9 Marzo
Di Maio cerca la maggioranza nel Def
Mattarella fa l'appello alla responsabilità, il leader dei Cinque Stelle apre al confronto sul Documento di economia e finanza. Intervista di Zingaretti: ha un fratelllo e si candida al posto di Renzi. Trump, l'acciaio e Kim, un altro brutto quarto d'ora per il giornalista collettivo. L'export tedesco vola.
Le cose si stanno muovendo, basta leggere il sotto testo della chiacchiera quotidiana, dove in realtà ci sono i sassolini che indicano il sentiero. Luigi Di Maio è più lesto e sveglio di quel che si immagini. Intervistato dal Corriere della Sera dice:
Di Maio si sintonizza sulle parole pronunciate ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'appello alla responsabilità. Fa la mossa durante le celebrazioni della Festa della Donna al Quirinale, dopo aver stretto la mano al Capo dello Stato.

Il leader del Movimento 5Stelle apre la porta al dialogo con chi scriverà il Def, cioè il governo di Paolo Gentiloni, perché un altro esecutivo per la data del 10 aprile non ci sarà ancora. Bisogna ricordare che le Camere si riuniscono il 23 marzo, devono eleggere i Presidenti, poi partono le consultazioni e via con la rumba delle trattative del nuovo governo. È sul Def che vedremo le prime convergenze o divisioni. Di Maio si sta muovendo come il capo politico della forza che è il pilastro della prossima legislatura. Il prossimo canale di comunicazione che si attiverà è quello con Salvini. Il Movimento 5Stelle sta aprendo una strada che conduce a un governo di responsabilità nazionale.

Nel frattempo, bisognerà spiegare al popolo che il reddito di cittadinanza non arriverà subito, ammesso che arrivi. E se non arriva, cercheranno il colpevole. Un caso per il commissario Montalbano. Che ha un fratello.
02
Il fratello del commissario Montalbano
In origine il titolo del secondo punto di List doveva essere questo: MaZinga Retti. La lettura dell'intervista di Francesco Merlo su Repubblica all'unico vincente del voto democratico ha suggerito un altro esito tipografico e tra poco vedremo le ragioni. Come ampiamente previsto, ecco il campione del Pd per la segreteria post-Renzi: Nicola Zingaretti, neo vincitore delle elezioni regionali del Lazio. Ha annunciato stamattina che correrà...
Le cose si stanno muovendo, basta leggere il sotto testo della chiacchiera quotidiana, dove in realtà ci sono i sassolini che indicano il sentiero. Luigi Di Maio è più lesto e sveglio di quel che si immagini. Intervistato dal Corriere della Sera dice:
Di Maio si sintonizza sulle parole pronunciate ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'appello alla responsabilità. Fa la mossa durante le celebrazioni della Festa della Donna al Quirinale, dopo aver stretto la mano al Capo dello Stato.

Il leader del Movimento 5Stelle apre la porta al dialogo con chi scriverà il Def, cioè il governo di Paolo Gentiloni, perché un altro esecutivo per la data del 10 aprile non ci sarà ancora. Bisogna ricordare che le Camere si riuniscono il 23 marzo, devono eleggere i Presidenti, poi partono le consultazioni e via con la rumba delle trattative del nuovo governo. È sul Def che vedremo le prime convergenze o divisioni. Di Maio si sta muovendo come il capo politico della forza che è il pilastro della prossima legislatura. Il prossimo canale di comunicazione che si attiverà è quello con Salvini. Il Movimento 5Stelle sta aprendo una strada che conduce a un governo di responsabilità nazionale.

