15 Ottobre
Guerra e pace, missili e viaggi nello spazio
Israele è a corto di proiettili per il suo scudo di difesa aerea, gli americani daranno a Gerusalemme il sistema Thaad. Tensione tra le due Coree, avviso della Cina: no escalation. Energia, Google ordina mini reattori nucleari per i suoi centri dati. L'impresa di Elon Musk e la seconda grande corsa nel cosmo
In Ucraina si combatte da 965 giorni, la guerra di Israele contro i suoi nemici è arrivata a 375 giorni. Kiev e Gerusalemme sono a corto di proiettili, sono due conflitti che consumano uomini e materiali, guerre di logoramento dove gli arsenali non possono restare vuoti. Le armi usate sono sofisticate come non mai, ma alla fine bisogna sparare. Il dominio dei cieli è il fattore chiave di un'era tra guerra e pace. Vincere il nemico, conquistare il cosmo. Balistica, ricerca e industria.
01
Israele è a corto di proiettili

Secondo il Financial Times Israele ha un «serio problema di munizioni», la carenza arriva mentre i militari preparano un attacco all’Iran. Questa è la ragione per cui gli Stati Uniti hanno inviato in Israele il sistema anti-missile Thaad, serve a riempire i vuoti dello scudo israeliano. Una fonte citata dal Financial Times scopre l’acqua calda: «Se l'Iran risponde all'attacco israeliano, e anche Hezbollah si unisce, le difese aeree di Israele saranno messe a dura prova». Decisamente più interessante è quello che dice Boaz Levy, amministratore delegato dell’azienda che produce i missili intercettori 'Hatz’, che lavora su 3 turni per soddisfare gli ordini: «Alcune delle nostre linee lavorano 24 ore su 24, sette giorni su sette. Il nostro obiettivo è rispettare tutti i nostri impegni».
02
I tre livelli del sistema di difesa aerea
Israele ha un sistema di difesa aerea a tre livelli (Iron Dome, David Sling, Arrow) di grande efficacia, ha eliminato finora quasi tutti i razzi, missili e droni lanciati da Hamas, Hezbollah, Houthi e dall’Iran (il solo elenco dei nemici dovrebbe far riflettere le anime belle dell’Occidente che parlano di escalation da parte di Israele). Il sistema Iron Dome neutralizza i razzi a corto raggio e...
In Ucraina si combatte da 965 giorni, la guerra di Israele contro i suoi nemici è arrivata a 375 giorni. Kiev e Gerusalemme sono a corto di proiettili, sono due conflitti che consumano uomini e materiali, guerre di logoramento dove gli arsenali non possono restare vuoti. Le armi usate sono sofisticate come non mai, ma alla fine bisogna sparare. Il dominio dei cieli è il fattore chiave di un'era tra guerra e pace. Vincere il nemico, conquistare il cosmo. Balistica, ricerca e industria.
01
Israele è a corto di proiettili

