2 Settembre
Frenata e manovra. Il secondo inverno del governo
Il calo del Pil e le due fasi dell'esecutivo. La prima, all'esordio, vide Meloni fare una scelta netta per contrastare lo shock energetico; la seconda, dopo un anno, è legata a un altro 'inverno', quello della produzione. Realismo e responsabilità per la legge di Bilancio
L'effetto Bce è arrivato. Il prodotto interno lordo dell'Italia è in rallentamento, la politica di rialzo dei tassi ha stoppato la crescita, i conti trimestrali pubblicati dall'Istat sono chiari, curva dei dati tendenziali:
La curva della crescita dopo il rimbalzo a razzo post-pandemico del 2020 si sta spegnendo. Commento dell'istituto nazionale di statistica sulla flessione del Pil: "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%. A determinare la flessione del Pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali. Le ore lavorate hanno subìto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unità di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite".
Quali sono le cause della frenata? Basta osservare i numeri per avere un quadro più che chiaro, guardate questa tabella:
Si è fermato il mattone, più precisamente si sono fermati i mutui, la leva finanziaria non alimenta più il motore della crescita economica. Ecco l'effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, il denaro costa troppo, famiglie e imprese rimandano l'accensione di prestiti e mutui.
La prova? Ecco un altro grafico, sempre pubblicato su List (il 10 agosto scorso), tratto dalla...
L'effetto Bce è arrivato. Il prodotto interno lordo dell'Italia è in rallentamento, la politica di rialzo dei tassi ha stoppato la crescita, i conti trimestrali pubblicati dall'Istat sono chiari, curva dei dati tendenziali:
La curva della crescita dopo il rimbalzo a razzo post-pandemico del 2020 si sta spegnendo. Commento dell'istituto nazionale di statistica sulla flessione del Pil: "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%. A determinare la flessione del Pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali. Le ore lavorate hanno subìto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unità di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite".
Quali sono le cause della frenata? Basta osservare i numeri per avere un quadro più che chiaro, guardate questa tabella:
Si è fermato il mattone, più precisamente si sono fermati i mutui, la leva finanziaria non alimenta più il motore della crescita economica. Ecco l'effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, il denaro costa troppo, famiglie e imprese rimandano l'accensione di prestiti e mutui.
La prova? Ecco un altro grafico, sempre pubblicato su List (il 10 agosto scorso), tratto dalla congiuntura flash di Confindustria:
La tempesta dei tassi è arrivata, fenomeno che abbiamo anticipato su List più volte, breve carrellata, nero su bianco:
(List del 18 dicembre 2022). La missione del governo Meloni per il 2023 è questa: fare pressioni per svegliare la bella addormentata di Bruxelles, alzare gli scudi per attutire i colpi della recessione in arrivo, guardare alla stabilità finanziaria e al rialzo dei tassi (traduzione: i mutui delle case degli italiani, i prestiti per famiglie e imprese), approntare le riforme di cui il Paese ha bisogno (l’Economist ha pubblicato un inserto speciale sul caso Italia, intitolato Renovation Required), parlando con tutti ma alla fine decidendo in autonomia, senza subire diktat e alla svelta. Non è tempo di larghe intese, chi governa decide. La prova della leadership di Meloni sarà questa, il suo destino è in arrivo, rinviarlo non sarà possibile.
(List del 17 maggio 2023). Certo, può anche finire tutto, restare fulminata, la destra, per implosione, un botto e via, per comparsa di un agente esterno, per sottovalutazione dei numeri della partita doppia di famiglie e imprese (attenzione al contraccolpo del rialzo dei tassi, al calo dei prestiti e dei depositi bancari, al problema dei mutui variabili), per scomparsa di forze politiche e indebolimento della coalizione tra diversi e avversi, per illusione e disillusione, per grave errore, per corbelleria, cazzata poi da rivendicare alla Tognazzi. Tutto è possibile, ma la sensazione netta è Meloni sia l'inizio di un'altra fase della nostra storia politica.
(List del 5 luglio 2023). Le banche centrali hanno alzato i tassi per combattere l’inflazione, ma i risultati sono ancora lontani dagli obiettivi, mentre la politica monetaria restrittiva sta facendo sentire i suoi effetti sulla produzione, sugli impieghi bancari e il livello dei depositi. Per ora, siamo in uno scenario che è una trappola: l’inflazione resta sopra i target, i prestiti e i mutui hanno costi insostenibili per molte imprese e famiglie, la manifattura rallenta e chi ha i soldi - per effetto di un rimbalzo psicologico post-pandemico i cui effetti sono enormi, profondi e tutti ancora da studiare - continua il ciclo di spesa alimentando la crescita ancora forte nel settore dei servizi.
(List del 27 luglio 2023). Chi diceva che i rialzi di tassi della Federal Reserve si sarebbero fermati è stato smentito: la banca centrale americana ha deciso un altro ritocco di un quarto di punto, portando il suo tasso di riferimento a un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%, il massimo da 22 anni. Il presidente Jerome Powell non dice quando si fermerà, non resta che guardare ai dati dell'inflazione, quella americana è in diminuzione, a giugno era al 3%, in calo di sei punti rispetto a un anno fa. Cosa accadrà in Europa? Continuerà Christine Lagarde a tenere la linea dura. Cosa accadrà ai mutui a tasso variabile? Fatto e impatto non sono un'opinione al bar (che va bene, ma non risolve il problema), sono vita quotidiana.
