26 Ottobre
Germany First. E gli altri dopo
Il sottosopra tedesco. Perché per l'Europa (e l'Italia) il voto in Germania cambierà tutto. Merkel vince ma è un'anatra zoppa. Il suo quarto mandato fa scattare la ricerca di un successore. L'ascesa della destra e la borghesia di un paese che non è più un'eccezione
"È inutile che ci giriamo intorno...". Così Angela Merkel ha cominciato il suo discorso dopo la vittoria. Sì, è inutile che ci giriamo intorno, da oggi c'è ancora Angela Merkel, ma c'è un'altra Germania. O forse c'è sempre stata, ma gran parte del racconto l'ha tenuta in un angolo, misteriosa come un gatto nero, sperando che improvvisamente diventasse bianco. Il gatto nero invece ha graffiato tutti quelli raccolti intorno al camino, ricordato che lui c'è, che in casa ha il suo spazio e quando miagola non si può far finta di niente.
Il gatto nero è la Germania, questo grande paese, croce e delizia dell'Europa. Il risultato del voto è chiaro: Merkel ha vinto perdendo voti, i socialdemocratici raccolgono il peso di un inesorabile declino dei socialisti in Europa, la destra nazionalista di AFD ruggisce, i duri liberali di FDP hanno ripreso vigore, i Verdi hanno una finestra aperta nel Bundestag, la sinistra neo-marxista della Linke tiene viva la sua testimonianza storica. Se guardiamo chi ha perso e guadagnato seggi, sentiamo avanzare il rumore delle lance che battono sugli scudi dei duri e degli estremi: la coalizione centrista della Merkel perde 65 seggi, la Spd ne lascia sul terreno 40, la destra fiammeggiante di AFD ne guadagna in un lampo 94, i liberali al Bundestag saranno a quota 80, la Linke guadagna 4 seggi, come i Verdi. Il centro è accerchiato. E non può limitarsi a difendere le sue posizioni, deve trovare un altro schema di gioco politico.
Angela Merkel conquista uno storico quarto mandato e si ritrova improvvisamente un'altra Germania da guidare. Verso dove? Questo è il grande dilemma della Cancelliera. Merkel è un politico di eccezionale valore, l'unico statista presente in Europa, ha governato con mano ferma e grande maestria la Germania per dodici anni...
"È inutile che ci giriamo intorno...". Così Angela Merkel ha cominciato il suo discorso dopo la vittoria. Sì, è inutile che ci giriamo intorno, da oggi c'è ancora Angela Merkel, ma c'è un'altra Germania. O forse c'è sempre stata, ma gran parte del racconto l'ha tenuta in un angolo, misteriosa come un gatto nero, sperando che improvvisamente diventasse bianco. Il gatto nero invece ha graffiato tutti quelli raccolti intorno al camino, ricordato che lui c'è, che in casa ha il suo spazio e quando miagola non si può far finta di niente.
Il gatto nero è la Germania, questo grande paese, croce e delizia dell'Europa. Il risultato del voto è chiaro: Merkel ha vinto perdendo voti, i socialdemocratici raccolgono il peso di un inesorabile declino dei socialisti in Europa, la destra nazionalista di AFD ruggisce, i duri liberali di FDP hanno ripreso vigore, i Verdi hanno una finestra aperta nel Bundestag, la sinistra neo-marxista della Linke tiene viva la sua testimonianza storica. Se guardiamo chi ha perso e guadagnato seggi, sentiamo avanzare il rumore delle lance che battono sugli scudi dei duri e degli estremi: la coalizione centrista della Merkel perde 65 seggi, la Spd ne lascia sul terreno 40, la destra fiammeggiante di AFD ne guadagna in un lampo 94, i liberali al Bundestag saranno a quota 80, la Linke guadagna 4 seggi, come i Verdi. Il centro è accerchiato. E non può limitarsi a difendere le sue posizioni, deve trovare un altro schema di gioco politico.
