26 Ottobre
Trump: azione militare pronta
Crisi dei missili. Il Presidente americano non cambia linea e avvisa Kim. Le Hawaii sono protette? Il sistema anti-missile e il dilemma degli esperti. E' come Cuba? JFK scrisse il discorso della Terza Guerra Mondiale
Come vanno le cose tra Kim e Donald? Male, i due non si capiscono (e non ci vuole molto a mandarli entrambi in escandescenze) e la loro guerra di parole sta innescando una serie di reazioni tutte da scoprire e dagli esiti davvero imprevedibili. Come stanno le cose? Ecco una sintesi rapida della guerra di parole in corso.
- La Corea del Nord ha inviato una serie di rassicuranti messaggi: "Vinceremo. Cancelleremo gli Stati Uniti che pagheranno un alto prezzo. Presto tutti vedranno la nostra emergente potenza";
- Gli Stati Uniti hanno risposto con Trump che non ha ammorbidito la sua frase dell'altro ieri sulla furia e il fuoco contro la Corea del Nord: "Non hanno idea di cosa stanno andando incontro".
BREAKING - Trump poco fa, mentre il titolare di List stava per premere il tasto "invio", ha indossato l'elmetto da Tweeter in Chief e sparato il suo messaggio: siamo pronti all'azione militare. "Fully in place, locked and loaded". Traduzione: la pistola è carica e abbiamo il dito sul grilletto.
C'è qualcuno che al Pentagono sta usando il cervello? Pare di sì. Le opzioni militari esistono, ma trattandosi di uso della polvere da sparo in zona radioattiva, sono tutte ad alto rischio. Il dilemma è quello di sempre: chi fa la prima mossa? First Nuclear Strike. Il comando americano del Pacifico attende che Kim mantenga la promessa di lanciare quattro missili verso l'isola di Guam. Questa sarebbe la provocazione che poi fa scattare una reazione - proporzionata? - della difesa americana. Tutte le analisi partono da un dato: Kim non è prevedibile e la reale consistenza del suo arsenale balistico è tutta da scoprire. Sulla mappa, i bersagli di Kim sono molteplici, eccoli:
Kim ha promesso di colpire l'isola di Guam a metà agosto, ancora un paio di giorni e vedremo se...
Come vanno le cose tra Kim e Donald? Male, i due non si capiscono (e non ci vuole molto a mandarli entrambi in escandescenze) e la loro guerra di parole sta innescando una serie di reazioni tutte da scoprire e dagli esiti davvero imprevedibili. Come stanno le cose? Ecco una sintesi rapida della guerra di parole in corso.
- La Corea del Nord ha inviato una serie di rassicuranti messaggi: "Vinceremo. Cancelleremo gli Stati Uniti che pagheranno un alto prezzo. Presto tutti vedranno la nostra emergente potenza";
- Gli Stati Uniti hanno risposto con Trump che non ha ammorbidito la sua frase dell'altro ieri sulla furia e il fuoco contro la Corea del Nord: "Non hanno idea di cosa stanno andando incontro".
BREAKING - Trump poco fa, mentre il titolare di List stava per premere il tasto "invio", ha indossato l'elmetto da Tweeter in Chief e sparato il suo messaggio: siamo pronti all'azione militare. "Fully in place, locked and loaded". Traduzione: la pistola è carica e abbiamo il dito sul grilletto.
C'è qualcuno che al Pentagono sta usando il cervello? Pare di sì. Le opzioni militari esistono, ma trattandosi di uso della polvere da sparo in zona radioattiva, sono tutte ad alto rischio. Il dilemma è quello di sempre: chi fa la prima mossa? First Nuclear Strike. Il comando americano del Pacifico attende che Kim mantenga la promessa di lanciare quattro missili verso l'isola di Guam. Questa sarebbe la provocazione che poi fa scattare una reazione - proporzionata? - della difesa americana. Tutte le analisi partono da un dato: Kim non è prevedibile e la reale consistenza del suo arsenale balistico è tutta da scoprire. Sulla mappa, i bersagli di Kim sono molteplici, eccoli:
Kim ha promesso di colpire l'isola di Guam a metà agosto, ancora un paio di giorni e vedremo se il test dimostrativo annunciato sarà una cosa seria o un bluff. Il regime nordcoreano ha dichiarato di essere in grado di lanciare un attacco missilistico simultaneo e di far cascare in mare quattro missili a 30, 40 chilometri dall'isola di Guam, sede della base Andersen, la pista di decollo dei bombardieri strategici americani Rockwell B-1 Lancer. Cosa sono? Questi:
Il confronto con Kim si basa sulla risposta a questa semplice e terribile domanda: gli Stati Uniti possono accettare la potenza nucleare della Corea del Nord? E' possibile l'appartenenza al club nucleare del regime di Kim? Se la risposta è sì, allora la diplomazia resta la via maestra; se la risposta è no, allora si apre (anche) l'opzione militare. Sull'amministrazione Trump si stanno abbattendo trent'anni di errori, la scelta sciagurata di Bill Clinton di optare per una soluzione del conflitto tra tra israeliani e palestinesi (impossibile, Arafat non lo voleva) invece di continuare a perseguire il disarmo della Corea del Nord, il collasso diplomatico con Bush (avevano scoperto che i nordcoreani arricchivano uranio), l'inefficacia retorica di Obama che di fatto ha incoraggiato Kim a sviluppare le sue forze balistiche e nucleari. I nodi sono arrivati al pettine con Trump, il quale si ritrova con una serie di problemi inediti.
