2 Dicembre
Guerra e pace. Paure e speranze degli italiani
Scorrono i titoli di coda del 2022 (e si vedono i primi bagliori del 2023). Il ritratto del paese nel 56° Rapporto Censis: "L'Italia paese malinconico con la paura della guerra". Macron, Biden e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea. Debito, i paesi poveri sono nelle mani della Cina. Al cinema sta per arrivare un orso un po' strafatto, Cocaine Bear
Che succede? Stanno per arrivare i titoli di coda del 2022, siamo agli ultimi appuntamenti, flash e ruggiti di un anno intensissimo, una continuazione e uno spartiacque della nostra storia. Il 2022 ha fatto da acceleratore dei processi di trasformazione della nostra vita, dopo il Grande Nulla della pandemia, lo stato d'eccezione, i lockdown, lo sprofondo economico e spirituale (mai avevamo visto così chiaramente la nostra natura primordiale, neppure in guerra, dove il nemico è visibile e non esiste la docile obbedienza e la sottomissione, ma la violenza, la ribellione, la resistenza), dopo tutto questo, è arrivata una riapertura rapida dell'economia, un decollo a razzo della produzione, un bruciante ritorno dell'inflazione, un'era di grande aspettative stimolate da un oceano di sussidi che ha finito per far surriscaldare tutta l'economia e creare lo scenario odierno con il carrello della spesa in fiamme.
All'inizio dell'anno, il 24 febbraio, la guerra in Ucraina, l'invasione della Russia, una guerra senza limiti nel cuore dell'Europa, l'esito di uno scontro sempre più ravvicinato tra Putin e Biden, la Casa Bianca e il Cremlino, una storia di fuoco e acciaio, novecentesca, che all'ombra del Dragone cinese vede un confronto più grande, quello tra l'Occidente e 'il resto del mondo'. Il 2023 sarà ancora più acceso, siamo all'inizio di un'era di grandi rivolgimenti, con la minaccia nucleare presente più che mai, il cambiamento climatico visibile che richiede non utopie ma strategie efficaci di adattamento, siamo 8 miliardi sulla Terra, un pianeta vivo che si trasforma e richiede la nostra cura attiva.
Vediamo un paio di flash in cronaca che raccontano questo scenario e dove va (e non va) l'Italia. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Macron, Biden e la guerra commerciale Usa-Ue
Joe Biden e Emmanuel Macron durante il ricevimento alla Casa...Che succede? Stanno per arrivare i titoli di coda del 2022, siamo agli ultimi appuntamenti, flash e ruggiti di un anno intensissimo, una continuazione e uno spartiacque della nostra storia. Il 2022 ha fatto da acceleratore dei processi di trasformazione della nostra vita, dopo il Grande Nulla della pandemia, lo stato d'eccezione, i lockdown, lo sprofondo economico e spirituale (mai avevamo visto così chiaramente la nostra natura primordiale, neppure in guerra, dove il nemico è visibile e non esiste la docile obbedienza e la sottomissione, ma la violenza, la ribellione, la resistenza), dopo tutto questo, è arrivata una riapertura rapida dell'economia, un decollo a razzo della produzione, un bruciante ritorno dell'inflazione, un'era di grande aspettative stimolate da un oceano di sussidi che ha finito per far surriscaldare tutta l'economia e creare lo scenario odierno con il carrello della spesa in fiamme.
All'inizio dell'anno, il 24 febbraio, la guerra in Ucraina, l'invasione della Russia, una guerra senza limiti nel cuore dell'Europa, l'esito di uno scontro sempre più ravvicinato tra Putin e Biden, la Casa Bianca e il Cremlino, una storia di fuoco e acciaio, novecentesca, che all'ombra del Dragone cinese vede un confronto più grande, quello tra l'Occidente e 'il resto del mondo'. Il 2023 sarà ancora più acceso, siamo all'inizio di un'era di grandi rivolgimenti, con la minaccia nucleare presente più che mai, il cambiamento climatico visibile che richiede non utopie ma strategie efficaci di adattamento, siamo 8 miliardi sulla Terra, un pianeta vivo che si trasforma e richiede la nostra cura attiva.