Angela Merkel conquista uno storico quarto mandato e si ritrova improvvisamente un'altra Germania da guidare. Verso dove? Questo è il grande dilemma della Cancelliera. Merkel è un politico di eccezionale valore, l'unico statista presente in Europa, ha governato con mano ferma e grande maestria la Germania per dodici anni e si appresta a farlo per altri quattro. Ha raggiunto il record di mandati del gigante, Helmut Kohl, sulla cima più alta c'è il titano, Bismarck. Prima del voto si pensava di poter continuare con il tran-tran della Grande Coalizione con i socialdemocratici, ma il crash del signor Schulz ha imposto alla Spd un bagno di realismo: tornare all'opposizione prima di tirare le cuoia. A Merkel resta l'opzione della coalizione Jamaica, non proprio rose e fiori: i liberali di FDP sono falchi conservatori che non vogliono dare aiuti alla Grecia, predicano il rigore, sono contrari a idee come il salario minimo garantito; i Verdi fanno i verdi, pescano nell'utopia ecologista, ma hanno frecce di pragmatismo nel loro arco e non saranno una presenza facile da addomesticare.
Che Germania è l'altra Germania? Un paese spostato a destra, ma non come lo racconta il mainstream, con le croci uncinate, i caratteri runici e il neonazismo. Quelle sono cose buone per fare titoli per gonzi da ammaestrare al clic compulsivo. Sì, certo, c'è anche quello, c'è gente che ha un linguaggio e idee da anni Trenta, ma il nocciolo incandescente del reattore tedesco è da un'altra parte: la borghesia ha dato una sterzata al volante della sua Volkswagen (l'auto del popolo), ha messo la Golf in mezzo alla corsia con i fari accesi e ha detto che prima c'è la Germania e dopo, molto dopo, c'è il resto d'Europa.
Germany First non è più la retorica dei nemici della Merkel in Europa, non è il "è sempre colpa della Germania", ma sarà la realtà di un paese che con questo scenario elettorale dovrà per forza fare i conti. Il discorso sullo stato dell'Unione di Jean-Claude Juncker di qualche giorno fa è già archiviato. I tedeschi non vogliono il Club Med dei paesi con l'allegra contabilità, chiedono da tempo la fine del quantitative easing della Bce di Mario Draghi, non vedono gli aiuti alla Grecia come un'idea così solidale e soprattutto intelligente, l'immigrazione incontrollata è fumo negli occhi, l'unione bancaria, la condivisione del debito degli altri, sono cose lontanissime dall'uomo della Baviera che ha in testa la sua pensione, la casa a prezzi stabili, il risparmio garantito e senza interessi sotto zero, il lavoro per i suoi figli, le partite della Bundesliga, una birra con gli amici mentre là fuori nevica e tanti saluti ai latinos sotto il sole del Mediterraneo e con l'allegra gestione di bilancio.
I segni del crac erano arrivati ben prima del voto nazionale: le elezioni in Meclemburgo-Pomerania nell'autunno del 2016, a casa di Angela Merkel, furono come il bagliore di un bengala nella giungla. I commentatori smart, sempre pronti a rassicurare i benpensanti, si affrettarono a calmare tutti, è una situazione particolare, e vai con l'estintore. Ieri si sono bruciati la penna, era già successo con la Brexit, con Trump, con "Hillary vince, punto". Certo, e a capo con un altro imbarazzante capitolo della loro hubrys da intellettuali del tracotante e ridicolo giornalismo collettivo. In realtà era solo il preludio di quello che poi abbiamo visto ieri: AFD terzo partito della Germania. La sua ascesa riapre la "questione tedesca", la presenza di questo gigante economico e politico che nonostante la riunificazione e l'eccezionale opera di Helmut Kohl resta un'incompiuta. Alla Germania manca ancora la visione del "campione del nuovo ordine mondiale" e quest'assenza pesa su tutta la costruzione dell'Europa. Merkelandia è stata finora una virtuosa gestione del problema interno tedesco, con un mandato di titanio per l'industria della Germania nel mondo, ma senza una proiezione politica dell'Unione, in costante assenza di una politica estera e di difesa dell'Europa. La diplomazia della Bmw e della Bayer in un'epoca dominata da figure come Trump, Putin, Erdogan, Xi Jinping, in uno scenario da contatore Geiger con la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la Bomba H della Corea del Nord, i missili dell'Iran, la fame, la carestia, le guerre e la sfida demografica dell'Africa, non può avere la Germania sullo sfondo, alla cassa del discount, ma in primo piano. Da ieri l'idea di avere Berlino come frontrunner nella corsa di fuoco e acciaio della storia si è fatta più complicata e contemporaneamente sempre più necessaria. I cavalli della quadriga sulla porta di Brandeburgo sono un memento.
La Germania è un paese alla continua ricerca di spazi, deve correre, l'Europa è a bordo del suo carro, ma i cavalli hanno bisogno di essere guidati verso un punto preciso della storia. Resta la domanda: quale?
