27 Ottobre
Spagna e Catalogna. La guerra dei Parlamenti
Quello della Spagna dà il via libera all'applicazione dell'articolo 155 che sospende l'autonomia dei catalani. Barcellona risponde con l'assemblea della regione che dichiara l'indipendenza. Un sottosopra istituzionale mai visto nella storia dell'Unione europea. Il premier Rajoy: "Faremo tornare la legalità". L'analisi di Vladimir Putin su Ue, Catalogna e indipendentismi "buoni e cattivi".
Siamo alla guerra dei parlamenti. Quello spagnolo ha dato il via libera all'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione che sospende l'autonomia della Catalogna. Barcellona risponde con la dichiarazione di indipendenza della regione. È un sottosopra istituzionale mai visto nella storia dell'Unione europea, un passaggio che apre uno scenario impossibile da prevedere. Come scrisse il quotidiano catalano La Vanguardia consigliando a Carles Puigdemont la prudenza che non ha avuto, siamo in una terra incognita. Alla richiesta di elezioni, il capo del governo catalano ha risposto picche, alzando la bandiera di una secessione di carta che però rischia di passare a qualcosa di concreto e inquietante. La piazza di Barcellona si è subito riempita di militanti indipendentisti, ma parliamo della stessa città dove vivono altri milioni di unionisti. Cosa accadrà ora? Quale sarà la reazione di Madrid di fronte alla sfida lanciata dal Parlamento catalano? La Spagna rischia una guerra civile?
Il premier spagnolo Mariano Rajoy stamattina durante il suo intervento è stato chiaro: "Faremo tornare la legalità in Catalogna". Madrid probabilmente si attendeva la contromossa di Barcellona. Stasera un consiglio dei ministri formalizzerà tutti gli atti necessari per applicare l'articolo 155 e a quel punto si apre un portone da qual può uscire e entrare di tutto. Siamo di fronte a una rottura totale tra le parti che in queste settimane non sono mai riuscite ad incontrarsi. Oggi l'atto finale del minuetto, ma ora si fa sul serio, perché il governo di Rajoy non può certo far passare una dichiarazione di indipendenza della Catalogna come uno scherzo, l'esibizione di un gruppo rock secessionista. Oggi nella crisi catalana è stato passato il punto di non ritorno.
Conseguenze immediate? Bisogna subito dire che la Catalogna non ha nessuna sponda internazionale, la sua dichiarazione di indipendenza è stata completamente rigettata dall'Unione europea in blocco, gli...
Siamo alla guerra dei parlamenti. Quello spagnolo ha dato il via libera all'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione che sospende l'autonomia della Catalogna. Barcellona risponde con la dichiarazione di indipendenza della regione. È un sottosopra istituzionale mai visto nella storia dell'Unione europea, un passaggio che apre uno scenario impossibile da prevedere. Come scrisse il quotidiano catalano La Vanguardia consigliando a Carles Puigdemont la prudenza che non ha avuto, siamo in una terra incognita. Alla richiesta di elezioni, il capo del governo catalano ha risposto picche, alzando la bandiera di una secessione di carta che però rischia di passare a qualcosa di concreto e inquietante. La piazza di Barcellona si è subito riempita di militanti indipendentisti, ma parliamo della stessa città dove vivono altri milioni di unionisti. Cosa accadrà ora? Quale sarà la reazione di Madrid di fronte alla sfida lanciata dal Parlamento catalano? La Spagna rischia una guerra civile?
Il premier spagnolo Mariano Rajoy stamattina durante il suo intervento è stato chiaro: "Faremo tornare la legalità in Catalogna". Madrid probabilmente si attendeva la contromossa di Barcellona. Stasera un consiglio dei ministri formalizzerà tutti gli atti necessari per applicare l'articolo 155 e a quel punto si apre un portone da qual può uscire e entrare di tutto. Siamo di fronte a una rottura totale tra le parti che in queste settimane non sono mai riuscite ad incontrarsi. Oggi l'atto finale del minuetto, ma ora si fa sul serio, perché il governo di Rajoy non può certo far passare una dichiarazione di indipendenza della Catalogna come uno scherzo, l'esibizione di un gruppo rock secessionista. Oggi nella crisi catalana è stato passato il punto di non ritorno.
