11 Giugno
Ritorno al futuro
2022-2092. L'inflazione degli Stati Uniti al massimo da 40 anni (+8,6%), la benzina al record di sempre (5 dollari al gallone), la presidenza Biden e la crisi americana. Lo scenario energetico, la guerra in Ucraina e l'innesco di un sottosopra da Occidente a Oriente. Un viaggio nel tempo dove tutto è (im)possibile
Le forme del presente possono assumere le sembianze del passato e parlarci del futuro. Qui prendiamo la cronaca, i fatti, e con un artificio facciamo un doppio viaggio nel tempo. Ieri e oggi. Nessuno sa come andranno le cose, l'importante qui è accendere il motore della DMC DeLorean di Ritorno al Futuro e partire. Andiamo.
***
Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.
Albert Einstein
Alessandria d’Egitto, 11 giugno 2092.
Caro Bartolomeo,
sto completando qui nella Biblioteca Reale le mie ricerche sull’anno in cui tutto cambiò, il 2022, quello della prima guerra in Europa dopo il 1945. Sono trascorsi 70 anni, ma la lettura dei documenti d’archivio è un’esperienza profonda, mi sembra di vivere quei giorni, udirne le parole d’ordine, vedere i protagonisti intabarrati nei loro errori e orrori.
Qui in Egitto tutto è verde, c’è pace. La valle del Nilo è un immenso giardino. Pensa che settant’anni fa qui rischiarono la carestia e la fame perché la prima guerra bloccò il grano dalla Russia e dall’Ucraina. Non so quando potrò tornare in Europa, il blocco navale è totale, volano solo gli aerei militari. Passare dalla Turchia è impossibile, a Istanbul mi hanno detto che i Balcani sono pieni di milizie armate, gli israeliani controllano il Sinai, il canale di Suez è sorvegliato dalla Cina. L’Africa non vuole accogliere altri tedeschi, francesi, italiani. La marina russa ha il controllo del Mediterraneo. Un europeo che con rara fortuna ha ottenuto il permesso per studiare è benvenuto, uno che arriva (con mezzi illegali, quasi impossibile) senza una meta viene respinto, uno che parte è un sospetto. Dell’America sai tutto, l’immigrazione verso il Messico è una tragedia, milioni di sopravvissuti stanno tentando di entrare da Tijuana per sfuggire alla guerra.
Ci vedremo quando riapriranno i porti, non muoverti dal...
Le forme del presente possono assumere le sembianze del passato e parlarci del futuro. Qui prendiamo la cronaca, i fatti, e con un artificio facciamo un doppio viaggio nel tempo. Ieri e oggi. Nessuno sa come andranno le cose, l'importante qui è accendere il motore della DMC DeLorean di Ritorno al Futuro e partire. Andiamo.
***
Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.
Albert Einstein
Alessandria d’Egitto, 11 giugno 2092.
Caro Bartolomeo,
sto completando qui nella Biblioteca Reale le mie ricerche sull’anno in cui tutto cambiò, il 2022, quello della prima guerra in Europa dopo il 1945. Sono trascorsi 70 anni, ma la lettura dei documenti d’archivio è un’esperienza profonda, mi sembra di vivere quei giorni, udirne le parole d’ordine, vedere i protagonisti intabarrati nei loro errori e orrori.
Qui in Egitto tutto è verde, c’è pace. La valle del Nilo è un immenso giardino. Pensa che settant’anni fa qui rischiarono la carestia e la fame perché la prima guerra bloccò il grano dalla Russia e dall’Ucraina. Non so quando potrò tornare in Europa, il blocco navale è totale, volano solo gli aerei militari. Passare dalla Turchia è impossibile, a Istanbul mi hanno detto che i Balcani sono pieni di milizie armate, gli israeliani controllano il Sinai, il canale di Suez è sorvegliato dalla Cina. L’Africa non vuole accogliere altri tedeschi, francesi, italiani. La marina russa ha il controllo del Mediterraneo. Un europeo che con rara fortuna ha ottenuto il permesso per studiare è benvenuto, uno che arriva (con mezzi illegali, quasi impossibile) senza una meta viene respinto, uno che parte è un sospetto. Dell’America sai tutto, l’immigrazione verso il Messico è una tragedia, milioni di sopravvissuti stanno tentando di entrare da Tijuana per sfuggire alla guerra.
