13 Marzo
Salvini avvisa Berlusconi: mai un governo con Renzi
No alle aperture di Forza Italia, la crisi di non-governo è profonda. E la coalizione di centrodestra è precaria più che mai. L'arrocco finto del Pd e le ragioni del voto al Movimento 5Stelle. Il diario del titolare di List.
La notizia che il 23 per cento degli italiani è a rischio povertà non interessa nessuno. Stamattina la troviamo in prima pagina solo su Avvenire e Manifesto, la Chiesa di Bergoglio e i compagni del quotidiano comunista, la religione degli ultimi, Gesù e Marx, il nocciolo della critica al capitalismo.
Qualcosa questa assenza-presenza vorrà pur dire. Si è discusso molto a vanvera del successo elettorale della proposta del reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle, ma quando escono studi e numeri che dimostrano l'urgenza della situazione, la necessità di una risposta politica, la verità sulla distopica situazione economica e sociale dell'Italia, improvvisamente i dati vengono occultati dal sistema dei mainstream media. Il senso di colpa del piccolo establishment italiano (di cui il giornalismo fa parte) produce queste reazioni. Ma in quel rapporto c'è il materiale radioattivo, la kryptonite.
01
Poveri, giovani e Sud
Nello studio pubblicato da Bankitalia ieri c'è quello che ha generato in maniera decisiva il voto del 4 marzo scorso. Guardate questo grafico:
In questi numeri c'è il dramma della popolazione italiana più giovane, il rischio povertà si è trasferito dagli anziani ai giovani, i pensionati sono più protetti, il Sud è un serbatoio di smarrimento e rancore.
02
Il Rapporto Censis. Rancore e smartphone
Tutto torna. Il titolare di List ricorda l'ultimo rapporto annuale del Censis:
L'Italia dei rancori. Nella ripresa persistono trascinamenti inerziali da maneggiare con cura. Non si è distribuito il dividendo sociale della ripresa economica e il blocco della mobilità sociale crea rancore. L'87,3% degli italiani appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficile salire nella scala sociale, come l'83,5% del ceto medio e anche il 71,4% del ceto benestante. Pensano che al contrario sia facile scivolare in basso nella scala sociale il 71,5% del ceto popolare, il 65,4% del ceto medio, il 62,1%...
La notizia che il 23 per cento degli italiani è a rischio povertà non interessa nessuno. Stamattina la troviamo in prima pagina solo su Avvenire e Manifesto, la Chiesa di Bergoglio e i compagni del quotidiano comunista, la religione degli ultimi, Gesù e Marx, il nocciolo della critica al capitalismo.
Qualcosa questa assenza-presenza vorrà pur dire. Si è discusso molto a vanvera del successo elettorale della proposta del reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle, ma quando escono studi e numeri che dimostrano l'urgenza della situazione, la necessità di una risposta politica, la verità sulla distopica situazione economica e sociale dell'Italia, improvvisamente i dati vengono occultati dal sistema dei mainstream media. Il senso di colpa del piccolo establishment italiano (di cui il giornalismo fa parte) produce queste reazioni. Ma in quel rapporto c'è il materiale radioattivo, la kryptonite.
01
Poveri, giovani e Sud
Nello studio pubblicato da Bankitalia ieri c'è quello che ha generato in maniera decisiva il voto del 4 marzo scorso. Guardate questo grafico:
In questi numeri c'è il dramma della popolazione italiana più giovane, il rischio povertà si è trasferito dagli anziani ai giovani, i pensionati sono più protetti, il Sud è un serbatoio di smarrimento e rancore.
