25 Aprile
Voilà, Le President. Vittoria e sconfitta ai tempi di Macron
Alla guida della Francia per la seconda volta, salva l'Unione europea dal crac, ma la sua affermazione non risolve il problema della Francia divisa che va verso il regolamento di conti delle legislative. Il peggior risultato di un presidente eletto nella Quinta Repubblica, una vittoria che lo proietta nella storia. Punti deboli e grandi opportunità di un giovane leader che fa il bis in un tempo di guerra senza pace. Un cahier de bord per sopravvivere ai "tempi tragici"
Voilà, Le President. Emmanuel Macron fa il bis, sarà per la seconda volta il presidente della Repubblica francese. Entra in un club davvero esclusivo, non solo è il capo di Stato più giovane nella storia della Francia (due mandati a soli 44 anni), ma prima di lui solo Charles de Gaulle, François Mitterrand e Jacques Chirac erano riusciti nell'impresa della rielezione. Proviamo a tratteggiare punti deboli e grandi opportunità di Macron in un tempo di guerra senza pace. Seguite il titolare di List, marchons!
01
Predestinato. Una vittoria senza stato di grazia
È un predestinato, il sistema elettorale francese lo premia, il quadro politico polverizzato lo favorisce, lui incassa, anche se Le Monde a caldo descrive la sua vittoria come "rielezione senza stato di grazia". Si profilano le ombre di un paese che non spariscono con la bacchetta magica di EM, i problemi in questa elezione presidenziale si sono visti in maniera acuta (e appariranno più nettamente nel voto delle legislative, a giugno), ma alla fine conta il risultato, Macron ha vinto. Due prime pagine di giornali agli antipodi, Libération e Le Figaro:
Merci Qui? Il titolo di Libération ricorda a Macron a chi deve tutto, alla mobilitazione degli elettori di sinistra, chiaro. Grande victoire, grands défis, il memento: l'oggi è effimero, il dopo è il problema. Le Figaro mette il punto sul fatto che nella Quinta Repubblica non c'è mai stato un presidente rieletto senza coabitazione, cioè un governo con un primo ministro e una maggioranza diversi da quelli che hanno sostenuto (pochi) il capo dell'Eliseo. Andrà così? Vedremo, nel frattempo questa affermazione tra ombra e luce va raccolta e rimessa insieme, perché il presidente ha vinto la partita in un paese che ghigliottina i suoi sovrani, con il carburante agli sgoccioli, un'impresa.
02
Ha sventato
...Voilà, Le President. Emmanuel Macron fa il bis, sarà per la seconda volta il presidente della Repubblica francese. Entra in un club davvero esclusivo, non solo è il capo di Stato più giovane nella storia della Francia (due mandati a soli 44 anni), ma prima di lui solo Charles de Gaulle, François Mitterrand e Jacques Chirac erano riusciti nell'impresa della rielezione. Proviamo a tratteggiare punti deboli e grandi opportunità di Macron in un tempo di guerra senza pace. Seguite il titolare di List, marchons!
01
Predestinato. Una vittoria senza stato di grazia
È un predestinato, il sistema elettorale francese lo premia, il quadro politico polverizzato lo favorisce, lui incassa, anche se Le Monde a caldo descrive la sua vittoria come "rielezione senza stato di grazia". Si profilano le ombre di un paese che non spariscono con la bacchetta magica di EM, i problemi in questa elezione presidenziale si sono visti in maniera acuta (e appariranno più nettamente nel voto delle legislative, a giugno), ma alla fine conta il risultato, Macron ha vinto. Due prime pagine di giornali agli antipodi, Libération e Le Figaro:
Merci Qui? Il titolo di Libération ricorda a Macron a chi deve tutto, alla mobilitazione degli elettori di sinistra, chiaro. Grande victoire, grands défis, il memento: l'oggi è effimero, il dopo è il problema. Le Figaro mette il punto sul fatto che nella Quinta Repubblica non c'è mai stato un presidente rieletto senza coabitazione, cioè un governo con un primo ministro e una maggioranza diversi da quelli che hanno sostenuto (pochi) il capo dell'Eliseo. Andrà così? Vedremo, nel frattempo questa affermazione tra ombra e luce va raccolta e rimessa insieme, perché il presidente ha vinto la partita in un paese che ghigliottina i suoi sovrani, con il carburante agli sgoccioli, un'impresa.
