10 Febbraio
Il premier e le tre crisi dell'Europa
Guerra in Ucraina, rilancio dell'economia, migranti. Meloni al Consiglio europeo ricorda a Macron e Scholz che l'alleanza franco-tedesca non è la risposta che risolve i problemi dell'Unione. Sui migranti Bruxelles cambia rotta, riconosce la necessità di una "gestione integrata" e il presidio attivo delle frontiere dei paesi di prima destinazione. La dura realtà dell'America First di Biden che penalizza l'Europa
Che succede? Si è concluso un importante Consiglio europeo che non ha risolto i problemi in agenda, ma ha mostrato le differenze e le strade possibili per fronteggiare tre crisi: la guerra in Ucraina, il rilancio economico dopo la pandemia e con lo shock energetico (più presente che mai), l'emergenza migranti. Tutti e tre i dossier restano opera in fieri della politica di Bruxelles. Il conflitto nel cuore dell'Europa è una minaccia strategica, la Russia ha ripreso a avanzare, battaglia dopo battaglia, la risposta militare degli Alleati è urgente, i tempi sono ristretti perché Mosca prepara l'offensiva di primavera, l'Ucraina ha bisogno di copertura aerea per contenere l'esercito russo; la politica economica europea si trova di fronte alla dura realtà dell'America First di Biden e alle divergenze dei paesi dell'Unione sul piano fiscale e della capacità di spesa; il problema migratorio non ha mai trovato una soluzione comune, per la prima volta sembra però esserci la consapevolezza che non si possono lasciare i paesi dell'area del Mediterraneo soli a contrastare il traffico di esseri umani, la risposta deve essere dell'intera Unione e non si tratta di un problema di redistribuzione dei migranti, ma di prevenzione, collaborazione, monitoraggio. Ultimo punto: l'asse tra Francia e Germania non è la risposta migliore alle sfide che ha di fronte l'Unione, l'Europa non può rispondere con lo schema di Parigi e Berlino perché i problemi della contemporaneità sono straordinari e non si risolvono con iniziative di singoli Stati o antiche alleanze. Sono soluzioni che appartengono al passato. Che non ritorna. Serve uno scatto in avanti di tutti.
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Tre fatti dell'ultima ora lasciano una scia d'inquietudine, dipingono una realtà magmatica. Sono segnali di tensione e degrado che impongono a tutti una riflessione, sono flash delle agenzie sullo schermo, il flusso quotidiano che viene scandito dai titoli...
Che succede? Si è concluso un importante Consiglio europeo che non ha risolto i problemi in agenda, ma ha mostrato le differenze e le strade possibili per fronteggiare tre crisi: la guerra in Ucraina, il rilancio economico dopo la pandemia e con lo shock energetico (più presente che mai), l'emergenza migranti. Tutti e tre i dossier restano opera in fieri della politica di Bruxelles. Il conflitto nel cuore dell'Europa è una minaccia strategica, la Russia ha ripreso a avanzare, battaglia dopo battaglia, la risposta militare degli Alleati è urgente, i tempi sono ristretti perché Mosca prepara l'offensiva di primavera, l'Ucraina ha bisogno di copertura aerea per contenere l'esercito russo; la politica economica europea si trova di fronte alla dura realtà dell'America First di Biden e alle divergenze dei paesi dell'Unione sul piano fiscale e della capacità di spesa; il problema migratorio non ha mai trovato una soluzione comune, per la prima volta sembra però esserci la consapevolezza che non si possono lasciare i paesi dell'area del Mediterraneo soli a contrastare il traffico di esseri umani, la risposta deve essere dell'intera Unione e non si tratta di un problema di redistribuzione dei migranti, ma di prevenzione, collaborazione, monitoraggio. Ultimo punto: l'asse tra Francia e Germania non è la risposta migliore alle sfide che ha di fronte l'Unione, l'Europa non può rispondere con lo schema di Parigi e Berlino perché i problemi della contemporaneità sono straordinari e non si risolvono con iniziative di singoli Stati o antiche alleanze. Sono soluzioni che appartengono al passato. Che non ritorna. Serve uno scatto in avanti di tutti.
