19 Luglio
Il poker di Putin
Presidente per la quarta volta. Il capo della campagna elettorale ironizza: "Dobbiamo ringraziare il Regno Unito". La distanza tra l'Occidente e la Grande Madre Russia. Un'indagine del titolare di List.
Questo numero di List è stato impaginato il 3 Aprile 2018.
Ti amo... di un amore maturo ed elettrizzante. Tutti i miei fallimenti erano la strada che mi portava a te... Tu sei il mio solo paese, ormai.
La Casa Russia.
Sono le parole di Barley Scott Blair a Katya Orlova, un uomo e una donna avvolti nel turbine ghiacciato della Guerra Fredda. Nel romanzo di Le Carré e nel film che ne ha tratto Fred Schepisi (con una colonna sonora da sogno) la storia d'amore e spionaggio palpita insieme a un'altra parola: patria.
Patria è la Russia, l'immenso paese coperto dal mantello di permafrost, tempestato di città che la notte diventano fantasmi, popolato di esseri che escono dai romanzi di Gogol'. Quella Russia, quella patria, è il paese di Vladimir Putin, presidente per la quarta volta.
La Russia è la beffa, il gioco, il sarcasmo, lo zig zag della sua letteratura, i polmoni carichi di nebbia e taglienti violini. "L'affluenza è più alta di quanto ci aspettassimo, di circa l'8-10 per cento, per cui dobbiamo dire grazie alla Gran Bretagna", ha detto ieri sera Andrei Kondrashov, portavoce della campagna di Putin. Conseguenze inattese di un plot occidentale: accusare Putin di aver ordinato l'uso di gas nervino nel Regno Unito per uccidere una spia e rafforzarlo dove conta, in patria. Con una sola prova: credere a quello che dice l'MI6, il servizio segreto inglese, dove non c'è James Bond e di cui si ricordano le formidabili prove sulle armi di distruzione di massa presenti in Iraq. Ci vuole fede. Forse troppa. E il grande gioco non è quello delle spie, ma dell'espansione della Nato a Est.
"L'affluenza è più alta di quanto ci aspettassimo, di circa l'8-10 per cento, per cui dobbiamo
...Questo numero di List è stato impaginato il 3 Aprile 2018.
Ti amo... di un amore maturo ed elettrizzante. Tutti i miei fallimenti erano la strada che mi portava a te... Tu sei il mio solo paese, ormai.
La Casa Russia.
Sono le parole di Barley Scott Blair a Katya Orlova, un uomo e una donna avvolti nel turbine ghiacciato della Guerra Fredda. Nel romanzo di Le Carré e nel film che ne ha tratto Fred Schepisi (con una colonna sonora da sogno) la storia d'amore e spionaggio palpita insieme a un'altra parola: patria.
Patria è la Russia, l'immenso paese coperto dal mantello di permafrost, tempestato di città che la notte diventano fantasmi, popolato di esseri che escono dai romanzi di Gogol'. Quella Russia, quella patria, è il paese di Vladimir Putin, presidente per la quarta volta.
La Russia è la beffa, il gioco, il sarcasmo, lo zig zag della sua letteratura, i polmoni carichi di nebbia e taglienti violini. "L'affluenza è più alta di quanto ci aspettassimo, di circa l'8-10 per cento, per cui dobbiamo dire grazie alla Gran Bretagna", ha detto ieri sera Andrei Kondrashov, portavoce della campagna di Putin. Conseguenze inattese di un plot occidentale: accusare Putin di aver ordinato l'uso di gas nervino nel Regno Unito per uccidere una spia e rafforzarlo dove conta, in patria. Con una sola prova: credere a quello che dice l'MI6, il servizio segreto inglese, dove non c'è James Bond e di cui si ricordano le formidabili prove sulle armi di distruzione di massa presenti in Iraq. Ci vuole fede. Forse troppa. E il grande gioco non è quello delle spie, ma dell'espansione della Nato a Est.
