a Budapest c'è un leader che ha un minimo di memoria storica e ricorda cosa fosse la vita sotto il comunismo, a Orban basta guardare il conto energetico (dipende completamente dal gas di Mosca) per capire che un'escalation porterebbe il suo paese alla rovina, il caos è questione di un attimo. Non solo in Ungheria. Attenzione alla Francia, domenica c'è il primo turno delle elezioni presidenziali.
07
Sanzioni e guerra. La profezia di Keynes
Sto rileggendo libri che sono stati in questi anni difficili una guida, compagni di viaggio, un punto sicuro dal quale partire per fare l'analisi delle sfide contemporanee. Le letture occupano le notti insonni, sono il ricorso a un arsenale di pensiero scomparso dallo schiumante dibattito pubblico.

Tra i tanti, due sono quelli che riconducono all'oggi con lo sguardo su ieri. Il primo è Le conseguenze economiche della pace, capolavoro di John Maynard Keynes, libro profetico sulla velenosa pace di Parigi (la mappa che apre questo numero di List è del 1920, la nuova Europa dopo il negoziato di Versailles) che avrebbe condotto alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Fin dalle prime battute Keynes avvisa i naviganti sul disastro titanico che stava arrivando con una "pace cartaginese" contro la Germania, la premessa per la nascita del Terzo Reich, l'ascesa di Adolf Hitler, la distruzione dell'Europa.
Forse solo in Inghilterra (e in America) è possibile essere tanto inconsapevoli. Nell'Europa continentale la terra trema, e non c'è chi avverta i suoi brontolii. Là non è solo questione di spese improvvide o di "agitazioni operaie"; ma di vita e di morte, di fame ed esistenza, e delle paurose convulsioni di una civiltà morente.
Keynes, un genio che vide prima di tutto e tutti l'ora più buia:
Se la guerra civile europea finirà con Francia e Italia abusanti del loro momentaneo potere vittorioso per distruggere Germania e Austria-Ungheria ora prostrate, esse provocheranno anche la propria distruzione, dati gli occulti vincoli psichici ed economici che le legano così profondamente e inestricabilmente alle loro vittime.
Siamo così incapaci di vedere cosa sta accadendo? L’Europa ha una classe politica senza senso storico, esperienza e leadership in tempo di guerra. Questo è il grande dramma presente, colmo di orrori e errori, sono ancora una volta le “paurose convulsioni di una civiltà morente”. Ieri, oggi, domani.
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l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.