02
Il Rapporto Censis. Rancore e smartphone
Tutto torna. Il titolare di List ricorda l'ultimo rapporto annuale del Censis:
L'Italia dei rancori. Nella ripresa persistono trascinamenti inerziali da maneggiare con cura. Non si è distribuito il dividendo sociale della ripresa economica e il blocco della mobilità sociale crea rancore. L'87,3% degli italiani appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficile salire nella scala sociale, come l'83,5% del ceto medio e anche il 71,4% del ceto benestante. Pensano che al contrario sia facile scivolare in basso nella scala sociale il 71,5% del ceto popolare, il 65,4% del ceto medio, il 62,1% dei più abbienti. La paura del declassamento è il nuovo fantasma sociale. Ed è una componente costitutiva della psicologia dei millennials: l'87,3% di loro pensa che sia molto difficile l'ascesa sociale e il 69,3% che al contrario sia molto facile il capitombolo in basso. Allora si rimarcano le distanze dagli altri: il 66,2% dei genitori italiani si dice contrario all'eventualità che la propria figlia sposi una persona di religione islamica, il 48,1% una più anziana di vent'anni, il 42,4% una dello stesso sesso, il 41,4% un immigrato, il 27,2% un asiatico, il 26,8% una persona che ha già figli, il 26% una con un livello di istruzione inferiore, il 25,6% una di origine africana, il 14,1% una con una condizione economica più bassa. E l'immigrazione evoca sentimenti negativi nel 59% degli italiani, con valori più alti quando si scende nella scala sociale: il 72% tra le casalinghe, il 71% tra i disoccupati, il 63% tra gli operai
Da qui bisogna partire per sapere, per capire che cosa è successo in Italia il 4 marzo. La rivoluzione nell'urna, il paese spezzato in due, l'affermazione di Lega e Cinque Stelle è tutta in questi numeri. E attenzione a quello che il titolare di List non si stanca mai di evocare: l'immaginario. Sempre dal rapporto Censis:
Un immaginario collettivo senza forza propulsiva. L'immaginario collettivo è l'insieme di valori e simboli in grado di plasmare le aspirazioni individuali e i percorsi esistenziali di ciascuno, quindi di definire un'agenda sociale condivisa. Nell'Italia del miracolo economico il ciclo espansivo era accompagnato da miti positivi che fungevano da motore alla crescita economica e identitaria della nazione. Ma adesso l'immaginario collettivo ha perso forza propulsiva. Nelle fasce d'età più giovani (gli under 30) i vecchi miti appaiono consumati e stinti, soppiantati dalle nuove icone della contemporaneità. Nella mappa del nuovo immaginario i social network si posizionano al primo posto (32,7%), poi resiste il mito del «posto fisso» (29,9%), però seguito a breve dallo smartphone (26,9%), dalla cura del corpo (i tatuaggi e la chirurgia estetica: 23,1%) e dal selfie (21,6%), prima della casa di proprietà (17,9%), del buon titolo di studio come strumento per accedere ai processi di ascesa sociale (14,9%) e dell'automobile nuova come oggetto del desiderio (7,4%). Nella composizione del nuovo immaginario collettivo il cinema è meno influente di un tempo (appena il 2,1% delle indicazioni) rispetto al ruolo egemonico conquistato dai social network (27,1%) e più in generale da internet (26,6%). Non è polvere di immaginario, ma lo spirito dei tempi: il punto da cui ripartire per ritrovare una direzione di marcia comune.
Lo smartphone. Il selfie. I tatuaggi. Prima della casa e dello studio. Siamo al simbolismo della disperazione. Una domanda sul taccuino del titolare: che famiglie sono quelle che tirano su questi ragazzi? Che dibattito pubblico può venire fuori da una nazione impegnata a guardarsi allo specchio, a cazzeggiare, a rotolarsi nella chiacchiera? Il comico può aiutarci a esorcizzare il male, non ci sono dubbi, ma poi la realtà torna e ti chiama a scegliere cosa fare e da che parte stare. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
03
Miti di ieri e oggi
Al titolare viene in mente un libro sublime, Miti d'oggi, di Roland Barthes. Il volume raccoglie riflessioni fatte da Barthes negli anni Cinquanta quando in Francia dominava il dibattito pubblico - toh, la Storia che gioca a dadi - il piccolo bottegaio, il piccolo borghese che si (ri)trovava perfettamente rappresentato da Pierre Poujade, così lontano e così vicino dai movimenti politici che oggi mietono voti. Poujade era contro il parlamentarismo inefficiente, il fisco oppressivo, i "forchettoni", lo "Stato oppressivo". Il suo movimento politico, l'Unione e Fraternità Francese, conquistò 52 parlamentari all'assemblea nazionale. La Storia, che meraviglioso vai e vieni. Tutto torna. Barthes fa a pezzi quel mondo, ma contemporeaneamente lo legge, lo ricompone, gli dà una cornice, un significato.