Nel frattempo, bisognerà spiegare al popolo che il reddito di cittadinanza non arriverà subito, ammesso che arrivi. E se non arriva, cercheranno il colpevole. Un caso per il commissario Montalbano. Che ha un fratello.
02
Il fratello del commissario Montalbano
In origine il titolo del secondo punto di List doveva essere questo: MaZinga Retti. La lettura dell'intervista di Francesco Merlo su Repubblica all'unico vincente del voto democratico ha suggerito un altro esito tipografico e tra poco vedremo le ragioni. Come ampiamente previsto, ecco il campione del Pd per la segreteria post-Renzi: Nicola Zingaretti, neo vincitore delle elezioni regionali del Lazio. Ha annunciato stamattina che correrà alle primarie. Un paio di note veloci sul taccuino.
- Il bacio di Repubblica, di solito non porta bene, se ti battezzano quelli della direzione di Repubblica hai un effetto #staisereno in arrivo più prima che poi;
- Mai incontrato uno più schiscio di Zingaretti;
- Non si ricorda un suo discorso memorabile né una posizione originale su un tema, Zinga è il candidato più politicamente corretto (e dunque di questi tempi perdente sul piano nazionale) che possa uscire dal cilindro dei democratici;
- Semo a Roma, dunque periferia di tutto quel che invece accade e si muove in Italia. Vedere alla voce Napoli, Campania, Sicilia, Veneto, Lombardia e molto altro ancora. Il resto d'Italia è il vero laboratorio politico, Roma è una palude di salotti marcescenti che non contano niente ma fanno di tutto per apparire influenti.
- L'intervista di Merlo su Repubblica, estratti da tenere a futura memoria:
Diciamo che sono il fratello di un attore amatissimo che mi ha sempre aiutato in ogni campagna elettorale.
Siamo percepiti come "gli Zingaretti", uniti come una canzone: uno è la musica e l'altro le parole.
Zinga ha un problema in arrivo: Carlo Calenda. Pare che Veltroni, Gentiloni e altri lo vogliano lanciare come segretario. Siamo ai Parioli, il Pd vince solo in centro, tutto torna. Vedremo se la spunta la tv avanti pop sceneggiata da Camilleri o il romanocentrismo al Duke con il colletto della polo rigorosamente in posizione frangivento. Dice il ministro Marco Minniti a La Stampa: "Adesso il Pd rischia di scomparire". Macché, dopo aver letto i piani per il futuro à la Calenda(rio) e Zingaretti cinematografare su Repubblica il titolare ha una certezza per il futuro: "È tutto a posto, sarà ancora il Pd". Continuiamo il nostro viaggio, prendiamo l'Alta Velocità, Roma-Napoli, un'ora di treno e si entra subito in un altro mondo.
03
Il meteorite di De Magistris
La Corte dei conti ha bocciato il bilancio del Comune di Napoli, mancano oltre cento milioni di passivo con il Consorzio CR8. La posta di bilancio è di vecchissima data, parliamo dei lavori post-sisma del 1981, il Comune l'ha tolta dal bilancio, la Corte dice che non si può fare. Sintesi: Napoli rischia il crac. Il sindaco Luigi De Magistris ha commentato così la faccenda: "Hanno lanciato un meteorite su Napoli". Gli arancioni del sindaco preparano manifestazione di fronte a Palazzo Chigi a Aprile. Dicono che il presidente del Consiglio in servizio permanente effettivo, Paolo Gentiloni, sia al lavoro per risolvere il caso. È tutto a posto, sarà sempre l'Italia.
***
Che facciamo? Rischiamo di soffocare per eccesso di anidride carbonica da cortile. Andiamo dove si sta plasmando la contemporaneità, facciamo un viaggio in America, in Cina e poi atterriamo di nuovo in Europa, in Germania, il centro di tutti i nostri destini.
04
Trump e le regole del gioco