Vediamo un paio di flash in cronaca che raccontano questo scenario e dove va (e non va) l'Italia. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Macron, Biden e la guerra commerciale Usa-Ue
Joe Biden e Emmanuel Macron durante il ricevimento alla Casa Bianca in onore del presidente francese (Foto Epa).Joe Biden ha ricevuto Emmanuel Macron, grande festa, dichiarazioni d'amicizia, ma la tensione tra Parigi e Washington resta, perché Macron in queste occasioni sfodera la grandeur (che non c'è) e si fa portavoce di un'Europa in grave difficoltà di fronte alla politica protezionistica della Casa Bianca. Siamo dentro una guerra commerciale con i nostri alleati, questa è la realtà. Il presidente francese ha detto che l'Inflation Reduction Act dell'amministrazione Biden è una minaccia per i produttori europei di automobili e hi-tech, ma non ci sarà una retromarcia di Washington, quel pacchetto è l'America First dei democratici. L'unica notizia, ma senza un seguito concreto, è che Biden ha detto di essere "pronto a parlare con Vladimir Putin", a patto che quest'ultimo manifesti l'interesse a chiudere la guerra in Ucraina.
No al ritiro per aprire un negoziato di pace. Il presidente della Russia, Vladimir Putin (Foto Epa).Dal Cremlino arriva una prima reazione. Il portavoce Dmitri Peskov commenta: "Il presidente della Federazione Russa è sempre stato, è e rimane aperto ai negoziati per garantire i nostri interessi", ha detto Peskov, citato da Ria Novosti. Finora non è questo lo scenario e non si andrà avanti ponendo condizioni impossibili da una parte e dall'altra, Biden chiede il ritiro della Russia e questo in guerra significa accettare una sconfitta, tanto che Peskov precisa: "Cosa ha detto in realtà il presidente Biden? Ha detto che i negoziati saranno possibili solo dopo che Putin avrà lasciato l'Ucraina" e "certamente" Mosca non è pronta ad accettare le condizioni. "L'operazione militare speciale continua", ha concluso Peskov.
La Russia continua la guerra, gli americani sono a corto di proiettili da mandare a Kiev, la guerra ha un costo più alto del conflitto in Afghanistan, il fattore tempo comincia a premere sia sulla Russia che sul presidente americano. Biden all'inizio del 2023 (ecco il calendario del nuovo anno che comincia a presentarsi) dovrebbe annunciare la sua ricandidatura per America 2024, la guerra costa e gli elettori in uno scenario di inflazione alta e tassi di interesse in rialzo guardano ogni dollaro speso dall'amministrazione.
02
Quanti sono i caduti di Kiev e quelli di Mosca?
Le forze dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk sparano con un mortaio semovente 2S4 "Tulip" non lontano da Bakhmut, regione di Donetsk, Ucraina, 1 dicembre 2022. (Foto Epa).La guerra, i morti da entrambe le parti, i numeri che non sono verificabili, le bugie dei governi. Quanti sono i caduti russi? E quanti gli ucraini? La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aveva parlato in un video l'altro ieri di 100mila soldati e 20mila ucraini morti, ha cancellato il video dopo le proteste di Kiev. Quanti sarebbero allora i morti? Mykhailo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky, dice che i soldati caduti sono tra i 10mila e i 13mila, mentre i russi uccisi sarebbero 100mila. Nessuno può verificare questi numeri.
03
I paesi poveri nelle mani della Cina
David Malpass, presidente della Banca Mondiale (Foto Epa).Chi è il più grande creditore dei paesi poveri? La Cina. David Malpass, presidente della Banca Mondiale, ha avvertito che il crescente onere del debito dei Paesi poveri sta aumentando il rischio di default. Malpass ha dichiarato che i Paesi poveri devono ai loro creditori 62 miliardi di dollari quest'anno, circa il 35% in più rispetto al 2021. Questi paesi hanno bisogno di una ristrutturazione del debito. Sono in gran parte nelle mani di Pechino.
