5 Febbraio
Espulsioni? A questo ritmo ci vorranno 33 anni
Berlusconi dice che 600 mila immigrati clandestini saranno espulsi. L'anno scorso l'Italia ne ha respinto e rimpatriato circa 18 mila. Le dichiarazioni dei politici e la realtà dei numeri. E il centro di tutto, la Libia, è un paese ancora in guerra. Erdogan a Roma ricevuto in pompa magna.
Seicentomila immigrati irregolari da espellere (Berlusconi), liste pulite vs liste sporche (Renzi-Di Maio), competenti e incompetenti (sempre Renzi-Di Maio), dateci un lavoro e non cacciateci (gli africani feriti a Macerata), il vescovo attacca Salvini, ma perfino alla Caritas la gente concorda con la Lega (sul Messaggero), c'è una politica che semina odio, via la parola razza dalla Costituzione (Liliana Segre), era stato un bravo figlio, si prendeva cura di me (la mamma di Traini, l'attentatore di Macerata), l'odio monta, colpa della politica (Maurizio Barbagli, sociologo), l'apparizione dell'uomo bianco (Ezio Mauro), Caccia Rossa a Salvini (Il Giornale), sparare agli stranieri è terrorismo (il presidente turco Erdogan, a Roma), Erdogan dialoga con il Papa (Repubblica), nel prossimo anno vi sarà un lento e progressivo rallentamento dell'economia (Romano Prodi), tasse, multe e contributi, cento giorni per rottamare (Il Sole 24Ore).
Come vedete, il tasso di disordine della campagna elettorale è stellare, siamo di nuovo sull'otto volante: partenza a razzo, sprofondo nel vuoto, decollo verticale. Si va a ondate. E non c'è niente di buono in tutto questo.
01
Espulsioni e realtà dei numeri
Gli spari di Macerata hanno avviato l'ultimo mese di attività dei partiti prima del voto, il periodo chiave per catturare consensi e stabilizzare i trend. Berlusconi ancora una volta ha colto il momento e ieri ha pigiato di nuovo l'acceleratore per non lasciare a Salvini un tema incandescente come l'immigrazione. Il risultato è ancora una volta l'iperbole: 600 mila immigrati irregolari da espellere. Vediamo un po' di numeri, la realtà.
Camera dei deputati, Seduta n. 886 di mercoledì 15 novembre 2017. Il ministro dell'Interno Marco Minniti risponde al question time:
Dal 1° gennaio di quest'anno al 5 novembre, gli stranieri rintracciati in posizione irregolare sono stati 39.634 (15 per cento in più, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), di cui 17.405...
Seicentomila immigrati irregolari da espellere (Berlusconi), liste pulite vs liste sporche (Renzi-Di Maio), competenti e incompetenti (sempre Renzi-Di Maio), dateci un lavoro e non cacciateci (gli africani feriti a Macerata), il vescovo attacca Salvini, ma perfino alla Caritas la gente concorda con la Lega (sul Messaggero), c'è una politica che semina odio, via la parola razza dalla Costituzione (Liliana Segre), era stato un bravo figlio, si prendeva cura di me (la mamma di Traini, l'attentatore di Macerata), l'odio monta, colpa della politica (Maurizio Barbagli, sociologo), l'apparizione dell'uomo bianco (Ezio Mauro), Caccia Rossa a Salvini (Il Giornale), sparare agli stranieri è terrorismo (il presidente turco Erdogan, a Roma), Erdogan dialoga con il Papa (Repubblica), nel prossimo anno vi sarà un lento e progressivo rallentamento dell'economia (Romano Prodi), tasse, multe e contributi, cento giorni per rottamare (Il Sole 24Ore).
Come vedete, il tasso di disordine della campagna elettorale è stellare, siamo di nuovo sull'otto volante: partenza a razzo, sprofondo nel vuoto, decollo verticale. Si va a ondate. E non c'è niente di buono in tutto questo.
01
Espulsioni e realtà dei numeri
Gli spari di Macerata hanno avviato l'ultimo mese di attività dei partiti prima del voto, il periodo chiave per catturare consensi e stabilizzare i trend. Berlusconi ancora una volta ha colto il momento e ieri ha pigiato di nuovo l'acceleratore per non lasciare a Salvini un tema incandescente come l'immigrazione. Il risultato è ancora una volta l'iperbole: 600 mila immigrati irregolari da espellere. Vediamo un po' di numeri, la realtà.
Camera dei deputati, Seduta n. 886 di mercoledì 15 novembre 2017. Il ministro dell'Interno Marco Minniti risponde al question time:
Dal 1° gennaio di quest'anno al 5 novembre, gli stranieri rintracciati in posizione irregolare sono stati 39.634 (15 per cento in più, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), di cui 17.405 allontanati dal territorio nazionale (più 14 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Di questi, 10.628 sono stati respinti alla frontiera e 6.777 rimpatriati o riammessi nei Paesi di provenienza, con un incremento dei rimpatri del 15,4 per cento, rispetto alla stessa data dell'anno passato. Sono stati altresì adottati 93 provvedimenti di espulsione con accompagnamento, per motivi di sicurezza nazionale e prevenzione del terrorismo, con un incremento del 40 per cento rispetto ai dati dello scorso anno.

