3 Febbraio

L'Italia violenta

Il raid razzista di Macerata è il segnale ulteriore di un Paese prigioniero della rabbia e del rancore. I passaggi della crisi del 2008 (economia) e del 2011 (immigrazione). Scenario e analisi del titolare di List.

Auto. Pistola Glock. Sei feriti. Tutti stranieri. Testa rasata. Saluto Romano. Viva l'Italia. A Macerata. Queste sono le parole chiave della cronaca, ma liquidare la tentata strage di Macerata, il terrorismo, come il raid folle di un razzista esaltato di 28 anni, una storia di nera destra, è voler chiudere gli occhi di fronte a quello che sta accadendo nel nostro Paese. La violenza comincia con le parole. E nelle parole, nel dibattito pubblico, nel detto e contraddetto, c'è un diluvio di violenza. Ci sono opposti che non si parlano, si insultano. In fondo, nell'oscurità, in una terra di mezzo che ribolle, c'è chi pensa che sparare, picchiare, minacciare, sia la soluzione più rapida e sicura. Siamo in una condizione di estremo pericolo. 

Macerata. L'arresto di Luca Traini, 28 anni (Foto Ansa).

L'Italia non è mai stata una nazione incapace di affrontare le difficoltà, la diversità, la crisi. Abbiamo superato molti periodi incandescenti e di gran lunga più aspri per qualità, quantità, intensità: la rinascita di una Repubblica sulle macerie della guerra, l'ingresso di una nazione sconfitta tra i protagonisti nella costruzione dell'Europa; il superamento dell'arretratezza industriale e il boom economico edificato sulla buona politica tra gli anni Cinquanta e Sessanta; la battaglia durissima negli anni del terrorismo tra gli anni Settanta e Ottanta; la crisi speculativa e istituzionale del 1992. 

Gli italiani in tutti questi passaggi storici mostrarono di potercela fare. Le risposte furono le più varie, ma tutte animate dalla volontà di uscire dalla fase dell'incertezza, cadere e rialzarsi fu l'imperativo categorico. Fino a quando qualcosa è andato in fumo, il sistema elettrico è andato in corto-circuito. Che cosa? Nei quattro punti storici elencati c'è una colonnina che decresce costantemente: la qualità della classe politica, la sua cultura, la sua credibilità. Su finire degli anni Ottanta, i figli dei padri della Patria esaurirono la loro spinta propulsiva (prendiamo...


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