11 Febbraio
Sanremo, fiction, guerra e pace
WeekList. Il Festival e il Grand Guignol Italia. Gli incubi di ieri di Bosch, le mappe di domani di Asimov, muri veri e immaginari, stelle cadenti e missili in cortile, la storia e una domanda finale: dov'è l'amore?
Sanremo è finito, dicono abbia vinto la canzone più impegnata (Meta e Moro), al secondo posto c'è lo Stato Sociale, che in Italia si sa, ha la sua importanza. I primi servono a giustificare i secondi. Il costume italiano è squadernato all'Ariston, ma è tutto il resto ad alimentare il sospetto che si tratti di una fiction, una bolla, una dimensione parallela della realtà. A cominciare dagli ascolti tv: una nazione di tele-morenti, con programmi visti da pochi spettatori attivi e molti vecchi dormienti, si risveglia sulle note del melodico avanti pop per applaudire, sognare, ridere, criticare e lanciare cavolfiori sul palco. Dove sei, Albertone?
Sanremo, questo rito collettivo di (im)purificazione, una volta all'anno, è meglio della nazionale di calcio perché può permettersi il lusso di perdere ed essere sempre seguito. Gli azzurri no, se perdono sbiadiscono, non se li fila nessuno. Trionfano le canzoni, il conduttore, l'attore monologante e va da sè engagé, il dirigente Rai specchio e anima oscillante del Paese. Tutto fila e tutto torna con Sanremo. La politica resta sullo sfondo, c'è e decide, ma non può essere esibita perché prenderebbe i fischi, salirebbe la tensione, spezzerebbe il sogno, l'onirica illusione, Sanremo.
E poi il giorno dopo c'è il commento sul gruppo di uozzàp che si esercita a fare l'Italia Intelligente, sempre dalla parte del giusto (il proprio), mai pronta a dire che forse ogni tanto ha torto e non si può raddrizzare un legno storto (Isaiah Berlin) e le parole saranno quelle di Meta e Moro ("Galassie di persone disperse nello spazio / Ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio") e dello Stato Sociale ("Una vita in vacanza / Una vecchia che balla / Niente nuovo che avanza"), dove il dolce servito dopo il Gabbani si vede lontano un miglio.
La purificazione annuale via teleschermo passa per questo bagno nelle acque...
Sanremo è finito, dicono abbia vinto la canzone più impegnata (Meta e Moro), al secondo posto c'è lo Stato Sociale, che in Italia si sa, ha la sua importanza. I primi servono a giustificare i secondi. Il costume italiano è squadernato all'Ariston, ma è tutto il resto ad alimentare il sospetto che si tratti di una fiction, una bolla, una dimensione parallela della realtà. A cominciare dagli ascolti tv: una nazione di tele-morenti, con programmi visti da pochi spettatori attivi e molti vecchi dormienti, si risveglia sulle note del melodico avanti pop per applaudire, sognare, ridere, criticare e lanciare cavolfiori sul palco. Dove sei, Albertone?
Sanremo, questo rito collettivo di (im)purificazione, una volta all'anno, è meglio della nazionale di calcio perché può permettersi il lusso di perdere ed essere sempre seguito. Gli azzurri no, se perdono sbiadiscono, non se li fila nessuno. Trionfano le canzoni, il conduttore, l'attore monologante e va da sè engagé, il dirigente Rai specchio e anima oscillante del Paese. Tutto fila e tutto torna con Sanremo. La politica resta sullo sfondo, c'è e decide, ma non può essere esibita perché prenderebbe i fischi, salirebbe la tensione, spezzerebbe il sogno, l'onirica illusione, Sanremo.
E poi il giorno dopo c'è il commento sul gruppo di uozzàp che si esercita a fare l'Italia Intelligente, sempre dalla parte del giusto (il proprio), mai pronta a dire che forse ogni tanto ha torto e non si può raddrizzare un legno storto (Isaiah Berlin) e le parole saranno quelle di Meta e Moro ("Galassie di persone disperse nello spazio / Ma quello più importante è lo spazio di un abbraccio") e dello Stato Sociale ("Una vita in vacanza / Una vecchia che balla / Niente nuovo che avanza"), dove il dolce servito dopo il Gabbani si vede lontano un miglio.
La purificazione annuale via teleschermo passa per questo bagno nelle acque della Liguria, luogo di triste bellezza, dove s'irradia la grandezza (che fu) di Genova, un porto di parole, qualcosa che non è meta alcuna, non è sociale né social, non è stato e sarà sempre, non è moro ma è azzurro, il mare e quella città che s'inerpica sulla montagna per sfuggirne l'abbraccio liquido, Eugenio Montale: "Paese di ferrame e alberature / a selva nella polvere del vespro".
Grand Guignol d'Italia
Là fuori nel frattempo si consumano vite, il linguaggio è corrotto, l'italiano è sciatto, le parole chiave del giorno sono declinate in cronaca nera, in sangue, in rapina, in omicidio. Leggere i giornali è questo tracimare di violenza impaginata per cercare clic compulsivi, il voyeurismo dell'informazione e soprattutto deformazione. Prima o poi qualcuno farà uno studio sul linguaggio degli ultimi anni e non farà fatica a scoprire che il baco del software dell'Italia (e non solo) è in questa sfrenata corsa verso il Grand Guignol rigorosamente senza l'ironia dell'arte.
