10 Marzo
Gli inglesi a porte chiuse e lo chef di Pechino
Il sogno della California e la realtà dello sprofondo della Silicon Valley Bank, finisce un'era, cosa inizia? Macron e gli scioperi che paralizzano la Francia. Immigrazione, Rishi Sunak chiude tutto e sfida la Corte europea. Xi Jinping al terzo mandato, una sfida per la Cina autarchica (e armata). Il telefonino ti ruba l'anima, la depressione dei giovani piegati sullo smartphone, tutto iniziò nel 2010
Chiamatemi Ismaele,
le cose mi scivolano addosso come schiuma di mare, sono imbarcato da una vita su una baleniera che va a caccia di cose invisibili, ho troppi anni declinati nel remoto e quelli che ricordo sono come il miraggio della cattura di Moby Dick. La mia fiocina punta con ostinazione sul nulla, gli entusiasti del futuro mi divertono per illusionismo, quelli che si soffermano sui “bei tempi andati” mi solleticano l’humor nero, quelli fissati con l’attualità mi fanno rabbrividire, al tavolo da gioco le mie puntate finiscono sempre su caselle perdenti, sono così passato che l’invecchiare alla mia età mi è indifferente. Quando Marco Patricelli mi ha chiesto di scrivere per List, ho aperto il cassetto di tutto quello che non avevo mai pubblicato, ho trovato dei biglietti d’albergo che non ricordavo, soprattutto indirizzi di bar.
La biografia è poco importante, soprattutto accidentale, per accumulazione d’errori sono ancora qui, l’ho frantumata dopo un giro, schiantandomi sulla pista della sfrenata passione, tra la curva del tabaccaio e la doppia chicane (Montecarlo, quanti gran premi ho visto nell’anonimato). L’esistenza somiglia a un problema d’officina, una faccenda di motori, mi inebria ancora l’odore della benzina, confesso, ho treni di gomme consumati in garage, un carburatore sporco, nessuno ad attendermi per fare rifornimento ai box. “Scrivi quello che vedi”, dice oggi quel Patricelli che mi conobbe trent’anni fa a Varsavia, nella linea che separa (e unisce) Oriente e Occidente. La Polonia usciva dal blocco sovietico, lavoravo per gli assicuratori inglesi, andai a Danzica, vidi la rivoluzione dei cantieri navali, nel cappotto infilai un paio di contratti con i caricatori di rinfuse che fecero la mia fortuna, e tornai a Londra. In tasca avevo quello che sarebbe stato il futuro della fiera dell’Est che si stava aprendo dopo il crollo del Muro. “Scrivi quello...
Chiamatemi Ismaele,
le cose mi scivolano addosso come schiuma di mare, sono imbarcato da una vita su una baleniera che va a caccia di cose invisibili, ho troppi anni declinati nel remoto e quelli che ricordo sono come il miraggio della cattura di Moby Dick. La mia fiocina punta con ostinazione sul nulla, gli entusiasti del futuro mi divertono per illusionismo, quelli che si soffermano sui “bei tempi andati” mi solleticano l’humor nero, quelli fissati con l’attualità mi fanno rabbrividire, al tavolo da gioco le mie puntate finiscono sempre su caselle perdenti, sono così passato che l’invecchiare alla mia età mi è indifferente. Quando Marco Patricelli mi ha chiesto di scrivere per List, ho aperto il cassetto di tutto quello che non avevo mai pubblicato, ho trovato dei biglietti d’albergo che non ricordavo, soprattutto indirizzi di bar.
La biografia è poco importante, soprattutto accidentale, per accumulazione d’errori sono ancora qui, l’ho frantumata dopo un giro, schiantandomi sulla pista della sfrenata passione, tra la curva del tabaccaio e la doppia chicane (Montecarlo, quanti gran premi ho visto nell’anonimato). L’esistenza somiglia a un problema d’officina, una faccenda di motori, mi inebria ancora l’odore della benzina, confesso, ho treni di gomme consumati in garage, un carburatore sporco, nessuno ad attendermi per fare rifornimento ai box. “Scrivi quello che vedi”, dice oggi quel Patricelli che mi conobbe trent’anni fa a Varsavia, nella linea che separa (e unisce) Oriente e Occidente. La Polonia usciva dal blocco sovietico, lavoravo per gli assicuratori inglesi, andai a Danzica, vidi la rivoluzione dei cantieri navali, nel cappotto infilai un paio di contratti con i caricatori di rinfuse che fecero la mia fortuna, e tornai a Londra. In tasca avevo quello che sarebbe stato il futuro della fiera dell’Est che si stava aprendo dopo il crollo del Muro. “Scrivi quello che vedi”. Va bene, ci provo.