Conseguenze immediate? Bisogna subito dire che la Catalogna non ha nessuna sponda internazionale, la sua dichiarazione di indipendenza è stata completamente rigettata dall'Unione europea in blocco, gli Stati Uniti stanno dalla parte di Rajoy e così pure il Regno Unito. Vladimir Putin ha citato il caso catalano qualche giorno fa per dire che proprio l'Unione europea in passato appoggiando l'indipendenza del Kosovo aveva aperto il vaso di Pandora delle secessioni take away, la frase di Putin è significativa perché è vero che lo Zar usa il tema a fini interni, cioè per spiegare il suo punto di vista sulla Crimea, ma il ragionamento apre il tema non esplorato dalla politica: cosa succede se una regione di una nazione dell'Unione fa la secessione? E quali sono gli standard da adottare per giudicare il caso? Ecco cosa ha detto Putin durante il meeting del Club Valdai:
La situazione in Spagna dimostra chiaramente quanto fragile possa essere la stabilità anche in uno Stato prospero e stabile. Chi avrebbe potuto aspettarsi, anche solo di recente, che la discussione sullo status della Catalogna, che ha una lunga storia, avrebbe provocato una grave crisi politica? La posizione della Russia qui è nota. Tutto ciò che sta accadendo è una questione interna alla Spagna e deve essere risolta sulla base del diritto spagnolo nel rispetto delle tradizioni democratiche. Siamo consapevoli che la leadership del paese sta compiendo passi in tal senso. Nel caso della Catalogna, abbiamo visto l'Unione europea e una serie di altri Stati condannare unanimemente i sostenitori dell'indipendenza.
Ad un certo punto, tuttavia, essi hanno accolto con favore la disintegrazione di alcuni Stati europei senza nascondere la loro gioia. (...) Perché non hanno pensato a cosa poteva accadere, spinti da fuggevoli considerazioni politiche e dal desiderio di compiacere - lo dirò senza mezzi termini - il loro fratello maggiore a Washington, nel fornire il loro sostegno incondizionato alla secessione del Kosovo, provocando così processi simili in altre regioni d' Europa e del mondo?
Forse ricorderete che quando anche la Crimea dichiarò la sua indipendenza, e poi - in seguito al referendum - la sua decisione di entrare a far parte della Russia, questo non fu accolto per qualche motivo. Ora abbiamo la Catalogna. C'è una questione simile in un'altra regione, il Kurdistan. Forse questo elenco è tutt'altro che esaustivo. Ma dobbiamo chiederci: cosa faremo? Che cosa dovremmo pensare?
Si scopre che alcuni dei nostri colleghi pensano che ci siano "buoni" combattenti per l'indipendenza e la libertà e che ci siano "separatisti" che non hanno il diritto di difendere i loro diritti, anche con l' uso di meccanismi democratici. Come diciamo sempre in casi simili, tali due pesi e due misure - e questo è un esempio lampante di due pesi e due misure - rappresentano un grave pericolo per lo sviluppo stabile dell'Europa e di altri continenti, nonché per l' avanzamento dei processi di integrazione in tutto il mondo.
Al netto dell'uso strumentale che ne fa, Putin dimostra ancora una volta di essere uno stratega politico molto acuto. È anche l'unico tra i leader ad aver esposto compiutamente un'idea sul tema. E in Spagna da questo momento si gioca a Risiko. Rajoy dal momento in cui il consiglio dei ministri darà il via libera all'uso dell'articolo 155 potrà usare qualsiasi mezzo per ristabilire la legalità. Siamo di fronte a una situazione inedita, grave e drammatica. Siamo nel pieno del sistema nervoso della Spagna, la sua Costituzione è del 1978 e oggi affronta la prova più dura di sempre. List seguirà l'evoluzione della situazione passo dopo passo. Siamo nella tragedia della corrida, bisogna solo capire chi in questa rappresentazione sarà il toro e chi il matador.
