19 Dicembre
Il Pd nel caveau mentre Grillo pensa al governo
L'audizione in commissione banche di Ignazio Visco. Renzi e Boschi si preoccupavano per Etruria. Il caso del governatore di Bankitalia e cosa ne pensava il Pd. Intanto, i grillini vogliono arrivare primi e poi... A Riyad volano missili (iraniani). Sicurezza nazionale, Trump e America First.
Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella terrà un discorso alle alte cariche dello Stato molto atteso in cui dovrebbe delineare la road map per le elezioni. Mattarella scioglierà le Camere dopo la conferenza stampa di fine anno del Presidente del consiglio Paolo Gentiloni, la data è quella del 29 dicembre. I due sono d'accordo su un percorso rapido di scioglimento del Parlamento. Da quel momento Mattarella terrà d'occhio lo scenario della campagna elettorale e comincerà a valutare cosa fare quando sarà chiaro (o completamente annebbiato) il risultato delle elezioni.
La domanda che si pone Mattarella è la seguente: a chi dare l'incarico di formare il governo? C'è chi sostiene infatti che Mattarella non debba dare l'incarico al partito che ha preso più voti, ma alla formazione politica che ha più probabilità di formare una maggioranza e dunque un governo. Questa scuola teorica ha le sue buone ragioni, ma si scontra con la realtà di un sistema politico italiano tripartito, dove probabilmente nessuno vince, ma il Movimento Cinque Stelle arriva largamente primo. È possibile negare a Luigi Di Maio l'incarico esplorativo per formare il governo? E siamo sicuri che il movimento Cinque Stelle non abbia in realtà le carte (oggi coperte ma domani non si sa) da giocare per entrare a Palazzo Chigi?
Il titolare di List pensa che il Movimento Cinque Stelle in realtà stia lavorando all'ipotesi di un governo basato su programma condiviso con altri partiti, una sorta di coalizione alla tedesca, con un documento preciso di impegni scritti da sottoporre ai potenziali alleati. Non si partecipa a una gara, si arriva primi e poi si decide di non andare sul podio a sollevare la coppa. Non funziona così nello sport e neanche in politica. Se Grillo vince, poi proverà a dare un governo all'Italia.
Chi farebbe parte di questo patto...
Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella terrà un discorso alle alte cariche dello Stato molto atteso in cui dovrebbe delineare la road map per le elezioni. Mattarella scioglierà le Camere dopo la conferenza stampa di fine anno del Presidente del consiglio Paolo Gentiloni, la data è quella del 29 dicembre. I due sono d'accordo su un percorso rapido di scioglimento del Parlamento. Da quel momento Mattarella terrà d'occhio lo scenario della campagna elettorale e comincerà a valutare cosa fare quando sarà chiaro (o completamente annebbiato) il risultato delle elezioni.
La domanda che si pone Mattarella è la seguente: a chi dare l'incarico di formare il governo? C'è chi sostiene infatti che Mattarella non debba dare l'incarico al partito che ha preso più voti, ma alla formazione politica che ha più probabilità di formare una maggioranza e dunque un governo. Questa scuola teorica ha le sue buone ragioni, ma si scontra con la realtà di un sistema politico italiano tripartito, dove probabilmente nessuno vince, ma il Movimento Cinque Stelle arriva largamente primo. È possibile negare a Luigi Di Maio l'incarico esplorativo per formare il governo? E siamo sicuri che il movimento Cinque Stelle non abbia in realtà le carte (oggi coperte ma domani non si sa) da giocare per entrare a Palazzo Chigi?
Il titolare di List pensa che il Movimento Cinque Stelle in realtà stia lavorando all'ipotesi di un governo basato su programma condiviso con altri partiti, una sorta di coalizione alla tedesca, con un documento preciso di impegni scritti da sottoporre ai potenziali alleati. Non si partecipa a una gara, si arriva primi e poi si decide di non andare sul podio a sollevare la coppa. Non funziona così nello sport e neanche in politica. Se Grillo vince, poi proverà a dare un governo all'Italia.