02
Ha sventato il crac dell'Europa, ma in Francia...
La realtà è che Macron ha risolto un problema urgente per l'Europa che temeva il crac delle incerte e insincere alleanze in piena guerra (Le Pen le avrebbe terremotate), la prima telefonata non a caso ieri sera l'ha fatta a Olaf Scholz (che ha la testa incastrata nel tubo del gas russo), ma Le President non risolve il problema della 'nevrosi' della Francia (diagnosticata anni fa dal dottor Michel Houellebecq), forse la allunga, ma un governo lo tirerà fuori, tout va. Non si sa dove, ma va. La Francia è un grande paese diventato piccolo, i francesi si dividono in chi sogna la grandeur della nazione (la nostalgia dell'impero, pensiero comune al Regno Unito) e chi prova a ritrovarla mettendosi al volante della macchina europea. Dritto, rovescio, nessuno fa il punto. Il volante lo vogliono tutti, mentre la nazione nel mondo è un nano tra i giganti. La soluzione? Fiction.
Sullo schermo ai piedi della Tour Eiffel, l'arrivo di Macron circondato dai giovani (Foto Epa).Il discorso di Macron ai piedi della Tour Eiffel è un esempio di sceneggiatura politica, tutta la scena è un gioco di fioretto di comunicazione, è teatro politico (e naturalmente questo è il problema, la fiction): il presidente arriva accompagnato dall'Inno alla gioia (l'Europe, la France, Paris o là là), è accompagnato dalla première dame, Brigitte che lo tiene per mano, la coppia è vestita di blu, il colore della nobiltà e del potere, uno degli elementi della bandiera. Sembra un Re Taumaturgo, Macron, curerà la Francia, egli farà il miracolo. Con Emmanuel e Brigitte c'è un corteo di bambini e adolescenti, la Francia di domani che cammina al fianco del sempre nuovo presidente. Macron stringe mani, saluta, sorride, ha in tasca la storia, se la rigira per far sparire quell'immagine di Sua Altezza che gli è rimasta incollata inesorabilmente, sale sul palco circolare, si rivolge a tutti i francesi, agli avversari di ieri che spera di conquistare domani (nel voto e nel vuoto, non è questione di cuore ma di potere), invita all'unità del paese, parla di futuro, di giovani, di ecologia (in piena crisi da idrocarburi), è il classico momento onirico della vittoria. Dura poco, ma quanto è dolce, fa l'effetto dello zucchero filato al luna park.
***
Durerà poco, i problemi sono tutti là, squadernati: il 63% dei francesi non vuole che Macron vinca le elezioni politiche che si terranno a giugno e desidera che l'inquilino dell'Eliseo sia costretto a una "cohabitation". Questo dice un sondaggio realizzato dall'istituto Opionionway per CNews e Europe 1 nelle ore successive alla rielezione di Macron. Il 63% degli intervistati, si legge, "desidera che Macron non abbia una maggioranza parlamentare e che sia costretto a una coabitazione". Solo il 35% desidera invece che "disponga di una maggioranza all'Assemblea Nazionale e che possa dunque attuare la sua politica".
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Il problema del macronismo sempre diverso e uguale
Il presidente promette che questo sarà un mandato "differente" (emerge il tema dell'ascolto di tutti e della sua tendenza a "imporre" senza curarsi dei partiti, il macronismo auto-revisionista), dice che questo voto "è un impegno" (qui c'è sotto traccia il riferimento agli elettori di Mélenchon che gli hanno dato la spinta necessaria per vincere, il macronismo in fase di charme e potere), che la Francia naturalmente "sarà ecologica" (il macronismo progressista), che viviamo "tempi tragici" in cui la Francia deve farsi sentire" (eccolo, l'orgoglio nazionale, il macronismo che si fa gollismo), dunque questo è il momento di aprire "una nuova era" (il macronismo storico), che questo non sarà "il proseguimento dei 5 anni che si chiudono" (il macronismo che archivia l'altro Macron, la rupture) e questa volta "nessuno sarà lasciato indietro" (il macronismo socialista), con l'impegno "a rispondere alla rabbia del Paese" (il macronismo in ascolto, sempre dopo) e la promessa che si possa "vivere più felici in Francia" (il macronismo dell'avvenire). E infine, quel nous tous che è stato lo slogan della sua campagna presidenziale, il presidente che auspica "l'invenzione collettiva di un nuovo metodo per 5 anni migliori al servizio del nostro Paese, dei nostri giovani" (il macronismo di noi tutti, per la gloria di se stesso). Sempre questo, cribbio, non l'altro in cui all'Eliseo c'era lui nei panni evidentemente dell'altro oggi archiviato.