01
Il non previsto da Renzi: Mattarella
Ha vinto Mattarella. L'uomo mite si sta rivelando d'acciaio. Nella partita sul nuovo/vecchio governatore di Bankitalia abbiamo visto di che pasta è fatto il Presidente della Repubblica. Lasciamo perdere la sagoma di Ignazio Visco, non è quella la figura-chiave della scena, andiamo invece alla sostanza politica: il Quirinale non solo ha imposto la sua scelta a Renzi (e a Gentiloni), ma ha certificato ancora una volta la trasformazione dell'istituzione della Presidenza della Repubblica in last resort quando la politica dei partitanti finisce in testacoda. Quando Matteo Renzi ha cominciato a giocare pesante sul tavolo di Bankitalia, ha sottovalutato l'uomo del Colle, la sua silenziosa tenacia, il suo "metodo". Quale metodo? Aspetta in silenzio e colpisci duro. Tutto il contrario di Renzi, il quale tra blitz condotti al ritmo del tamburo, treni che sferragliano per la penisola, interviste che riempiono spazi mediatici e lasciano infiniti vuoti nel pensiero, si annuncia nel pre- nel post- e nel durante. I risultati, sono sotto gli occhi di tutti: ha perso.
Ha vinto Mattarella perché la pur vecchia Costituzione italiana dà al presidente della Repubblica un vantaggio competitivo che nessun'altra istituzione ha: l'asimmetria della durata della carica. Mattarella starà al Quirinale sette anni, i governi in Italia quando va bene durano due anni. Basta vedere la scadenza dello yogurt di Palazzo Chigi: il governo Monti è durato 528 giorni, quello di Enrico Letta 300 giorni, l'esecutivo di Renzi 1024 giorni, il governo iper-provvisorio di Paolo Gentiloni soffierà la candelina dell'anno il 12 dicembre prossimo. Il Presidente della Repubblica è in carica dal 3 febbraio del 2015, resterà al suo posto fino al 2022. Quanti altri governi vedremo passare fino alla sua scadenza? Il titolare di List è pronto a giocarsi un Gin Martini che saranno almeno due.
Sette anni sono lunghi, Mattarella è figlio della Balena Bianca, conosce l'antica liturgia della pazienza democristiana, sa lavorare al telaio senza fare inutili scatti, attende, pesa, scruta, pensa e ripensa. Ha il tempo nel motore e il suo carburante è questa antica maestria dello sminuzzare, del temperare, del mettere in ordine, del silenzio che si posa, inesorabile, per poi trasformarsi in decisione quando sembra che tutto debba filare secondo il copione scritto dalla politica. È un micidiale uncinetto, il punto croce dello scudocrociato. Eterno.
Il caso Bankitalia è l'affermazione di Mattarella come "force tranquille" e stabilità. Mentre tutto cambia, Mattarella resta. Ha scelto di confermare Ignazio Visco perché egli stesso sapeva che non poteva fare diversamente: doveva difendere Bankitalia dall'assalto del Pd renziano, dimostrare alla Banca centrale europea di Mario Draghi (e alla Germania) che rispettiamo le regole dell'Eurosistema, non lasciare che il giochetto elettorale di Renzi si trasformasse in un uppercut tirato sul mento delle istituzioni, tenere il punto con Paolo Gentiloni che senza un appoggio del Quirinale non avrebbe mai potuto tirare dritto contro il segretario del suo partito.
