9 Dicembre

Siria. Chi ha vinto, chi ha perso e chi non ha capito

La caduta del tiranno Assad. Il ruolo chiave di Israele che un anno dopo la strage del 7 ottobre ha rivoluzionato lo scenario del Medio Oriente. La sconfitta di Putin e il crollo dell'asse della resistenza dell'Iran. I piani di Erdogan e la presa del potere dei tagliatori di teste, da Al Qaeda a Hts

In sette giorni è caduto un regime che da 50 anni opprimeva la Siria. Il fatto conferma quanto sia imprevedibile e fulminea la freccia della storia, riassunta in una frase del compagno Lenin:

Ci sono decenni in cui non succede nulla e ci sono settimane in cui accadono decenni.

Lo spietato dittatore, Bashar Assad, ha lasciato la Siria, ha ottenuto asilo dall’alleato che non è riuscito a proteggerlo quando le milizie jihadiste hanno deciso di spingersi fino al cuore dello Stato siriano, le città di Aleppo, Homs, Hama e Damasco, una guerra-lampo condotta sui 450 chilometri dell’autostrada M5, la carovano della battaglia da Nord a Sud, dal confine con la Turchia fino alla Giordania e alle porte di Israele, sulle alture del Golan. 

La rivolta è partita da Idlib, la provincia a guida fondamentalista che fu roccaforte dell’Isis, capeggiata da una sagoma, Abu Muhammad Jolani, 42 anni, fondatore nel 2012 di Jabhat al-Nusra, l'ala siriana di al Qaeda, poi diventata Hayat Tahrir al-Sham (HTS), insomma, la speranza della Siria è un tagliagole che ha 10 milioni di dollari di taglia sulla testa. Jolani ha scelto come luogo del suo discorso di «liberazione» da Assad - e di inizio della sua leadership - la moschea degli Omayyadi. 

Abu Muhammad Jolani fa il suo discorso della liberazione nella moschea degli Omayyadi (Foto: Abaca).

Coincidenze, segnali lontani, un ricordo: la presa del potere in Iraq di Abu Bakr al-Baghdadi nella grande moschea al-Nuri di Mosul. Corano e guerra, assassinio e «purificazione», paradiso e terrore. Sono sinistre assonanze che non vengono in mente alla classe politica europea e alla stampa progressista, quelli che ancora una volta non hanno capito, sempre dalla parte sbagliata della storia pur di non guardare in faccia la realtà: Assad era un sanguinario dittatore, i nuovi arrivati sono i tagliatori...


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