Ci vedremo quando riapriranno i porti, non muoverti dal tuo monastero in Grecia e ricorda sempre cosa disse Sant’Agostino: “La massa non dev’essere seguita”. Ti invio le mie note sui fatti del 10 giugno del 2022, sono un passaggio chiave della storia poco studiato, quello che ho trovato finora è il preludio di quel che è giunto fino a noi. Buona lettura.
10 giugno 2022. Il presidente Joe Biden a bordo della USS Iowa nel porto di Los AngelesFu un’epoca di conseguenze inattese. Le élite regnanti di fronte alla cavalcata dei prezzi dissero: “L’inflazione è temporanea”. Tra loro, c’erano fior di economisti che non coltivarono la saggezza del dubbio. Non potendo spiegare (e ammettere) il loro fallimento nell’analisi, il mantra nel giro di qualche settimana divenne un altro: “L’inflazione ha raggiunto il picco”. Un’altra illusione che il 10 giugno del 2022 incontrò la verità: l’inflazione americana in quel maggio torrido schizzò all’8,6%. Il presidente Joe Biden e il Partito democratico allora al potere con quei numeri finirono per perdere il voto del novembre del 2022 (erano chiamate elezioni di medio-termine) in maniera rovinosa e la Casa Bianca nel 2024 tornò ai repubblicani. Non andò meglio neanche con loro, il dado della storia era ormai tratto.
Come dipingere lo spaesamento? Forse una canzone. Molti anni prima, nel lontanissimo 1967, i Doors, un gruppo musicale che interpretava brani visionari con la voce di un ‘poeta maledetto’, Jim Morrison, cantava:
This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend, the end.
La fine di tutte le cose, che dilemma. Per la Casa Bianca quel momento giunse alla pompa di benzina. Il presidente Joe Biden, quel giorno, il 10 giugno del 2022, disse che “Exxon ha guadagnato più soldi di Dio”. Exxon era la compagnia petrolifera più grande d’America. Il presidente allora mostrò di essere prigioniero di una demagogica bolla gonfiata dalla politica interna. Mosso da sondaggi disperanti, Biden (un presidente anziano che veniva colto da improvvisi vuoti di memoria durante i suoi discorsi) perse di vista il fatto che aveva in programma un viaggio in Arabia Saudita per chiedere più gas e petrolio alla famiglia reale che prosperava sull’immensa ricchezza di Saudi Aramco, la compagnia petrolifera dello Stato che nel 2022 incassava un miliardo di dollari al giorno. Quell’attacco a Exxon (che allora rappresentava la potenza americana nel mondo dell’energia) fu una grande imprudenza di Biden: di fatto disse che anche la Saudi Aramco aveva lo stesso peccato originale. Arrivò a Riyad con un pregiudizio esplicito e la sua capacità di persuasione sui sauditi (già minata dal tentativo di isolare il paese dopo l’assassinio del giornalista Jamal Kashoggi, del quale era accusato il giovane principe Mohammed Bin Salman, oggi anziano leader del paese) risultò infinitamente ridotta.
Doppio errore fu quello di Biden. Perché evocò niente meno che Dio per condannare il business del petrolio (sul quale l’America aveva fondato la sua egemonia), dimenticando il suo imminente viaggio in casa di chi venerava Allah e viveva di petrolio. L’aquila americana volava alla cieca, senza radar. E precipitò. L'11 giugno del 2022, il giorno dopo aver evocato Dio e l'Exxon, Biden scoprì che il prezzo medio della benzina negli Stati Uniti per la prima volta nella storia aveva superato i 5 dollari al gallone, l'anno precedente era a 3 dollari:
La crisi americana diventò dopo gli anni di presidenza di Donald Trump una strisciante guerra civile, un paese devastato mentalmente da quelle che allora venivano chiamate ‘Culture Wars’ stava passando alla fase successiva: l’assalto a mano armata. In America chiunque poteva comprare armi. C’erano più fucili e pistole che abitanti. Era un esercito invisibile pronto a colpire. Cominciarono così a architettare l’assassinio dei giudici della Corte Suprema.