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Un Paese che vive in uno stato di latenza
Il 56° Rapporto annuale del Censis è un documento prezioso, ci offre come sempre un quadro sul nostro paese. Un paio di spunti di lavoro, di studio, leggiamo insieme lo scenario del nostro 2022, parlano i ricercatori del Censis, quelle che seguono sono le 'considerazioni generali'.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve al Quirinale Giuseppe De Rita, fondatore del Censis (Foto Ansa).Tre anni, quattro crisi profonde: la pandemia che sembrava alle spalle, l’impennata del costo della vita, la guerra in Europa, i costi dei servizi energetici. Di qui l’interrogativo «dove siamo?» che riporta al centro della coscienza sociale l’indispensabile sforzo per uno sguardo a largo raggio, contro ogni ipotesi di soluzione a breve.
Siamo di fronte a sconvolgimenti veloci, inaspettati, difficili da metabolizzare, a un rimescolamento delle carte e a un ridisegno delle planimetrie sociali che impongono soluzioni. La crescita delle esportazioni, rapida e diffusa negli ultimi mesi, maschera il calo della domanda interna e la rimodulazione dei consumi; la politica dei sussidi a pioggia copre bisogni indistinti e comporta negativi effetti collaterali; la ricerca di una nuova e diversa posizione professionale che coinvolge tanti giovani, a volte con poca attenzione alla progressione di conoscenze e competenze, annebbia le difficoltà strutturali di inserimento nella vita lavorativa; i flussi di risorse promessi e assegnati dal Pnrr al Mezzogiorno, mai come ora ingenti, chiamano a raccolta capacità di progettazione e responsabilità locali spesso inadeguate per mettere in moto dinamiche di medio periodo e occupazione di qualità. E la funzione preziosa dei reticoli intermedi di responsabilità, gli unici in grado di ricondurre i percorsi individuali in un cammino collettivo, non è più nemmeno una parola d’ordine utile a prevenire i problemi latenti e a tamponare quelli esistenti.
Il nostro Paese, nonostante lo stratificarsi di crisi e difficoltà, non regredisce grazie allo sforzo individuale, ma non matura. Riceve e produce stimoli a lavorare, a mettersi sotto sforzo, a confrontarsi con le ferite della storia, ma non manifesta una sostanziale reazione: rinuncia alla pretesa di guardare in avanti. Vive in una sorta di latenza di risposta, in attesa che i segnali dei suoi sensori economici e sociali siano tradotti in uno schema di mappatura della realtà e dei bisogni, adattamento, funzionamento. La società italiana aspetta di divenire adulta, si affida alle rendite di posizione e di ricchezza, senza corse in avanti affronta i grandi eventi delle crisi globali con la sola soggettiva resistenza quotidiana. Ma un prolungamento della fase latente della vita sociale comporta il rischio di una sorta di masochistica rinuncia, senza forza e ambizione, a ogni tensione a trasformare l’assetto sistemico e civile della nostra società. Una sorta di acchiocciolamento nell’egoismo, di avvolgimento a spirale su se stessa della struttura sociale che attesta tutti a traguardi brevi.
Resta la realtà che l’Italia non cresce abbastanza o non cresce affatto; che la macchina amministrativa pubblica è andata fuori giri e così non sarà in grado di trainare la ripresa; che la ricerca è intrappolata nella morsa di una scarsa qualità delle strutture e della programmazione pubblica; che l’esercizio della giustizia presenta disparità territoriali intollerabili; che la cronica sottoassicurazione degli italiani è uno dei privilegi che non possiamo più permetterci; che la vivace e positiva dinamica manifatturiera è stretta da una endemica fragilità logistica; che il ritardo dei servizi avanzati ricade anche sull’economia dei servizi tradizionali.
Giudicando il fiume non dal suo scorrere lungo l’argine, ma solo dalla foce, abbiamo assistito a un proliferare, spesso scomposto, di piani di ogni genere: per la resilienza, per la sicurezza informatica, per il clima e l’energia, per la mobilità elettrica, per l’idrogeno, per la non autosufficienza, per la sostenibilità sociale, solo per fare qualche esempio. Senza, o quasi, dibattito pubblico, senza traguardi e impegni precisi, senza vincoli ai processi e ai soggetti. Lasciando a ciascuno il primato dell’opinione individuale, ogni spinta programmatica è spenta nell’enfasi dell’arrivo e nel rinvio di ogni responsabilità attuativa. Come se la foce dica tutto del fiume.
