8 Gennaio
Israele avvisa Hezbollah: a Beirut il copia-incolla di Gaza
Il ministro della Difesa Gallant lancia un avvertimento al Libano. Gli Stati Uniti chiedono l'impossibile a Gerusalemme, non è il momento della pace, la caccia a Hamas è ancora aperta. Il Papa: la teoria gender è pericolosissima. In Italia il Pd apre un'altra polemica sui fascisti e i saluti romani nel giorno della strage di Acca Larentia
Gli Stati Uniti non vogliono una guerra in Medio Oriente ma il disinteresse dell’amministrazione di Joe Biden ha creato le condizioni per innescarla. La storia la scrivono i vincitori, nel caso di Biden definirlo tale è un’impresa, nonostante il voto del 2016 che gli aveva consegnato la Casa Bianca. Se si votasse oggi, Biden sarebbe sconfitto da Trump. Lo scenario del voto del 2020 è irripetibile, tuonano i cannoni della guerra e gli americani guardano alle responsabilità del presidente in carica. Quali?
01
Da Kabul a Gaza, la ritirata dell'America
Il disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan ha aperto le porte a forze al nemico, satrapi, dittatori, terroristi oggi pensano che “si può fare”, sfidare il guardiano dell’ordine liberale e uscirne senza danni. Non è andata così ad Hamas, ma non perché gli Stati Uniti abbiano reagito con fermezza, è Israele ad aver usato la spada di Davide contro le belve che hanno dato la caccia all’ebreo il 7 ottobre scorso. Tutto dimenticato. Fa dunque un po’ sorridere (amaro) vedere il segretario di Stato Antony Blinken che durante un viaggio di cinque giorni in Medio Oriente se la cava affermando che il conflitto nella regione potrebbe facilmente peggiorare.
La Casa Bianca dei democratici è in un grande stato confusionale - Joe Biden non era stato avvertito del ricovero in ospedale del segretario della Difesa, Lloyd Austin! - in un momento in cui è la potenza dei cannoni a parlare (e tenere la bestia del terrorismo islamista lontana dalla gola dei noi occidentali) Blinken Ha esortato Israele a ridurre le vittime civili a Gaza (come se gli israeliani non lo facessero, cosa non vera), il re Abdullah di Giordania ha chiesto un immediato cessate il fuoco. Domanda del cronista: cosa sarebbe accaduto se centinaia di uomini fossero penetrati in territorio americano...
Gli Stati Uniti non vogliono una guerra in Medio Oriente ma il disinteresse dell’amministrazione di Joe Biden ha creato le condizioni per innescarla. La storia la scrivono i vincitori, nel caso di Biden definirlo tale è un’impresa, nonostante il voto del 2016 che gli aveva consegnato la Casa Bianca. Se si votasse oggi, Biden sarebbe sconfitto da Trump. Lo scenario del voto del 2020 è irripetibile, tuonano i cannoni della guerra e gli americani guardano alle responsabilità del presidente in carica. Quali?
01
Da Kabul a Gaza, la ritirata dell'America
Il disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan ha aperto le porte a forze al nemico, satrapi, dittatori, terroristi oggi pensano che “si può fare”, sfidare il guardiano dell’ordine liberale e uscirne senza danni. Non è andata così ad Hamas, ma non perché gli Stati Uniti abbiano reagito con fermezza, è Israele ad aver usato la spada di Davide contro le belve che hanno dato la caccia all’ebreo il 7 ottobre scorso. Tutto dimenticato. Fa dunque un po’ sorridere (amaro) vedere il segretario di Stato Antony Blinken che durante un viaggio di cinque giorni in Medio Oriente se la cava affermando che il conflitto nella regione potrebbe facilmente peggiorare.
La Casa Bianca dei democratici è in un grande stato confusionale - Joe Biden non era stato avvertito del ricovero in ospedale del segretario della Difesa, Lloyd Austin! - in un momento in cui è la potenza dei cannoni a parlare (e tenere la bestia del terrorismo islamista lontana dalla gola dei noi occidentali) Blinken Ha esortato Israele a ridurre le vittime civili a Gaza (come se gli israeliani non lo facessero, cosa non vera), il re Abdullah di Giordania ha chiesto un immediato cessate il fuoco. Domanda del cronista: cosa sarebbe accaduto se centinaia di uomini fossero penetrati in territorio americano facendo strage di oltre un migliaio di civili, stuprando le donne, facendo a pezzi, mettendo al rogo bimbi, anziani, padri, madri? La risposta la conosce anche Blinken: l’America avrebbe mosso guerra con tutta la sua potenza di fuoco. Ecco perché il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che lo Stato ebraico continuerà la guerra, fino all’eliminazione totale di Hamas.
02
Israele avvisa Hezbollah: a Beirut facciamo copia-incolla di Gaza
Non è il momento della pace, Hamas è ancora presente, la sua sete di sangue ebreo non è esaurita finché saranno vivi i capi rifugiati a Gaza e all’estero. Uno a uno stanno cadendo, uccisi dall’esercito israeliano, dai missili Hellfire che colpiscono i covi dove pensavano di essere al sicuro. Per loro non ci sarà mai un futuro, moriranno tutti, come fu per gli attentatori delle Olimpiadi di Monaco. Israele non perdona chi ha il genocidio che scintilla negli occhi. La guerra di Israele è per la sopravvivenza, la minaccia del terrorismo legato all’Iran (e anche qui la storia è in movimento, l’attentato nel giorno della commemorazione del generale Soleimani è un segnale) è permanente. Il fronte rischia di allargarsi come sostiene Blinken? Certo, non c’è alcuna rivelazione, lo dice lo stesso ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, al Wall Street Journal quando spiega che Israele non ha paura di entrare in guerra con Hezbollah in Libano e che la distruzione di Gaza può essere "copia-incollata" a Beirut. Gallant ha affermato che "80 mila persone devono poter tornare a casa in sicurezza", e quindi se tutto il resto fallisce, "siamo disposti a sacrificarci". "Vedono cosa sta succedendo a Gaza, sanno che possiamo fare un 'copia-incolla' a Beirut".