Secondo il Financial Times Israele ha un «serio problema di munizioni», la carenza arriva mentre i militari preparano un attacco all’Iran. Questa è la ragione per cui gli Stati Uniti hanno inviato in Israele il sistema anti-missile Thaad, serve a riempire i vuoti dello scudo israeliano. Una fonte citata dal Financial Times scopre l’acqua calda: «Se l'Iran risponde all'attacco israeliano, e anche Hezbollah si unisce, le difese aeree di Israele saranno messe a dura prova». Decisamente più interessante è quello che dice Boaz Levy, amministratore delegato dell’azienda che produce i missili intercettori 'Hatz’, che lavora su 3 turni per soddisfare gli ordini: «Alcune delle nostre linee lavorano 24 ore su 24, sette giorni su sette. Il nostro obiettivo è rispettare tutti i nostri impegni».
02
I tre livelli del sistema di difesa aerea
Israele ha un sistema di difesa aerea a tre livelli (Iron Dome, David Sling, Arrow) di grande efficacia, ha eliminato finora quasi tutti i razzi, missili e droni lanciati da Hamas, Hezbollah, Houthi e dall’Iran (il solo elenco dei nemici dovrebbe far riflettere le anime belle dell’Occidente che parlano di escalation da parte di Israele). Il sistema Iron Dome neutralizza i razzi a corto raggio e i droni lanciati da Hamas da Gaza, il sistema David Sling intercetta i razzi più pesanti lanciati dal Libano, e il sistema Arrow distrugge i missili balistici provenienti dall'Iran. Il primo attacco iraniano (170 droni, 30 missili da crociera e 120 missili balistici) nello scorso aprile è stato annullato con un tasso di intercettazione del 99%, ma il secondo (180 missili balistici) è stato meno efficace, secondo il Ft quasi 35 missili hanno colpito la base aerea di Nabatim. È un problema di carenza di munizioni o di copertura radar e aggancio del bersaglio?
03
Netanyahu: colpiremo bersagli in Iran in base ai nostri interessi
Stamattina l’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato che la risposta all’Iran per l'attacco missilistico del primo ottobre scorso sarà presa in base alle esigenze di Israele. La dichiarazione, rilasciata nel cuore della notte, è una risposta al Washington Post secondo cui Netanyahu avrebbe detto al presidente Usa Joe Biden che Israele non avrebbe attaccato i siti petroliferi o nucleari iraniani. «Ascoltiamo i pensieri del governo americano, ma prenderemo le nostre decisioni finali in base alle esigenze di sicurezza nazionale di Israele». Tutti gli obiettivi restano nell’elenco dei generali.
A proposito del Washington Post e degli effetti delle notizie di guerra sui mercati, i prezzi del petrolio sono scesi di circa il 3% nelle prime contrattazioni in Asia, dopo che il quotidiano americano ha riportato che Israele sarebbe disposto a colpire obiettivi militari iraniani invece che impianti petroliferi o nucleari. Lunedì il prezzo del barile era calato del 2% quando l'Opec ha tagliato le previsioni sulla domanda per quest'anno e per il prossimo.
04
Tensione tra le due Coree, avviso della Cina
Attenzione a quello che accade tra le due Coree. E a quello che dice Pechino sull’escalation nella penisola coreana dopo che il Nord ha distrutto oggi una parte delle strade di collegamento con il Sud. «Le tensioni nella penisola non sono utili agli interessi comuni di tutte le parti e la priorità è quella di evitare un'ulteriore esclalation del confronto», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning.
05
Google ordina mini reattori nucleari per i centri dati

È sempre una questione di energia e la corsa al nucleare è ripartita. Google ha ordinato sei o sette piccoli reattori nucleari modulari per alimentare i suoi centri dati. Kairos Power, la start-up che costruisce i reattori, spera di mettere in funzione il primo entro il 2030. I giganti del settore tecnologico stanno alimentando una rinascita del nucleare alla ricerca di energia pulita e affidabile per il funzionamento dei centri dati che sono alla base del boom dell'intelligenza artificiale.
06
Intelligenza artificiale, l'eldorado dei microchip

E l’intelligenza artificiale come funziona? Con i microchip! Il prezzo delle azioni di Nvidia, uno dei produttori di chip che riforniscono i centri dati, ha raggiunto un livello record. Le azioni dell'azienda americana sono salite dell'8% nell'ultima settimana, con una capitalizzazione di mercato di 3,4 trilioni di dollari. È tornato l’ottimismo sulla capacità di generare reddito a breve termine con l'intelligenza artificiale. Per ora, i soldi li incassa Nvidia.
07
L'impresa di Musk e l'avventura nello spazio
A proposito di intelligenza (non artificiale), mentre legioni di falliti lo criticano sui social, Elon Musk ha messo a segno un’altra impresa storica con SpaceX: il razzo Super Heavy (71 metri di altezza) della navicella Starship è rientrato nella base di lancio, sulla rampa da cui era partito appena sette minuti prima, «abbracciato» da un sistema di presa sulla torre.

Chi è Musk? L'uomo che ha innescato la seconda grande corsa allo spazio. Andiamo indietro nel tempo, List del 31 maggio 2020.