Lo sforzo di autoconservazione, l’istinto a resistere e a conservare convenienze individuali, il contenimento dei doveri di solidarietà, lo scivolamento in basso degli investimenti sociali hanno finito per appiattire tutto sull’esistente; e nulla come la conservazione dell’esistente genera più contraddizioni e diseguaglianze, perché l’individuale adattarsi al mondo smarrisce ogni responsabilità collettiva di futuro.
Lo slogan dell’«uno vale uno» ha lasciato il posto alla competenza degli scienziati, degli strateghi militari, degli economisti dell’energia che, a loro volta, sembrano richiesti di cedere il passo, di nuovo, alla politica. La messa di lato operata dalla società della vitalità continuata, dell’imprevedibile fecondo, dell’Italia arrangiatoria di sempre, con le sue patologie strutturali, non può giustificare la rinuncia da parte della classe dirigente a risalire il fiume, remando contro corrente. Che è ciò che serve affinché si sappia affrontare la domanda «dove siamo, tutti insieme, nel nostro tempo?».
***
Questa la foto panoramica del Rapporto Censis, vediamo qualche dettaglio in cronaca.
05
La macchina dello Stato e gli italiani
Nell'ultimo anno il costo del personale dipendente della Pa è stato pari a 166,8 miliardi di euro, il 10% del Pil. L'occupazione nel settore pubblico (3.249.000 dipendenti) si è ridotta negli ultimi vent'anni di quasi 260.000 lavoratori. Siamo passati da 61,7 dipendenti pubblici ogni 1.000 abitanti nel 2002 al minimo registrato nel 2013 (53,6 per 1.000), fino ai 55,1 ogni 1.000 residenti nel 2021. La Pubblica amministrazione ha dunque dovuto far fronte alle esigenze di cittadini e imprese con minori forze. In Italia il 13,7% degli occupati è impiegato dalle amministrazioni pubbliche, ma in Francia il 19,7%, in Spagna il 16,9% e nel Regno Unito il 16,4% (solo in Germania il rapporto è inferiore: l'11,1%). L'eta' media dei dipendenti pubblici sfiora i 50 anni: 6,5 anni in più rispetto al 2001. Attualmente il personale con 55 anni e oltre costituisce il 36,7% del totale e un dato ancora più preoccupante quello con meno di 35 anni è ridotto a circa il 10%, meno della metà rispetto al 2001. Anche l'anzianità di servizio media è aumentata negli ultimi vent'anni: da 16,5 a 17,5 anni. Grazie alle recenti stabilizzazioni del comparto scuola è aumentata la quota del personale con meno di 5 anni di anzianità di servizio (il 25,8%), ma si tratta per lo più di precari di lungo corso inseriti stabilmente in una macchina pubblica fortemente senilizzata.
Il personale dirigente della pubblica amministrazione, dopo il minimo toccato nel 2017, si attesta oggi a 193.000 persone, il 3,5% in più rispetto al 2011 (mentre nello stesso periodo il resto del personale della Pa diminuiva dell'1,5%). Si conta un dirigente ogni 16 dipendenti pubblici. Si nota però un progressivo invecchiamento. Aumentano sia i dirigenti over 55enni (dal 41,0% del totale nel 2011 al 44,2%), sia nella fascia intermedia di 35-44 anni (dal 17,1% al 21,7%). Negli ultimi anni sono in leggero aumento i giovani dirigenti, con meno di 35 anni (dal 2,5% del totale nel 2011 al 3,8%), rimanendo tuttavia "mosche bianche" all'interno della Pa. Aumentano i dirigenti con alte competenze, acquisite attraverso percorsi di specializzazione post-laurea e dottorati di ricerca, che pesano per il 46,7%.