Il primo: gli Stati Uniti sono capaci di difendersi con immediatezza e efficacia nel caso di attacco da parte della Corea del Nord? Se pensiamo alla risposta agli attacchi dell'11 settembre 2001, la risposta è no. Certo, era un attacco non convenzionale, al Norad dormivano, ma la lettura dei documenti sul 9/11 dimostra come la più grande potenza del mondo fosse del tutto impreparata di fronte a una guerra asimmetrica condotta con aerei di linea trasformati in missili teleguidati. Tra gli esperti, girano domande inquietanti. La prima: Kim è capace di condurre un attacco sulle Hawaii simile a quello di Pearl Harbor?
Sul National Interest è stata pubblicata un'analisi molto interessante. Che dice? I bersagli sono a terra, nel continente americano, ma sopratutto nel Pacifico. La lista l'ha fatta lo stesso regime nordcoreano indicando prima di tutto l'isola di Guam, ma nei pensieri degli strateghi americani ci sono le isole Hawaii, in particolare la base navale di Oahu. Eccola:
Il trauma dell'attacco giapponese a Pearl Harbor è sempre vivo. E' entrato nei libri di storia e non è mai uscito dalla mente degli strateghi militari americani. Fu il primo attacco sul suolo americano. Il secondo avvenne l'11 Settembre del 2011 e condusse poi alle campagne militari in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2003. Le pietre in guerra rotolano a valle velocemente. Pearl Harbor è un memento e dunque la domanda su quanto e come sia difesa è più che mai urgente per gli analisti. La difesa delle Hawaii dipende dall'efficacia del sistema di difesa anti-missile. Il National Interest ricorda che "il cuore di questo sistema è nel Ground-based Midcourse Defense (il GMD che List ha citato nel numero dell'altro ieri) che consiste in una serie di radar, alcuni in Giappone, ma primariamente in Alaska, e e dal sistema di intercettori (GBIs) dispiegati a Fort Greeley, in Alaska e nella base aerea di Vandenberg, in California. Questo è il complesso e ramificato sistema di difesa anti-missile americano:
Questo sistema secondo Daniel Gouré, vicepresidente del Lexington Institute, un esperto di difesa, già consigliere nell'amministrazione di George H. W. Bush, è sufficiente a difendere gli stati del continente americano, ma non le isole Hawaii, cioè uno dei potenziali obiettivi di Kim che, non a caso, cita Guam e non le Hawaii. Il sistema di radar non sarebbe in grado di agire con efficacia (è in Alaska) e gli intercettori presenti in California sono lontani. Come si vede, siamo di fronte a una questione di spazio fisico e di tempo di risposta.
Nell'attesa di un adeguamento dei sistemi di difesa del Pacifico, Kim non solo ha sviluppato la Bomba, ma ha realizzato i missili e miniaturizzato la testata. E' incredibile, ma è successo questo. E ora? Trump si ritrova con un incubo sotto casa: è nel mirino di uno svitato, non può sparare il primo colpo (il dilemma del First Nuclear Strike) e ha davanti una crisi che ha un solo precedente. Quale? La crisi dei missili di Cuba, 1962, amministrazione di John Fitzgerald Kennedy.