Siamo circa 18 mila espulsioni l'anno (consideriamo un incremento nel mese mancante, dicembre 2017). Questo significa che ai ritmi attuali l'espulsione di 600 mila clandestini di cui parla Berlusconi avrebbe bisogno di... 33 anni per arrivare a compimento, sempre supponendo che questa cifra non aumenti, non sbarchino più clandestini, etc. Raddoppiando la cifra delle espulsioni, passando cioè a 36 mila rimpatri all'anno, ci vorrebbero in ogni caso 16 anni. Cosa significa tutto questo? Che l'operazione evocata da Berlusconi non si può fare senza una mobilitazione straordinaria di mezzi (uomini e logistica) e dotazione finanziaria (oggi spendiamo oltre 4 miliardi di euro, provate a lavorare con l'immaginazione su quanto costerebbe tutto questo). Minniti ha ottenuto risultati incontestabili sugli sbarchi, ecco le cifre dei report del Viminale:

Gli sbarchi sono diminuiti, ma pensare di fermare il flusso con la Libia è operazione allo stato attuale impossibile.
02
Il caos in Libia
La Libia è un paese instabile e la parola non dà esattamente l'idea di quale inferno sia ancora il paese otto anni dopo la caduta del regime del colonnello Gheddafi. C'è la guerra, si muore per strada. Ecco l'ultimo report UNSMIL, la missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia, sui decessi causati dal conflitto permanente nel paese negli ultimi trenta giorni:
- I civili coinvolti negli scontri in Libia sono stati 102, tra questi i morti sono 39 (tra loro una donna e cinque ragazzi) e i feriti sono 63. Le cause: autobomba, ordigni della guerra civile inesplosi, sparatorie, bombardamenti con il mortaio. I luoghi: Bengasi (36 morti e 63 feriti), Tripoli (due morti), Abu Kammash (un morto). Gli episodi sono tutti di estrema gravità, veri e propri crimini di guerra.
La situazione libica, inoltre, presenta livelli di complessità enormi. Questo è l'ultimo report UHNCR, la Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite:
- In Libia ci sono oltre 180 mila sfollati interni, oltre 46 mila persone registrate in cerca di asilo politico (vengono soprattutto dal Sudan (43%), dall'Eritrea (30%), dalla Siria (10%), dalla Somalia (8 %) e dall'Etiopia (5%), il 2 febbraio l'Onu ha trasferito 162 rifugiati dalla Libia in Italia e altri 512 in Niger.
Questo è il quadro degli interventi dell'Onu:

Parlare di immigrazione, oggi, significa trovare una soluzione stabile per la Libia e questa si può ottenere solo con una missione militare perché il Paese è diviso in fazioni armate fino ai denti. Morire per Tripoli? Nessuno ha intenzione di farlo, dunque l'instabilità e la guerra in Libia saranno un fattore permanente ancora per molti anni. Il titolare di List e Lorenzo Castellani hanno discusso il tema dopo la tentata strage di Macerata.
03
RadioList. Dopo Macerata
Dopo il raid razzista di Macerata la politica ha aperto la rissa. Si vota, tutti contro tutti e nessuna proposta concreta. La difficile convivenza con gli immigrati nell'era dell'Identity Man, l'immaturità della sinistra e la destra che non va oltre le parole d'ordine. Dialogo tra il titolare di List e Lorenzo Castellani sul cambiamento dello scenario sociale italiano, lo smarrimento del cittadino di fronte allo straniero, le sue paure e le risposte che non trova nei partiti. Fine del multiculti, vince la paura. Ascolta RadioList:
La politica è lontanissima dalla realtà, non racconta la verità, propone soluzioni rapide per problemi che invece hanno una storia lunga e un epilogo che ha bisogno di leadership salde e coraggiose, esattamente il contrario di quello che si avvia ad avere l'Italia dopo il voto del 4 marzo. Che voto sarà? Giordano Bruno Guerri ha fatto un sogno e si è risvegliato il 5 marzo. È un eccezionale articolo, uno straordinario (e lungo) viaggio con la macchina del tempo, trent'anni di politica italiana rivisitata da uno storico che sa guardare avanti.
04
Ho fatto un sogno e mi sono rivegliato il 5 marzo