C'è speranza? Sì, dopo aver visto il decollo e l'aggancio di Crew Dragon, la navicella della SpaceX di Elon Musk, alla Stazione Spaziale Internazionale, pensiamo che vi sia speranza per gli Stati Uniti e per la vita dell'uomo sulla Terra. L'arrivo sulla ISS dei due astronauti della Nasa, Doug Hurley e Bob Behnken, che raggiungono i due colleghi a bordo della Stazione, l'americano Chris Cassidy e i russi Anatoli Ivanishin e Ivan Vagner, è una buona notizia. Gli americani tornano nello spazio nove anni dopo l'abbandono delle missioni Shuttle, il rilancio della Nasa è importante sul piano scientifico e l'America da questa impresa potrà trarre vigore e fiducia nelle sue possibilità in un momento drammatico, con la crisi del coronavirus, 40 milioni di persone in fila per il sussidio di disoccupazione e un grave disordine sociale. La prima corsa nello spazio fu generata dalla competizione con la Russia, in piena Guerra Fredda. Il lancio dello Sputnik in America fu vissuto come una sconfitta (e naturalmente una minaccia) da quel momento partì una gara per arrivare primi sulla Luna. Per capire quanto fosse grande l'effetto psicologico di quella sfida, consigliamo la visione della serie di Apple TV "For all mankind", dove sulla Luna arrivano prima "gli altri". Tornare nello spazio con razzi, navicelle e astronauti Made in America è fondamentale.

Trump ha fatto il suo giro d'onore, ma il lavoro della Casa Bianca porta la firma del vicepresidente Mike Pence, un appassionato dello spazio (ha creato lui le basi per fondare la Space Force della Difesa). Quando tutti pensavano che l'immaginario dell'avventura nel cosmo fosse finito, Elon Musk ha gettato le basi per rilanciare la corsa allo spazio insieme alla Nasa che ha continuato a fare il suo lavoro in anni difficili. È una grande impresa messa a segno in una fase storica di enorme difficoltà per l'America. Dietro questa impresa, c'è un uomo americano che come tutti quelli di un certo genio viene da lontano. Chi è Elon Musk?

Non è Albert Einstein, non è Wernher Von Braun. Non ha cambiato le leggi della fisica, non ha scalfito le teorie sulla balistica. Chi è e che cosa è Elon Musk? È un acceleratore di realtà, corre con Tesla sulla terra, naviga nel cosmo con SpaceX, fa il pieno di energia con Giga factory e ha un sogno extraterrestre: colonizzare Marte.
Quella di Musk è la biografia ad alta velocità di un uomo senza frontiere. Musk ha applicato uno schema preciso in ogni sua attività: duro lavoro, immaginazione, archiviazione e rilascio di dati, energia, esperienza, sviluppo esponenziale della velocità di crociera.
Tesla è il fulcro di questa strategia: un prodotto top nel design, immerso nello spirito hi-tech dei nostri tempi, visionario nel cockpit di guida che simula quello di una navicella spaziale, potenza senza rumore e emissioni, velocità.
Gigafactory, la fabbrica di energia elettrica di Tesla, viene presentata così: "La missione di Tesla consiste nell'accelerare la transizione a un mondo di fonti di energia sostenibili". Accelerare, questa è la parola chiave della vita di Musk.
Lo spazio, in questa dimensione, gioca un ruolo fondamentale, è il motore di immaginario e il grande obiettivo finale di Musk. Il suo sogno di colonizzare Marte non sarebbe stato possibile senza una deviazione nella storia della Nasa: l'apertura del mercato dei lanci di satelliti ai privati. Musk con grande abilità e fiuto per il business capì che si stava creando un grande spazio commerciale che avrebbe finanziato la sua azienda, la sua ricerca e reso possibile il suo obiettivo finale: far sbarcare l'uomo su Marte.

Una compagnia privata ha lanciato uomini nello spazio. E andrà sulla Luna. E poi toccherà il suolo del Pianeta Rosso, Marte. La fine del programma Shuttle fu l'elemento decisivo, nella fine c'è sempre un nuovo inizio.