La crisi dei tredici giorni dell'ottobre 1962 fu quella in cui il mondo sfiorò l'incubo della guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia. Gli americani scoprirono che l'Unione Sovietica stava costruendo installazioni di lancio di missili nell'isola di Cuba, le foto scattate dai ricognitori americani erano inequivocabili. Chi ha visto il film Thirteen Days ha avuto un assaggio del clima di quei giorni:
Fu la crisi peggiore. JFK preparò anche il discorso in cui annunciava l'intervento militare - convenzionale - contro le installazioni a Cuba. La Terza Guerra Mondiale. Sono documenti riservati poi resi pubblici dagli Stati Uniti, ecco un'immagine del dattiloscritto dell'epoca tratto dalla Presidential Library di Kennedy:
"... con il cuore pesante, e nella necessità di compiere pienamente il dovere del mio ufficio, che ho ordinato - e l'Air Force degli Stati Uniti sta ora compiendo - operazioni militari a con sole armi convenzionali, per eliminare un'installazione nucleare nel territorio di Cuba". Quel discorso JFK non dovette mai pronunciarlo, ma era pronto, tra le sue carte, il fratello Robert aveva fatto preparare tutto, nella più cupa delle opzioni.
Nel materiale dei Kennedy sulla crisi dei missili c'è la storia del dilemma del First Nuclear Strike. Tra i suoi appunti c'erano due cifre: "42 milioni" e "90 milioni". Secondo gli esperti che hanno analizzato il materiale storico, erano i morti previsti sul suolo americano a seconda di due scelte: 40 milioni di morti nel caso di first strike americano, 90 milioni di morti nel caso di un primo bombardamento sovietico. La terribile mano della Storia. E le scelte indicibili sul filo della pace e della guerra, tra vita e morte.
A che punto siamo in questa distopica crisi dei missili con la Corea del Nord? Gli scettici, le anime belle, quelli che la guerra sarà un lampo, i pacifisti senza analisi dei fatti, delle condizioni materiali (gli arsenali a disposizione) e della psicologia dei caratteri in campo (Trump e Kim, ma non solo, dobbiamo considerare le reazioni di Xi Jinping, presidente della Cina, di Vladimir Putin, presidente della Russia, di Shinzo Abe, premier del Giappone e altri attori regionali, questi dicevamo, pensano sia tutto un gioco virtuale, una War Of Words, una guerra di parole. E' anche quello, ma quando si è in presenza di una sagoma che ama farsi fotografare con i missili alle sue spalle e i generali intorno che sorridono, un altro presidente che non conosce il pregio del silenzio applicato alla diplomazia, c'è sempre qualcosa di sinistro, di terribile, di inquietante. Vedremo come andrà a finire tutta questa storia. Per ora sappiamo una sola cosa: chi non ha agito ieri ha la responsabilità di tutto questo. Kim andava eliminato prima.
Cosa farà Trump? C'è da sperare che stia alzando la voce per ottenere dalla Cina un impegno ancora più intenso e efficace di quanto abbia finora dando il via libera alle sanzioni dell'Onu. L'ultima parte del suo tweet chiama la Corea del Nord a intraprendere un'altra strada. Quella della trattativa sul disarmo. In ogni caso, Trump ha deciso di circondarsi di generali, affidare al mestiere delle armi (e all'ordine tipico della scuola militare) il suo destino, è tutta gente che sa il fatto suo. Il suo Consigliere per la sicurezza nazionale, il generale McMaster è considerato un asso e il generale Kelly, il nuovo capo dello staff alla Casa Bianca è stato dipinto così dall'ultima copertina di Time:
L'ultima speranza, Kelly. Con il cuore sollevato, in questo scenario dove possiamo continuare a esplorare la contemporaneità dando sempre un'occhiata alle lezioni del passato, continuiamo il nostro viaggio. Viviamo in un'epoca di leader-monarchici, figure senza partito che dalle capitali che innescarono il fuoco del moderno, Washington e Parigi, hanno cominciato a scrivere un'altra storia. Il presente. L'altro attore di questo tempo sul palcoscenico è Emmanuel Macron, il presidente della Francia. Michele Magno per List si è immerso nelle origini della monarchia francese. Una gran bella lettura.
01
La monarchia di Macron
Caro Titolare,
si dice che per meglio capire il presente e scrutare il futuro bisogna salire sulle spalle dei giganti del passato. Per comprendere le radici storico-culturali del fenomeno Macron non basta però il richiamo a De Gaulle, ed è sbagliato quello al bonapartismo (categoria politica che coincide con il cesarismo per l'essenziale, ossia il potere personale appoggiato dall'esercito e dal popolo tramite l'istituto del plebiscito). Forse bisogna risalire addirittura a Richelieu (1585-1642). Il cardinale e "principale ministro" di Luigi XIII è stato innegabilmente un gigante del suo tempo, tra gli artefici del passaggio dallo Stato rinascimentale allo Stato assoluto. E il suo tempo in qualche misura allude al nostro, dove un neonazionalismo arrembante si contrappone a ogni idea di Europa come "comunità di destino".