Voilà, Le President. Macron ieri subito dopo il voto (Foto Epa).Bravò, Macron. Un così abile e (s)misurato soggetto politico è quasi imbattibile in un sistema come quello francese, finché i partiti faranno leva sulla protesta, spostandosi all'estrema destra e all'estrema sinistra, spappolandosi come hanno fatto i gollisti e i socialisti, Macron non avrà avversari. Ha davanti solo se stesso, un tipo difficile, ma anche stavolta non è bastato Macron a battere Macron. Questo inaffondabile elemento della politica va studiato.
04
I sommersi e i salvati. La destra forte e perdente
La sua vittoria è netta (e pensare che arriva con il peggior risultato per un presidente nella Quinta Repubblica), è perfino una buona notizia, soprattutto per l'Europa in cerca d'autore (leader), perché una vittoria di Marine Le Pen (che non era nei sondaggi e non è arrivata nelle urne) sarebbe stata uno shock per i precari assetti politici dell'Unione. Tutti i capi di Stato e di governo si sono complimentati con le stesse parole inchiostrate nel ciclostile delle leadership senza carisma che sono stese sui binari del treno della storia. Tutti sommersi e salvati dal giovane Emmanuel. Non è detto che basti a evitare l'incendio della casa di Bruxelles nei "tempi tragici" che ha evocato l'uomo dell'Eliseo (c'è da scommettere che proverà a rilanciare il negoziato con la Russia, evaporato, mentre la guerra sta subendo una metamorfosi, sta diventando un risiko degli Stati Uniti), resta il problema della Francia e della direzione che dovrà prendere un paese profondamente diviso. La destra è maggioritaria nel paese, ma con questo assetto non potrà mai governare (i francesi alla fine pensano a chi ha lo scettro, a chi dare la delega, sanno ancora turarsi il naso, a differenza degli italiani che hanno dimenticato il buon consiglio di Montanelli). Il crollo dei gollisti (andranno meglio alle legislative) è un enorme problema politico, il resto della compagnia a destra è da corsa nel deserto, un Mad Max senza benzina, perché non si conquista l'Eliseo con un programma radicale, con l'idea di uscire dalla Nato in tempi di confini bersagliati dai missili e con il "resto del mondo" che non vede l'ora di cambiare lo spartito dell'ordine globale. I nemici di Macron sono i più temibili nemici di se stessi, in queste condizioni non governeranno mai. Per questo Le Pen era la candidata perfetta di Macron, sapeva che con lei avrebbe vinto, nonostante la crisi della politica, i gilet jaunes, la sua antipatia senza inibizioni. Le Pen, perfetta per fare il bis. È arrivato.
Qualche ora prima dell'ennesima sconfitta. Marine Le Pen ieri al voto (Foto Epa).Paradossalmente, il problema della destra sempre all'angolo lo ha individuato il più estremo tra i candidati in pista in queste elezioni, Eric Zemmour, che subito dopo il risultato ha commentato: "La destra deve unirsi in vista delle legislative, ci sono due blocchi, uno è quello di Macron e l'altro è quello di Mélenchon e andranno insieme". Cosa che è accaduta nel voto per Macron (i melenchonistas lo hanno votato) e questo rappresenta un memento per Le President, dovrà trovare un modo per collaborare con la France Insoumise di Mélenchon che non nasconde di aspirare alla guida del governo (lui l'ha chiesto, decideranno gli elettori - e poi Macron). Zemmour che ha perso il controllo della palla nell'ultima fase della partita elettorale, ha colto invece il prossimo passaggio: Macron cercherà ovviamente di addomesticare Mélenchon, il quale a sua volta proverà a ottenere un lasciapassare per alcune sue riforme, nel frattempo con l'aiuto di una ripresa alle legislative dei gollisti e dei socialisti, Emmanuel sarà nella splendida posizione del divide et impera. Questo a voi, questo a me. Per tali ragioni Zemmour ha invocato l'unione delle destre: "La nostra responsabilità è immensa, è per questo che mi appello a un'unione nazionale in vista delle legislative. Dobbiamo dimenticare i nostri dissidi e unire le nostre forze. Costruiamo al più presto la prima coalizione delle destre e dei patrioti". Zemmour non immagina una "cosa" moderata e europeista, niente equivoci, non un partito, ma un cartello di destra dura e pura. E possibilmente basta Le Pen candidata. Neanche questo potrebbe bastare a vincere in futuro.