Il più interessato spettatore delle elezioni tedesche, Emmanuel Macron, dovrà rivedere i suoi piani. Ridisegnare l'Europa con Berlino per Parigi non sarà un'operazione da uno, due e via. Le pressioni interne sulla cancelliera saranno notevoli, il suo percorso sarà diverso da quello immaginato fino a qualche settimana fa, la direzione politica delle istituzioni dell'Unione e della Banca centrale europea prima di tutto, è tutta da reinterpretare alla luce del risultato delle elezioni.
L'Italia, questo paese che non va mai oltre l'essere una speranza, non immagina quanto il voto di ieri peserà sul suo destino. Matteo Renzi continua a ripetere la favoletta del deficit, del ritorno ai parametri di Maastricht, non si è accorto che il centro del mondo non è a Rignano sull'Arno, prima o poi si sveglierà e scoprirà le meraviglie della calcolatrice. Silvio Berlusconi aveva e ha un patto di collaborazione con Angela Merkel. L'elezione di Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo fa parte di questa trama diplomatica, ma anche il Cavaliere da ieri dovrà fare i conti con il risultato delle elezioni tedesche. Angela continuerà a guardare a "Silvio" come al cuscinetto necessario per evitare che l'Italia sprofondi nel grillismo o nel leghismo o, peggio ancora, nel governo Frankestein composto dalla distopica alleanza tra Movimento 5Stelle e Lega, ma nello stesso tempo la posizione della Germania sarà meno flessibile di quanto sia stata fino a ieri sui dossier che contano: la gestione del bilancio, il taglio del debito, l'unione bancaria e soprattutto la nuova governance europea. Siamo tra due fuochi: quello acceso da Macron e quello attizzato dalla destra tedesca. Per non bruciarsi, l'Italia dovrebbe smetterla di raccontarsi favole, auto-consolarsi, drogarsi in un dibattito pubblico dove i media fanno a gara a chi la spara più grossa e soprattutto più bassa. Ieri è tornata la realtà, sul nostro radar c'è Claudio Baglioni che condurrà Sanremo, Fico che sul palco non c'è e stamattina la retata di professori che si spartivano le cattedre universitarie. Achtung e tanti auguri.
Non è la fine dell'Europa, ma della retorica dell'europeismo certamente, è un altro -ismo che viene giustamente archiviato dalla storia, l'ideologia delle élite senza popolo. Siamo alla vigilia di una correzione di rotta di cui ancora non conosciamo il grado e l'ampiezza, la vedremo presto manifestarsi, fuori dalla retorica, nella pratica quotidiana di governo. Non è per forza un male, può essere in realtà il catalizzatore di una salutare reazione chimica. Vedremo. Il dato di realtà è per ora questo: Merkel da ieri è cancelliera per la quarta volta e nello stesso tempo - come scrive il quotidiano economico Handelsblatt - un'anatra zoppa che ha cominciato a camminare con passo incerto verso il suo ultimo mandato. Questo significa che nel suo partito, la CDU, comincerà parallelamente un'altra corsa: quella della successione che comprende l'archiviazione nella teca della storia della sua straordinaria figura. Ci sono sagome politiche che vivono perennemente in uno scenario crepuscolare. Merkel ha fatto tre mandati all'alba, questo sarà al tramonto.
Il tramonto senza un'alba domani sembra essere quello dei partiti socialisti europei. Lo Spiegel parla della loro "lenta morte" che in realtà ha subito un'accelerazione. Il disastroso risultato della Spd guidata alle elezioni da Martin Schulz è il gong finale non solo per il partito tedesco, ma per tutto il club della socialdemocrazia europea. Hanno un serio problema con le lancette dell'orologio, non sono sintonizzati con la storia, la loro agenda non corrisponde a quella del popolo, ne sono talmente lontani da aver trasformato in questi ultimi due anni una parola - populismo - in un dispregiativo da appiccicare a chiunque non la pensasse come loro. Porre un dubbio, avanzare una domanda, provare a vedere la realtà sotto un altro punto di vista, una semplice digressione rispetto al pensiero unico, significava e significa ancora oggi - nonostante il panorama di rovine fumanti davanti alla porta della loro casa - finire nel libro nero delle deviazioni dal politicamente corretto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. È il collasso della Spd prima di tutto ad aver favorito l'ascesa dell'ultra-destra in Germania, è lo stato di confusione mentale del Pd in Italia (Matteo Renzi ha detto ieri che Minniti fa la destra e Delrio fa la sinistra), le sue lotte fratricide, ad aver lasciato il campo libero al Movimento 5Stelle, è la pietosa (s)cena incipriata del socialismo francese ad aver aperto la marcia trionfale di Macron in Francia, è la crisi devastante dei Democratici in America ad aver spalancato la porta della Casa Bianca a Trump. Crisi a sinistra, avanzata a destra e non al centro. Questa famiglia, dalla foto perennemente ingiallita, nel 2000 i partiti socialisti in Europa guidavano 10 paesi su 15 che allora componevano l'Unione. Se andiamo a vedere l'Europa di oggi a 28 Stati, il quadro è semi-desertico. Guardate questa mappa pubblicata da Spiegel. What else?
