30 Luglio

La trappola libanese

Hezbollah continua a lanciare razzi, dopo la strage di bambini a Majdal Shams il conflitto rischia di allargarsi. I calcoli dell'Iran, la debolezza dello scenario americano, le minacce di Erdogan a Israele. La strategia islamista dei fronti aperti per logorare Gerusalemme e gli Stati Uniti

Israele è in guerra da 297 giorni con le gang di assassini sostenuti dall’Iran, un conflitto aperto da Hamas il 7 ottobre del 2023 quando ha lanciato la caccia all’ebreo nei kibbutz. Da allora ogni giorno sembra uguale, ma il bollettino degli ultimi giorni mostra quanto siamo distanti dalla pace e vicinissimi a un’escalation in Medio Oriente.

Le forze israeliane sul campo di calcio durante l'attacco di Hezbollah (Foto: Epa). 

Hezbollah sabato scorso ha bombardato il villaggio druso di Majdal Shams, il bersaglio era un campo di calcio, sono morti 12 giovanissimi (nella foto che apre List, i funerali di 10 vittime) , smembrati dai colpi d’artiglieria del macellaio Nasrallah. Razzo di fabbricazione iraniana. Il leader della gang libanese ha fatto un passo forse decisivo verso la guerra, ha superato ogni linea possibile, sa di rischiare un contrattacco pesante (Israele ha lanciato una serie di raid su obiettivi militari di Hezbollah, non ci sarà un’operazione di terra, ma il governo ha annunciato una risposta dura"), ma conta sulle incertezze degli Stati Uniti e della comunità internazionale per continuare a colpire e logorare Netanyahu. Chi dice che Hezbollah non vuole una guerra con Israele si sbaglia, è vero il contrario, le milizie sciite libanesi vogliono un conflitto permanente (a bassa intensità, ma letale) per tenere sulla corda Israele. L’Iran, che muove i fili dietro le quinte, spera di guadagnare terreno (e tempo) grazie alla caotica situazione in cui è immersa la Casa Bianca, con un Presidente dimezzato e un Vicepresidente ostile a Israele. Per i nemici dell’America questo è il momento propizio per colpire Israele. 

Un go-kart in fiamme all'ingresso del campo di calcio di Majdal Shams (Foto: Epa).

Bisogna riannodare i fili, perché lo scenario si sta ramificando e nello stesso tempo ricomponendo in un unico quadro: qualche giorno fa...


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