9 Febbraio

La Grosse Koalition perde il primo ministro: Schulz

Il leader dei socialdemocratici rinuncia all'incarico di ministro degli Esteri prima ancora di essere designato. Vuole evitare lo scontro sul suo nome nella Spd che deve contarsi per dare il libera al governo con Merkel.

La Grosse Koalition fa una prima vittima e ancora una volta sono i socialdemocratici a essere impallinati: il leader della Spd, Martin Schulz non sarà il ministro degli Esteri del nuovo governo di Angela Merkel. Il quarto mandato della cancelliera non è ancora iniziato, ma il governo perde già i pezzi e fin dal primo momento quello che si riteneva il pezzo da novanta, il più esperto, navigato e pregiato, l'ex presidente del Parlamento europeo. 

Il passo indietro di Schulz nasce dopo un congresso dei delegati molto agitato che sì, aveva dato il via libera al negoziato con Merkel per varare il programma di governo, ma con il partito che ne era uscito spaccato e con la leadership di Schulz profondamente indebolita. Ci sono 460 mila iscritti alla Spd che devono votare il sì o no alla partecipazione al governo e Schulz per molti di loro oggi è un problema: aveva detto no alla grande coalizione con la Merkel, poi ha detto sì e infine si apprestava a entrare nel governo. Troppo.

Quando la cancelliera e il leader della Spd hanno raggiunto l'accordo, si è dato per scontato l'ingresso di Schulz nel nuovo esecutivo, ma hanno dimenticato le divisioni interne della Spd. Probabilmente le aveva dimenticate anche Angela Merkel. Avere Schulz fuori dal governo significa per lei avere un problema in meno e un problema in più: in meno perché Martin è un osso duro, accomodante solo quando ha vinto lui; un problema in più perché Schulz fuori dall'esecutivo è uno con la licenza di sparare su chiunque. Achtung.


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