Un'Italia Macerata. La settimana è andata via così, situazione grave ma non seria con il silenzio e l'assenso, Salvini a Sanremo e Vinci Salvini e nessuno si chiede come mai il dritto è diventato rovescio. E allora tu fai la domanda a te stesso: chi è l'assassino del senso? Non siamo sull'Orient Express di Agatha Christie e neanche sul convoglio che sbuffa sulla strada ferrata raccontato da Graham Greene. Là c'è grandezza del racconto e qui siamo in un paese rimpicciolito, senza culle.
E chi se lo ricordava questo libro? È uscito a molla dallo scaffale, ecco, qui dietro ne avanza un altro. Ah, le copertine dei libri di Penguin, che meraviglia, un'esplorazione visiva nel grande romanzo, nel colore dell'immaginazione, un'altra evasione non-sanremese o forse una non detta, non ammessa immersione nella vita. Che dissipazione, inseguire i fatti, le notizie, i titoli e la chiacchiera dei gazzettieri e non perdersi invece con voluttà in tutto questo.
Viaggi sul treno del mondo, nello scompartimento Italia, isolato dagli altri, irraggiungibile, e hai una sola possibilità: l'evasione. Se non a Sanremo, dove allora? In un immaginario che libera dalle manette della provincia dell'impero, anticipa quel che verrà con noi e dopo di noi. Non è questo sguaiato teatro del truculento la parola "domani". E allora dove vai? Esplori, senza Meta né Moro. Altrove.
Bosch e Hemingway
Giardino delle delizie. Ti viene in mente Hieronymus Bosch, ma prima ancora un passaggio di un'intervista di George Plimpton a Ernest Hemingway pubblicata sulla Paris Review, primavera del 1958:
INTERVIEWER
Who would you say are your literary forebears—those you have learned the most from?
HEMINGWAY
Mark Twain, Flaubert, Stendhal, Bach, Turgenev, Tolstoy, Dostoyevsky, Chekhov, Andrew Marvell, John Donne, Maupassant, the good Kipling, Thoreau, Captain Marryat, Shakespeare, Mozart, Quevedo, Dante, Virgil, Tintoretto, Hieronymus Bosch, Brueghel, Patinir, Goya, Giotto, Cézanne, Van Gogh, Gauguin, San Juan de la Cruz, Góngora—it would take a day to remember everyone. Then it would sound as though I were claiming an erudition I did not possess instead of trying to remember all the people who have been an influence on my life and work. This isn’t an old dull question. It is a very good but a solemn question and requires an examination of conscience. I put in painters, or started to, because I learn as much from painters about how to write as from writers. You ask how this is done? It would take another day of explaining. I should think what one learns from composers and from the study of harmony and counterpoint would be obvious.
Scrittura, musica, pittura. Hemingway, la penna da cui sgorgava "la scrittura essenziale che genera vibrazioni" (Derek Walcott), citava Bosch, quella volpe di Ernest, l'esplosione del colore, del segno. Il giardino delle delizie, questo sì che è un viaggio da sostanza psicotropa, tra i mostri scopri illuminazioni, premonizioni, distopie, ucronie, finali alternativi della storia.
È un trittico che emette radiazioni al museo del Prado, Madrid. Anno 1480, la storia dell'umanità guidata da scene bibliche, incubi e deliri. L'ammonizione e la premonizione, il Paradiso a sinistra, il Giardino delle Delizie al centro, l'Inferno a destra. A sinistra domina il tono del verde, al centro in un orizzonte di continuità con il pannello sinistro impera il caos della voluttà, animali, fiori, piante uomini e donne, creature fantastiche che cercano il piacere per il piacere, a destra risuona un'atmosfera cupa, strumenti musicali che diventano tortura, l'orecchio trafitto, la punizione. Il genio di Bosch, ieri, oggi, domani. Il futuro. Dove? Nella fantascienza. L'altra evasione. Lo Spazio.
La mappa di Asimov
Dove va il disordine mondiale? Verso un nuovo ordine che con rapidità insospettabile comincia a mostrare una curvatura diversa dello spazio geopolitico. Il big bang è stato innescato da due eventi che hanno appena cominciato a squadernare un altro racconto della contemporaneità: Brexit e Trump. Il referendum britannico e le elezioni presidenziali americane hanno messo in movimento tutti i pezzi della scacchiera e chiuso definitivamente il Novecento. L'elezione di Macron in Francia - e la polverizzazione En Marche dei partiti tradizionali del secolo scorso - ha dato all'Europa l'altro "fatto nuovo" che mancava per mettere anche il Vecchio Continente su un altro binario della Storia. Verso dove si muovono questi blocchi? Regno Unito, Stati Uniti e Europa non sono destinati all'isolazionismo, alla chiusura dei confini - quello è il racconto mainstream e di solito non becca mai la palla - ma a una nuova forma di cooperazione (e scontro) che trova la sua ragion d'essere nella costituzione di nuove entità che superano quella nazionale e sovrannazionale come le abbiamo conosciute fino a oggi. Quali? Eccolo, il campo della visione, è nell'orto della letteratura.