L'uomo del silenzio, Mattarella, ha firmato il decreto di nomina presidenziale di Visco e con questo atto formale inaugura un altro capitolo della sua presidenza, lontano da Renzi, finalmente libero dall'origine della sua ascesa. Non solo, oggi Mattarella ha anche rinviato per la prima volta una legge alle Camere, quella sulle mine anti-uomo. È il segnale non della rottura, non c'è bisogno di rompere una cosa che è evaporata, ma della fine di un ciclo - quello renziano - e l'inizio di un discreto, silente ma fermissimo periodo "mattarelliano". Renzi è una forza già archiviata, non è né il leader nascente né il dominus di domani, è uno come gli altri e, dopo le elezioni siciliane, uno che deve disperatamente conservare il posto. Mattarella arrivò al Quirinale con il segno della scelta renziana, il suo nome uscì dal mazzo dei vecchi democristiani ancora presenti in Parlamento (fu Beppe Fioroni nel 2015, mentre la situazione era incartatissima, a suggerire il nome al giro dei renziani in cerca d'autore), l'avevano dimenticato, il buon Sergio Mattarella. Ma dov'è adesso? Ah, è alla Corte Costituzionale, però, chi l'avrebbe detto? Eccolo, così taciturno, così gentile, così mite. E così comodo, penso Renzi quando con una manovra spettacolare e spericolata decise di applicare la sceneggiatura de La Stangata sulla scelta del Presidente della Repubblica. La sala corsa di Matteo. Anche allora Renzi fece il suo all-in al tavolo da poker: scelse Mattarella e non condivise la scelta con Silvio Berlusconi, il quale gliela giurò (e non l'ha mai dimenticato). Non era una questione personale del Cavaliere con Mattarella (Berlusconi lo chiamò subito per rassicurarlo proprio su questo punto), ma il rifiuto dell'altro "metodo", quello di Renzi, fatto di continui strappi, promesse non mantenute, patti e piatti rotti. Per informazioni, citofonare Gianni Letta. Per ferite riportate sul campo, chiedere al nipote, Enrico Letta.
L'inizio di Mattarella fu il copione previsto: silenzioso, felpato, prudentissimo. I suoi primi mesi al Quirinale sono stati un tour quasi in incognito delle capitali europee, strette di mano con i leader degli altri paesi, qualche discorso d'ordinanza. Volevano fargli vestire i panni del Presidente che viaggia in tram. Per fortuna hanno smesso e hanno ridato a Mattarella il profilo che in fondo ha sempre avuto: un gentleman dell'isola di Sicilia, pieno di savoir faire e cultura. E con un bel sorriso. Quando sorride. Renzi probabilmente pensò "questo non mi darà mai fastidio". Il giovane segretario fiorentino è un combattente, ma ogni tanto fa come Napoleone a Waterloo: "Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l'ora di pranzo". È andata al contrario. Come a Renzi con Visco. L'inesperienza è una botola. Non la vedi, ci caschi. Arrivederci. Renzi non sapeva (forse oggi l'ha capito) che il Palazzo del Quirinale ha un'atmosfera che trasforma le persone, tira fuori aspetti del carattere fino a quel momento intabarrati e improvvisamente, al Mattarella silente s'è sostituito un Mattarella sempre più loquace, sicuro di se, attento al protocollo e alla norma, ma prontissimo a non lasciare che nessuno calpesti il suo confine senza permesso. Della sua tenacia si sapeva, ma anch'essa era protetta, riservata, esercitata negli atti, nelle riunioni del Consiglio Supremo di Difesa, nella competenza giuridica e nell'arte del colloquio riservato con gli esponenti politici. Il Mattarella che oggi firmerà la nomina di Visco è un altro Presidente. La mossa maldestra di Renzi lo ha liberato definitivamente dalla gabbia per lui stretta (e ingiusta) del capo dello Stato scelto da una sola parte. Mattarella da oggi è pronto a diventare il regista di un'altra transizione della Repubblica, un Presidente che avrà il duro compito di mettere ordine in una stagione che s'annuncia caotica.
La sua scelta di non intervenire sulla legge elettorale è coerente con il suo schema, è la cifra stilistica della sua Presidenza. Sul piano costituzionale infatti non c'è alcuna violazione delle regole, le fiducie si possono mettere, è il governo Gentiloni che accoglie la richiesta del suo partito e la mette ai voti. A questo rombo renziano Mattarella non ha posto ostacoli perché non era il suo campo da gioco, è dura dialettica politica, si può eccepire sul piano della polemica, della strozzatura del dibattito parlamentare, ma se guardiamo alla Costituzione (e a questo guarda sempre Mattarella) siamo "dentro" le regole e, certo, fuori dalla politica del dialogo e della costruzione. Questo saggio atteggiamento probabilmente è stato scambiato dal Pd per un'autorizzazione implicita a giocare a calcio fiorentino anche di fronte alla piazza del Quirinale. Sbagliato, perché dove comincia il confine del potere presidenziale, si alza lo scudo di Mattarella.