L’Europa illuminata era al buio, non volle vedere e tener conto del conflitto interno degli Stati Uniti (come d’altronde fece con l’inflazione) perché negava i dogmi sui quali si fondavano le fragili idee della sua classe dirigente di quel tempo. Non vedevano, non sentivano, parlavano per negare l’evidenza. Non era un problema di prezzi, era una malattia dell’anima. Poi arrivò il problema del gas, mentre fuori nevicava.
Non era solo una questione di idrocarburi, cresceva anche quello che a quel tempo chiamavano “carrello della spesa” (andavano a fare acquisti nei centri commerciali), il prezzo dei beni alimentari in 12 mesi salì del 10,1% e al netto del cibo e dell’energia, i prezzi balzarono in avanti del 6%.
Negli ultimi 12 mesi, l'indice generale dei prezzi aumentò dell’8,6%, il valore più alto su 12 mesi dal dicembre del 1981. Tutti erano stupiti, il popolo non capiva cosa stava accadendo, le proteste si moltiplicarono. L'aumento fu amplissimo, con gli indici per l'alloggio, la benzina e i generi alimentari fuori controllo. Dopo il calo registrato in aprile (che illuse tanti, facendoli subito dire che era “stato raggiunto il picco”), l'indice dell'energia aumentò del 3,9% nel corso del mese, con un aumento del 4,1% della benzina e degli altri indici principali. Il prezzo dei prodotti alimentari salì dell'1,2% a maggio. Esclusi gli alimentari e l'energia, l’indice aumentò di un altro 0,6% a maggio, lo stesso registrato ad aprile.
Tra gli indici che contribuirono maggiormente, al netto di energia e alimentari, c’erano le abitazioni, le tariffe aeree, il prezzo delle auto e dei camion usati e, naturalmente, dei veicoli nuovi. Non si trovavano i microchip, la produzione era in Oriente, la domanda era alta e la Cina aveva cominciato a tenere scorte enormi di materie prime. E pensava alla sua tecnologia, alle sue auto, ai suoi computer. La tempesta perfetta. Tutto era più caro, fu una catastrofe per le famiglie. L’indice dell'energia aumentò del 34,6% nell'ultimo anno, il più alto su 12 mesi dal settembre del 2005. L'indice dei generi alimentari fece un salto del 10,1% nei 12 mesi a maggio, il primo aumento pari o sopra il 10% dal marzo 1981.
Petrolio e gas furono una componente chiave dell’inflazione di quegli anni, ma sotto e sopra c’era altro: era in corso la fine della prima fase della globalizzazione guidata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, avviata da Ronald Reagan e da Margaret Thatcher, quella che fu guidata dal trasloco della manifattura dell’Occidente verso Oriente, a basso costo e con disponibilità di materie prime. La crescita dell’Asia aveva ridotto la diseguaglianza a livello globale, ma la globalizzazione - seguita dall'aumento esponenziale dell'intelligenza artificiale - aveva innescato un fenomeno ‘verticale’ nelle società occidentali, con crescenti disparità, povertà diffusa, un malessere sociale profondo nel quale i populismi di ogni estrazione proliferavano. Il principio del disordine. Quel mondo finì in testacoda, la globalizzazione si interruppe improvvisamente perché ‘il resto del mondo’ accelerò la rivolta contro il ‘modello’ occidentale. Il mondo stava uscendo da due anni di pandemia, chiusura dell’economia, crollo della produzione e seguente rimbalzo, si diffuse in Cina l’idea che era meglio seguire una dottrina autarchica delle materie prime - adottarono una politica di segregazione, chiamata Zero Covid, per eliminare il virus e limitare gli ingressi nel paese - per Pechino l’espansione non poteva minare la stabilità del regime del presidente Xi Jinping, un uomo potente come un imperatore.