"L'affluenza è più alta di quanto ci aspettassimo, di circa l'8-10 per cento, per cui dobbiamo dire grazie alla Gran Bretagna", ha detto Andrei Kondrashov, portavoce della campagna di Putin.
Il risultato delle elezioni in Russia provoca sgomento nelle presunte classi colte che immaginano una Lubjanka permanente, un mondo claustrofobico dove l'assassinio è la regola, la libertà un attimo fuggente e la cospirazione un imperativo categorico. La Russia estrema, da educazione siberiana, intrisa di ferocia, non è un'invenzione, esiste, ma la sua caricatura mediatica finisce per raccontarla per difetto volendo trasfigurarla in eccesso.
Il peggio del mondo reale tende a superare sempre gli incubi e i deliri. Il cattivo è una presenza permanente nel palcoscenico dell'umanità. L'esistenza del male in Russia è innegabile come le vite degli altri spiate da Washington, gli alleati traditi, le bugie sull'espansione della Nato a Est ("non un pollice", disse James Baker a Gorbaciov nel 1990), le torture della Cia, i programmi di detenzione, Guantanamo e Abu Ghraib, la sedia elettrica per colpevoli e qualche volta gli innocenti, la forca, la Bibbia e la Colt della frontiera, lo schiavismo e la grandezza di Lincoln, gli assassinii di presidenti, il maccartismo, le schedature degli artisti "ribelli", le stragi per noia, i colpi di stato in Sudamerica, la guerra psicologica, la deviazione dei social network, l'orecchio della NSA, la colonizzazione culturale via YouTube, la mcdonaldizzazione della vita, il fast food dell'anima, il virus delle crisi finanziarie, Wall Street e il denaro non dorme mai, il potere occulto e palese dei media, le trame e i complotti delle democrazie occidentali. Oriente e Occidente. Est-Ovest. Russia e America. Sotto e sopra. È il gioco della vita. E della morte.
Quel mondo fu raccontato da Aleksandr Solženicyn in Arcipelago Gulag, con quelle prime pagine percorse dal clima del Processo di Kafka:
"È fatta, siete arrestato. E voi non troverete altro da rispondere che un belato da agnello: "I-io?? Perché??". Ecco cos'è l'arresto: un lampo accecante, una folgorazione che respinge istantaneamente nel passato e fa dell'impossibile un presente di pieno diritto".
Quella Russia era l'utopia degli intellettuali europei, dei liberal che insieme ai loro degni eredi oggi dicono a Putin: sei un dittatore, sei un assassino, sei contro la libertà. Adorarono il regime del Gulag, sbagliarono ieri e continuano a precipitare nell'iperbole oggi.
Certo che la Russia non è una democrazia, soprattutto come la immagina un europeo in guanti bianchi o un americano con gli stivali. Non lo è semplicemente perché non può esserlo per trasfusione del sangue, morirebbe per diversità del gruppo sanguigno.
La democrazia è un tempo lungo. È un treno che potrebbe mai arrivare. Una svolta non prevista dal fiume della storia. In piena guerra irachena, il titolare di List a Washington si ritrovò il 4 ottobre del 2004 a portata di taccuino Richard Armitage, numero due del Dipartimento di Stato allora guidato da Colin Powell. Gli Stati Uniti erano nel pieno della campagna irachena. Interrogato sulla situazione di caos, sulla guerra, l'esportazione della democrazia, egli disse:
Come sa, la nostra democrazia si è sviluppata lentamente per molti anni. All'inizio del XX secolo, alle donne non era permesso di votare, nella mia democrazia. Solo nel 1965 agli afroamericani fu permesso di votare. Il Segretario di Stato degli Stati Uniti non poteva votare. Le democrazie si sviluppano nel tempo. E penso che sia quello che mi aspetterei di vedere in Iraq.