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Tre fatti dell'ultima ora lasciano una scia d'inquietudine, dipingono una realtà magmatica. Sono segnali di tensione e degrado che impongono a tutti una riflessione, sono flash delle agenzie sullo schermo, il flusso quotidiano che viene scandito dai titoli in cronaca. Il primo è accaduto a Sanremo, l'altro a Napoli, il terzo sul cielo dell'Alaska. Vediamoli in sequenza, nella necessaria sintesi delle cose che sono in aggiornamento. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Ordigno rudimentale ritrovato a 700 metri dall'Ariston
Un'auto della polizia di fronte alla via dove sono è stato ritrovato l'ordigno rudimentale (Foto Ansa).Non poteva esplodere perché privo di innesco, ma il ritrovamento di un pacco contenente dei proiettili, polvere da sparo a 700 metri dal Teatro Ariston di Sanremo, in via Fiume, è un fatto che desta la massima attenzione. Gli artificieri stanno svolgendo gli accertamenti, oggi al Festival ci sarà la serata dei duetti con 28 big in gara.
02
Qatargate. Mandato d'arresto per Cozzolino (in ospedale)
L'europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino (Foto Ansa).Altro capitolo del Qatargate, il mandato d'arresto per l'eurodeputato del Partito democratico, Andrea Cozzolino. Gli investigatori belgi hanno perquisito la sua abitazione a Bruxelles, mentre la Guardia di Finanza di Napoli ha provato a notificare l'arresto al parlamentare nella sua casa a Napoli, ma Cozzolino era in ospedale per accertamenti clinici e là ha ricevuto il mandato d'arresto.
03
La Casa Bianca: abbattuto oggetto volante sull'Alaska
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ordinato di colpire un "oggetto" che sorvolava lo Stato dell'Alaska a 40 mila piedi d'altezza. Lo ha rivelato John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana. "L'oggetto" aveva le dimensioni di un "piccolo velivolo" e non si sa se appartenesse alla Cina o ad altri Stati, ha spiegato Kirby in conferenza stampa. L'oggetto aveva le dimensioni di un'automobile, Kirby ha precisato che appare diverso dal "pallone spia" cinese che gli Stati Uniti hanno abbattuto sabato dopo aver sorvolato varie parti del Paese.
04
Il dilemma dei jet per Kiev e il sostegno alla guerra
Tutto è cristallizzato, anche il sangue. Dopo un anno di guerra, Volodymyr Zelensky chiede i jet da combattimento, li avrà? Fino all'autunno questa idea era considerata un passo troppo grande che avrebbe dato alla Russia il chiodo per appendere il quadro di una guerra ancora più intensa e larga. Ma con l'inverno, la ripresa dell'avanzata dell'esercito di Mosca e la preparazione di un'offensiva di primavera dell'Armata Rossa, i leader della Nato pensano che senza aerei da caccia l'Ucraina rischia di cadere in una guerra di logoramento e in ogni caso di perdere altro territorio. I confini sono il punto dal quale partirà, un giorno, il negoziato tra Ucraina e Russia. La vittoria e la sconfitta saranno regolate con la mappa, il righello e la matita. La storia è prima di tutto una questione di cartografia.
Tra gli Alleati della coalizione anti-russa si è cominciato ad aprire il varco per discutere dell'invio dei jet a Kiev. Anche i francesi sono pronti, lo ha detto il presidente, Emmanuel Macron, precisando che non saranno consegnati nelle prossime settimane. Il tema è il primo punto dell'agenda europea e del Consiglio straordinario che si è svolto a Bruxelles, prima pagina di Le Monde, ieri:
Titolo d'apertura del quotidiano francese, il capitolo volante della guerra sembra alla svolta. Sempre Le Monde, edizione di questo pomeriggio:
Pas de concret, niente di fatto per Zelensky a Bruxelles. Cosa (non) è successo? Macron gioca con le parole, ovvio, sta avvisando Vladimir Putin (con il quale ha sempre mantenuto un filo diretto, è una buona cosa) e cerca di non creare inquietudine nell'opinione pubblica francese che in larghissima maggioranza è contro un coinvolgimento diretto in Ucraina. Sondaggio di Ipsos sul supporto globale alla guerra, un anno dopo:
La causa della libertà dell'Ucraina è considerata importante dall'opinione pubblica, ma solo il 37% degli intervistati in 28 paesi è favorevole all'invio di sistemi di difesa aerea. Questo è il punto delicato sul quale si misura ogni scelta sul piano militare e politico.