Alla voce "icone della contemporaneità", tra i Miti d'oggi ci sono appunto lo smartphone e il selfie, oggetti e soggetti senza senso che acquistano forza come "rifugio" dalla realtà. Ecco perché la piattaforma digitale del Movimento 5Stelle è "contemporanea", è un luogo in cui ci si ritrova per alimentare un "sogno", un'evasione dal mondo che là fuori ruggisce, la costruzione di Altro. Questo è il terreno sul quale oggi si perdono e vincono le elezioni.
04
Il Pd e il tasto reset
Di tutto questo nella direzione del Pd di ieri non s'è discusso. Il documento finale approvato è di una miseria culturale che lascia attoniti, poche righe da burosauri in cui riposa il vuoto di una classe dirigente:
La direzione nazionale del Partito Democratico:
– prende atto delle dimissioni del segretario e lo ringrazia per il lavoro e l’impegno appassionato di questi anni alla guida del Partito, nella sfida politica e di governo intrapresa sempre con grande determinazione;
– assume come avvio del confronto la relazione del vicesegretario che svolgerà le funzioni di Segretario fino all’Assemblea nazionale convocata – come da Statuto – dal Presidente, e condivide le proposte avanzate sulla gestione collegiale dei prossimi passaggi politici.
– riconosce l’esito negativo del voto, garantisce il pieno rispetto delle scelte espresse dai cittadini e al Presidente della Repubblica il proprio apporto nell’interesse generale. Il Partito Democratico si impegnerà dall’opposizione, come forza di minoranza parlamentare, riconoscendo che ora spetta alle forze che hanno ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere di governare il paese;
– chiama a un impegno straordinario le federazioni regionali, provinciali e i circoli per promuovere a ogni livello il più ampio confronto di analisi e proposta per individuare insieme il percorso da seguire per il rilancio del Partito Democratico nella società italiana.
Non una parola sul mondo che c'è la fuori. Sarebbe questa l'eredità del renzismo? E il post-renzismo sarebbe questa visione? C'è perfino il testa-coda di quello che si enuncia: andiamo all'opposizione, ma siamo pronti a fare un governo di scopo promosso dal Presidente della Repubblica. Non si ha neppure il coraggio di dichiarare che è giunto il momento di premere il tasto reset.
05
Salvini, Di Maio e un altro voto
Andiamo all'opposizione! Di cosa? Per andarci deve esserci una parte che fa la maggioranza, ma Lega e Movimento 5Stelle sono prontissimi a tornare al voto e rastrellare il resto del piatto elettorale. Ieri il titolare ha scritto che la coalizione di centrodestra è destinata prima o poi a evaporare. Le cose vanno esattamente in quella direzione, è solo una questione di tempo. Basta leggere cosa dice Matteo Salvini stamattina a Strasburgo:
Non ho smanie di andare al governo. Stiamo lavorando a un programma di governo da proporre al Parlamento. Non ai partiti ma al Parlamento. Se su questo programma di governo ci sarà una maggioranza, io mi prendere l'onore e l'onere di guidare il governo. Se per andare al governo devo tirare dietro quelli che sono stati bocciati dagli italiani la settimana scorsa, assolutamente no. Mai nella vita governerò con Renzi.
Salvini ha capito che Renzi c'è ancora (e ci sarà, visto che la linea passata ieri è un compromesso siglato dai post-renziani con Renzi), rivendica la guida del governo (che non c'è e vedremo quando e come ci sarà) e non ha nessuna intenzione di seguire il piano di salvataggio che sottobanco discutono da mesi Renzi e Berlusconi. Quell'accordo che Renato Brunetta ieri ha prefigurato offrendo una presidenza di una Camera al Pd. È la stessa cosa che pensa Luigi Di Maio, il quale, a differenza di Salvini, non ha neppure il problema di rompere con gli alleati di coalizione, i Cinque Stelle hanno deciso di correre da soli e lo scenario conferma la loro posizione di forza: si fa un governo? Loro ci sono. Non si fa? Loro vanno all'incasso.
