12 Agosto
Rumorismo e presidenzialismo
Berlusconi dice una cosa ovvia sulla riforma presidenziale e le dimissioni di Mattarella. Il centrosinistra lancia l'allarme democratico. Un'indagine su un caso da manuale su comunicazione e leadership. Perché la casella del Quirinale è sempre il punto di svolta per la maggioranza di oggi e domani
Che succede? La campagna elettorale non è un fatto che cambia il destino dell'Occidente (e tuttavia, qualcosa di non banale accadrà in Italia), quello si gioca in altri luoghi. L'America è l'epicentro della crisi e i fatti, come ho raccontato dopo la perquisizione dell'Fbi a casa di Trump (mai successo in 232 anni di storia) stanno rotolando a valle. Tra Washington e Los Angeles si gioca una partita vitale per noi tutti, l'Europa è il vaso di coccio tra i vasi di ferro delle grandi potenze. Tornerò su questo tema in maniera approfondita, legando gli eventi ad altri in apparenza lontanissimi. La crisi costituzionale americana è un enorme 'buco nero' che rischia di far collassare il sistema internazionale.
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Siete appassionati del Terzo Polo? Vi intrigano le dichiarazioni di stamattina di Berlusconi che dice che "Mattarella si deve dimettere" in caso di approvazione della riforma presidenziale? Questo passa il convento e per fatto (e disfatto) in cronaca va annotato sul taccuino e impaginato. Siamo all'ovvio dei popoli, ma in Italia - come vedremo - le ovvietà fanno rumore.
Chi può perdere le elezioni? Il centrodestra, perché il centrosinistra sul piano dei voti, della struttura della coalizione, come abbiamo visto, non è competitivo e in queste condizioni non può vincere. Ma le campagne elettorali sono imprevedibili e quando si pensa di aver già portato a casa il risultato, il sottosopra è dietro all'angolo.
Stamattina è successo qualcosa, un perfetto esempio di come in un secondo lo scenario della comunicazione politica possa mutare e andare in cortocircuito anche di fronte a una banalità istituzionale (che diventa un'enormità politica per testo e contesto). Chi ha fatto il botto? Silvio Berlusconi. Intervistato da Radio Capital il leader di Forza Italia ha affermato che se entrasse in vigore presidenzialismo "Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe...
Che succede? La campagna elettorale non è un fatto che cambia il destino dell'Occidente (e tuttavia, qualcosa di non banale accadrà in Italia), quello si gioca in altri luoghi. L'America è l'epicentro della crisi e i fatti, come ho raccontato dopo la perquisizione dell'Fbi a casa di Trump (mai successo in 232 anni di storia) stanno rotolando a valle. Tra Washington e Los Angeles si gioca una partita vitale per noi tutti, l'Europa è il vaso di coccio tra i vasi di ferro delle grandi potenze. Tornerò su questo tema in maniera approfondita, legando gli eventi ad altri in apparenza lontanissimi. La crisi costituzionale americana è un enorme 'buco nero' che rischia di far collassare il sistema internazionale.
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Siete appassionati del Terzo Polo? Vi intrigano le dichiarazioni di stamattina di Berlusconi che dice che "Mattarella si deve dimettere" in caso di approvazione della riforma presidenziale? Questo passa il convento e per fatto (e disfatto) in cronaca va annotato sul taccuino e impaginato. Siamo all'ovvio dei popoli, ma in Italia - come vedremo - le ovvietà fanno rumore.
Chi può perdere le elezioni? Il centrodestra, perché il centrosinistra sul piano dei voti, della struttura della coalizione, come abbiamo visto, non è competitivo e in queste condizioni non può vincere. Ma le campagne elettorali sono imprevedibili e quando si pensa di aver già portato a casa il risultato, il sottosopra è dietro all'angolo.
Stamattina è successo qualcosa, un perfetto esempio di come in un secondo lo scenario della comunicazione politica possa mutare e andare in cortocircuito anche di fronte a una banalità istituzionale (che diventa un'enormità politica per testo e contesto). Chi ha fatto il botto? Silvio Berlusconi. Intervistato da Radio Capital il leader di Forza Italia ha affermato che se entrasse in vigore presidenzialismo "Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo". Naturalmente il pensiero va a una sua corsa per il Quirinale e lui replica: "Una mia candidatura? Mah, restiamo alle cose attuali". Il presidenzialismo? "È un sistema perfettamente democratico. Se entrasse in vigore questa riforma, penso che sarebbero necessarie le dimissioni del presidente Mattarella per andare alle elezioni dirette del capo dello Stato".
