26 Maggio
L'era del pensiero eco-illogico
L'uomo con la scienza ha sempre cercato di dominare la Natura, i manifestanti di Ultima (de)generazione sognano l'Eden che non c'è e non ci sarà. Da Greta, agli imbrattatori di monumenti, note sull'ambientalismo finito in strafalcione ideologico
di Marco Patricelli
Questione di un trattino. Cosa c’è di più etico, infatti, di una cosa eco-logica? Chi non vorrebbe il pianeta coccolato e vezzeggiato, nel rispetto delle leggi immutabili e solenni della Natura? Leggi, che ricordiamolo bene, non è che vadano sempre d’amore e d’accordo con l’uomo, che anzi nel suo percorso evolutivo quasi sempre con la Natura ha combattuto proprio per vincerne le leggi che andavano a suo detrimento. Un esempio banale banale? La medicina è la scienza che più si batte “contro” la Natura, per debellare le malattie, eliminare le sofferenze, coltivare l’aspettativa di vita e allungare l’orologio biologico in qualità e in quantità. Ciò che è naturale è bello per principio, ma non tutto quello che è naturale è buono. Dice un proverbio ceco, che tutti i funghi sono buoni, almeno per una volta: quelli velenosi, dunque, sono naturali ma non sono certamente amici dell’uomo, come alcuni animali, dai piccoli insetti ai grandi mammiferi. Per tacere di ciò che non si vede. Veniamo da anni di guerra feroce al coronavirus che ha fatto sfracelli, ma qualcuno l’ha già dimenticato: i virus ci accompagnano da sempre e sistematicamente ci tirano colpi bassi. Non facciamo più i vaccini perché non sono naturali?
L’uomo, con la scienza, ha cercato di dominare la Natura, e vale tanto per chi segue la dottrina creazionista (il mondo messo da Dio a disposizione) quanto per chi preferisce quella evoluzionista. Sovrannaturale e razionale. La Storia, comunque sia, lo dimostra nel grande e nel piccolo: l’ecologismo sempre e comunque è eco-illogico. Il non toccare nulla perché la Natura ne risentirebbe significa accettare incendi, alluvioni, catastrofi che si chiamano non casualmente naturali, il più delle volte evitabili con l’ingegno. L’uomo ha inventato apposta i ponti, le dighe, l’agricoltura, la cura del verde e del territorio, i...
di Marco Patricelli
Questione di un trattino. Cosa c’è di più etico, infatti, di una cosa eco-logica? Chi non vorrebbe il pianeta coccolato e vezzeggiato, nel rispetto delle leggi immutabili e solenni della Natura? Leggi, che ricordiamolo bene, non è che vadano sempre d’amore e d’accordo con l’uomo, che anzi nel suo percorso evolutivo quasi sempre con la Natura ha combattuto proprio per vincerne le leggi che andavano a suo detrimento. Un esempio banale banale? La medicina è la scienza che più si batte “contro” la Natura, per debellare le malattie, eliminare le sofferenze, coltivare l’aspettativa di vita e allungare l’orologio biologico in qualità e in quantità. Ciò che è naturale è bello per principio, ma non tutto quello che è naturale è buono. Dice un proverbio ceco, che tutti i funghi sono buoni, almeno per una volta: quelli velenosi, dunque, sono naturali ma non sono certamente amici dell’uomo, come alcuni animali, dai piccoli insetti ai grandi mammiferi. Per tacere di ciò che non si vede. Veniamo da anni di guerra feroce al coronavirus che ha fatto sfracelli, ma qualcuno l’ha già dimenticato: i virus ci accompagnano da sempre e sistematicamente ci tirano colpi bassi. Non facciamo più i vaccini perché non sono naturali?