06
Berlusconi sparito dal radar
In questo scenario, Berlusconi è sparito dal radar. Molti pensano che il suo eclissamento sia una buona cosa in se, in realtà per il sistema politico italiano uscito dalle urne è un ulteriore problema dagli esiti (im)prevedibili. Il Cavaliere paga i suoi errori, ha fatto molta tattica e ben poca strategia, ha disegnato una legge elettorale (il Rosatellum) con Renzi pensando di farci un accordo di governo, tagliando fuori la Lega e gli altri soggetti politici, ma il risultato è stato quello di dare alla Lega il primato nei collegi uninominali e non solo. Tutto questo oggi favorisce chiaramente l'ala sovranista di Forza Italia (vedere alla voce Giovanni Toti in Liguria) che punta a riunirsi in un unico partito di centrodestra guidato da Matteo Salvini. Le origini dei suoi errori sono nella rottura del Patto del Nazareno con Renzi e guarda caso entrambi hanno finito per perdere le elezioni. L'alleanza tra diversi-uguali era discutibile, una sorta di palude a trazione renziana dove l'immobilismo italiano continuava a riprodursi, qualche nome nuovo qua e là, la toscanizzazione di Palazzo Chigi (errori colossali che poi si sono manifestati nella legislazione e non solo) ma nella sostanza nessun reale ricambio negli assetti del potere.
Il fatto incontestabile è che il divorzio tra Renzi e Berlusconi - innescato dalla scelta di lanciare Sergio Mattarella al Quirinale al posto di Giuliano Amato - ha dato il via libera alla corsa di Lega e Cinque Stelle. Il Rosatellum è stato il sigillo della catena di errori, una legge proporzionale che doveva polverizzare il quadro politico alla fine ha prodotto un nuovo bipolarismo, un risultato maggioritario in cui una coalizione è destinata a sciogliersi (quella del centrodestra) e la nuova Dc pentastellata a rafforzarsi ulteriormente. C'è chi scommette in una mossa a sorpresa di Berlusconi. Il Cavaliere fa certamente i suoi disegni, ma i numeri e l'anagrafe sono là davanti a tutti. Se c'è un gioco, sembra proprio all'ultima mossa. E in fondo, l'unico salvagente per entrambi è il governo di scopo, un'iniziativa proprio di Mattarella, senza, si va dritti all'Amargeddon di un altro voto e al trionfo dei cosiddetti partiti "populisti" che in realtà hanno un vantaggio competitivo, cavalcano l'ondata, surfano sul calendario, sono rappresentati da leader giovani che pronunciano le parole del presente, sono figli dello Zeitgeist, lo spirito del tempo: sono contemporanei.
Essere contemporanei significa studiare, fare quello che suggeriva Antonio Gramsci: conoscere l'avversario. Il Pd che fino a ieri era il perno del sistema politico italiano conosce i suoi avversari? A giudicare dal risultato del voto, no. E anche a sentire i discorsi post-voto. Graziano Del Rio stamattina a Radio Anch'io dice che Lega e Movimento 5Stelle rappresentano "due estremismi, dove il populismo cattivo della Lega mette i poveri contro i poveri e farà molto male al Paese, mentre quello del Movimento 5Stelle dice che siamo tutti uguali, tutte forze dello stesso sistema, un giudizio radicalmente sbagliato". E siamo giunti così alla parola che è diventato il coperchio buono per tutte le pentole, soprattutto la propria pentola che ha in cottura una pietanza che gli elettori rifiutano. Cosa è il populismo? Cosa c'è sopra e sotto questa parola? Michele Magno ha fatto la cosa più semplice, ha bussato alla casa del popolo. Leggiamolo insieme.
06
Todos populistas, todos caballeros
di Michele Magno
Curiosamente, la parola populismo è tanto più inflazionata quanto più è lontana dalla sua origine storica. Origine che è doppia: il populismo russo da un lato e quello americano dall’altro. In Russia l’etichetta fu inventata a metà Ottocento per indicare un movimento di intellettuali che, in opposizione all’autocrazia zarista, riscoprì il popolo, in particolare i contadini. Movimento che vagheggiava un socialismo romantico, agrario, tradizionalista, volto a ripristinare una mitica comunità incontaminata, in grado di resistere alle spinte modernizzanti provenienti dall’Occidente. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Il nostro viaggio nel dedalo italiano - ma in realtà siamo nel pieno del movimento di faglie della storia - finisce qui. Anzi no, c'è un altro segnale che viene dal laboratorio del presente, l'officina dove la tecnologia si traduce in strumenti per la produzione e gestione dell'immaginario e dunque del consenso: la Silicon Valley.