(List del 1° agosto 2023). Come va l'economia italiana? Va che l'effetto della stretta monetaria della Banca centrale europea ha innescato il testacoda: curi l'inflazione (in calo a +5,3% in luglio) ma se non dosi con prudenza i rialzi dei tassi finisci per regalare al paziente un'altra malattia, la recessione. La produzione italiana per la prima volta da molto tempo frena bruscamente.
Che fare? È tempo di manovra, la legge di Bilancio è l'atto più importante del governo, le entrate nei primi sei mesi dell'anno sono andate bene, sintesi dal Bollettino delle entrate tributarie: "Nel periodo gennaio-giugno 2023 le entrate del Bilancio dello Stato hanno registrato incassi per 231.342 milioni di euro (+13.267 milioni di euro, pari a +6,1%). Le imposte dirette hanno evidenziato un incremento delle entrate pari al 6,7% mentre le imposte indirette hanno segnato un aumento pari al 5,5%". Le entrate Iva, che fanno emergere un tangibile segnale sull'andamento dell'economia, "sono risultate pari a 76.509 milioni di euro (+2.220 milioni di euro, pari a +3,0%)".
La sfida è quella dei prossimi mesi, è probabile un rallentamento dovuto alla frenata dell'attività economica, al netto di poste straordinarie (esempio: l'una tantum sugli extra margini delle banche) che daranno una mano a tenere il gettito. Sarà un test sulla capacità di resistenza del sistema manifatturiero, l'export ha smesso di dare un contributo positivo netto al Pil, in questi casi occorrono provvedimenti anti-ciclici, una serie di stabilizzatori automatici per contrastare la caduta della produzione. Sembra facile, il problema si chiama bilancio.
La prudenza contabile ha guidato fin dall'inizio l'azione del governo, il premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti dopo la pausa estiva hanno ribadito questa linea. Il punto fondamentale riguarda l'indicazione data ai ministri: monitorare e riqualificare i loro conti in vista della manovra, nei bilanci dei singoli dicasteri i soldi ci sono, spesso immobilizzati in poste improduttive, vanno recuperati nel ciclo della spesa. La priorità resta il (ri)finanziamento del cuneo fiscale in favore dei lavoratori, tutto il resto è un'agenda di interventi da costruire con estrema attenzione, non si possono buttare soldi dalla finestra e in questi anni abbiamo visto fiumi di denaro andare dalla parte sbagliata. Il governo ha iniziato un'operazione verità sul reddito di cittadinanza e il super bonus nell'edilizia, sono l'esempio più clamoroso non solo di spreco, ma di danno contabile che si moltiplica nel tempo. Si è intervenuti in tempo per evitare un colossale crac, ma l'impatto di ciò che era storto si proietta ancora sui bilanci per gli anni a venire, gli errori in materia di finanza pubblica finiscono sul debito che grava sulle spalle di tutti i contribuenti.
Premier e ministro dell'Economia. Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Foto: Ansa).I mercati apprezzano questa condotta virtuosa, lo spread ha continuato a tenersi su livelli bassi, gli stress test europei sulle banche hanno sottolineato la stabilità del sistema e segnalato bilanci record (come evidenziato su List del 10 agosto scorso, si tratta di un'attività che ha goduto dell'enorme differenziale tra i tassi attivi e passivi praticati ai depositanti e la Spagna sta pensando di prorogare la tassazione straordinaria già in vigore), il dibattito europeo sul nuovo patto di stabilità e la condotta futura della Bce sono la chiave per affrontare il futuro.
Siamo in pieno ciclo elettorale europeo (appuntamento a metà del 2024, praticamente domani), a Roma, Berlino e Parigi vedono i conti, sanno che dovranno trovare una via d'uscita con un patto più flessibile, l'Unione europea è in competizione con gli Stati Uniti (che continuano a applicare dazi e varare provvedimenti monstre per le imprese americane), la Cina (che è in difficoltà e sta accelerando la propria economia 'autarchica', con conseguenze evidenti sulla catena mondiale della produzione e della distribuzione), l'India (il gigante in fase di espansione che guida la crescita globale) e quel 'Resto' da cui dipende il nostro approvvigionamento di energia e materie prime. La recessione ha già colpito la Germania (nostro principale partner) e l'impatto si è riverberato sull'export e la produzione dell'Italia; Macron ha accentuato le critiche alla Banca centrale europea (che farà la presidente Christine Lagarde?), Meloni e Giorgetti hanno già parlato chiaro, con grande realismo e senso dello Stato: non ci sono i soldi per fare tutto, ci saranno quelli per il dritto e il giusto. Sul piano della dinamica politica, abbiamo due fasi del governo: la prima, all'esordio, vide Meloni fare una scelta netta per contrastare lo shock energetico innescato dalla guerra in Ucraina (che incombe sempre, dobbiamo sperare in temperature miti nei prossimi mesi) e confermare la linea della stabilità finanziaria; la seconda, dopo un anno, è legata a un altro 'inverno', quello della produzione.
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elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.