"Non faremo la grande coalizione" ha detto Martin Schulz subito dopo l'esito del voto tedesco. Le grandi coalizioni annullano le differenze, conducono uno dei due partner nella tomba, confondono gli elettori, lasciano il campo aperto alle formazioni politiche che hanno il megafono sempre in mano. In Italia i geni della lampada politica stanno architettando una legge elettorale che conduce verso una grande coalizione. Forse sarà necessaria, ma riflettiamo un attimo, mettiamo nero su bianco una domanda sul taccuino e proviamo a andare con l'analisi non a domani non a sei mesi, ma tra due, tre anni al massimo: qual è il più grande regalo che si può fare al Movimento 5Stelle? Risposta: una grande coalizione. La politica è qualcosa che prevede l'uso dell'immaginazione, non occorre conoscere la teoria della relatività per capire l'esito finale di questa storia. È il sottosopra della democrazia, la sua versione da social network, il prendi i soldi e scappa del voto online, la fiera dell'incompetenza, l'esito minimo garantito di una corsa tra brocchi. La democrazia è in crisi? Altro che, seguite il titolare di List.
01
La crisi della democrazia
È la crisi della democrazia? Certamente è un passaggio incandescente della contemporaneità con un incendio che invece di essere domato si è propagato perfino alla Germania. Oggi il Financial Times scrive che "è finito l'eccezionalismo della Germania". Come dargli torto? Però com'è che non l'avete vista arrivare, questa fine che era nell'aria come l'odore dello zolfo quando i fuochi artificiali finiscono a terra? Nell'ultimo anno abbiamo visto l'ascesa di leader senza partito (Trump e Macron), l'affermazione di modelli di governo lontani dalla libertà e dall'Occidente - Putin e Erdogan - le difficoltà di governo, di execution, che incontrano le leadership nuove costruite sulla comunicazione immediata e senza la mediazione di corpi intermedi come sono le formazioni politiche (ancora Trump e Macron), l'asimmetria tra il risultato della gestione economica e l'esito del voto (la Brexit che ha affondato Cameron nel Regno Unito, il voto di ieri nella Germania dei record di Angela Merkel), il risorgere di antiche fratture culturali che non hanno avuto una piena soluzione politica (il caso del referendum in Catalogna, la tensione post-Brexit tra Scozia e Regno Unito), il ruolo sempre più grande di entità sovra nazionali che influenzano il processo democratico fino al punto di deviarne irreparabilmente il dibattito pubblico e la leale competizione tra imprese sul mercato (i social network e gli elusori fiscali della Silicon Valley), la selezione della classe dirigente affidata al caso e/o all'utopia internettiana (i partiti dei "pirati" in vari paesi europei e il caso Di Maio/5Stelle in Italia), la cooptazione e l'esclusione dei migliori dalla vita politica di un paese (i "nominati" in passato e in futuro dalle leggi elettorali in Italia), il declino del giornalismo in una tragica e ciclostilata visione del mondo con i titoli tutti uguali (le rassegne stampa dei giornali italiani bastano e avanzano), la dittatura del politicamente corretto nell'accademia con l'epurazione del linguaggio e del pensiero (guardate cosa sta accadendo nei campus americani), la riduzione della cultura a entertainment senza profondità. La crisi della democrazia è lo smarrimento dell'Occidente. List prova a mettere ordine, lo sapete, abbiamo questa pazza idea di raccogliere le cose sparse, unire i puntini, dare un senso al controsenso. Daniela Coli e Lorenzo Castellani ci hanno provato prendendo il la della crisi in Catalogna, un bagliore improvviso nella penisola iberica, in realtà la cenere che cova da sempre nel braciere della Spagna. Il risultato al titolare sembra ottimo, giudicherete voi, qui potete scaricare il file pdf, tutto scritto e impaginato con lo stile di List.