L’uomo, con la scienza, ha cercato di dominare la Natura, e vale tanto per chi segue la dottrina creazionista (il mondo messo da Dio a disposizione) quanto per chi preferisce quella evoluzionista. Sovrannaturale e razionale. La Storia, comunque sia, lo dimostra nel grande e nel piccolo: l’ecologismo sempre e comunque è eco-illogico. Il non toccare nulla perché la Natura ne risentirebbe significa accettare incendi, alluvioni, catastrofi che si chiamano non casualmente naturali, il più delle volte evitabili con l’ingegno. L’uomo ha inventato apposta i ponti, le dighe, l’agricoltura, la cura del verde e del territorio, i bacini idrici. Non vive di frutti spontanei, non aspetta passivamente che piova, non accetta passivamente che non piova. Esagerando anche e strafacendo, irrazionalmente appunto. Si muove perché è nella sua indole, non si è fermato all’epoca in cui doveva andare a piedi e neppure a quella del cavallo. Ha inventato l’auto per spostarsi, per risparmiare energia (eh sì, non ci vuole uno scienziato a dimostrarlo) e tempo, per essere più efficiente, per accorciare le distanze, per conoscere e raffrontarsi e quindi progredire. Ha inventato detersivi e saponi per curare l’igiene, e gli antibiotici per non essere flagellato da infezioni banali e letali. A quelli che (stra)parlano romanticamente di biancheria stesa sull’erba che non ingialliva, va ricordato che l’epoca era quella di un solo vestito e che i bagni si facevano a Natale e a Pasqua, che le malattie di ogni genere prosperavano, ma tanto i denti li estraevano i barbieri e per qualsiasi afflizione c’erano i salassi con le naturalissime ed eco-illogiche sanguisughe, e al posto di schiacciare un tasto della lavatrice le nostre progenitrici si spaccavano schiena e mani nelle acque gelate di fiumi e torrenti per sciorinare. Dov'è il romanticismo in questo?
Col disastro epocale in Romagna non si è sentita nessuna voce delle prefiche a gettone che si strappavano i capelli perché non pioveva più, e neppure i banalotti della scomparsa delle mezze stagioni, ma hanno resistito quelli del «piove governo ladro» che ci sta sempre bene purché il governo sia di un certo colore e non di un altro. Gli eco-illogici prosperano, sguazzano, emettono sentenze che sono postulati, con la convinzione teologica e talebana di essere sempre nel bene e nel giusto, tanto i topi incantati dal pifferaio di Hamlin non mancano mai. Prendiamo il delirio collettivo e globalizzato dei no-global su Greta Thunberg e razionalizziamolo. Una ragazzina che si inventa una protesta e il venerdì non va a scuola, in una società normale chiamerebbe in causa i genitori, visto che era all'epoca minorenne. E invece no: in un attimo, eccola trasformata in Giovanna d’Arco dell’ecologicamente corretto, innalzata a pulzella della sorti del pianeta, incoronata paladina del bene supremo dell’ambiente, considerata una scienziata e ricevuta da capi di Stato alla pari; anzi, all’impari, visto che la svedesina si permetteva ramanzine, rimbrotti e sguardacci fulminanti a chiunque osasse solo minimamente contraddirla. Per sporogonia sono venuti fuori gli epigoni, imitatori modaioli, esaltati, inflessibili dogmatici e predicatori ideologici, che hanno convinto mezzo mondo (quello che spreca e inquina di meno. Provassero a protestare in Cina o in India, un quarto della popolazione del mondo, e vediamo che succede…) dell’improcrastinabilità di una transizione ecologica da bagno di sangue, la cui punta dell’iceberg è rappresentata dal mito dell’auto elettrica pulita e a emissioni zero. Trascurando, per ignoranza o malafede, qualche venialissimo particolare: costa una barca di soldi di più, non porta da nessuna parte oltre le città a causa dell’autonomia e dei tempi di ricarica, ogni volta che si inserisce la spina il chilometraggio scende, le batterie vengono prodotte in Cina che al problema-inquinamento neanche ci pensa, e guarda caso per produrre l’energia necessaria alla ricarica lo si fa bruciando l’aborrito petrolio.
Ma questo agli eco-illogici non interessa affatto. Ognuno di essi ha la sua ricetta perfetta per riportare il globo ai tempi dell’Eden, dove basta una foglia di fico per coprire le pudenda e non accettare la mela dal serpente per vivere tranquilli in pace e in armonia. Ricorda tanto una barzelletta russa secondo cui Adamo ed Eva erano sicuramente sovietici, perché erano nudi, avevano una mela in due ed erano convinti di vivere nel Paradiso terrestre. Pietro l’Eremita che predicava invasato le crociate con lo slogan «Deus vult!» era un moderato ed equilibrato rispetto alle schegge impazzite degli autoinvestiti guardiani della transizione eco-illogica, che imbrattano, sporcano, sviliscono, irridono il patrimonio culturale, artistico e architettonico, e trovano persino sponde interessate in chi ritiene che non la battaglia, ma proprio il metodo sia giusto per essere ascoltati e considerati. Un tuffo di demagogia spicciola nella vernice colorata. Tanto, poi, paga Pantalone. Più che Ultima generazione, è l’Ultima de-generazione. E il trattino si può tranquillamente eliminare.
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settembre
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8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
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fotografie, grafiche,
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copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
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salve le
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risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.