Dal 1981 al 2011 gli Stati Uniti si servirono di questa meravigliosa macchina volante per le loro operazioni nello spazio, ma i tagli al bilancio statale e la riduzione dei fondi per la Nasa imposero una scelta radicale: il The End sull'avventura della navetta. Da quel momento per Musk e gli altri cacciatori di imprese della Silicon Valley con il razzo in testa comincia una storia di ricerca, fallimenti, successi.
Musk lavora in parallelo su tutti i suoi progetti: sviluppa la ricerca e la capacità di produzione di Tesla, costruisce Gigafactory, investe sull'accumulazione e creazione di energia pulita, lancia SpaceX e punta sull'atterraggio verticale del razzo dopo l'entrata in orbita, cioè il riciclo del materiale di lancio e l'abbattimento dei costi di missione. Visionario sì, ma attento ai bilanci delle sue aziende.

SpaceX è un successo, un catalizzatore di energia. Capsula Dragon e razzo Falcon 9 sono i suoi dardi lanciati nello spazio.
La vita di Elon Musk è quella di un americano atipico, nato nel 1971 a Pretoria, in Sudafrica, comincia la esplorazione tra bit e quanti programmando sul Commodore Vic20. Quanti ricordi in ognuno di noi. Ecco, Musk quel gioco lo trasforma in cultura personale e profitto perché i videogiochi che programma da ragazzino riesce a venderli alle riviste specializzate. La separazione dei suoi genitori - madre canadese e padre sudafricano - è come un missile: si trasferisce con la mamma in Canada, studia, costruisce sogni e naturalmente come tutti quelli che toccano il cielo con un dito si auto-catapulta in California. Fiuto per il business, curiosità, tenacia sono gli ingredienti dell'inventore perfetto. Musk lo è. Ha anche un carateraccio e idee infelici (chiamare il figlio con una formula d'algoritmo è una di queste) che viene fuori spesso su Twitter (dovrebbe esserci una posologia per l'uso del cinguettìo online, la dose in eccesso fa male), non è un innovatore radicale della scienza, un genio che rivoluziona le discipline scientifiche, ma è un tipo che sa il fatto suo nell'adattare l'esistente al suo obiettivo migliorandone performance, resistenza, (ri)utilizzo e soprattutto velocità.

È interessato alla fisica nella misura in cui la materia lo aiuta a lanciarsi in un'altra avventura, non c'è speculazione intellettuale, Musk non ha l'ambizione di diventare Newton, non trascorre il tempo all'ufficio brevetti di Berna come il professor Einstein che sforna studi fondamentali per scoprire le forze dell'universo. Musk fa pratica, è il tipo che in garage prova a costruire la sua macchina del tempo, non a caso nel film "Ritorno al futuro" l'oggetto viaggiante è una esistente DeLorean DMC-12 (unico modello costruito nel 1976 dalla casa automobilistica, prodotto in 9200 esemplari, progettato da William T. Collins, ex capo ingegnere alla Pontiac) che viene adattata dal Dr. Emmett "Doc" Brown per attraversare il tempo.

