26 Febbraio
Il rebus strategico della lunga guerra
Un anno dopo, il conflitto in Ucraina si è trasformato nel dilemma della 'Long War'. La situazione sul campo di battaglia, lo sforzo dell'Occidente per sostenere la resistenza di Kiev, i rumors su un piano Nato-Ucraina, la campagna militare senza fine di Putin. Tutti pensano di vincere, nessuno pensa di poter perdere
La guerra in Ucraina ha superato la boa del primo anno, su List abbiamo cercato di raccontare uno scenario complesso, con informazioni spesso contrastanti (a cominciare dal numero dei morti) e la presenza di una gigantesca macchina della propaganda che da entrambe le parti (come in ogni guerra) serve a costruire una narrazione che raramente corrisponde alla realtà. Il campo di battaglia alla fine dice sempre delle cose che sono sì molto difficili da spiegare, ma nello stesso tempo non si possono piegare, dunque dopo 12 mesi di conflitto proviamo a fare il punto combinando insieme quello che sappiamo - e abbiamo scritto - e quanto c’è di nuovo, seguite il titolare di List.
La guerra è cominciata con la teoria del ‘Blitzkrieg’, della guerra lampo di Putin, dopo pochi mesi sono arrivati coloro che affermavano che era già troppo lunga. È un problema generale di poca memoria o scarsa lettura dei libri di storia: la Prima guerra mondiale durò 4 anni, la Seconda 6 anni, quella in Vietnam andò avanti per più di 19 anni, quella in Corea 3 anni. Guerra lampo? Fu quella tra l'impero inglese e il sultanato dell'isola di Zanzibar, durò 38 ore, i cannoni delle navi di Sua Maestà spazzarono via gli insorti rinchiusi nel palazzo reale, era il 27 agosto del 1896. Un anno dopo, siamo di fronte a una guerra lunga, ancora una volta, The Long War nel cuore dell'Europa.
Una guerra tra eserciti regolari (e, come sempre, con milizie straniere e mercenari), combattuta su un teatro strategico immenso (l'Ucraina si estende per oltre 600 mila chilometri quadrati), giocata su più dimensioni (aria, terra, acqua, spazio), su una scacchiera globale dove i satelliti raccolgono le immagini, l'intelligence analizza i dati e li distribuisce all'alleato per il colpire il nemico, le fabbriche di armi...
La guerra in Ucraina ha superato la boa del primo anno, su List abbiamo cercato di raccontare uno scenario complesso, con informazioni spesso contrastanti (a cominciare dal numero dei morti) e la presenza di una gigantesca macchina della propaganda che da entrambe le parti (come in ogni guerra) serve a costruire una narrazione che raramente corrisponde alla realtà. Il campo di battaglia alla fine dice sempre delle cose che sono sì molto difficili da spiegare, ma nello stesso tempo non si possono piegare, dunque dopo 12 mesi di conflitto proviamo a fare il punto combinando insieme quello che sappiamo - e abbiamo scritto - e quanto c’è di nuovo, seguite il titolare di List.
La guerra è cominciata con la teoria del ‘Blitzkrieg’, della guerra lampo di Putin, dopo pochi mesi sono arrivati coloro che affermavano che era già troppo lunga. È un problema generale di poca memoria o scarsa lettura dei libri di storia: la Prima guerra mondiale durò 4 anni, la Seconda 6 anni, quella in Vietnam andò avanti per più di 19 anni, quella in Corea 3 anni. Guerra lampo? Fu quella tra l'impero inglese e il sultanato dell'isola di Zanzibar, durò 38 ore, i cannoni delle navi di Sua Maestà spazzarono via gli insorti rinchiusi nel palazzo reale, era il 27 agosto del 1896. Un anno dopo, siamo di fronte a una guerra lunga, ancora una volta, The Long War nel cuore dell'Europa.
Una guerra tra eserciti regolari (e, come sempre, con milizie straniere e mercenari), combattuta su un teatro strategico immenso (l'Ucraina si estende per oltre 600 mila chilometri quadrati), giocata su più dimensioni (aria, terra, acqua, spazio), su una scacchiera globale dove i satelliti raccolgono le immagini, l'intelligence analizza i dati e li distribuisce all'alleato per il colpire il nemico, le fabbriche di armi lavorano a pieno ritmo - con crescenti difficoltà per l’enorme consumo di materiali, in particolare bombe, proiettili e missili - per fornire un arsenale pronto all’uso per gli ucraini. È lo stesso problema che ha la Russia, il paese aggressore, con alcune varianti: quella più grave per Mosca è che le sanzioni hanno chiuso il canale di approvvigionamento della tecnologia occidentale (esempio, i microchip e i sistemi navali), Mosca ha trovato parziali vie alternative sul black market, in Iran per i droni e in Cina per i microprocessori e probabilmente altri sistemi d’arma, soprattutto per il domani.