Russia, Cina, India e gli altri paesi adattarono il capitalismo ai loro disegni: la Russia come piattaforma dell’oligopolio globale del gas e del petrolio potenziato dal mestiere delle armi; la Cina come strumento di dominio senza libertà e stabilità del potere del Partito comunista; l’India come il collante di un nazionalismo dinastico, anti-musulmano. A questi giganti, si aggiunsero i paesi del Golfo, il complesso mosaico del mondo arabo e l'ascesa delle potenze africane, giacimenti di petrolio, gas e miniere con terre rare, il carburante delle batterie per la costosa transizione energetica dell'Occidente. L’influenza americana su questi immensi territori era già ai minimi termini, gli inglesi erano guidati allora da un leader fantasioso, Boris Johnson, ma lontanissimo dalla figura di Winston Churchill che sarebbe servita in un tempo di guerra come quello. L'Anglosfera aveva il primato delle armi, ma non poteva bastare a tenere a freno le pulsioni iper-desideranti delle masse occidentali. Nonostante la storia imperiale inglese, che poteva ancora aiutarli a vedere ciò che ad altri non appariva all’orizzonte, erano e restarono una ‘Little Britain’ che cercava di galleggiare in un oceano di instabilità.
L’Europa unita non esisteva, c’erano la Francia e l’Italia che coltivavano con alterne fortune (era un memento il disastro in Libia, con i porti petroliferi chiusi e la guerra civile ancora nel cuore di Tripoli, undici anni dopo la caduta del colonnello Gheddafi, un disastro di cui nessuno si assunse la responsabilità), provavano a resuscitare i loro rapporti storici, poco altro. In mezzo, tra Oriente e Occidente, c’era l’altra potenza emergente, la Turchia del presidente Erdogan (che qui non ricordano con favore, mirava ai giacimenti di gas al largo dell’Egitto), che allora coltivava sogni neo-ottomani (poi realizzati) e muoveva il suo esercito oltre i confini di Ankara, contro i curdi (senza che nessuno alzasse la voce), manovrando nel Mediterraneo orientale fino alla Libia. Il mondo era in fiamme e non sapevamo quanto ancora si preparasse in quello che non ne era più il centro, ma solo il campo di battaglia delle grandi potenze.
In questo scenario, l’America era smarrita, ripiegata su se stessa, polverizzata in tribù che si combattevano con ferocia, era il corpo a corpo di una nazione che si stava sbriciolando per assenza di senso storico, perché l’eredità dei padri fondatori era ormai dimenticata, addirittura negata e cancellata. Per gli avversari dell’America prevalere fu facile, il paese implose. L’America misurava il prestigio e il sapere in dollari, bruciava le pagine di storia, la violenza e l’omicidio erano un elemento comune del paesaggio. L’America sparava a se stessa senza una ragione, le cronache dell’epoca sono colme di stragi riprese in diretta sull’antica rete di Internet. La storia americana era un paesaggio di macerie fiammeggianti, era come assistere allo spettacolo dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, un movimento di forze titaniche che stava trascinando il mondo verso un’altra era. La fine e il nuovo inizio.
L’ascesa del ‘resto del mondo’ non fu definita in Ucraina, ma in un nuovo assetto di alleanze internazionali. Vladimir Putin, il presidente della Russia, lo concepì prima di muovere guerra, diceva di seguire “le orme di Pietro il Grande”. Lo presero per pazzo, conduceva una guerra novecentesca, di conquista. L’asse che reggeva le sorti del mondo si era spostato Oriente, il Patto Atlantico era debole, la sua forza si stava esaurendo, i nemici dell’Occidente progettavano un nuovo ordine che puntava a sostituire il dollaro, confinare l’America entro i suoi confini, fermare l’espansione della democrazia e stabilire nuove sfere d’influenza. Putin agì con il consenso della Cina e degli altri paesi alleati contro gli Stati Uniti. L'Occidente inviò armi, ma non definì l'obiettivo politico. Che cosa era vittoria? Che cosa era sconfitta? Nessuno sapeva rispondere.