Così come un protagonista della grandeur transalpina è stato il suo suo successore, il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino (1602-1661). In una splendida biografia (Salerno Editrice, 2015), Stefano Tabacchi smonta tutti i cliché denigratori della sua figura tramandati dalla memorialistica seicentesca. In Vent'anni dopo (1844), Alexandre Dumas li aveva assortiti abilmente: il paragone impietoso con Richelieu, l'irresolutezza mostrata nei confronti della Fronda e nella pace di Westfalia (1648), l'arricchimento personale, il rapporto ambiguo con Anna d'Austria, il machiavellismo. Più tardi Jules Michelet, nella Histoire de France au XVII siècle (1858), descriverà Mazzarino come un avventuriero da commedia, come una sorta di germe patogeno che aveva inoculato nel corpo del paese il morbo della doppiezza italiana.
Non fortuitamente i politici francesi contemporanei non desiderano essere accostati alla sua figura. A tal proposito, vale la pena citare un gustoso episodio che forse in pochi ricordano. Nell'estate del 1995 apparvero sul giornale economico Les Echos ventiquattro Lettres de mon château. Lettere immaginarie, inviate tra gli altri a François Mitterand, Edouard Balladour, Charles De Gaulle, Bill Clinton. Piene di giudizi taglienti sulla politica dell'Eliseo, erano attribuite a un fantomatico homme de l'ombre et de pouvoir comme l'était Mazarin. Nel 2004 Le Monde rivelò la sua identità: era Nicolas Sarkozy, che Jacques Chirac aveva estromesso dal governo Juppé dopo essere stato eletto presidente della Repubblica.
In Italia, invece, il machiavellismo attribuito al cardinale è stato talora esaltato addirittura come un manuale esemplare. Lo dimostra la fortuna dell'apocrifo Breviario dei politici, pubblicato per la prima volta nel 1684. Si tratta di una raccolta di codici di comportamento -nella sfera privata e in quella pubblica- e di massime sulla virtù della prudenza e sulla convenienza della dissimulazione prive di originalità, che riecheggiano il suo apprendistato nella diplomazia pontificia. Da noi è stato largamente citato sia nelle campagne giornalistiche contro i vizi della "casta", sia per proporre in chiave qualunquistica un'idea della politica come arte di mantenere il potere. Giulio Andreotti, che ha molto giocato sulle sue presunte affinità con la "leggenda nera" del cardinale, ha definito come "massime eterne" quelle contenute nel Breviario.
Tutto ciò conferma che la personalità di Mazzarino rimane sfuggente, e che si presta a una pluralità di interpretazioni le quali si sovrappongono al suo reale ruolo storico. Cronologicamente, il cardinale è stato l'ultimo dei "principali ministri". Per circa un ventennio forzerà fino ai suoi limiti estremi l'istituto del "ministeriat" -ossia la funzione di alter ego del re- inaugurato dal suo predecessore, cumulando insieme le cariche di primo ministro, capo del Consiglio di reggenza e padrino di Luigi XIV. E, sempre sulla scia del suo predecessore, forzerà fino ai suoi limiti estremi il modello assolutistico, respingendo la pretesa delle giurisdizioni superiori di esaminare le leggi emanate dal sovrano e la più generale rivendicazione di una "monarchia temperata". Esse erano state alla base della Fronda (1648-1653), termine che designava il variegato schieramento di opposizione al "ministeriat" di Mazzarino.
Il cardinale uscì vincitore da questa durissima prova. La forza del lealismo monarchico, le divisioni interne ai ribelli, la fedeltà dell'esercito, il sostegno dei grandi banchieri, la diffusa coscienza patriottica delle élite urbane, consentirono il miracolo di sconfiggere i frondisti. Il 3 febbraio 1653, Mazzarino rientrava a Parigi tra ali di folla festante. A lungo malato, la sua agonia cessò il 9 marzo 1661, dopo aver preso l'olio santo e baciato il crocifisso. Nel suo elogio funebre il carmelitano Léon de Saint-Jean, un umanista assai vicino al cardinale, scrisse che " nel nostro Eroe si vide un compendio di tutte le maraviglie mondane; e pure con le doti specialissime della natura, con la profondità del sapere, con profusi doni della fortuna, con tanti impieghi di guerra e di pace, con le maniere del governo politico, esercitato à prò d'un Regno sí grande, con la frequenza di gloriosissimi avvenimenti, con un capitale di ricchezze non inferiori a quelle di Lucullo e di Creso, con l'acquisto di una fama immortale, diffusa per l'Universo, [...] giunge ancor esso miseramente alla tomba". Il 10 marzo 1661, Luigi XIV, che aveva pianto sul suo letto di morte, riunì il Consiglio dichiarando che non avrebbe più nominato un primo ministro, ma che avrebbe retto la Francia da solo. Il 14 maggio 1643 il futuro "re sole" era salito sul trono borbonico. Il 14 maggio 2017 Emmanuel Macron si è insediato all'Eliseo. Si sa, la storia è piena di coincidenze.