05
Il vertice a tre e il Titanic
Il vertice a tre a Parigi tra Macron, Scholz e Zelensky serviva a fissare il prossimo quadro della guerra in Ucraina. La Germania ha superato il tabù dell'invio dei carri armati Leopard, ma inviare aerei da caccia è altro film, apre la porta a possibili reazioni della Russia su vari scenari, compresi quelli interni di ogni paese (il Cremlino può muovere molte leve 'invisibili', non bisogna mai dimenticarlo). Il viaggio di Zelensky in Francia ha aperto un problema con gli alleati: chi comanda? E chi rappresentano Macron e Scholz? Risposta: non comandano la Francia e la Germania (nella Nato, il forum di cooperazione militare, quello che conta, comandano gli americani), non sono la voce dell'Unione europea. Il rischio concreto è quello di spaccare il fronte degli aiuti a Kiev che al di là della formale compattezza ha dubbi crescenti su durata, intensità e obiettivi della guerra. Ecco perché il premier Meloni ha definito "inopportuno" l'invito di Macron a Zelensky (aggiungendo stamattina: "Chi pensa ad una Ue di serie A e serie B, chi pensa che l'Europa debba essere un club in cui c'è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me quando si dice che l'Ue ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto"), il colloquio a tre con Scholz, la dottrina 'esclusiva' dell'asse franco-tedesco applicata a un dossier dove i rischi sono di tutti è profondamente sbagliata. Quella di Meloni è un'impostazione europea e multilaterale che a Parigi e Berlino non va bene, perché impone cooperazione e concertazione. Sullo sfondo, nessuno può dimenticare che c'è un altro dossier che presto o tardi si aprirà: la ricostruzione dell'Ucraina.
Vertice a Parigi: Olaf Scholz, Volodymyr Zelensky e Emmanuel Macron (Foto Epa).Macron difende la sua iniziativa sull'Ucraina dicendo che è naturale per la Francia invitare Zelensky, visto che da 8 anni si occupa del dossier di Kiev. Vero, ma con un sotto testo scomodo: evocando gli accordi di Minsk (2015) il presidente francese riaccende i fari su un fallimento diplomatico-militare di ieri che ha condotto alla guerra di oggi. Il precedente è disastroso, dunque sarebbe meglio per tutti cambiare format. La Francia continua a pensare che i suoi interessi coincidano con quelli dell'Europa. E così pure fa la Germania di Scholz, nonostante il ridimensionamento dell'aquila tedesca. Il presidente e il cancelliere difendono il loro interesse nazionale, ma se è così (e lo è) contraddicono l'idea della cooperazione e del multilateralismo che sono i pilastri dell'Unione.
Germania e Francia restano i due paesi-chiave dell'Europa, ma la strategia di Parigi e Berlino può diventare un problema per la coesione in una fase storica straordinaria. Quando i ministri dell'Economia di Francia e Germania vanno a discutere a Washington la politica economica dell'amministrazione Biden chi rappresentano? "Non è una missione europea" ha ricordato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, stigmatizzando la sortita franco-tedesca. L'America First di Biden non si contrasta con l'azione di due soli paesi, ma con una politica di blocco continentale.
06
De-globalizzazione e America First
In uno scenario sempre più accelerato di de-globalizzazione, la guerra nel cuore dell'Europa, la competizione geopolitica, l'ascesa della Cina 'autarchica', la risposta tariffaria e protezionista dell'America, non possono essere affrontati con azioni estemporanee destinate a fare la fine della tigre di carta. Andare a trattare in per niente splendida solitudine con gli Stati Uniti in pieno ciclo elettorale (si vota nel 2024, la campagna di repubblicani e democratici è già aperta) e con un duro confronto in corso con la Cina (il pallone spia nello spazio aereo americano era una stazione di 'ascolto' del Dragone), è non solo un errore, è controproducente. Quando alla già flebile 'voce unica' dell'Unione europea, così si sostituisce con il rumore di Babele, il risultato è il caos diplomatico che si risolve in marginalizzazione dell'Unione sulla scena globale.