01
California dreamin’
Quello che vedo è nel voltarsi indietro. Sono scappato dalla California anni fa quando ho capito che non avrei mai più potuto fumare le mie ‘Luckies’ senza incontrare un salutista con la Remington puntata sulla mia testa. Era un presagio, l’ora esatta nella camera mortuaria. La Silicon Valley è diventata un incubo ad aria condizionata, abbandonati gli uffici, messo lo smartworking a regime (in tutti i sensi), gli uffici si sono svuotati con l’effetto di produrre l’economia parallela del crac più silenzioso del mondo: vendono a prezzi stracciati mobili di design usati che facevano parte dell’immaginario delle Big Tech, il residuato bellico del boom tecnologico. Tutto sta accadendo in una sorta di crash vellutato, stiamo andando a fondo, fate suonare l’orchestra: ieri il Founders Fund di Peter Thiel, uno dei pochi investitori che ha il dono della puntualità, ha consigliato di spostare altrove il denaro piazzato nella Silicon Valley Bank che ha fatto fortuna con le start-up e ieri ha perso tanto sangue a Wall Street (-60%) da far volare la parola “insolvenza”. Si sta librando in aria un tonfo colossale, la terra del sogno è svanita in una nuvola di fumo aspirato di nascosto, nel bagno dell’ufficio che non c’è più. California dreamin’ dove sei?
02
La piazzata francese
“L’America ti confonde” mi disse Françoise bevendo un calice di champagne in un posto del Marais dove nell’ora delle streghe la circolazione di alcol era il travaso esponenziale del mal di testa del giorno dopo. Erano gli anni di Chirac, i ‘bobos’ lo odiavano (la solita storia, destra/sinistra), io ero indifferente al problema politico, stavo solo assicurando la collezione di quadri del primo novecento russo di un’ereditiera e mi piaceva Parigi perché allora era una notturna carogna che suonava dischi di cantautori andati. Gli scioperi di oggi mi affascinano, vogliono sempre ghigliottinare il re, i francesi, i problemi di Macron si elevano, lui regna, ma le manifestazioni lo stanno mettendo di fronte all’eterno problema della folla inferocita. Manca solo la furia iconoclasta, prima o poi ci arrivano e daranno al Louvre quel tocco rivoluzionario che le manca da quando c’è la piramide di Ieoh Ming Pei. Tutti in piazza, trasporti fermi, Pierre Moscovici intervistato dal Figaro che dice “le nostre finanze sono le più degradate d’Europa”, mentre la corte dei conti sul Monde “lancia l’allarme”. Come sono lontani i tempi in cui Chirac diceva della Thatcher: “Che cosa vuole, questa casalinga? Le mie palle su un vassoio?”. Gli inglesi hanno avuto la Brexit, la Francia non ha più niente da offrire?
03
Larry, Rishi e gli inglesi a porte chiuse
Eccola, la domanda che arriva sul binario della stazione di Paddington: e l’Inghilterra allora? L’inquilino fisso di Downing Street è Larry, il gatto. I primi ministri entrano ed escono dal numero 10, il felino resta, un imperatore. Rishi Sunak sta provando a imitare Larry (che è inimitabile, un furfante) e ha fatto quello che è diventata una scelta generale dei governi europei, grandi parole sulla solidarietà, l’umanità, i diritti universali e poi una legge per fermare l’immigrazione illegale dal Canale della Manica. Frontiere chiuse, espulsioni in Rwanda, un contrasto con la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) all’orizzonte. Il primo ministro britannico dice che la Corte abusa del “diritto naturale” e promette: “Siamo pronti per una battaglia legale e siamo fiduciosi che vinceremo”.