Chi farebbe parte di questo patto di governo? C'è prima di tutto la Lega di Matteo Salvini. L'elettorato di Grillo e quello leghista in larga parte si sovrappongono, sono simili, condividono gli stessi temi. Il leader della Lega e del Movimento Cinque stelle non possono prescindere da questo dato di fatto che è prima di tutto di affinità dei loro elettori. Inoltre, è chiaro che se Grillo e Salvini sentono aria di inciucio, allora cresce la tentazione di giocare d'anticipo per non farsi fregare da Berlusconi e Renzi. In quel caso un incarico esplorativo a Di Maio si tradurrebbe in un governo Frankenstein tra la Lega il Movimento Cinque Stelle. Sarebbe perfino possibile un apporto del movimento Liberi e Uguali, Massimo D'Alema non vede l'ora di tenere Matteo Renzi fuori dalla stanza dei bottoni. Chi pensa al governo di larghe intese tra Berlusconi è Renzi come a un fatto automatico, si sbaglia. La storia del voto e del suo esito è ancora tutta da scrivere. E siamo in pieno nel set de La Stangata. Dalla sala corse al caveau è questione di un attimo. Per la felicità di Gordon Gekko, "è tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
01
RadioList
L'audizione del governatore di Bankitalia Ignazio Visco in commissione banche. Lo scontro con il Pd renziano, cosa diceva la mozione parlamentare contro il governatore. Analisi della frase di Padoan sugli incontri di Maria Elena Boschi per Banca Etruria. Oggi il discorso di Mattarella alle alte cariche dello Stato, la road map del voto e il Quirinale. Perché l'incarico ai grillini potrebbe condurre al governo che non si aspetta l'establishment. La nuova dottrina sulla sicurezza nazionale di Donald Trump, la sfida sul commercio con la Cina, il disegno di un nuovo ordine mondiale di Pechino e Mosca. Lo scenario della Casa Bianca, America First
RadioLis. Due parti di news, una parte di musica e un twist di humour. Torniamo nel caveau.
02
Visco, Renzi e Maria Elena
Erano tutti interessati a Banca Etruria. E alla Popolare di Vicenza. Questo interesse era primario - non avevamo dubbi - per Maria Elena Boschi e Matteo Renzi. I due secondo la testimonianza del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, chiesero lumi "sul territorio", ma non fecero pressioni. Siamo dentro un banco di nebbia, tranquilli. Non ottennero neanche una risposta, la legge - ha ricordato Visco - non consente a Bankitalia di rivelare le attività di ispezione in corso. Visco ha confermato che Maria Elena Boschi incontrò Fabio Panetta, il vicedirettore generale di Bankitalia. Faceva il ministro delle riforme istituzionali, ma si interessava di banche. Non partecipava alle riunioni del consiglio dei ministri sul tema, si alzava dalla sedia, ma si accomodava soavemente in privato a disquisire sul tema. Curioso doppio comportamento.
L'audizione si è svolta senza asperità, Visco ha illustrato il quadro del sistema bancario italiano, ha detto a chiare lettere di "non amare" le banche del territorio per il rischio (in realtà un fatto concreto che può provare chiunque) di commistione tra credito e politica e ha messo in chiaro che mai Bankitalia ha dato informazioni sulle ispezioni delle banche venete e di Etruria e di non aver mai ricevuto pressioni. Una puntigliosa difesa a tutto campo, condita di documenti e citazioni dei codici. Il rigore di Visco. Che ha ammesso di aver ricevuto se non pressioni, certamente delle calorose manifestazioni di "interesse per il territorio". Il confine è labile, ma siamo nel campo del minuetto diplomatico e in fondo qui su List siamo interessati alla faccenda politica, ben più spessa di ogni ipotesi da Commissario Basettoni.
Sul piano politico ciò che è rilevante è l'attività di Boschi e Renzi sul punto specifico, in particolare il pericolo di vedere Banca Etruria entrare nella galassia della Banca Popolare di Vicenza. E il motivo lo abbiamo raccontato su List qualche giorno fa: l'oro, il mercato dei metalli preziosi, la battaglia di sempre tra Arezzo e Vicenza. Si dirà che in fondo si occupano del loro territorio, del collegio dove vengono eletti. E infatti Renzi stamattina afferma:
Ringrazio molto il governatore Visco per le parole di apprezzamento che ha rivolto al mio governo nella sua audizione di questa mattina. Confermo che abbiamo sempre avuto la massima collaborazione istituzionale, anche quando non eravamo d'accordo su tutto nel merito. Mi fa piacere che egli finalmente fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio: attività istituzionalmente ineccepibile svolta anche da amministratori regionali di ogni colore politico. Ringrazio dunque il governatore Visco che mette la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio governo".