Un carico di bombe destinato all'Ucraina viene caricato nella base aerea di Dover, nel Delaware (Foto Pentagono).Tutti devono rimpiazzare i mezzi e gli uomini colpiti in battaglia. La logistica sta producendo uno sforzo enorme, dagli Stati Uniti partono armi verso i paesi alleati che a loro volta li inviano a Kiev, gli alleati forniscono artiglieria, mezzi di trasporto, parti di ricambio, carri armati (Abrams e Leopard 2, quando saranno pronti e le truppe addestrate), sistemi anti-missile, droni, gli addestratori della Nato lavorano al confine con l’esercito di Kiev, mentre i russi spostano decine di migliaia di soldati via terra, preparano il turn over delle truppe, il rifornimento in battaglia, schierano mezzi navali e aerei. La guerra è movimento.
La fanteria di Mosca in questo momento avanza. Lentamente, ma non accadeva da luglio e ora gli analisti militari si aspettano da Mosca l’offensiva di primavera: è stato segnalato prima il dispiegamento di aerei da combattimento russi al confine con l’Ucraina (non confermato dall’intelligence americana) e ora l’aumento del numero di navi da guerra di Mosca nel Mar Nero, sarebbe il segno di un prossimo massiccio attacco missilistico. La stessa presenza di sommergibili armati di missili con testata nucleare nel Mar Baltico è uno ‘show of force’ del Cremlino.
L’Ucraina e la Russia hanno subito perdite pesantissime. Il numero più credibile arriva fino a 200 mila, il rapporto delle vittime è di uno a uno secondo i calcoli degli analisti militari americani, questo significa che Mosca e Kiev hanno perso la metà dei battaglioni di carri armati e fanteria schierati all’inizio del conflitto in un intervallo che va da 50 mila a 100 mila per ogni esercito. Rispetto agli ucraini, il problema numero uno per i russi dopo un anno di guerra è il morale delle truppe, l’Armata Rossa non è più invincibile (non lo era dai tempi dell’Afghanistan), ha perso la metà dei suoi migliori soldati impegnati nelle 40 brigate dispiegate all’inizio del conflitto, la Marina è apparsa obsoleta e inefficiente (l’affondamento dell’incrociatore Moskva è stato un trauma) e la potenza reale della flotta di sommergibili di Mosca resta un mistero.
Gli ucraini sanno combattere (e si vede ora quanto siano stati determinanti i veterani della guerra nel Donbass), l’invio dei cannoni da 155mm (40 chilometri di gittata), dei sistemi missilistici Himars e dei droni Phoenix Ghost (velivolo di sola andata, missione suicida) ha dato a Kiev una potenza di fuoco che fino a buona parte dell’inverno ha consentito di respingere l’esercito di Mosca. Ma la guerra va avanti e i russi hanno cominciato a imparare dai loro errori (pur compiendone altri). Per questo Zelensky chiede i jet da combattimento, è un punto chiave e non si può voltare lo sguardo. Se Putin non si ferma - e i segnali vanno tutti in direzione contraria - la copertura aerea sarà il prossimo passo degli Stati Uniti e degli alleati.
Il lancio del missile intercontinentale Yars dal cosmodromo di Plesetsk in Russia il 26 ottobre del 2022 (Foto Epa).La guerra non è solo una questione di superiorità numerica e tecnologica, contano altri fattori: capacità di manovra, motivazione, resistenza, rifornimento dei pezzi e sostituzione dei caduti sul campo. Il sistema industriale della Difesa americana sta lavorando a pieno ritmo, le armi inviate devono essere rimpiazzate su un doppio binario: quello dell'esercito americano e quello dell'esercito ucraino. Gli Stati Uniti operano secondo un criterio ‘one to one’, per ogni arma che esce dai magazzini, il governo ne ordina e acquista un'altra. Il problema in questo momento è produrre i pezzi, pianificare la guerra. Altro punto chiave, l'arma che in un conflitto fa quasi sempre la differenza: l'intelligence, avere lo scenario giusto e in anticipo. Finora la partita dell’informazione strategica è stata vinta dall’Ucraina e dagli Stati Uniti, mentre i servizi segreti russi sono tra i principali responsabili degli errori del Cremlino e del fallimento della prima parte della guerra di Putin, l’espansione territoriale a nord e la marcia verso Kiev.