Berlusconi dice una cosa logica sul piano del meccanismo istituzionale. E allora perché si è aperto un dibattito da fine della Repubblica? Perché siamo in campagna elettorale. E perché ci sono dettagli in ombra e sempre un non detto. Andiamo con ordine. Berlusconi durante l'intervista alla radio fa un un'aggiunta che è un punto delicato del dibattito, il Cavaliere esclude "nel modo più assoluto" di puntare alla presidenza del Senato. Bene, e allora?
Perché fa questa precisazione? Perché stiamo parlando della seconda carica dello Stato che ha la 'supplenza' del presidente della Repubblica. E su questo hanno puntato i radar gli esponenti della (probabile) prossima opposizione, il centrosinistra. Ora guardate la scacchiera istituzionale e le mosse (im)possibili che qualcuno evoca in Parlamento: il centrodestra vince le elezioni (allo stato attuale, questa è solida posizione), Berlusconi viene eletto presidente del Senato (assai meno probabile), viene incardinata la riforma presidenziale, questa passa (fatto istituzionale molto complicato), Mattarella si dimette (logico) e Berlusconi fa il supplente al Quirinale (come da prassi) e poi si vedrà. Il centrosinistra agita questo scenario come lo spaventapasseri nel campo di mais. Dopo averlo trattato come uno statista, oggi è di nuovo il nemico, Berlusconi. Questo è il primo plot e l'ex premier esclude di avere ambizioni su Palazzo Madama proprio per allontanare questa versione del futuro a breve. Alternative? La via più rapida, senza arabeschi, Berlusconi che punta alla presidenza della Repubblica in un quadro di elezione diretta, senza passare dalla casella del Senato (altro quadro del videogame del tutto improbabile per biografia, età, contesto storico e politico).
Tutto regolare, nessuna sorpresa, è la macchina della battaglia retorica che macina ogni giorno le parole. In questo scenario, non conta granché sul piano politico che questa sia una faccenda da realtà parallela. Anche la smentita di Berlusconi sui piani e le intenzioni che gli vengono attribuite non cambia il clima da corrida: "Non ho mai attaccato il presidente Mattarella, né mai né ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all'elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella 'che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo'. Tutto qui: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centro-destra". Non fa una piega, ha detto questo, basta andare a ascoltare quanto ha affermato a Radio Capital.
La teoria ha sempre bisogno della praxis, dunque siamo in uno scenario che resta a mezz'aria, ma a sinistra c'è chi mette l'accento su questa dimensione, d'altronde in quella parte del campo politico è un argomento (ora) disponibile per alimentare la campagna sul 'fascismo' e la 'deriva autoritaria', necessaria per tenere insieme opposti che non vanno d'accordo (il caso Calenda parla da solo). Si può condividere o meno l'impostazione politica del centrosinistra, ma è un'opportunità aperta proprio dall'ovvietà di Berlusconi (e dunque anche l'ovvio va maneggiato con cura). Cogliere la palla al balzo è logico, Enrico Letta è saltato sulla preda: "Se oggi c'è un punto di unità nel paese è Mattarella e ora dopo aver fatto cadere Draghi vogliono fare cadere Mattarella". Secondo il segretario del Pd il centrodestra "attacca Mattarella mentre noi lo difendiamo. Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il paese. Questa dichiarazione è la dimostrazione di quello che noi diciamo: per battere la destra l'unica alternativa è votare la coalizione che è nata attorno al Pd".
Berlusconi ha dato a Letta il chiodo per appendere il quadro del 'patto per la difesa della Costituzione'. Ha tirato in campo Mattarella in maniera impropria, Letta lo fa diventare scudo e lancia della sua campagna. Azione e reazione. Dall'uomo forte alla donna forte. In un quadro debolissimo per tutti. Dove ormai vale tutto. Gli effetti sono molteplici, impattano sulla campagna e curvano lo spazio dell'immaginario dell'elettore, sono almeno 4 i punti d'attacco:
1. Quello che è remoto per gli altri, nella testa di Berlusconi è un desiderio, la nebulosa di un progetto. Una chimera, certo, ma il solo alludervi, il presentare (in)volontariamente questa partita in filigrana, farla balenare dal cilindro come un prestigiatore, è un cambio di scena pieno di trambusto, sorprende lo spettatore-elettore, lo confonde. Berlusconi queste cose le sa bene.