"Unire la destra". Eric Zemmour guarda alle legislative (Foto Epa).Le destre in teoria e in pratica hanno preso tanti voti, Le Pen ha perso, ma mettendo comunque a segno un altro balzo e non a caso il ministro della Salute, Olivier Veran, uno dei fedelissimi di Macron, ha commentato così il risultato: "La vittoria è ampia, ma l'estrema destra è a un livello alto, quindi non possiamo più sbagliare, i francesi ci hanno detto: 'Vi diamo la nostra fiducia ma le cose devono cambiare'". Da oggi a Parigi è un altro giorno e bien sûr, non potrà essere lo stesso. Cosa sarà nessuno lo sa.
05
Il bonapartismo e la politique politicienne di ogni giorno
Lo scenario per ora resta quello tratteggiato qualche giorno fa. Il successo di Macron si specchia in un insuccesso in quella che lui non sente come una necessità e invece lo è: confrontarsi con il problema dei partiti, della politique politicienne che comunque esiste e si vede nella diaspora dei partiti, nel declino delle grandi famiglie che fecero la storia del Novecento, nella dispersione delle varie anime della sinistra e del riformismo. Scendere al loro livello per Macron è un problema, perché il presidente per carattere è attratto naturalmente dalle alte vette della politica. I suoi nemici lo definiscono "arrogante" e "altezzoso", quando va bene è come minimo uno che fa del "bonapartismo" la sua cifra politica, ma questo è il destino dei leader. Resta il fatto che la politica ha a che fare con il basso e qualche volta il bassofondo. Essere centristi e non avere i voti del centro (per sua scomparsa e polarizzazione) è un problema che Macron dovrebbe porsi, per il bene della Francia e anche di quel che avanza e disavanza in Europa.
Egli è senza alcun dubbio il miglior politico che abbiamo in Europa (e quindi immaginate come sono messi gli altri), la sua politica per i francesi resta una sciarada, un giravoltismo di gran classe: nazionalista e globalista, gollista e poi ammiccante al socialismo (i socialisti francesi, desaparecidos nell'urna presidenziale, forse resusciteranno almeno un po' nel voto politico), capitalista e collettivista, nuclearista e ambientalista (senza eco- in premessa e -ismo in conclusione), europeista ma guai a toccare la grandeur, con gli Stati Uniti sempre ma dateci l'esercito europeo (a guida francese) e non soffiateci le commesse per i sommergibili in Australia, mon cher Biden. Bravò, Macron, scaltro, ha vinto per governare in patria ("in maniera differente" ha promesso subito dopo la vittoria) e lanciare la scalata sull'Unione europea rimasta senza leadership, con la Germania in crisi, intabarrata nei suoi pensieri nella Foresta Nera, prigioniera della sua trappola energetica fatta di carbone (russo) senza nucleare, con il petrolio e il gas di Mosca che non può permettersi di tagliare senza finire in profondo rosso (la Bundesbank ha stimato il costo del blocco del tubo in 180 miliardi di euro), un governo rosso-verde-giallo (la coalizione semaforo) che esplode nelle contraddizioni. Berlino è nei guai.
La polizia interviene per fermare i disordini ieri sera in Place de la Republique (Foto Epa).Macron non ha il problema del potere, ma quello del paese, grande e incendiario, arrabbiato e con le periferie in perenne ebollizione. Anche ieri sera, la tragedia permanente, disordini, la polizia che apre il fuoco, due morti. Ma alla fine tra gilet jaunes e casseurs, nel pieno Big Bang de La France périphérique (citata ieri non a caso da Zemmour, titolo di un saggio importante del geografo Christophe Guilluy, il cui sottotitolo è "comment on a sacrifié les classes populaires") miracolosamente la Francia si ricompone e tout va. In maniera rabdomantica, ma va.