10 marzo 2022. L'attacco ucraino alla colonna di carri armati a Brovary, alle porte di Kiev (Foto Zuma)Nelle prime settimane di guerra, la Russia ha mostrato una debolezza che ha sorpreso anche i più scettici sulle capacità delle sue forze armate. Sono indelebili per il cronista le immagini di una colonna di carri armati in avanzata verso Kiev che viene falciata dai missili anticarro. Gli errori si sono ripetuti per mesi, ma alla fine dell’estate i russi hanno mostrato di aver imparato qualcosa. Putin di fronte alle spettacolari vittorie dell’esercito di Kiev a settembre ha mobilitato i riservisti (300 mila soldati), a ottobre ha iniziato a bombardare le infrastrutture energetiche e le città cercando di piegare la volontà degli ucraini con il ‘generale inverno’ e costringendo l’esercito e gli alleati a dirottare risorse sulla difesa nella popolazione dei centri urbani.
Il ritiro da Kherson, una sconfitta, è servito a Mosca per salvare truppe da inviare su altri fronti del campo di battaglia. Quest’ultimo punto è molto importante, ha mostrato che l’esercito russo ha pianificato il ritiro con attenzione fino a quel momento inusuale (il ritiro mentre è in corso un attacco è una delle operazioni più pericolose in guerra, si rischia la distruzione totale delle unità in ripiegamento), come ha spiegato Barry R. Posen su Foreign Affairs:
Non è stata un'impresa da poco spostare circa 20 mila soldati e la maggior parte del loro equipaggiamento da combattimento attraverso il Dnieper dopo che le forze ucraine avevano distrutto i ponti chiave. E anche sotto l'intensa sorveglianza dei servizi segreti occidentali e ucraini, sono riusciti a mantenere l'elemento sorpresa. Fino alla fine, nessuno in Ucraina o nella Nato sembrava essere sicuro che le forze russe se ne stessero andando. Le loro unità di retroguardia hanno mantenuto una difesa coerente, anche se dovevano sapere che i loro compagni più vicini al fiume stavano scappando. In qualche modo, i russi sono riusciti a riparare i ponti danneggiati mentre erano sotto il fuoco, a costruire pontoni e a utilizzare traghetti per portare via i loro uomini e le loro attrezzature, difendendo ogni via di fuga dagli attacchi ucraini. L'esercito ucraino dovrà ora combattere queste unità altrove, forse in condizioni meno favorevoli. Se non altro per un processo darwiniano, l'esercito russo ha finalmente trovato alcuni pianificatori e comandanti competenti sul campo di battaglia.
Sono elementi da tenere a mente nei prossimi mesi, la guerra sarà lunga.
9 dicembre 2019. Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin a Parigi, ospiti di Macron, durante i negoziati nel formato Normandia con Francia e Germania (Foto Epa).Zelensky e Putin parlano entrambi di vittoria, di raggiungimento degli obiettivi (il presidente ucraino oggi ha dichiarato “riprenderemo la Crimea”), ma il futuro non è ipotecabile e la realtà per ora ci dice che siamo di fronte a una guerra di logoramento: ogni piccola avanzata, il semplice mantenimento di una posizione, ha un costo enorme in termini di uomini e mezzi. E nonostante tutto, nessuna delle parti sembra disponibile a un negoziato, fare una concessione, arrivare a un compromesso, fermare la battaglia. Gli Stati Uniti e gli alleati non possono abbandonare l’Ucraina (e dunque l’iniziativa di Washington in questo momento ha una sola opzione, aiutare la resistenza di Kiev), Putin non può perdere. C’è chi spera in un’implosione del sistema di potere del Cremlino (Zelensky ieri ha detto che il presidente russo verrà assassinato), ma non sembra essere questo lo scenario, così come appare sempre più improbabile l’ipotesi di un tracollo dell’esercito russo sul fronte ucraino. Fanno testo le parole del generale Mark Milley, Capo di Stato maggiore dell’esercito americano, che ha spiegato: “Né l’Ucraina né la Russia sono in grado di vincere la guerra che, invece, può solo concludersi ad un tavolo negoziale», dunque “è praticamente impossibile” la conquista dell’Ucraina da parte della Russia e appare “estremamente difficile che le forze di Kiev riescano a cacciare quelle di Mosca dalle loro terre”. Si chiama stallo e si traduce in una guerra di logoramento.