2. Si rafforza l'idea di Enrico Letta, che fino a questo momento non aveva alcun gancio retorico, sul patto per la Costituzione contro il 'fascismo', la 'deriva autoritaria' e il 'sovranismo'. Attenzione ai dettagli: anche il Movimento Cinque Stelle si è unito al Pd contro le parole di Berlusconi. Oggi democratici e pentastellati sono separati, ma dopo il voto (come in maniera sibillina ha detto Goffredo Bettini) "mai dire mai" e 'l'allarme democratico' può essere il collante di una reunion per la bisogna di un governo d'emergenza o qualcosa di simile. Se il quadro si fa incerto (e per ora non lo è) bisogna aver pronta un'alternativa, è sempre in Parlamento che si fanno e disfano le maggioranze, mai dimenticarlo. E la situazione del centrosinistra sul piano dei numeri (e dunque politico) è da ultima spiaggia.
3. Nello schieramento favorito per la vittoria entra un rumore di (s)fondo che stona con lo 'storytelling', la campagna del centrodestra subisce un mutamento di rotta e la necessità di un 'chiarimento' su chi fa e chi dice cosa. Esiste una campagna di coalizione? No, ma l'effetto è questo e la dichiarazione di Berlusconi diventa di tutti in assenza di una separazione netta tra quello che dice il leader di Forza Italia, quello che afferma Salvini, e quello che è il disegno politico di Giorgia Meloni per governare il paese. Qual è la rotta? E soprattutto, perché dichiarare ogni giorno l'ovvio?
4. La leader di Fratelli d'Italia ha impostato una campagna elettorale da 'forza tranquilla', uno schema di comunicazione mitterrandiano, declinato à droite, con un presidenzialismo che fa da sfondo al messaggio (la leadership forte di una donna di destra), ma senza esasperazioni, con un tono rassicurante sull'economia, le riforme istituzionali e il rapporto con l'Unione europea, la necessità di "non fare promesse irrealizzabili", un messaggio rafforzato da una posizione atlantista netta. Tutto questo funziona solo se la comunicazione politica è chiara, senza sobbalzi. Oggi non è andata così. E si parlava dell'ovvio.
Per queste ragioni l'ovvia sortita di Berlusconi è un passaggio che diventa straordinario per la campagna elettorale (degli altri). Fino a questo momento era 'scarica'. Letta e compagni stavano dando colpi di martello nel vuoto. Ora è sempre un'opera d'astrattismo, ma se si evoca un fatto politico futuro del tutto inattuale - Mattarella che dovrebbe dimettersi dopo la riforma presidenziale - si alimentano (retro)pensieri e si aprono i cancelli della propaganda. Le ovvietà si evidenziano quando si manifestano, non prima. Dunque se e quando la riforma presidenziale ci sarà, perché se Berlusconi parla dell'ovvio questo diventa un fatto eccezionale. Come ha spiegato il costituzionalista Michele Ainis: "L'ipotesi più desiderabile sarebbe quella di stabilire per l'eventuale riforma costituzionale sul presidenzialismo l'entrata in vigore nella prossima legislatura, ma non in quella che si formerà dopo il 25 settembre. In quel caso Mattarella sarebbe a fine mandato e quindi sarebbe il prossimo presidente della Repubblica a essere scelto in maniera diversa. Nei giorni scorsi - spiega Ainis - ho scritto un articolo 'I partiti e il presidente' nel quale credo di essere stato il primo e l'unico a fare presente ciò che, con tutt'altro effetto politico, ha spiegato Berlusconi, ma è una ovvietà: se si passa a un sistema presidenziale il presidente deve andare via, o perché la legge stabilisce l'immediata decadenza, oppure - come dicevamo ed è l'ipotesi più auspicabile - la riforma dovrebbe entrare in vigore nella prossima legislatura, ma anche in quel caso Mattarella non so se accetterebbe di continuare un interregno, tanto più se questo dovesse passare per un referendum". Sul piano istituzionale dunque è la scoperta dell'acqua calda, ma se lo dice Berlusconi affiora un pre-testo ideale per fare campagna elettorale.