Il tempo, lo spazio, diventano un viaggio grazie ai motori e Musk in questo campo, quello della propulsione (che un giorno ci consentirà i viaggi interstellari) sperimenta e prova a produrre in serie. Così frequenta i corsi di fisica alla Stanford University, ma la sua visione accelerata riguarda prima di tutto se stesso. La conseguenza fulminea è che lascia la ricerca scientifica pura e comincia a inseguire la sua reale vocazione: l'invenzione.
Tesla è un'idea in fondo semplice ma avanti. L'auto elettrica fino al suo arrivo era un barattolo di lamiera, dopo Musk è uno status symbol. SpaceX è un'altra idea semplice, ma avanti nel modello di business. L'accelerazione dei suoi piani è frutto dell'uso sapiente della leva finanziaria e dell'assoluta consapevolezza che si impara solo sbagliando. Quanti errori, Musk. La vita è questa frazione di tempo disponibile per continuare a fare grandi errori. Sta finendo quando ti rendi conto che non puoi più sbagliare. O forse no, scopriremo insieme che anche a cent'anni possiamo permetterci di fare il buco nell'acqua.
Quando un lancio di SpaceX fallisce, si accumula esperienza, arrivano i dati sull'errore, si fa l'analisi. Si cade. E si riparte. Musk non è uno startupparo che consuma solo denaro, guadagna. E si nutre di immaginario. Da ragazzo esercita i suoi neuroni su Star Wars, crea videogiochi che ne mimano gli effetti speciali, i rumori, l'ambientazione. È tutta una questione di immaginazione, senza non si va da nessuna parte, si resta nell'ordinario che è in fondo la mediocrità di chi critica senza aver mai fallito perché non ha mai provato. Sopra e sotto prima di tutto c'è il marketing di se stesso, che è l'utopia di Musk, la storia dell'impresa dell'uomo.

Così Tesla, diventa il lusso elettrico; SpaceX è il viaggio nello spazio privato; Giga factory è il pieno di energia pulita; Hyperloop è il prossimo viaggio che abbatte il tempo senza curvarlo. Questo senso della realtà viene mixato con la visione dell'impossibile, trasformato in azienda e capitalizzazione a Wall Street. Grandi sogni, realizzazioni concrete nel presente e un piano per andare veloci nel futuro. Dietro, c'è la storia, la prima grande corsa nello spazio, l'eredità del genio della balistica, Wernher Von Braun. Il barone Von Braun fu il principale artefice dello sviluppo dei missili del regime hitleriano, fu lui a ideare i razzi V-2 della Germania. Dopo la guerra gli americani presero in consegna lui e il suo gruppo e costruirono il team di ricerca che poi scrisse la gloriosa avventura della Nasa, Von Braun fu il direttore del Marshall Space Flight Center. Gli studi balistici del barone continuano ad essere il fulcro della ricerca balistica, Von Braun fu anche il primo a immaginare una stazione spaziale orbitante. E torniamo sempre là, all'immaginario, alla sua forza motrice.
L'essenza di Musk è quella, la capacità di vedere e non fermarsi solo alla visione, ma procedere per stadi alla realizzazione dell'idea. Si torna sulla Luna e si pensa alla colonizzazione di Marte. Per riuscire in queste imprese servono team giovani, motivati, un obiettivo - meglio ancora come stimolo è la presenza di un nemico, come lo fu la Russia nella prima stagione dell'esplorazione nello spazio - e disponibilità finanziarie. Musk è nel contesto storico perfetto per riuscire.

Dieci anni fa, durante una discussione sull'importanza del team, della progettazione e della visione, Peter Diamandis - un Singularitarian, fondatore di X-Prize - consigliò un libro: Rocket Men, di Craig Nelson. Lettura ad alta gradazione, vi verrà voglia di andare sulla luna. Tutto quello che oggi vi sembra impossibile, in realtà è a portata di un salto nel tempo e nello spazio. La scienza procede a sbalzi. Musk, Bezos e gli altri lanciatori di oggetti in realtà pensano di proiettare se stessi in un'altra dimensione, attraversare il ponte di Einstein-Rosen e aprire la porta di un altro universo. Musk per ora guarda a Marte, ma basta aprire i libri di fantascienza e guardare i film per capire che l'uomo sta cercando di superare le barriere naturali dell'attuale conoscenza scientifica.

La serie di Star Trek è una continua esplorazione di queste possibilità, un film come Interstellar ha aperto una riflessione pop sulle dimensioni parallele e i viaggi nel tempo, i libri sulla fisica dei super eroi dietro il divertissement nascondono gli ingranaggi di nuove scoperte che arriveranno tra secoli, millenni o con un balzo felino forse domani. Osserviamo tutto questo con la passione dei fanciulli, con meraviglia, stupore e nello stesso tempo una vorace curiosità per il domani.