Il Presidente sa che l'Italia è attesa da una prova elettorale dagli esiti più che incerti. Al Quirinale i sondaggi girano come negli altri palazzi, le difficoltà del Partito democratico sono non soltanto note, ma oggetto di riflessioni continue sullo scenario in piena evoluzione. Lo strappo di ieri di Pietro Grasso non è stato una sorpresa, il Presidente del Senato è la seconda carica dello Stato, il triangolo istituzionale Quirinale-Senato-Camera è una costante della politica italiana e Grasso ha certamente fatto la sua comunicazione di cortesia al Capo dello Stato prima di fare il botto in Senato e lasciare il gruppo del Pd.
Mattarella osserva questo scenario con distacco. L'altro ieri ha preso nota (e atto) della situazione da sottosopra dipinta da Francesco Laforgia e Cecilia Guerra, capigruppo alla Camera e al Senato di MDP, la "rottura" con Renzi e l'uscita de facto dalla maggioranza del gruppo dei bersaniani. Mattarella non commenta mai i fatti parlamentari, ascolta. Il colloquio avviene sempre e soltanto con i suoi più stretti collaboratori. È appunto il metodo Mattarella. Due più due in politica non fa mai quattro, al Quirinale sanno anche questo e poi sanno anche che la legislatura è finita ieri con l'approvazione al Senato del Rosatellum. Ma va gestita la transizione che conduce allo scioglimento delle Camere in gennaio e al voto in marzo. Questo è il calendario di Mattarella, una caduta di Gentiloni prima anticiperebbe la data del voto, altro punto che Renzi ha sempre cercato di realizzare, invano e, guardacaso, sempre per la tenace e felpata opposizione di Mattarella che aveva chiesto una legge elettorale prima di lanciarsi a caccia di voti. Ora la legge c'è - non un granché, ma questo ha prodotto il Parlamento italiano nel 2017 - resta il quadro politico molto preoccupante perché il Pd è in frantumi, siamo di nuovo al Renzi contro tutti, il Movimento 5Stelle è forza anti-sistema e continua a invocare interventi impossibili del Quirinale sul Rosatellum, mentre la storia presenta il paradosso di Silvio Berlusconi che ha il profilo più istituzionale di tutti e di un Denis Verdini che con i suoi fedelissimi salva dal rogo il governo di Paolo Gentiloni.
In questo scenario la metamorfosi per niente kafkiana di Mattarella è completa e puntuale: sarà lui l'arbitro e il giocatore in campo nei prossimi anni, è la sola cosa certa da oggi, il resto è tutto da scrivere.
02
Il Visco dimezzato
Nella foto Ansa: Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, e Ignazio Visco, governatore di Bankitalia.
Ignazio Visco, il suo silenzio, hanno avuto la meglio sulla forzatura di Matteo Renzi. Ma i prossimi sei anni di Visco a via Nazionale saranno segnati dalla polemica con il Pd renziano - c'è un fatto parlamentare, non si cancella - e tutti i dubbi sull'azione della Vigilanza di Bankitalia restano in campo. La commissione d'inchiesta sulle Banche in questo senso è una specie di Santa Barbara di fine legislatura. I partiti la useranno come strumento per la campagna elettorale e i contraccolpi sulla Banca centrale e la figura del governatore sono certi.
Oggi il Consiglio superiore di Bankitalia si è riunito alle 8:30 per deliberare sulla proposta del governo Gentiloni, a sua volta Palazzo Chigi si riunirà e preparerà un decreto da sottoporre poi alla firma del Capo dello Stato. Resta sul campo un fatto concretissimo: la maggioranza del Parlamento ha votato contro la permanenza di Visco a Bankitalia. È un'ombra. E le ombre prima o poi si materializzano in forme inaspettate. Che fare? Wait and see, la campagna elettorale è appena iniziata e il capitolo banche sarà infuocato. Al posto di Visco, andremmo a dare una controllata all'estintore. Chissà cosa ne pensa Draghi. Che pure ha altri grandi problemi da risolvere. Andiamo a vedere quali. Seguite il titolare di List.