Nonostante sia ancora residuale la quota di cittadini che ritengono che la Pa funzioni molto bene (il 3,4%), è aumentata la quota di quanti si dichiarano parzialmente soddisfatti (il 40,2%). Ma oltre la metà degli italiani (il 51,5%) si dichiara ancora insoddisfatta. I principali motivi che causano il cattivo funzionamento della Pa, secondo i cittadini insoddisfatti, sono l'eccesso di burocrazia (31,4%), la scarsa motivazione del personale (29,2%), la cattiva organizzazione (17,5%) e l'interferenza della politica nelle nomine dei dirigenti (12,9%). Il 6,3% degli insoddisfatti indica come motivo principale del cattivo funzionamento della Pa il ricorso ancora limitato alle tecnologie digitali.
06
Povertà assoluta per 1,9 milioni di famiglie
Nel 2021 le famiglie che vivono in condizione di povertà assoluta sono più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale. In tutto 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione: 1 milione in più rispetto al 2019. È la fotografia scattata dal rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Si tratta di individui impossibilitati ad acquistare un paniere di bene e servizi giudicati essenziali per uno standard di vita accettabile. Di questi, il 44,1% risiede nel Sud e nelle isole.
07
L'impatto dell'inverno demografico sulla scuola
Negli ultimi cinque anni gli alunni delle scuole sono diminuiti da 8,6 milioni a 8,2 milioni: -4,7% (403.356 in meno). L'onda negativa della dinamica demografica è particolarmente evidente nella scuola dell'infanzia (-11,5% nei cinque anni) e nella scuola primaria (-8,3%). Anche nelle università nell'anno accademico 2021-22 si assiste a una brusca contrazione del numero delle immatricolazioni: -2,8% rispetto all'anno precedente (9.400 studenti in meno).
08
Opere pubbliche, la lentezza del Sud
Nel Mezzogiorno sono necessari mediamente 3,5 anni per realizzare un'opera pubblica, un anno in più rispetto al resto del Paese. A livello nazionale servono 18 mesi dalla progettazione, nelle sue varie fasi, alla pubblicazione del bando o dell'avviso di gara: un arco di tempo superiore a quello che serve per l'affidamento e poi l'esecuzione dell'opera (15 mesi). Lo rileva il rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Il Pnrr ha previsto che entro il 2024 dovrebbe ridursi di almeno il 15% il tempo dell'esecuzione dei lavori, corrispondente a circa un mese, e a meno di 100 giorni (per i contratti superiori alle soglie di cui alle direttive Ue sugli appalti) il tempo medio tra la pubblicazione del bando e l'aggiudicazione dell'appalto, corrispondente a poco più di 3 mesi. Tuttavia, sottolinea il Censis, poiché i tempi lunghi sono dovuti ai passaggi burocratici, è necessario aumentare l'efficienza delle stazioni appaltanti. Le amministrazioni locali e regionali hanno avviato il 67% delle procedure, una percentuale che arriva all'80% in Calabria e Sardegna.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con una storia di terrore. Fiction (e realtà).
09
Cocaine Bear
Cosa succede quando un orso diventa cocainomane? Questo:
L'orso diventa più orso, va in realtà aumentata e semina morte e disastri. Il film arriverà in sala con il nuovo anno, il trailer è da palpitazioni forti, un horror con una dose di comicità (nello stile di Jordan Peele, consiglio la visione di Get Out, una gemma), cinema che non dà un attimo di tregua. Il fatto è che la storia è... vera. New York Times, lancio dell'agenzia Upi pubblicato sul giornale:
Un trafficante di cocaina (tal Andrew Thornton, trovato morto vicino alla sua casa con "indosso un paracadute e un paio di mocassini Gucci", informa il Nyt) aveva lanciato dall'aereo parte del carico perché troppo pesante, l'orso morì di overdose. In Cocaine Bear l'0rso non muore e fa lo scocainato. Non è da intellettuali? Ce ne faremo una ragione con un bicchiere di Gin Martini che non fa bene al tasso all'astronomico glicemico del titolare ma cura decisamente l'anima. Tutta salute.
Post scriptum: la colonna sonora del trailer è stupenda, White Lines di Grandmaster Melle Mel, a tutto ritmo. Anni Novanta, l'America suona sempre alla grande. E l'orso è strafatto.
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4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.