Il presidente Joe Biden durante una manifestazione di presentazione delle sue politiche economiche per l'America (Foto Casa Bianca).Gli Stati Uniti non sono una potenza in espansione, l'America si immagina sempre come 'Fortezza' e il suo primo obiettivo oggi è la 'difesa' del suo spazio. Il suo arretramento dal Medio Oriente e dall'Africa, la rabdomantica politica nei confronti del Sudamerica (pensate solo al Venezuela, il 'nemico' con il quale Biden ha negoziato nuove forniture di petrolio), l'interesse per l'Europa (che oggi è solo militare, privo del collante della politica economica) risvegliato dall'invasione russa dell'Ucraina, sono il segno di una potenza che vive la sua stagione del disincanto.
07
La politica estera di Biden e noi
Foreign Affairs ha pubblicato un formidabile articolo di Kori Schake dal titolo eloquente: "Biden’s Foreign Policy Is a Mess - The White House Has Failed to Match Means and Ends", una bocciatura totale della politica estera della Casa Bianca , "un disastro" frutto di scelte che non sono riuscite "a conciliare fini e mezzi". Chi aveva tirato un sospiro di sollievo per l'uscita di Donald Trump dallo Studio Ovale, due anni dopo si ritrova in questo scenario:
La confusione abbonda, con un preoccupante scollamento tra le priorità dichiarate dall'amministrazione e la sua condotta. Il desiderio di Biden di proteggere i lavoratori statunitensi e di promuovere le industrie con sede negli Stati Uniti si è trovato in contrasto con l'imperativo di costruire un'alleanza per contenere la minaccia della Cina.
La carenza principale della strategia di sicurezza nazionale di Biden è l'assenza di una visione economica che permetta agli Stati Uniti e ad altri Paesi di ridurre la loro dipendenza dai prodotti e dai mercati cinesi. Se Washington non riesce a coinvolgere gli alleati sul fronte economico, altri elementi della strategia statunitense finiscono per avere un peso maggiore, in particolare le forze armate. Ma anche in questo caso, il riconoscimento da parte dell'amministrazione dell'urgente minaccia militare rappresentata dalla Cina non ha prodotto un sufficiente cambiamento nella politica concreta, sia in termini di bilancio della difesa che di modalità di dispiegamento delle forze statunitensi. Il Dipartimento di Stato non è abbastanza forte per compensare queste carenze e si trova spesso messo da parte. Non essendo equilibrata, la strategia dell'amministrazione manca di credibilità.
È il vuoto strategico in cui l'Europa pensa di galleggiare con iniziative improvvisate. Con l'evidente risultato di cadere in quel vuoto, stretti tra la dipendenza dalla Cina per le produzioni strategiche (microchip, terre rare, prodotti chimici, medicinali, prodotti finiti e semilavorati) e la politica economica di Biden che è opposta agli interessi del Vecchio Continente.
È sempre Foreign Affairs a dipingere la realtà su Biden:
Ha mantenuto la maggior parte delle tariffe dell'amministrazione Trump, anche quelle imposte ai Paesi alleati, come le restrizioni sull'acciaio dell'Unione Europea. E ha amareggiato gli alleati offrendo maggiori sussidi alle imprese statunitensi attraverso l'Inflation Reduction Act.
L'impegno di Biden per una "politica estera per la classe media" - uno slogan nebuloso che in pratica sembra significare protezionismo commerciale e sussidi alle aziende statunitensi - sembra avere la precedenza sulla costruzione di un fronte unito con gli alleati. La difesa dell'amministrazione Biden della sua recente legislazione protezionistica, pronunciata a Davos da Joe Manchin, senatore democratico della Virginia Occidentale, è stata quella di dire agli europei che dovrebbero semplicemente accogliere con favore gli sforzi per rafforzare l'economia statunitense, anche se vengono a scapito delle imprese europee.
Il senatore Manchin evocato nell'articolo di Kori Schake è stato intervistato dall'Agi pochi giorni fa a Davos e ha fatto proprio lo slogan "America First". Non c'è nient'altro da aggiungere. Pensare di andare a Washington a incassare crediti che non abbiamo (gli americani pensano di averli loro nei nostri confronti e non sempre hanno tutti i torti, vedere alla voce spesa militare e sorveglianza globale) è un grave errore, non è solo un'assenza di realismo, si tratta di una mancanza di visione del mondo. Biden guarda al suo paese, la sua politica estera è un fatto di politica interna, ma le conseguenze esterne, in particolare l'impatto sull'Europa, sono pesanti, provocano incertezza, alimentano l'inquietudine dei cittadini, creano instabilità politica.