Nucleare e dazi, apertura e chiusura, affari esteri e nazione, America e resto del mondo. Donald Trump incontrerà a maggio Kim Jong-un, poco prima dell'annuncio aveva firmato i dazi sull'acciaio. La sua presidenza è quella che Churchill avrebbe definito "una macchina a vapore", la storia in fieri di un game changer, una biografia destinata - piaccia o meno - a lasciare un segno. Brutto, sporco e cattivo per le classi in progress, Trump sta ridisegnando lo scenario globale. America First non era uno slogan elettorale, era il suo programma di governo. E lo sta realizzando.
Se Trump riuscirà in questa impresa - stare allo stesso tavolo con Kim e trovare un accordo sulla Bomba - avremo di fronte un fatto storico che hanno inseguito ben sei presidenti (Reagan, Bush padre, Clinton, Bush figlio, Obama e ora Trump) e in particolare più di tutti Barack Obama, il quale ha collezionato il record di test nucleari che Pyongyang gli ha fatto sotto il naso.
Provate a immaginare la scena sul piano politico: il buzzurro di Manhattan, l'impresentabile, il bifolco, l'ignorantone che sigla un accordo per la denuclearizzazione della Corea del Nord. Tornate indietro di qualche mese, ricordate i titoli dei giornali intelligenti a prescindere su Trump che minacciava di intervenire contro Pyongyang? Che spettacolo, l'anticonformista con il cappellino Make America Great Again che si mangia a colazione il raffinato Premio Nobel per la Pace Obama e il suo giro di professori e esperti, illuminati intellettuali e cervelloni, tutti tipi fini, da sala da the, più naturalmente i suoi segretari al Dipartimento di Stato, da quello che diceva "I have a plan" e non ne aveva neanche uno finto in tasca (John Kerry) a lei, quella "che vince le elezioni, punto", Lady Libia, Hillary Clinton. Per un cronista che ama lo zolfo, un pezzo di teatro unico. Per la politica, la conferma che è cambiato tutto e i paradigmi del vecchio mondo sono ferri vecchi. Avvisate i ragazzi del circo del sistema dei mainstream media e i Never Trump: stanno per passare un altro brutto quarto d'ora. Il Financial Times la butta sullo storico citando il "Nixon China Moment". Nell'attesa di vedere per l'ennesima volta travolti dal treno della storia i ciarlatani che scambiano i loro desideri per i fatti, vediamo insieme proprio questi ultimi, i fatti.
05
La Bomba di Kim
Entro maggio ci sarà il vertice tra Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un. L'annuncio è stato affidato al consigliere per la sicurezza nazionale di Seul, Chung Eui-yong, che nei giorni scorsi era volato a Pyongyang per colloqui senza precedenti. L'inviato della Corea del Sud è arrivato alla Casa Bianca con una lettera di Kim dicendo che il presidente nordcoreano "è ansioso di incontrare il presidente Trump il prima possibile". Trump ha accettato e detto che lo vedrà "entro maggio per raggiungere una denuclearizzazione permanente". Chung ha confermato che Kim si è impegnato "per la denuclearizzazione e ha promesso che si asterrà da ogni ulteriore test missilistico o nucleare" e sottolineato che "sono state la sua leadership (di Trump, ndr) e le sua politica di pressioni, insieme alla comunità internazionale, a portare a questa svolta. Ho manifestato a Trump la personale gratitudine del presidente Moon Jae-in". Trump via Twitter l'ha messa così:
Siamo di fronte all'annuncio di un fatto storico. A maggio potremmo assistere al primo incontro ufficiale tra i presidenti di Corea del Nord e Stati Uniti. Ecco una cronologia dei fatti:
- 1985: La Corea del Nord sottoscrive il Patto di non proliferazione nucleare su pressione della Russia.
- 1993: L'Agenzia internazionale per l'energia atomica accusa la Corea del Nord di aver violato il trattato. Il regime lancia un missile sul mar del Giappone.
- 1994: La Corea del Nord firma un accordo per il congelameto del suo programma nucleare. L'accordo finisce nel vuoto nel 2002.
- 1996: Fame e carestia provocano 3 milioni di morti.
- 1996: La Corea del Nord invia truppe nella zona de-militarizzata e viola gli accordi del 1953.