Come evitarla? Una risposta, tra le tante, è stata elaborata in un report di Rand Corporation intitolato Avoiding the Long War, gli autori, Samuel Charap e Miranda Priebe, sostengono che il focus sul controllo del territorio non è sufficiente per comprendere la parabola della guerra, il suo punto di caduta: “Il controllo del territorio, nonostante sia immensamente importante in Ucraina, non è la più importante dimensione della guerra per gli Stati Uniti”. Gli autori ricordano ovviamente l’imperativo di evitare un’escalation tra Russia e Nato e un uso delle armi nucleari, ma anche “evitare un lunga guerra è un’alta priorità per gli Stati Uniti”, perfino “più alta che agevolare un controllo del territorio ucraino”.
Il punto critico è che gli americani non sono con i boots on the ground, dunque “la capacità degli Stati Uniti di controllare la linea di demarcazione è molto limitata, dal momento che l'esercito americano non è direttamente coinvolto nei combattimenti. Consentire il controllo territoriale dell'Ucraina non è l'unico strumento a disposizione degli Stati Uniti per influenzare la traiettoria della guerra”. Vanno ricordati qui i tre modi in cui di solito finiscono le guerre: la vittoria totale di una delle parti (1945, Seconda guerra mondiale, gli alleati schiacciano la Germania e il Giappone); l’armistizio (1953, guerra di Corea), il trattato di pace. Il primo è una vittoria militare che conduce poi a documenti che scrivono i vincitori (i Trattati di Parigi del 1947), il secondo ferma i combattimenti ma è un potenziale limbo che non risolve i problemi politici (vedere cosa accade nella penisola coreana con Kim Jong-un che lancia missili sul Mar del Giappone), il terzo è quello più logico per la guerra in Ucraina e la soluzione dei problemi politici tra Kiev e Mosca (e tra la Russia e la Nato), ma siamo in una fase in cui nessuno vuole aprire il negoziato.
Un soldato ucraino prepara un lanciarazzi SPG anti-tank sul campo di battaglia nella regione del Donetsk (Foto Epa).La parola magica, negoziato, non si concretizza. Il 24 febbraio sul Wall Street Journal è uscito un articolo dove si cita un piano di Regno Unito, Francia e Germania, l'elaborazione (per ora senza conclusioni) di un patto Nato-Ucraina per portare Kiev al tavolo delle trattative (con l'incognita della Russia, naturalmente, visto che Putin vuole la neutralità dell'Ucraina e la smilitarizzazione di Kiev, praticamente un corpo inerme ai confini della Russia). Il patto Nato-Ucraina prevede l'assistenza militare della Nato a Kiev, ma non la protezione dell'articolo V e la presenza di forze Nato. Il problema è che l'Ucraina a questo punto della guerra chiede proprio di entrare nella Nato, dunque questa bozza di discussione è al di sotto delle aspettative di Zelensky. Secondo il Wall Street Journal, a Londra, Parigi e Berlino c'è il timore che l'Occidente non sia in grado di affrontare uno sforzo bellico prolungato - eccolo, il problema della lunga guerra - pesano, inoltre, il numero di caduti e la capacità di riconquistare il territorio in mano ai russi, compresa naturalmente la Crimea. Queste indiscrezioni sono in contrasto totale con il discorso di Biden a Varsavia, con le dichiarazioni ufficiali dei vertici dell'Unione europea, con la posizione di netta opposizione a qualsiasi compromesso con la Russia avanzate dalla Polonia e dai Paesi Baltici. Dove va sta la verità? Forse nel mezzo, come spesso capita, i problemi di una guerra lunga sono enormi, per tutti.
Un'esercitazione dei Marines in Norvegia, a Setermoen, il 2 febbraio del 2023 (Foto Pentagono).Quali sono gli strumenti a disposizione della Casa Bianca citati nel report di Rand? “Chiarire i piani per il futuro sostegno all'Ucraina, assumere impegni per la sicurezza dell'Ucraina, dare garanzie sulla neutralità del Paese e stabilire condizioni per l'alleggerimento delle sanzioni alla Russia”. Come vediamo, sono obiettivi lontanissimi dalla situazione reale, negati dalla cronaca quotidiana sul campo di battaglia e dalle decisioni politiche di Stati Uniti, Unione Europea e Nato. Gli stessi autori del report di Rand affermano che “un cambiamento drastico e repentino della politica statunitense è politicamente impossibile, sia a livello nazionale che con gli alleati, e sarebbe comunque poco saggio”. Restano sul tavolo dunque la guerra lunga, il pericolo di un’escalation, un ‘incidente’ e l’incubo nucleare. Se non c’è una svolta “l’alternativa è una guerra lunga che pone sfide importanti per gli Stati Uniti, Ucraina e per il resto del mondo”. Tutti pensano di vincere, nessuno pensa di poter perdere.
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addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.