Abbiamo segnalato più volte uno scrittore di straordinaria creatività, probabilmente oggi è il gigante della Science Fiction, è un cinese, si chiama Cixin Liu. Nelle pagine di questo autore visionario - che ci offre anche il punto di vista esclusivo della Cina su come devono andare secondo Pechino gli affari del mondo - ci sono tutti gli elementi della nostra esistenza, la storia, la filosofia, la ricerca scientifica, l'odio, l'amore, l'astronomia, i viaggi nello spazio e nel tempo, la meraviglia. Mark Zuckerberg lo legge e consiglia, tutti cercano di carpirne il segreto creativo, Musk è più avanti di tutti e lo resterà a lungo perché ha un pregio (che è anche il suo difetto): non è un freddo, s'incazza facile, ha un che di prometeico quando sfancula Wall Street che fa i conti di Tesla senza l'oste (il mondo che cambia, boys and girls) e tira dritto dicendo che quelli non hanno una visione che va oltre una trimestrale di cassa. E alla fine con una suprema botta di... vabbè, fortuna, finisce per avere ragione, Tesla va.

L'ultima sfida, meravigliosa per l'effetto scenico, l'ha lanciata contro i parrucconi della California politicamente corretta che volevano tenere la fabbrica di Tesla chiusa ancora a lungo per il coronavirus, a un certo punto Musk ha twittato: vado in fabbrica, riapriamo, mi arrestino pure. Spaccone ma la catena di montaggio resta una cosa seria anche per lui. Somiglia in questo umore sulfureo, da combattente controvento, all'altra brillantissima testa non allineata della Silicon Valley, Peter Thiel (se volete avviare un'impresa dovete leggere Zero to One). A cosa sta pensando Elon per il domani? Allo sbarco su Marte. Qualcuno dice che in realtà stia accarezzando un'idea più grande. Quale? Warp Drive. Cosa vuol dire? Viaggiare più veloci della luce (ok, si sente l'eco di Kal-El che giunto sulla terra divenne quel tipo con il vestito azzurro, Superman) e dare il via all'esplorazione interstellare, trovare un esopianeta abitabile, un'altra Terra nell'universo. Possibile? Mah, succede solo nella fantascienza, senza il fanta- come premessa la faccenda non è praticabile, la teoria della relatività lo nega, meglio cercare un'approssimazione, non quello che appare contro le leggi della fisica che conosciamo.

È stato Peter Thiel di recente a sollevare sulla rivista First Things il problema filosofico e scientifico del Warp Drive nella recensione al libro di Ross Douthat, The Decadent Society, quando muovendo una critica al libro, all'idea di progresso continuo - e non accettazione dei limiti alla conoscenza che la natura impone - ha ricordato che la storia e la scienza procedono a balzi (anche indietro, come abbiamo visto nella crisi del coronavirus) e la domanda sul "come tornare al futuro?" - cioè come riprendere l'energia vitale, il senso della frontiera da superare, che vi fu tra gli anni Cinquanta e Sessanta, reinventare la nostra vita e fare balzi in avanti - non ha una risposta semplice. Douthat confida nella ripresa della religione (che senza dubbio è una spinta) e nei viaggi interstellari. Ma entrambi i punti - irrazionale e razionale - non sono prevedibili e dunque misurabili. Thiel ricorda che non abbiamo le conoscenze per farlo - ammesso che si possa fare - e anche affidarsi alla salvezza al di fuori del nostro sistema solare non è saggio, visto che gli alieni potrebbero non avere istinti amichevoli nei nostri confronti (ecco che spuntano le pagine di The Three-Body Problem, il romanzo di Cixin Liu che racconta la battaglia tra il pianeta di Trisolaris e la Terra) e alla fine il vero obiettivo è quello difficile ma raggiungibile, non l'utopia ma la moderazione secondo Thiel ci farà ritrovare lo spirito da pionieri. Si può fare, è la frase, dunque Musk farà esattamente quello che ha sempre detto: andrà su Marte, senza sembrare un marziano. Three, two, one, liftoff! E parte la canzone di Domenico Modugno, Volare.