4 Gennaio

Parlamentarie. Grillo ora cerca una classe dirigente

Nel taccuino di List c'è l'idea di Grillo: migliorare la selezione degli eletti in queste parlamentarie. Ci riusciranno? Lorenzo Castellani racconta il piano e il disegno politico. Fedeltà al Movimento? Michele Magno fa un viaggio nella storia e nell'utopia del vincolo di mandato.

di Lorenzo Castellani

È scaduto il timer per presentare la candidatura alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle e gli osservatori più acuti della politica italiana si chiedono cosa uscirà dal cilindro gestito dalla Casaleggio Associati. Alle parlamentarie di cinque anni fa si presentò una marea di personaggi sconosciuti e mai eletti attratti dall’antipolitica e dall’idea innovativa del partito dei cittadini. Il copione è quello di allora, con solo qualche volto più noto. Erano i tempi dell’uno vale uno quando il Movimento si presentava come una massa variopinta formata dagli individui più vari e con una struttura piatta, priva di correnti e organi di direzioni. Tuttavia, la legge ferrea dell’oligarchia pronunciata dal politologo Roberto Michels al principio del ventesimo secolo ha investito in poco tempo anche il movimento di Grillo che, sotto l’impulso dei fondatori, ha selezionato volti e personalità diventati frontmen e direttorio del partito. Laddove c’è organizzazione, c’è oligarchia.

Grillo spesso ripete scherzosamente la battuta “sono a capo di un movimento di disadattati”.

I risultati di quelle prime parlamentarie on-line resteranno agli atti della storia per aver consegnato al paese la classe politica meno esperta di sempre. Tra i parlamentari grillini, in questi cinque anni, si è scoperta qualsiasi sfumatura della cultura post-moderna: da chi interpellava il Parlamento sulle sirene, a chi interrogava in merito a complotti, a chi metteva in discussione i risultati della scienza. Con questa materia prima così variegata ed incandescente il Movimento ha perso, per defezioni ed espulsioni, un consistente pezzo della propria classe parlamentare. Beppe Grillo non ha mai fatto mistero dell’inesperienza dei propri deputati e nemmeno delle stravaganze che l’algoritmo della Casaleggio Associati aveva prodotto. Più volte nei comizi successivi al 2013 lo si è sentito ripetere scherzosamente, ma non troppo, la battuta “sono a capo di un movimento di disadattati”.

All’interno del gruppo...


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