Michele Magno
Delibato lo squisito Vin Rosso del Magno, fate tutte le storiche e contemporanee riflessioni sul potere, la Francia, la politica che fa e disfa sotto i nostri occhi, possiamo tornare ai nostri quotidiani affari, pensando che tutto questo non esista. In fondo, nel dibattito italiano tutto questo davvero non esiste. I giornali sono impegnati a raccontare un Altro Mondo, l'Italia dell'anno 2017, uno scherzo, una torta in faccia, una clownesca rappresentazione. Che succede? Solo un passaggio, tanto per capire in che circo stiamo vivendo.
02
Pd Kafka e Minniti sceriffo
Stiamo assistendo a una sublime metamorfosi, il Pd Kafka è tra noi. Gregor Samsa ha i vestiti di molti personaggi, getta la maschera, la riprende, ha le ali di uno strano animale. E' di sinistra? E' di destra? E' di centro? Cos'è? Un contenitore che si riempie di tutto e di niente, il più contemporaneo dei magic box della politica o forse, semplicemente e inesorabilmente... niente. Una cosa è certa: lo sceriffo Minniti è in azione. Dagli sbarchi dei migranti, alle stragi foggiane, egli indossa la stella e mostra al popolo la nuova linea law and order del Partito democratico renziano. Perfino lo scout toscano è archiviato. Compulsa i sondaggi, promuove il suo libro, chiacchiera di tutto, indossa pantaloni dai colori improbabili in quel di Capalbio, istruisce le masse e osserva le mosse del suo uomo d'ordine, Minniti. Il quale, sia chiaro, fa il suo mestiere di ministro di polizia, ma in una maniera che innesca pensieri sulla reale natura politica (ne ha una, nessuna o centomila?) del partito che rappresenta. E' l'estate di Minniti, campagne in mare (contro le temibilissime flotte delle Ong) e in terra quando però sul pavimento sono rimasti cadaveri e bossoli. Arriviamo sempre dopo, ma nella maniera più spettacolare possibile, con dichiarazioni da Walker Texas Ranger: "La risposta dello Stato alla morte di due innocenti sarà durissima. Serve una rivolta morale". Il Mezzogiorno e la criminalità, che scoperta. Quale stupore. Certo, la rivolta morale. Solo che è più facile, più sicuro, farla, la rivolta morale, con l'aiuto dello Stato. Denunciare senza correre il rischio di morire, per esempio. Serve la polizia. Più polizia. Possibilmente prima, non dopo. Non è un problema del Pd, ma anche della destra, della politica italiana in generale. E' in ritardo con la storia, quella quotidiana, piccola, ma reale e urgente. Quanto alla grande storia, non la facciamo più da tempo.
C'è altro? Gli appuntamenti del giorno. Ma prima un avviso agli investitori, una delle follie di Wall Street che il titolare di List aveva visto con un certo anticipo: scattatevi un selfie, Snapchat crolla.
03
Fatevi un selfie. Snap crolla
Come vanno le cose per quei bravi figlioli di Snapchat? Alla grande, ecco il grafico della loro quotazione dall'esordio a Wall Street a ieri:
Cosa ci fosse di fenomenale in Snap il titolare di List non l'aveva mai capito, frutto evidentemente di una sua diffidenza da ragazzo di paese, resta il fatto che tutto il peggio che era stato scritto su List si è avverato: nella seduta di giovedì ha perso il 17 per cento, ha 443 milioni di dollari di perdite, i ricavi sono pari a 186 milioni, ma i suoi fondatori dicono che bisogna concentrarsi sul tempo speso nell'uso dell'applicazione. Massì, fatevi un bagno, scattatevi un selfie, stiamo tirando su una generazione di kretini da social e c'è perfino qualcuno che ci crede.
Cosa è rimasto sul taccuino? Ecco i coriandoli di giornata, non proprio marginali.
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esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.