04
L’anno in cui lo smartphone prese il cervello
Non possiedo quello che chiamano ‘smartphone’, avevo un vecchio Nokia, faceva il suo dovere, telefonare. Ho cominciato a pensare che ci fosse qualcosa di storto in quelle macchinette quando un mio conoscente in stato di avanzata decomposizione mi mostrò lo schermo del suo fiammante telefonino e mi disse: “Stasera esco con una che non ho mai visto prima”. Non è mai più rientrato, è biologicamente vivo, sia chiaro, ma in uno stato di ipnosi permanente, con lo sguardo sempre sullo schermo. Non si è più visto al bancone del bar del Savoy, fine. Si dirà che gli anziani tornano bambini e la combinano grossa proprio all’ultimo atto, ma per i giovani pare che le cose vadano peggio, sul Financial Times ho letto che “qualcosa sta andando storto per gli adolescenti”. Questo l’avevamo capito tutti, ma “tra il 1994 e il 2010, la percentuale di adolescenti britannici che non si considerano simpatici è scesa leggermente dal 6% al 4%; dal 2010 è più che raddoppiata. Anche la percentuale di chi si considera un fallito, di chi si preoccupa molto e di chi è insoddisfatto della propria vita ha subito un'impennata. Le stesse tendenze sono visibili oltreoceano. Il numero di studenti delle scuole superiori statunitensi che affermano che la loro vita è spesso priva di significato è salito alle stelle negli ultimi 12 anni. E non è solo l'anglosfera. In Francia, i tassi di depressione tra i 15 e i 24 anni sono quadruplicati nell'ultimo decennio. Ovunque si guardi, la salute mentale dei giovani sta crollando e il punto di inflessione è inquietantemente coerente: il 2010, anno più anno meno, quando gli smartphone sono passati dal lusso all'ubiquità”. Telefonami, tra vent’anni.
05
Lo chef di Pechino
Nel mio giro di quasi amici abbondano i diplomatici, alcuni hanno il dono dell’umorismo, quelli più in gamba al primo giro di cocktail rivelano tutti i loro sogni infranti e fanno amabilmente a pezzi la cravatta con i pinguini, le oche, gli orsetti del primo che passa. L’altro ieri uno che ha vissuto a Pechino e ora fa il nonno la mattina per sognarsi ancora sparviero la sera mi ha detto: “Pechino è il posto più orribile, noioso e paranoico in cui sia stato”. Ho preso atto dell’informazione, girato i tacchi e sono tornato a conversare con una signora che alleva Border Collie. Figuriamoci la Cina con Xi Jinping che allegria (ma l’uomo potrebbe sorprenderci, ne ricordo un’immagine divertita nell’osservare Kim Jong-un prendere il the), il Partito comunista ieri lo ha incoronato leader per la terza volta, 2952 delegati, voto unanime, regolare. Xi è il presidente più potente dai tempi di Mao, ha un problema di crescita economica, una popolazione che invecchia rapidamente, la disoccupazione giovanile al 20% nei centri urbani, deve espandersi militarmente in Asia (la spesa nella Difesa aumenterà del 7,2%) e trovare un’alternativa alle sanzioni degli Stati Uniti sulla tecnologia e gli investimenti. Paese grande, grande sfida, potere assoluto. Cucina autarchica, ai fornelli c’è lo chef di Pechino.
06
In crociera nel Mediterraneo
Mi hanno detto che i lettori di questo club amano i libri. Vedo che in Italia c’è niente meno che un dibattito sullo ‘spazio Mediterraneo’, ‘il piano Mattei’ e cose che sembrano pescate dagli anni Sessanta, piani fin troppo solidi, ma forse hanno un fondamento. Nei porti ho visto senza dubbio che ci sono molte barche da yachting (i cantieri italiani sono arte, presto ve ne parlerò), la nostra Marina Militare invece mi pare non sia all’altezza della geografia, ma questi sono dettagli.
Una storia del Mediterraneo per chi governa il paese (e non sono solo i politici, credetemi) sarebbe utile. ‘Il mare di mezzo’ di Jonh Julius Norwich è un veliero perfetto per la navigazione. L’argomento è ciclopico, l’edizione di Sellerio pure (1033 pagine di testo, più indice e mappe si arriva a 1100), ma Norwich è grande narratore che vi metterà comodi sul cassero. Questa è storia, per il reportage, una cosa con il taglio del racconto giornalistico, c’è Georges Simenon con ‘Il Mediterraneo in barca’, dove il quadrante d’osservazione va da Marsiglia a Messina fino al Pireo, da Smirne a Beirut fino a Porto Said, da Malta alla Sardegna fino a Tunisi, Tangeri, Barcellona”. Ogni luogo citato è un’avventura e io li ho visti tutti. Con Simenon.
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salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.