- 1998: Lancio di un missile sul Giappone e il Pacifico. Le capacità balistiche del regime sono accresciute.
- 2002: Battaglia navale tra Corea del Nord e Corea del Sud nel Mar Giallo.
- 2006: La Corea del Nord lancia sette missili e fa il suo primo test nucleare. Partono le sanzioni delle Nazioni Unite.
- 2010: La Corea del Nord arricchisce uranio.
- 2012: La Corea del Nord dichiara di avere missili in grado di colpire gli Stati Uniti. L'annuncio arriva dopo l'accordo tra Corea del Sud e Stati Uniti sulla difesa missilistica.
- 2013: Terzo test nucleare. Le Nazioni Unite varano nuove sanzioni.
- 2016-17: Continuano i lanci di missili.
- 2018: All'inizio dell'anno Kim Jong-un e Donald Trump si scambiano minacce. La lite del "bottone nucleare".
Mentre gli sherpa preparano il terreno per il vertice tra Stati Uniti e Corea del Nord, le sanzioni economiche restano in vigore, come le esercitazioni militari congiunte tra America e Corea del Sud previste in Aprile. Tempi d'acciaio.
06
L'acciaio americano
Circondato dagli operai del settore dell'acciaio, Trump ha firmato l'ordine esecutivo che impone dazi del 25 per cento sulle importazioni d'acciaio e del 10 per cento su quelle d'alluminio. Il commento del presidente americano è stato il seguente: "Se non hai l'acciaio il paese non è tuo". Niente dazi per Messico e Canada, Trump sta negoziando con i due paesi una nuova versione del Nafta, il trattato di libero scambio del Nord America: "Con loro stiamo negoziando il Nafta, se riusciamo ad avere un accordo che ponga fine al Nafta, non vi saranno dazi".
Reazioni nel mondo? Si sono arrabbiati i cinesi, cioè il paese che fa dumping sull'acciaio e sta minando il mercato, Europa compresa. Subito le agenzie di stampa hanno registrato la vibrante protesta dei democratici di Pechino. Si sa, il giornalista collettivo sta con la Cina, nota democrazia dove i diritti dei lavoratori vengono subito dopo la norma che prolunga per l'eternità il mandato del Presidente Xi Jinping. Dunque applausi a scena aperta a Davos e mi raccomando, massima adesione al programma unico del Partito comunista cinese.
L'Europa che a sua volta mette e studia altri dazi contro Pechino - ma non bisogna dirlo in giro, non fa fino - ha levato altrettanto vibrante protesta contro gli Stati Uniti. Da un caffè di Parigi, con un sottofondo musicale soffuso, si è levata la voce di Bruno Le Maire, ministro dell'economia della Francia, il protezionista (mon dieu, non si dice) dei cantieri di Saint Nazaire, vedere alla voce Fincantieri. Che dice Le Maire? "Con i nostri partner Ue, valuteremo le conseguenze e concorderemo una risposta adeguata. La Francia deplora gli annunci di Donald Trump sulle tariffe per l'acciaio e l'alluminio. Ci sono solo perdenti nelle guerre commerciali". Detto da uno che si è inventato l'escamotage della quota dell'uno per cento in prestito dalla Francia all'Italia per chiudere l'affare STX è il massimo.
Tutti perdenti? Sicuro? La realtà, come sempre, è inesorabile: le importazioni di acciaio negli Stati Uniti ammontano a 29 miliardi dollari e quelle di alluminio sono pari a 17 miliardi. Il settore è da tempo in una fase di iper-capacità, con problemi di prezzo manipolato dai governi. Durante il G20 di Amburgo è uscito questo documento sul problema dell'acciaio, prontamente dimenticato da tutti. La Cina è citata 63 volte. Continuamente si parla di chiusura di stabilimenti produttivi dell'acciaio. Va da sè che nessuno vuole chiudere le proprie fabbriche e mandare a casa i lavoratori, perfino dove non si vota hanno questa preoccupazione. La Cina ha risposto a Amburgo con questo principio: "Problema globale, risposta collettiva". Ottimo, dunque nessuno fa niente. E infatti ne hanno discusso senza cavarne niente il G20 dei ministri del commercio a Shanghai (2016), il G20 dei ministri delle finanze a Chengdu (2016), il G20 dei leader a Hangzhou (2016) e naturalmente l'ultimo che si è tenuto lo scorso settembre a Amburgo. Risultato? Zero. Un grafico, per sapere, per capire:

Questo è quanto riportava l'amministrazione Obama sul sito della Casa Bianca dopo il vertice del G20 di Hangzhou (2016):

Come la mettiamo? Così: le guerre commerciali non sono diverse da quelle che si combattono con le armi. Accadono quando qualcuno parla molto, si vanta della sua fortezza inespugnabile, e nel frattempo consente al nemico di penetrare nel suo territorio, anzi lo invita a entrare. Alla fine, il nemico entra a casa tua, ti porta via il lavoro, la moglie e poi ti rende schiavo. Troppo? Provate a parlarne con i lavoratori dell'acciaio americano. La vita è un punto di vista. E non è solo il nostro. Quello americano dice che bisogna tagliare il deficit commerciale di 100 miliardi e la richiesta a Pechino di un piano di rientro è già partita dalla Casa Bianca.
***
Commercio, la politica del container. Bisogna tenere d'occhio un altro paese, la Germania, ha un surplus più grande di quello della Cina e stamattina sono usciti i dati del commercio.
07
La Germania fa strike
Destatis ha spadellato i dati sul commercio tedesco: in gennaio l'export ha segnato un +8.6 per cento rispetto all'anno precedente. L'industria tedesca nel mondo vola. Ecco i numeri:

Esportazioni a 107 miliardi, importazioni a 89.7 miliardi, saldo netto positivo per 17.4 miliardi. Il conto finale dà un surplus di 22 miliardi di euro. Con l'America le cose cambieranno, ma il conto nell'Eurozona e nell'Unione continuerà ad essere ampiamente positivo. Guardate qua:

Non c'è bisogno di ulteriori commenti, quasi 65 miliardi di esportazioni nell'Unione europea con un balzo di oltre il 10 per cento rispetto all'anno precedente. Sono in gamba, sanno fare il loro mestiere, difendono le loro posizioni. È la grande guerra della contemporaneità, la politica del container.
***
Che facciamo? C'è una canzone in sottofondo, "piccola città, bastardo posto/ appena nato ti compresi". Guccini all'alba. Canzoni interessanti al mattino. Forse troppo. È tutto vero. No fake.
08
Le bugie corrono più del vero
La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.

Science ha un articolo interessante sul tema vero/falso, diffusione delle notizie fake e di quelle vere. I numeri confermano quello che sa chiunque faccia questo mestiere con un po' di attenzione. Si chiamano cascate d'informazione. E non sono acqua fresca.
09
Librandosi. Prezzolini e la letteratura italiana

Un libretto piccolo piccolo, delizioso, un ristoro per la mente. La "Storia tascabile della letteratura italiana" di Giuseppe Prezzolini è un gioiello. Il titolare ne possiede un'edizione della Biblioteca del Vascello (quasi introvabile), per fortuna esiste anche una edizione di Sellerio. Perché leggerlo? 1. Giuseppe Prezzolini è un meraviglioso irregolare, dunque a Repubblica non avrebbe mai trovato posto; 2. È il miglior ripasso di letteratura italiana che vi possa capitare, vi farà amare quello che la scuola vi ha fatto odiare; 3. L'incipit è di quelli che non si dimenticano: "Non vi fidate mai interamente di nessun consiglio, di nessuna autorità, di nessuna storia letteraria, compresa la mia. Ma questa vi servirà a farvene una vostra"; 4. Distrutti gli esperti, si assapora la semplicità che diventa verità come quando in un solo tratto di penna vi dice chi è Manzoni: "È romantico perché cattolico". 5. Avrete mille ragioni per avere nostalgia della maestra alle scuole elementari, un mondo dove le cose erano una continua scoperta e lei, premurosa, vi guidava mano nella mano nella vostra avventura in quella dimensione che si chiama vita; 6. Senza tanti giri di parole, avrete chiaro che "Leopardi è esattamente l'opposto del Manzoni"; 7. Avrete la prova netta e definitiva che i politici in gran parte non conoscono la letteratura italiana; 8. C'è l'arte sublime e perfida della stroncatura in punta di penna, quindi se "D'Annunzio è un mosaicista di movimenti", Pascoli diventa un "poeta schietto, ma guastato da un'intelligenza minima e da un gusto femminile"; 9. Non leggerete più niente di contemporaneo; 10. Le pagine culturali dei giornali vi sembreranno un comico cimitero di professori che non sanno scrivere. Buona lettura.