Al titolare di List viene in mente un passo di un libro di Milan Kundera, L'arte del romanzo:
"Mentre Dio andava lentamente abbandonando il posto da cui aveva diretto l'universo e il suo ordine di valori, separato il bene dal male e dato un senso a ogni cosa, Don Chisciotte uscì di casa e non fu più in grado di riconoscere il mondo. Questo, in assenza del Giudice supremo, appare all'improvviso una terribile ambiguità; l'unica Verità divina si scompose in centinaia di verità relative, che gli uomini si spartirono tra loro. Nacque così il mondo dei Tempi moderni, e con esso il romanzo, sua immagine e modello".
Ecco, il nostro romanzo è una cavalcata nell'ambiguità ma senza possedere la "sola certezza" cioè "la saggezza dell'incertezza" che "richiede una forza altrettanto grande". Oggi tutti possiedono un monte di certezze che farebbero rabbrividire Cartesio, nel suo splendido libro Kundera ci ricorda che "l'uomo sogna un mondo in cui il bene e il male siano nettamente distinguibili, e questo perché, innato e indomabile, esiste in lui il desiderio di giudicare prima di aver capito. Su questo desiderio sono fondate le religioni e le ideologie". Perfetto. Il problema del nostro tempo, accelerato dall'accesso ai mass media e dalla chat sul nulla ("ciao, come stai?"), fu riassunto in maniera lapidaria da Ennio Flaiano così: "Oggi il cretino è pieno di idee". È questa la crisi della democrazia, la sua naturale involuzione: il cretino oggi ha non sole le idee, si trova nella sala comando e clicca pulsanti che non sa cosa provocano.
Bene, appurato che alla cloche può esserci un cretino, prendiamo un volo sicuro. Dove andiamo? Facciamo un giro del mondo, succedono cose interessanti. Allacciate le cinture.
02
Elezioni anticipate in Giappone
Shinzo Abe anticipa tutti e chiede le elezioni anticipate. In Giappone le fanno senza psicodrammi, il premier le "chiama" e tutti si preparano al voto. Abe ha fatto questa scelta per anticipare gli avversari e approfittare del momento di sbandamento dell'opposizione e soprattutto per non finire tritato dalla forza nascente della politica giapponese, il Partito della Speranza fondato dalla governatrice di Tokyo Yuriko Koike, una di cui sentirete parlare parecchio in futuro. Cose turche? No, quelle sono qui sotto.
03
Erdogan e il referendum dei curdi
Il presidente della Turchia è uno malleabile come il granito. I curdi vogliono fare un referendum per l'indipendenza? Bene, allora lui minaccia la chiusura dell'oleodotto che trasporta il petrolio iracheno dal nord del Paese verso il resto del mondo. Chiude il rubinetto, è la sua linea politica. L'ha già fatto con l'Europa quando ci fu la crisi dei rifugiati siriani. Non mi date i soldi? Apro il rubinetto (i confini) al passaggio dei profughi. Erdy è questo, un sincero democratico con il quale si possono fare grandi discussioni sul futuro. Del rubinetto. Chi vuole un saggio su cosa fa e non fa il presidente turco, può leggere questo articolo del titolare scritto tempo fa intitolato "Riletture dopo il golpe fallito. Perché l'Europa ha consegnato le chiavi dei confini alla Turchia". E ricordatevi: se dovete parlare con Erdogan, mandate l'idraulico, non Juncker.
Altro? Con questo mezzo disastro davanti, non resta che ascoltare un po' di musica. PlayList va alla grande.
04
PlayList
PlayList, la musica dei lettori di List, ha raggiunto quota 250 canzoni, venti ore di musica e 268 followers. Ascoltate la vostra compilation su Spotify. E non fate i timidi, tanto qui a List lo sappiamo che come vedete un karaoke perdete il controllo, forza, segnalate la vostra musica al titolare, dobbiamo aggiornare PlayList.
05
L'agenda del titolare
Ieri il titolare di List ha commentato le elezioni tedesche a SkyTG24 con Giulio Tremonti, conduzione di Marco Congiu. Un'ottima ora di analisi politica. Oggi, in seconda serata su Rai2, parte Night Tabloid, conduce Annalisa Bruchi, commenti controvento del titolare di List, incursioni anarchiche di Dario Vergassola. Night Tabloid è un magazine di approfondimento, raccontiamo la contemporaneità con stile, non è un talk show. A stasera.
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.