La Cina invase Taiwan. E l’Europa fu solo il primo campo di battaglia di una serie di guerre. La direzione delle decisioni - che in passato muoveva da Nord a Sud - si spostò con naturalezza da Ovest a Est. Seguì le rotte del petrolio e del gas mentre l’Europa si de-industrializzava inseguendo l’utopia di un cambiamento a tappe forzate del suo sistema di produzione. L’Unione europea ebbe una carta per salvarsi da un declinante futuro accelerato dal suo inverno demografico, quella della cooperazione con l’Africa. La mancò. L’America tentò di sopravvivere rinchiudendosi nella sua Fortezza, ma aveva la guerra in casa. E cadde.
Le sanzioni sulla Russia senza un’alternativa energetica immediatamente disponibile, l’impatto della scarsità di materie prime in Occidente, il crollo del reddito della classe media, il debito insostenibile, la caotica situazione in Germania che non trovava soluzioni al suo rebus energetico e all'invecchiamento della popolazione con relativo costo del welfare, i dazi sugli alleati di Mosca (Cina e India), la nascita dell’Iran come potenza nucleare, furono elementi di destabilizzazione totale.
La storia restò ancora una volta inascoltata. I secoli offrivano una guida, una mappa, una rotta per non finire sugli scogli. Ma non servì. John Kemp, un acuto analista del settore energetico, ricordò in quei giorni (invano) il caso del carbone durante la guerra civile inglese del 1643-1644. Una storia istruttiva:
Verso la metà del XVII secolo, il carbone aveva sostituito la legna come combustibile principale per il riscaldamento domestico e la produzione a Londra e in altre città vicine alla costa orientale dell'Inghilterra.
La produzione era concentrata a Newcastle e nel nord-est, da dove veniva trasportato via nave lungo la costa fino a Londra e ad altri importanti centri di consumo del sud.
Ma nel gennaio del 1643 il Parlamento, con sede a Londra, vietò alle navi di prelevare carbone da Newcastle, sotto il controllo dei Reali, per privare il re Carlo I di entrate e imbarcazioni con cui fare la guerra.
I proprietari scozzesi di carbone avevano assicurato al Parlamento che sarebbero arrivate forniture alternative sufficienti a colmare il deficit, ma ciò si rivelò inesatto.
I prezzi all'ingrosso a Londra raddoppiarono a 30-40 scellini per tonnellata nel 1643/44 rispetto ai 15-16 scellini precedenti al divieto del 1640.
In risposta, il Parlamento e il sindaco di Londra tentarono di fissare i prezzi massimi, ma senza successo.
Il Parlamento impose un prestito forzoso agli armatori e ai consumatori di carbone per raccogliere fondi per la cattura di Newcastle e la città impose una tassa per raccogliere fondi per fornire carbone ai poveri.
Secondo lo storico John Nef, "i profitti continuavano e non c'era alcun sostituto per il carbone del nord dell'Inghilterra".
Nel giugno 1644, l'ambasciatore veneziano avvertì che la perdita delle spedizioni di carbone "sarà insopportabile il prossimo inverno, dato che hanno abbattuto la maggior parte degli alberi" intorno a Londra per far fronte alla carenza dell'inverno precedente.
Nel luglio 1644, l'ambasciatore predisse che "ci saranno rivolte quest'inverno" a meno che non fossero riprese le spedizioni di carbone da Newcastle.
La carenza di carbone fu alleviata quando un esercito scozzese, incoraggiato dal Parlamento e con la promessa di entrate dalle future vendite di carbone, catturò Newcastle nell'ottobre 1644 e le spedizioni a Londra ripresero.
***
Sono qui, mio caro Bartolomeo, di fronte alla storia. Furono le conseguenze inattese di azioni condotte senza un obiettivo chiaro, prive di moderazione e diplomazia, a far deragliare l’Occidente. Settant'anni fa, il popolo si divertiva a guardare le serie tv, in una di queste, una di quelle di maggior successo, intitolata Game of Thrones, ho trovato una frase che è un presagio: “Winter is Coming”. Anche quell'anno. Passò l'estate, l’inverno arrivò.
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del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.