26 Ottobre

Taglia e cuci. La sartoria di Draghi

La Banca centrale europea ha dimezzato da 30 a 60 miliardi di euro al mese gli acquisti di titoli di Stato. Ma il programma si allungherà. Così il Presidente della Bce prova a evitare il crash landing. Per l'Italia è un punto molto delicato. Senato, Habemus il Rosatellum. Intervista a Piketty: come morire di Grande Coalizione

 

Mario Draghi.  È quello che manovra la catapulta del denaro, occhi e orecchie del mercato aspettavano da lui oggi un chiarimento sulla politica della Bce e l'ormai fin troppo atteso slower taper, il taglio al rallentatore (ma non troppo) del programma di acquisto dei titoli di Stato. La decisione è arrivata: gli acquisti passeranno da 60 a 30 miliardi al mese, il programma è dimezzato, ma andrà avanti fino a settembre 2018 e oltre.  Un colpo d'accetta, una pacca sulla spalla e andiamo avanti. In pratica, un'operazione di taglia e cuci, la sartoria di Draghi.

Ricordiamo quanto vale il quantitative easing per l'Italia: 300 miliardi di euro. Naturalmente, è fondamentale anche per gli altri paesi - Francia, Germania e Spagna, tra i primi - ma l'Italia ha un lieve problema: un debito pubblico che dal 2014 a oggi è aumentato di 138 miliardi e oggi veleggia a quota 2279 miliardi di euro. Draghi è arrivato alla fine di un ciclo: con una serie di aggiustamenti continui alla fine giunse a varare il programma di acquisto di titoli di Stato per dare fiato alla finanza pubblica (e non solo, pensate ai titoli di Stato presenti nella pancia delle banche italiane, sovraesposte) con quello che poi passerà alla storia come il "bazooka". Quel ciclo storico è finito. Il quadro europeo nell'ultimo anno è stato completamente shackerato: gli inglesi hanno votato la Brexit e lasceranno l'Unione (sì, hanno la Sterlina, ma il loro influsso sull'economia della Germania - leggere alla voce export - è enorme); i francesi hanno cancellato i socialisti dalla carta geografica e piazzato sul campo l'Uomo En Marche, Emmanuel Macron; i tedeschi sono meno perfetti di prima, è finito il loro eccezionalismo (e forse è perfino un bene) e nel Bundestag per la prima volta c'è la destra...


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