Il presidenzialismo è in agenda non perché lo dice Berlusconi, ma perché è uno strumento di organizzazione delle democrazie. Gli italiani sono più attenti a questo tema di quanto pensino i politici, tra gli elettori conservatori è un punto che ha consenso (e non solo tra loro), ma è una riforma che passa solo se viene discussa nelle sedi giuste, con serietà e competenza (e poi si vota). Non a caso Meloni stamattina ha detto che "il presidenzialismo è una cosa seria". Lo è, una cosa serissima che altrove funziona - senza andar lontano, pensate al sistema politico della Francia che ha certo molti problemi, ma il presidente è la garanzia della stabilità - ma declinarlo come ha fatto Berlusconi, mettendo il nome di Mattarella sull'arena della campagna elettorale, non è un'operazione che passa inosservata, non è una disquisizione accademica tra prof di diritto costituzionale, diventa un fatto politico e offre il fianco all'attacco. E infatti...
Altro punto che dovrebbe far riflettere, la questione simbolico-politica del Quirinale: la crisi del governo e il voto anticipato nascono dal mancato aggancio della navicella di Mario Draghi con la stazione-madre della Presidenza della Repubblica. Il governo di unità nazionale ha concluso la sua missione mesi fa, quando Draghi è stato tenuto imbullonato (per poco) a Palazzo Chigi dai partiti. Si disse allora che era fondamentale la sua permanenza al governo. Naturalmente non lo era e si sarebbe potuto evitare un testacoda istituzionale (e una campagna balneare con un solo giorno di voto, il 25 settembre) preservando con il mandato di sette anni al Quirinale il ruolo di Draghi come garante dei nostri conti pubblici presso i mercati, andando poi a votare in aprile. Chi chiedeva le elezioni allora aveva tutte le ragioni per farlo, i tempi erano giusti e il periodo decisamente migliore per la scelta degli elettori e le ragioni dei partiti. Ma si è preferito fare altro e il risultato è stato lo 'sbrego istituzionale', con il governo sempre più alieno rispetto ai partiti, ormai avviluppati in una campagna elettorale permanente.
Alla fine è arrivato il crac. E tutto ha origine dalla partita giocata con la palla in tribuna sul Quirinale. Da tutti. Perché non si può dimenticare lo sfascio di quei giorni: ricordare la sortita di Giuseppe Conte sulla candidatura di Elisabetta Belloni, dai servizi segreti al Quirinale, un testacoda che fu fermato da Matteo Renzi e da Forza Italia; la destra era divisa al punto da sacrificare sulla scacchiera il pezzo più importante sul piano istituzionale, la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un grande contagio di labirintite istituzionale. Dettaglio: Berlusconi dopo aver tentato l'impresa di andare al Quirinale (gli mancavano i voti), sbarrò la strada a Draghi e virò su Mattarella lasciando a terra la Lega. Salvini spiazzato finì per allinearsi, il Pd tirò un sospiro di sollievo, abbandonò l'ipotesi Draghi (su cui non aveva mai puntato) e in pieno accordo con Berlusconi incassò il bis di Mattarella che alla fine prese 759 voti, secondo solo a Sandro Pertini nel 1978 (832 preferenze). Fratelli d'Italia votò Carlo Nordio. Il Parlamento in quell'occasione disse chiaramente che non voleva Draghi al Quirinale. Lo considera(va) un corpo estraneo. Tutto il caotico presente comincia sei mesi fa. La scena della caduta di Draghi in Senato, la non-fiducia dei Cinque Stelle, la decisione di Berlusconi di sostenere la linea del voto anticipato, il discorso del premier caduto nel vuoto (e cercato come tale), tutto è un replay. Oggi è ancora la questione del Quirinale - l'elezione e i poteri del presidente della Repubblica, le dimissioni di Sergio Mattarella in un futuro post- qualcosa che non c'è - a agitare le acque e far balzare un'onda su una campagna estiva di calma piatta sul fronte dei contenuti. Per ora è un'increspatura nell'oceano.
Nota (semi)finale sul taccuino: questa deviazione da pattuglia acrobatica della campagna elettorale, l'innesco di una turbolenza in fase di decollo, crea qualche problema di pilotaggio alla destra che aspira alla premiership, cioè all'unica persona che da quelle parti può correre per Palazzo Chigi: Giorgia Meloni. Per arrivare fino in fondo, lei, la prima donna nella storia d'Italia che ha la possibilità di guidare il governo, dovrà stare molto attenta alla cloche, impedire che qualcuno tocchi il timone e, quando sarà il momento di atterrare, non metta fuori uso la leva del carrello, versando il termos di caffè sui microchip del sistema di navigazione. La pista di destinazione è ancora lontana, ma il volo è iniziato.
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l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
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abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.