07
Giornalismo. Comprati e venduti dalla Silicon Valley
Come va la libertà di stampa? Benissimo, è comprata e venduta tutti i giorni dai titani di internet i quali si avviano a controllarla meglio di quanto immaginò Orwell. Bezos ha trasformato il Washington Post nell'Amazon Post, Apple ha annunciato ieri l'acquisto di Texture che non è semplicemente una piattaforma per comprare i giornali online, ma il negozio di oggi e soprattutto di domani delle riviste, ammesso che qualcuna di queste sopravviva nei prossimi anni alla distruzione (creativa, mi raccomando, come dicono quelli che pregano tutte le mattine al totem della Silicon Valley) in corso. I titani digitali sono a caccia di clic, non di significato, l'hardware senza software è un non-sense e senza armi di distrazione di massa svelerebbe la dipendenza da stupefacente hi-tech del popolo. Ci sarebbe da stare perfino allegri, ma la tras-formazione dei contenuti ad opera di questi mostri altera le gerarchie delle notizie, il mezzo divora il messaggio al punto da rendere del tutto irrilevante cosa c'è scritto. Se l'algoritmo di Facebook decide che cosa è importante e cosa no per il suo utente-cavia in via di lobotomizzazione da meme compulsivo, si può tranquillamente aprire una chat-room su X-Factor e aspettare lo tsunami, che più o meno è quello che sta avvenendo nei giornali dove il livello delle news è una trama di gattini, cani, modelle, tacchi da 30 centimetri, quiz su Pippi calzelunghe, gli otto errori della frittata, l'amore fondamentale tra Magnini e Giorgia Palmas, il ragno che sfida l'alluvione, Totti che fa il cucchiaio immortale. Tutte notizie impaginate oggi per inseguire clic. Spazzatura.
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Questo numero di List è arrivato ai titoli di coda, con che cosa chiudiamo? Un libro, anzi due.
08
Librandosi. Moro e gli Anni di Piombo
La cronaca, la memoria, la storia. La cronaca ha riportato alla luce quello che Aldo Moro nel 1976 definì lo scenario dei "due vincitori" (ricordato su List da Francesco Damato), il governo di unità nazionale; la memoria è il quarantennale del rapimento e assassinio dello statista democristiano; la storia è quella degli Anni di Piombo. Per sapere, per capire, il titolare di List vi propone due libri estratti dal disordine della sua biblioteca.
Due classici. L'affaire Moro di Leonardo Sciascia e L'Italia degli anni di piombo di Indro Montanelli e Mario Cervi. Da qui bisogna partire per afferrare il nostro passato che a ondate fa sentire ancora i suoi effetti. Non è vero che si tratta di un remoto non più attuale perché parte di quelle dinamiche politiche sono ancora oggi vive. Il terrorismo fu sconfitto, ma il prezzo pagato dal sistema politico italiano fu alto e le conseguenze attualissime. Sciascia scrisse di getto il libro nel 1978, una lettura delle drammatiche lettere di Moro dalla prigionia. Moro non voleva morire "di quella morte". Scrive Sciascia: "Nella prigione del popolo Moro ha visto la libertà in pericolo e ha capito da dove il pericolo viene e da chi e come è portato". Moro voleva uscire dalla "prigione del popolo" per comunicare quello che aveva capito". La lettura di quelle lettere con Sciascia diventa un lancinante romanzo che esplora le ultime cose, la fine. Il contesto è nel libro di Montanelli e Cervi, due maestri della divulgazione storica e della lettura politica, un affresco sugli anni più difficili della giovane Repubblica italiana. Una cavalcata dagli "anni di gomma" che precedettero quelli di piombo fino all'elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica. Una storia che comincia e finisce con Aldo Moro. Una frase, un dettaglio, una domanda che dopo quarant'anni è ancora sospesa in aria. "L'agguato di via Fani fu "un lavoro militare di altissima specializzazione". E poi un presagio, un lampo, un ricordo, il maresciallo Leonardi che nella memoria della moglie Ileana "aveva trafficato nell'armadio per prendere delle pallottole. Ultimamente andava in giro armato perché si era accorto che una macchina lo seguiva". Era la morte. Chi ordinò il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro? Le Brigate Rosse. Solo loro?
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4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.