08
Guerra, economia e migrazioni. Una lettura del Consiglio europeo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il premier italiano Giorgia Meloni a Bruxelles (Foto Ansa).Il premier Meloni esprime una preoccupazione che è "condivisa dai vertici europei". Il fatto che questo stato d'animo che serpeggia nell'Unione sia emerso è significativo, mostra i limiti di Parigi e Berlino, un problema di coordinamento e coesione dell'azione di Bruxelles. Dire che l'Italia "è isolata" non corrisponde alla realtà delle conclusioni del vertice, è il chiacchiericcio della politica italiana che non ha perso il vizio di leggere lo scenario internazionale con le lenti della lotta interna (e domenica si vota per le elezioni regionali in Lazio e Lombardia). Il documento finale del Consiglio europeo ribadisce il suo impegno per l'Ucraina, pur senza fatti nuovi di rilievo, ma le differenze sono superate dalla realtà della guerra, dall'urgenza di non lasciare alla Russia il campo aperto, è un fatto che viene sottovalutato, ma dopo un anno di guerra è una conquista, nulla è scontato in uno scenario straordinario come quello attuale. Il totale degli aiuti militari dell'Unione europea finora è di 12 miliardi di euro, l'assistenza in totale è pari a 67 miliardi di euro. Sono numeri importanti, non decisivi per una svolta nella guerra, ma hanno contribuito a tenere viva la speranza della libertà per Kiev, a resistere alla forza d'urto dell'esercito di Mosca. I 12 punti della dichiarazione finale del Consiglio europeo dedicati all'Ucraina sono un punto fermo. Il problema è andare avanti, tutti insieme.
Sul lato economico, al di là della consueta dichiarazione retorica sulla transizione verde (si afferma che vanno moderati i costi della decarbonizzazione, ma non si dice come), il punto resta quello di facilitare gli investimenti, aumentare e rendere disponibili i fondi europei, qui siamo ancora lontani da una svolta, si parla di "esplorare", ma il tempo passa e la frammentazione del mercato europeo è un rischio. Sulle materie prime, la strada da fare è lunghissima, si fa cenno al ricorso al WTO per tenere i mercati aperti e regolati, ma la realtà è che sono i paesi produttori a comandare e dunque la via resta quella di diversificare l'approvvigionamento aprendo nuovi contatti con altri paesi e rafforzando quelli esistenti. È la via seguita dall'Italia con la diplomazia economica del governo Meloni, non ci sono alternative.
Il capitolo delle politiche migratorie è un'affermazione del governo italiano. Il premier Meloni dice che si "stabilisce un principio: si cambia approccio. Quello che abbiamo visto ieri è molto diverso da quello degli anni passati. Parte da una frase che non si era mai riusciti a mettere in un documento di questo tipo: la migrazione è un problema europeo e ha bisogno di una risposta europea. Questo cambia moltissime cose nell'approccio europeo alla questione migratoria. È stata data priorità agli arrivi primari, anche per rispondere alle preoccupazioni di alcuni Paesi sui secondari, e alla rotta del Mediterraneo centrale". La redistribuzione "non è mai stata mia priorità perché per l'Italia è marginale e finora è sempre stata volontaria e non ha funzionato". Dunque c'è "più attenzione alla dimensione esterna, con la cooperazione con i Paesi di origine e di transito". Il comunicato finale ribadisce l'importanza degli accordi con i paesi di origine delle migrazioni, l'urgenza di controllare e rafforzare le frontiere, il sostegno ai paesi di arrivo, si "invita la Commissione a mobilitare immediatamente fondi e mezzi sostanziali dell'Ue per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza, compresa la sorveglianza aerea, e delle attrezzature. In questo contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a mettere rapidamente a punto la strategia europea di gestione integrata delle frontiere". Gestione integrata, questa è la formula. C'è un lavoro di limatura sul testo finale del comunicato, si vede, è un segno tangibile dell'impegno dell'Italia. Non poteva essere un Consiglio europeo che risolve il problema chiavi in mano, ma sul tema delle migrazioni si comincia a prendere atto della realtà della frontiera Sud dell'Europa, della necessità della prevenzione e della sorveglianza, l'idea che la 'redistribuzione' dei migranti fosse la soluzione è archiviata e per l'Italia è una buona notizia.
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esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.