03
Draghi tra Nord e Sud Europa
Mario Draghi ha cominciato ieri a tagliare il quantitative easing, il programma di acquisto di titoli di Stato della Banca centrale europea. Mossa attesa, Draghi l'ha fatta usando le forbici e la clessidra. Le forbici per dimezzare il programma di acquisti mensili da 60 miliardi a 30 miliardi di euro, la clessidra per allungare la durata del nuovo programma fino a settembre 2018 e oltre se servirà. I mercati hanno reagito bene. Ma la vera partita politica Draghi la gioca ora, all'interno di un quadro europeo profondamente mutato. Come sottolinea anche il Wall Street Journal, il presidente della Bce è stretto tra due visioni del mondo (e dunque della politica): da una parte i paesi del Nord Europa (Germania in testa), dove il contribuente preferisce tassi di interesse alti che proteggono il risparmio, e gli Stati del Sud Europa (l'Italia e la Spagna e gli altri del Club Med) che non si curano dei tassi rasoterra ma sono preoccupati per l'apprezzamento dell'Euro che potrebbe diventare un problema per i loro sistemi industriali orientati all'export. Come andrà a finire? Non lo sappiamo, il vero appuntamento ora è quello della formazione del nuovo governo a Berlino. Angela Merkel, ancora una volta, ha in mano i destini dell'Europa. Ma a bordo non ci sono più gli accomodanti socialdemocratici, l'esecutivo nascerà l'anno prossimo dall'alleanza tra la coalizione che sostiene Angela Merkel, i liberali di FDP e i Verdi. Jamaica. Tutta un'altra storia. I liberali di Christian Lindner (probabile futuro ministro delle Finanze, il posto che fu di Wolfgang Schäuble), saranno i più accesi sostenitori di un rialzo dei tassi. Il copione della vita, in fondo, si ripete sempre su scala più grande: Nord contro Sud. E viceversa. E poi, non dimenticatelo mai: c'è sempre qualcuno più a Nord di te. E più a sinistra di te. È la storia di Grasso & Boldrini, a sinistra di Renzi. Vediamoli insieme.
04
Grasso va. Ma la Boldrini che fa?
Grasso va. Ma la Boldrini che fa? Il Presidente del Senato ha fatto lo strappo, era nell'aria, non nella forma plateale dell'abbandono del gruppo parlamentare del Pd al Senato, ma era chiarissimo che le strade tra Grasso e Renzi erano ormai divise. La seconda carica dello Stato ha cominciato una sua navigazione solitaria. Dove andrà? In molti si attendono l'approdo nel porto di Bersani, acque non proprio calmissime, ma per Grasso sarebbe la prova di una leadership a cui lui aspira, una "visione" a sinistra. La sua candidatura con la sinistra di MDP avrebbe un peso? Francamente non sappiamo cosa possa valere Grasso nell'urna, non è stato un Presidente del Senato di cui si ricorderanno le gesta, ha tagliato molti nastri, presentato molti libri, fatto molti interventi, ma non ha lasciato un segno. La sinistra però si nutre di miti, leggende, narrazioni auto-costruite e quella di Grasso fa parte di questo mazzo di carte immaginarie. Come Laura Boldrini (sopra, nella foto Ansa, con Pietro Grasso), attivissima Presidente della Camera, anch'essa con il cuore più a sinistra di Renzi. Nel suo caso, la collocazione nel Pd non esisteva fin dal principio. Si sposta con Pisapia? Sì, certo, ma bisognerebbe capire dov'è Pisapia e prima ancora della geolocalizzazione bisognerebbe appurare se c'è Pisapia e cosa sarebbe questo Campo Progressista. Qualcuno dice che finiranno insieme, Grasso e Boldrini, abbracciati da D'Alema. Forse troppo. Due ex presidenti delle Camere che gareggiano nello stesso schieramento. Sarebbe divertente però come metafora lampante del momento che attraversa il Pd: ha perso un paio dei suoi fondatori, chi è rimasto non se la passa tanto bene, il segretario lancia anatemi da un treno e non candiderà nessuno dei presidenti delle Camere che espresse in fondo il suo partito dopo il voto del 2013.