La massima collaborazione istituzionale la vedremo tradotta fra poco in quello che scriveva il Pd di Visco nella mozione di sfiducia. Quanto al resto, a Renzi sfugge come spesso gli capita "un dettaglio". Egli era il Presidente del Consiglio e la Boschi ministro della Repubblica, non due consiglieri comunali di Arezzo, ma rappresentanti dell'intero popolo italiano, non a Palazzo Chigi per difendere o promuovere il particulare, ma l'interesse generale. Boschi, per soprammercato, si occupava della banca dove il padre era vicepresidente! La questione non è giudiziaria, non siamo interessati al verbale e all'intercettazione, ma politica e lo è in maniera rilevante perché il provincialismo di una classe dirigente - di qualunque colore o estrazione essa sia - non può mettere in secondo piano l'interesse del Paese che, con tutto il rispetto, non è nel salottino petite bourgeoisie di Laterina. I partitanti italiani hanno la memoria corta, tutti. In questo caso, a Renzi e alla Boschi va ricordato un fatto accaduto qualche tempo fa. In fondo, è sempre una questione di (s)fiducia.
03
Ieri. La sfiducia a Visco
Due o tre fatti sui quali riflettere per capire il plot del caso Etruria-Bankitalia.
- Il 17 ottobre del 2017 il Partito democratico presenta una mozione in Parlamento che de facto sfiducia il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel momento in cui si attende una sua riconferma da parte del governo Gentiloni e del Presidente della Repubblica Mattarella. Il premier Paolo Gentiloni viene preso in contropiede, la mozione viene addolcita in fretta e furia. Il sottosegretario Maria Elena Boschi sapeva dell'iniziativa e ne aveva taciuto l'esistenza al presidente del Consiglio. La prima firma sulla mozione è di Silvia Fregolent, toh, guardacaso una boschiana, organizzatrice della Leopolda.
- Il contenuto della mozione finale del Pd contro Visco è altamente istruttivo e testimonia vivamente la "collaborazione istituzionale" di cui ha parlato oggi il segretario del Pd. Ecco il passaggio sulla nomina:
Si tratta di una scelta particolarmente delicata in considerazione del fatto che l’efficacia dell’azione di vigilanza della Banca d’Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall’emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche sulle cui ragioni si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d’inchiesta all’uopo istituita;
Rilevato che le predette situazioni di crisi o di dissesto hanno costretto il Governo e il Parlamento ad approvare interventi straordinari per tutelare, anche attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche, i risparmiatori e salvaguardare la stabilità finanziaria, in assenza dei quali si sarebbero determinati effetti drammatici sul- l’intero sistema bancario, sul risparmio dei cittadini, sul credito al sistema produttivo e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali,
impegna il Governo
1) ad adottare ogni iniziativa utile a raf- forzare l’efficacia delle attività di vi- gilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della pro- mozione di un maggiore clima di fi- ducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio, individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prero- gative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d’Italia negli anni più recenti.
04
Oggi. Scenario e analisi
Che cosa è successo dopo? Epic fail.
- La mozione di sfiducia segna l'avvio di una campagna del Pd renziano contro il governatore di Bankitalia. La mossa fa parte di una strategia che ha il suo "motore" nella Commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, presieduta da Pier Ferdinando Casini. Nella mozione la commissione d'inchiesta è citata esplicitamente (passaggio che qui abbiamo evidenziato in grassetto), segno che la dirigenza del Pd considera(va) quello spazio il luogo di manovra e lancio delle sue sortite;
- Il disegno di Renzi di far cadere Visco è fallito di fronte all'opposizione del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio e della Banca centrale europea. Una secca sconfitta su tutta la linea;
- Durante i lavori della commissione banche il Pd ha provato a imprimere una direzione diversa al dibattito pubblico sul caso Etruria. Non ci è riuscito, i sondaggi negativi delle ultime settimane lo testimoniano, il Pd è al minimo di consensi degli ultimi cinque anni;
- Il caso Boschi ha mostrato una scarsa lungimiranza del Partito democratico quando si è deciso di appoggiare la costituzione della commissione d'inchiesta;
- Quattro audizioni - Vegas, Consoli, Padoan e Visco - finora hanno confermato un ruolo improprio di Maria Elena Boschi (e non solo) nel caso Etruria: in consiglio dei ministri si alzava per non partecipare alle discussioni sul caso, ma in privato sollecitava incontri, partecipava a vertici, svolgeva un singolare ruolo di moral suasion sulla situazione della banca di cui il padre era vicepresidente;
- Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha esplicitamente detto in commissione banche che non ha mai autorizzato nessuno a trattare il dossier di Banca Etruria con i soggetti istituzionali e il management delle banche;
- Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, conferma "l'interesse per il territorio" e Banca Etruria da parte di Renzi e Boschi.
Tutto chiaro? Ognuno di voi tiri le somme. Che facciamo ora? Andiamo in Medio Oriente e negli Stati Uniti. È in corso il grande risiko. Indossate l'elmetto e seguite il titolare di List.