È la science fiction a donarci, ancora una volta, le chiavi per aprire la porta del futuro. Questa è la mappa delle regioni amministrative del mondo immaginata da Isaac Asimov nel suo libro "I, Robot". Un mondo di premonizioni e ammonizioni (in un numero di WeekList), il trionfo dell'intelligenza artificiale e del controllo dell'uomo sull'uomo e della macchina sull'uomo.
Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e lo sterminato ex impero russo fanno parte della Regione del Nord; l'Europa è un blocco che ha perso l'isola d'Inghilterra, conquistato la Groenlandia e il Nord Africa e l'America del Sud dalla Cordigliera delle Ande all'Argentina; a Oriente c'è un blocco che comprende l'India, la Cina, il Giappone, l'Indonesia e le Filippine; la California, il Centro America, buona parte del Sud America e l'immensa Africa dal Sahara fino a Città del Capo fanno parte della Regione dei Tropici. Sono le proiezioni di un genio, Asimov, il futuro di una società governata dai robot, dove fattori umani, climatici e tecnologici hanno imposto una nuova curvatura alla Storia.
Asimov dipinge un mondo dominato dall'intelligenza artificiale, il suo primo romanzo I, Robot è del 1950 (3.500 dollari su AbeBooks).
Sessantotto anni dopo, la robotizzazione della società sta avanzando a livelli esponenziali, i fattori climatici stanno cambiando il pianeta e la politica insegue e spinge la realtà verso un ordine mondiale post-moderno che supera le regole della pace di Vestfalia, manda Yalta in archivio e si proietta in una terra incognita, per ora. Eppure, se guardiamo la mappa immaginaria di Asimov, le tessere del mosaico cominciano a materializzarsi, a spostarsi naturalmente, come se fossero attratte da un gigantesco magnete.
To Fix
Can We Fix This? Il titolo dell'ultimo numero di Foreign Policy, un esercizio grafico, la stessa domanda da decenni, come fermare tutto questo?
Serve fantasia, non il tran tran delle relazioni internazionali condotte con l'America che fa l'America senza il muro là fuori (Berlino) e con il Muro dentro, quello che c'è già.
Il cielo stellato sopra di me
Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me, diceva Kant. Il cielo stellato, dove? La guerra, questo elemento persistente della nostra storia, si elimina con il controllo totale della coscienza, lo stordimento, la fine della volontà. L'uomo che non trova pace. Il Medio Oriente e il suo cielo percorso da brividi, missili, bandiere volanti di nazioni che conducono azioni. Non sono le vibrazioni di Hemingway, sono la morte. E questo tocco d'ironia e poesia di Guido Ciompi:
Il sogno, la poesia, il tratto d'inchiostro e poi e la realtà d'acciaio e fuoco, il missile conficcato in un altro giardino dove non ci sono più delizie, solo incubi qui. Il vicino Oriente è là, l'esotico dell'immaginario, i cedri, i deserti, le montagne, le oasi, i cavalieri tra le dune, tutto questo immaginario non c'è, scompare nella fiammata del motore del razzo, un chiodo alato pronto a esplodere. Un giorno di guerra in Medio Oriente.
La forza dell'immagine è il dettaglio. Lo strumento di morte che trapana il suolo e quelle arance, che sembrano in fuga, rotolano, una presenza metafisica, (s)composizioni di frutta di un De Chirico, la vita e la morte, l'animato e l'inanimato:
Il domani, questo miraggio. Lo ritroviamo solo se guardiamo al passato. I cicli della storia, le teorie di Arndold J. Toynbee e certo, Paul Kennedy con l'ascesa e il declino delle grandi potenze. Poi ci sono i libri "matti", le teorie che emettono una strana luce, come The Fourth Turning.
Gli autori di questo libro sono William Strauss e Neil Howe, il sottotitolo è un programma: “An American Prophecy”. Una storia d'inverno, primavera, estate, autunno. Le stagioni. La storia che si ripete in cicli di 80-100 anni e gli Stati Uniti che oggi sarebbero in "inverno", nella crisi. E l'impero certamente lo è, ma l'intelligenza artificiale e l'arma di (im)precisione sono ancora - per quanto? - il loro dominio. L'America in Italia, l'impossibile ciclo storico che dura 10-20 anni, un luogo sempre consumato tra la via Emilia e il West, Francesco Guccini. Siamo un piccola città.
Where is the love?
Alla fine, la domanda è quella di sempre, dov'è l'amore? Squadernata sui fogli, messa nero su bianco, una domanda che è femmina perché nasce dove c'è vita e delicatezza.
Prima di Sanremo, anno 2003. Alla fine ci arriviamo anche noi. Alla fine.
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o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.