Ricomposizione che è preceduta dalla scomposizione di cui vediamo e sentiamo i traccianti brillare e sibilare. Il voto è questa guerra tra classi, tribù, fazioni in rotta e in assembramento (pre- e post- coronarivus) che attraversa tutti i partiti. Il successo doppio di Mélenchon (nel primo turno e nell'essere decisivo nel ballottaggio senza mai dichiarare l'appoggio a Macron) è il distillato dell'alambicco dove si mixano questi elementi in apparenza contrastanti, mondi in rotta di collisione.
Macron a differenza di altri ha capito che il futuro si misura sul campo energetico e della difesa, armi e plutonio, ha un'idea nucleare (opposta a Mélenchon, dettagli), ha aperto la campagna presidenziale tra le turbine (e l'ha chiusa celebrando la vittoria sotto l'acciaio verticale della Tour Eiffel), dipingendo un paese a reazione rapida e autonomia industriale, nella piena diversificazione delle fonti, con una politica di potenza che deve accompagnare l'Europa e scortare la Francia verso il superamento della politica merkeliana a tutta birra bavarese, gas di Mosca e export cinese. Basterà? Forse no, ma l'alternativa era il nazionalismo lepeniano, una Frexit senza impero, senza cannoni, senza navi, senza Napoleone. Ora tutto può essere e non-essere per Parigi, conquistata la capitale e messa in sicurezza la periferia (e non sarà facile), il presidente pensa che l'Europa sarà alla fine l'intendenza che seguirà lui, il nuovo Napoleone. Alleati sulla scacchiera del Vecchio Continente? Ha un Draghi nella manica (prontissimo nel commentare la "magnifica notizia"), uno Scholz nel cassetto (lesto nel dire che "è un voto di fiducia nell'Europa", come il generale Charles de Gaulle guarda fino agli Urali e là c'è sempre un Vlad al Cremlino da convincere a sotterrare l'ascia di guerra, très difficile. Rispolverato l'ufficio dorato all'Eliseo, Macron lavorerà per un modesto obiettivo: passare alla storia. In cuor suo, pensa che anche la storia, in fondo, lo seguirà su un cavallo bianco montato dal generale Bonaparte. Mon Dieu, Macron.
06
Un cahier de bord (im)possibile
La Francia fa parte del club nucleare, è un vincitore della Seconda guerra mondiale (sono cose che contano, ancora oggi), è un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, punta alla costruzione di un esercito europeo (a guida francese, ovvio), può bilanciare la Nato telecomandata da Washington, è un alleato degli Stati Uniti ma ancora sufficientemente autonomo rispetto alla politica dei falchi dell'amministrazione Biden (basta leggere cosa dicono il segretario della Difesa Lloyd Austin e il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, sulla Russia e il piano per il suo "indebolimento") e il rapporto personale tra Macron e Putin è una carta da giocare per la pace (l'uomo del Cremlino si è subito complimentato con il capo dell'Eliseo), evitare l'escalation della guerra, il rischio nucleare che ogni giorno che passa diventa sempre più concreto. La Francia mantiene relazioni forti con il nostro Vicino Oriente, ha influenza sull'Africa e questo può aiutare a frenare la Cina e la Russia nel continente dimenticato (che è fondamentale per costruire un'Europa più autonoma sul piano energetico), può costruire con l'Italia un'alleanza che lavora nello spazio vitale del Mediterraneo (ma qui entrano in gioco le dinamiche interne del nostro paese senza una politica per il dopo Draghi che sta arrivando) e tutti noi sappiamo quanto sia necessario. "Viviamo tempi tragici", ha detto Macron aggiungendo che "la Francia deve farsi sentire". Soprattutto l'Europa, monsieur le President.
Non basta? Certo, è un parziale cahier de bord, forse (im)possibile, ma è sempre meglio che il nulla, l'avventura in uno spazio sconosciuto, senza mappe, con le masse urlanti e i leader di cartapesta che fanno castelli in aria. Il naufragio non è scongiurato, ma conosciamo la rotta e al timone c'è un giovane che ha ancora molta energia da spendere in un'Europa vecchia, con capi di Stato e di governo troppo avanti con gli anni, con i sogni della senilità in stato di decomposizione. Sì, viviamo tempi interessanti, forse troppo. Buona Liberazione a tutti.
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senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.