05
Missile su Riyad
Attenzione a quello che sta succedendo tra Arabia Saudita e Iran: un missile balistico lanciato dallo Yemen è stato intercettato a Riyad. Gli Houthi hanno rivendicato il lancio. L'arsenale degli Houthi è fornito dall'Iran. Tutto questo fa l'effetto di una cassa di nitroglicerina a disposizione di un asilo infantile. Qualche giorno fa Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu ha mostrato in pubblico un missile iraniano recuperato sul territorio saudita.

La dimensione dello scontro tra Arabia Saudita e i ribelli dello Yemen non è quella del conflitto tribale - che tra l'altro i sauditi non riescono a vincere - ma del grande scontro tra le due potenze regionali. Vince chi ha più missili. Viviamo proprio tempi interessanti. Forse troppo. E di fronte a questo conto alla rovescia, ai silos dai quali spuntano testate atomiche, a guerre invisibili che sostituiscono i bit ai fucili e l'oro ai cannoni, gli Stati Uniti sono di fronte a un dilemma: sono ancora la prima potenza del mondo? È un dilemma per Trump. Chi l'avrebbe mai detto.
06
La dottrina Trump

Cinquantasei pagine, quattro pilastri, una strategia. Il documento sulla National Security Strategy dell'amministrazione Trump non piacerà agli utopisti democratici o ai neoconservatori esportatori di democrazia, ma mette nero su bianco, ancora una volta, America First. L'impero americano così come lo abbiamo visto e immaginato fino a ieri è finito per sempre, la supremazia tecnologica e militare comincia a subire una reale concorrenza, nella grande prateria della cyberwarfare gli Stati Uniti sono più che vulnerabili, il sistema della produzione è da più di un decennio sotto lo scacco delocalizzatore dei giganti dell'Asia, l'energia non è più un tema di guerra in Medio Oriente e il problema delle fonti energetiche è stato risolto brillantemente con quelle in casa (shale oil e gas), la capacità dello strumento militare incontra crescenti ostacoli culturali (gli americani non vogliono più andare a morire per nessuno) e di cooperazione (l'obsolescenza del format della Nato). La National Security Strategy riflette questi elementi del contemporaneo, li amplifica, li porta a una conclusione ciclica della storia: difendere la fortezza America.
Ecco il discorso di Trump:
Fin dalle prime righe il documento fissa i punti chiave:
Cina e Russia sfidano la potenza, l'influenza e gli interessi americani, tentando di erodere la sicurezza e la prosperità americane. Sono determinati a rendere le economie meno libere e meno eque, a far crescere le loro capacità militari, a controllare informazioni e dati per reprimere le loro società ed espandere la loro influenza. Allo stesso tempo, le dittature della Repubblica democratica popolare di Corea e della Repubblica islamica dell' Iran sono determinate a destabilizzare le regioni, minacciare gli americani e i nostri alleati e brutalizzare il loro stesso popolo.
Ci sono tutti gli attori della geopolitica di oggi:
- La Cina, il gigante che secondo le linee guida approvate nell'ultimo congresso del Partito Comunista cinese deve diventare la prima potenza mondiale entro il 2050;
- La Russia di Vladimir Putin che ha approfittato della ritirata obamiana per riempire tutti i vuoti lasciate in Medio Oriente, mantenere la sua sfera d'influenza in Eurasia e dialogare con la Cina nello spazio del Pacifico;
- La Corea del Nord, l'incubo del nucleare fuori controllo e capace di lanciare missili intercontinentali, il grande tema della proliferazione nucleare;
- L'Iran, il più importante e influente attore sulla scena del Medio Oriente.
L'America di Trump è la tentazione di tornare a un mito originario, quello della fortezza che pensa al commercio ma non fa la guerra. Difficile quando hai in casa la più grande industria degli armamenti del mondo. È qui la contraddizione non di Trump, ma dell'intero sistema americano: produce ciò che dà agli altri la possibilità di creare instabilità, le armi. Quanto in casa ci sono troppi fucili, alla fine qualcuno spara.
07
Il Cremlino: imperialista

La prima reazione della Russia alla pubblicazione del documento sulla National Security Strategy è di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino e abile diplomatico che sfodera un classico della fu Unione Sovietica: "È imperialista".
08
Il Jacksonismo

Imperialista? Uhm, no, l'America di Trump è un altro rebus. Non troppo. Per sapere, per capire, per provare a uscire dagli schemi del mainstream, per una fuga dal pensiero unico che soffoca il libero dibattito, il titolare di List consiglia la lettura dell'articolo più interessante che ha letto quest'anno su Foreign Affairs: The Jacksonian Revolt, di Walter Russell Mead. Non si capisce l'arrivo di Trump se non si coglie questo spirito "antico" che aleggia nella storia americana, la rivolta contro le èlite.
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specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.