03
E l'Europa? Leggere il decarbonizzato Macron
E l’Europa? Ah, grandi cose albergano nella mente degli statisti europei. Sono dirottati dal politicamente corretto, il loro atterraggio è sempre quello, sulla pista del conformismo. Macron, stamattina sui social, un esempio di questa de-forma mentis: a 200 giorni dall'inizio delle Olimpiadi di Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron ha pubblicato su X un video annunciando che quelli previsti in Francia saranno i Giochi "più decarbonizzati della storia". Il capo dello Stato è apparso in maglietta, con dei guantoni da pugilato sulle spalle e un sacco sullo sfondo. Saranno "Giochi verdi che rispettano gli accordi di Parigi", ha affermato Macron. "Abbiamo una grande causa nazionale quest'anno, è lo sport. Vi invito tutti a fare almeno 30 minuti di sport al giorno", ha poi detto il presidente. La frontiera dell’uomo nuovo della contemporaneità, decarbonizzato e sportivo. Santo cielo, l’anidride carbonica gli ha dato alla testa.
04
La strage di Acca Larentia, i saluti romani e l'orologio del Pd
Che ora segna l’orologio del Pd? Bella domanda, una risposta la dà stamattina la segretaria Elly Schlein: "Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924. Presenteremo un'interrogazione al Ministro Piantedosi, quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione”. Schlein commenta le immagini dei saluti romani dei militanti dei gruppi di estrema destra durante la commemorazione dei morti di Acca Larentia, non accade perché c'è il governo Meloni, succede ogni anno, le foto del passato sono disponibili, basta documentarsi, accadeva con esecutivi di ogni colore. Ma su questo episodio concentra la sua attenzione la segretaria del Pd. Fa una scelta precisa. E non inquadra il problema e le sue responsabilità come capo di un partito di sinistra, perché ma stiamo parlando di una ferita profonda, uno dei fatti più gravi degli Anni di piombo, un assalto con armi automatiche, l’assassinio di due ragazzi del Fronte della gioventù (un terzo verrà ucciso negli scontri che seguirono con le forze dell’ordine). Era il 7 gennaio del 1978 e quel giorno cambiò tutto, come reazione alla strage, alcuni militanti della destra (tra loro c’era Francesca Mambro) scelsero la lotta armata.
Roma, 7 gennaio 2020. Militanti di estrema destra fanno il saluto romano per commemorare la strage di Acca Larentia (Foto: Ansa).La strage di Acca Larentia è un lungo mistero di dolore (non sono mai stati trovati i colpevoli), un fatto storico così profondo, un pezzo della biografia dell’Italia, per il Pd è solo l’occasione per accendere il tizzone della polemica politica, mentre la memoria ancora viva di quei fatti, la pacificazione, sembra non interessare a un partito che ha avuto i suoi “compagni che sbagliano”, un album di famiglia pieno di violenza e colpevoli silenzi. L’orologio del Pd con la segreteria di Elly Schlein è sempre là, nel Ventennio, nell’ossessione del fascismo permanente, nell’impossibilità di parlare di politica perché bisogna raccattare qualche like sui social.
05
Il Papa: la teoria del gender è pericolosissima
Papa Francesco oggi incontrando i rappresentati del Corpo diplomatico ha detto molte cose, ne prendiamo una che ha una grande rilevanza nell'attuale scenario sociale: "La via della pace esige il rispetto dei diritti umani, secondo quella semplice ma chiara formulazione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui abbiamo da poco celebrato il 75esimo anniversario. Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati. Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali", ha sottolineato. "Tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l'edificazione della pace".
06
Oppenheimer trionfa ai Golden Globes
Il film di Christopher Nolan ha conquistato cinque premi, incluso quello per il miglior film e la miglior colonna sonora, oltre alla migliore regia, il miglior attore, con Cillian Murphy, e il miglior attore non protagonista, Robert Downey Jr. Succession, saga della famiglia Roy, ha conquistato quattro Golden Globe: miglior serie drammatica televisiva; miglior attrice, Sarah Snook; miglior attore, Kieran Culkin, e miglior attore non protagonista, Matthew Macfadyen. Barbie ha avuto il premio per la nuova categoria inclusa quest'anno, quella del film campione d'incassi (dedicata ai film che hanno superato i 100 milioni di dollari al botteghino in Usa, 150 milioni nel mondo). Il film - che ha incassato circa 1,4 miliardi di dollari - è stato premiato anche per la migliore canzone, What was I made for?, interpretata da Billie Eilish e Finneas. Il premio come miglior commedia è andato a Poor Things, che aveva già conquistato il Leone d'Oro a Venezia. Italia senza premi, Io capitano, il film di Matteo Garrone non è riuscito a conquistare il Golden Globe internazionale. E ora, dopo i Golden Globes, si marcia verso la notte degli Oscar, in programma il 10 marzo. Ciak, si spera.
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10. Limitazione di responsabilità
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migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.