di Giordano Bruno Guerri
Capita di ricevere, usualmente in piena notte, una mail del titolare. Ecco l'ultima:
"Caro compagno Giordanovic,
ho un pezzo per te, lungo lungo lungo, titolo:
HO FATTO UN SOGNO E MI SONO RISVEGLIATO IL 5 MARZO.
Baci.
Il compagno Sechin."
Bel tema. Il titolare sa come stuzzicare la fantasia e la riflessione. In attesa di addormentarmi, mi metto dunque a pensare al 5 marzo e arrivo alla conclusione che - comunque vadano le elezioni, 0,1 per cento più, 5 per cento meno - sappiamo già chi sarà, storicamente, il vincitore: Beppe Grillo e i suoi 5 Stelle. Lo saranno, al di là dei risultati, perché rappresentano e cavalcano meglio di tutti il maggiore fenomeno sociale e politico di questi anni, ovvero il populismo. Il quale non è mica una novità. Populista era il fascismo e populista era, fin dal nome, il comunismo. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Il compagno Giordanovic viene dalla collaudata scuola di storici del Soviet Supremo di List, una garanzia. La campagna elettorale, come ha scritto il titolare nell'introduzione di questo numero, ha un altro momento epico: lo scontro tra Di Maio e Renzi su competenti e incompetenti, cose come potete immaginare che cambiano la storia. Ma in tutto questo, in fondo, c'è un sottotesto, un ronzio, un certo fastidio delle presunte classi colte per la democrazia, il voto, la libera scelta dell'elettore. È sempre più diffusa nel piccolo establishment italiano (e non solo) l'idea che il voto debba essere lasciato agli intelligenti (non si sa bene come verranno selezionati, ma questi sono insignificanti particolari) e gli altri, i bifolchi, debbano accettare il fatto che loro, i competenti, provvedano al futuro. C'è solo un dettaglio: questa non è la democrazia alla quale dicono di ispirarsi giorno e notte gli illuminati. Democrazia non è competenti contro incompetenti, è un metodo che applica il suffragio universale e l'elegibbilità di chiunque. Lorenzo Castellani, un altro nostro autore che studia la storia, dà una rinfrescatina alla memoria dei democratici a singhiozzo, quelli che lo sono soltanto quando vincono loro. Cicerone ci ricorda che non funziona così. Facciamo un salto nell'antico Senato di Roma.
05
Democrazia non è competenti vs incompetenti

di Lorenzo Castellani
La competenza in politica è diventata uno dei grandi temi, di quelli che ossessionano i pensatori liberal, per dibattere sul futuro delle democrazie liberali. Una battaglia che è stata imbracciata anche dai politici, spesso mal consigliati dai loro spin doctor e dai giornalisti d’area, i quali hanno dipinto le elezioni come una sfida tra competenti e incompetenti, più che una competizione tra idee e culture. Un errore che Hillary Clinton ha pagato caro e che i suoi emuli italiani, Matteo Renzi in testa, ripropongono in questa campagna elettorale. Continua a leggere l'articolo su List.
***
La democrazia è in crisi? Sì, un report presentato a Davos e illustrato da Sir John Major, ex primo ministro britannico, dice che "nell'Occidente democratico abbiamo sempre pensato che il nostro modello liberale fosse incontestabile. Non lo è. Nell'ultimo anno, come riferito dalle Nazioni Unite, 67 paesi hanno subito un declino delle libertà politiche e civili, mentre solo 36 sono avanzate. Quello che è successo in quei paesi può accadere altrove. Oltre 20 democrazie sono crollate negli ultimi due decenni, e c'è una diffusa insoddisfazione pubblica in molte altre". Tra "le molte altre", c'è l'Italia che il 4 marzo affronta la prova del voto. Problema che un tipetto che è oggi a Roma non ha. Chi è? Seguite il titolare di List.
06
Erdogan ricevuto in pompa magna

La democrazia non è un problema che ha Erdogan. Dopo il colpo di Stato fallito nel luglio del 2016 il presidente della Turchia ha risolto anche il problema dell'opposizione alla sua maniera: ha arrestato finora circa 50 mila persone, altre 160 mila sono state licenziate, lo stato d'emergenza nel paese è stato prorogato per la terza volta, sta bombardando i curdi a Afrin, e con questo curriculum da paladino dei diritti umani viene naturalmente ricevuto con tutti gli onori oggi in Italia. Mentre il titolare stende le sue note sul taccuino, Erdogan ora è dal Papa, l'incontro durerà circa mezz'ora, il presidente turco incontrerà il Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. La visita di un capo di Stato della Turchia in Vaticano non accadeva 59 anni. Erdogan visiterà anche la Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio l'incontro con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si chiama realpolitik. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.