Grasso & Boldrini, che coppia da Giustizia & Libertà. Amano i riflettori, sono un flash biografico che si dimentica in fretta, vantano una legislatura senza acuti e con molte stonature alle loro spalle. Prenderanno voti? Tra gli anti-renziani qualcosa riusciranno a catturare, non una prateria, qualche rosa con le spine e senza, perché di carismatico non c'è niente, ma l'obiettivo poi non è che sia la conquista del West. Basta fare lo sgambetto a Renzi e si stappa lo champagne. In politica si sottovaluta spesso un grande, immenso potere, quello che sul taccuino del titolare di List diventa una frase che un giorno gli disse un politico non leader ma molto acuto che parlando con un leader vero fece balenare come un bengala nella giungla vietnamita questa minaccia: "Io non ho il potere di farti vincere, ma visto che tu mi hai trattato male, ti ricordo una cosa: ho il potere di farti perdere". Così avremo la coppia in Camera schierata contro il Pd, la sinistra che divora se stessa. Mai dimenticare il vecchio slogan che fu di René Renoult, un politico del Partito radicale francese degli anni Venti, Pas d'ennemis à gauche , mai nemici a sinistra. Il titolare aggiunge: meglio non averne neanche a destra. Oddìo è una democristianeria, Mattarella forever. Che si fa? Andiamo in Francia. Macron ha un problema: Macron.
05
Macron non vuol dire fiducia
Le cose per il Presidente della Francia si mettono male. Niente di irrecuperabile, ma nonostante i suoi sforzi e la furia riformatrice (lavoro e fisco), il Paese resta diviso - "la nevrosi" di cui aveva parlato alla vigilia del voto presidenziale lo scrittore francese Michel Houellebecq - e il clima di fiducia delle imprese e delle famiglie resta negativo. L'istituto di statistica francese, l'INSEE, ha pubblicato stamattina i dati di ottobre e sono un gong per Emmanuel Macron. Sintesi sul taccuino: per il quarto mese consecutivo la fiducia delle famiglie francesi è in calo, l'indice ha perso 1 punto ed è tornato a quota 100, cioè il dato medio di lungo termine. Le famiglie francesi sono pessimiste sulla situazione finanziaria, hanno aspettative basse sul risparmio e pensano il classico "si stava meglio quando si stava peggio". Mon Dieu. Anche la Francia ha i suoi grandi problemi e Macron sembra aver perso il tocco magico che lo aveva portato alla conquista dell'Eliseo. Cercasi Harry Potter. Cercate i miracoli? Allora non c'è niente di meglio che Wall Street. Seguite il titolare di List.
06
Il super giovedì hi-tech di Wall Street
A proposito di tocco magico, a Wall Street le grandi aziende di Internet macinano ricavi e profitti. Sono i nuovi padroni del mondo. Poi non dite che Carletto Marx non aveva ragione. In fondo, il problema non è mai stato Marx, ma i marxisti. Il dato inesorabile è che i titani di Internet sono sempre più titani e sempre più ricchi. I risultati trimestrali riportati da Amazon, Google e Twitter dicono che il digitale è sempre più un gioco dove i grandi prendono tutto il piatto e gli altri giocatori restano a guardare. Amazon ha guadagnato l'8 per cento sfondando quota 1000 dollari ad azione, Twitter ha sorpreso tutti con buoni risultati e il titolo ha realizzato un + 18.4 per cento, Alphabet ha messo a segno un + 3 per cento. Trainate dall'euforia, le azioni di Microsoft sono schizzate sopra gli 82 dollari. Alphabet, Amazon e Microsoft quest'anno hanno fatto una cavalcata, sono cresciute a doppia cifra, tra il 24 e il 30 per cento. Wall Street vola, gli investitori secondo quanto riporta il Financial Times nelle ultime tre settimane hanno investito 14 miliardi nel settore azionario e l'indice S&P dei titoli tecnologici è salito finora del 31 per cento. Che cosa è tutto questo? Un tempo avremmo detto che è una bolla, ma qui non siamo di fronte ad aspettative di guadagno, i ricavi e gli utili ci sono, sono reali. Siamo di fronte a una trasformazione dell'economia di cui Amazon è l'esempio: la fine della catena tradizionale di distribuzione, dei retailers e l'inizio di un dominio, di un oligopolio, in cui pochi soggetti fanno tutto. Altro che monopolio della Standard Oil, Rockefeller in confronto ai titani della rete era un novellino che si divertiva a collezionare barili di petrolio. C'è altro sul taccuino?
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sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.