Quando Michail Gorbaciov dopo la morte di Konstantin Černenko cominciò nel 1985 il cammino della Glasnost e della Perestrojka, della trasparenza e della ricostruzione politica, aveva già davanti agli occhi la dissoluzione futura dell'Impero Sovietico, l'implosione di quell'esperimento sociale, il gigante crollava sui suoi piedi d'argilla (e petrolio). Quando nel 1989 crollò il muro di Berlino e nel 1991 l'URSS smise di essere una sigla e un fatto del panorama geopolitico, i liberali, i campioni del capitalismo immaginarono di poter premere il pulsante e far passare un paese immenso con immensi problemi dai buoni per il cibo di Stato a Wall Street. Sciagurati. Il paese con Gorbaciov stava per finire in un incubo dagli esiti imprevedibili per l'Occidente (cosa ne sarebbe stato delle armi nucleari, cari democratici in pantofole?) e fu Boris Yeltsin a salvarlo dalla polverizzazione riprendendo con mano ferma il timone. E fu proprio il "Corvo bianco", questo straordinario politico, a dare a Vladimir Putin lo scettro quando giunse il tempo di passare la mano per fare l'ultimo viaggio nella steppa dell'eternità.
Putin presidente per la quarta volta non è un caso, un capriccio, una svirgolettata sul biliardo della politica russa. Putin è l'esito di un racconto che parte dalla caduta dell'Unione Sovietica e arriva fino a oggi in una forma che ha assicurato al mondo la stabilità della seconda potenza nucleare. Immaginate cosa mai sarebbe potuto accadere se il destino avesse premuto il pulsante sbagliato.
Ignorare il tempo e la storia è la specialità degli utopisti in servizio permanente effettivo, costruire castelli di sabbia in presenza di una mareggiata è la loro massima edificazione. Questa è la voragine che separa l'Occidente cosmopolita e senza patrie dalla Grande Madre Russia di cui non riesce ad afferrare la fioca luce d'inverno, le ombre di Mosca, la curvatura marmorea di San Pietroburgo, il lamento delle navi che fanno la spola nella baia di Kola, a Mursmansk. Dominare la Russia esportando la democrazia con il vaso sanguigno del capitale, l'altra utopia.
Nessuno ha mai conquistato la Russia, con una sola eccezione: i mongoli di Gengis Khan che fondarono il Khanato dell'Orda d'oro. I russi non dimenticano. La Germania di Hitler perse la Seconda guerra mondiale quando diede il via all'Operazione Barbarossa, l'invasione dell'Unione Sovietica. Hitler incontrò l'Armata Rossa di Stalin. La Germania del Kaiser perse la Prima guerra mondiale ancora contro la Russia. Napoleone Bonaparte concentrò la Grande Armata in Polonia, il corpo principale era composto da 450 mila uomini e più di mille cannoni, sembrava imbattibile, avanzò verso Mosca e là incontrò il generale Michail Kutuzov, l'uomo della "pazienza e del tempo".

Napoleone vinse nella battaglia di Borodino, ma perdendo 35 mila uomini e indebolendo la sua Armata. Entrò a Mosca, la trovò deserta, 250 mila moscoviti l'avevano abbandonata. L'Imperatore della Francia non trovò nessuno a salutare la sua vittoria. Mentre dormiva, scoppiò l'incendio di Mosca, quattro quinti della città andarono in fumo. Solo e lontano dalla Francia che tramava sulla sua assenza, Napoleone fu costretto alla progressiva ritirata. La "pazienza e il tempo" di Kutuzov e dello Zar Alessandro I costarono a Bonaparte 400 mila morti e 100 mila prigionieri.
No, quegli uomini non son fatti cosí; il vero dominatore, al quale tutto è permesso, saccheggia Tolone, compie il macello di Parigi, dimentica un'armata in Egitto, spreca mezzo milione di uomini nella campagna di Mosca e se la cava con un gioco di parole a Vilna; e a lui, dopo morte, innalzano statue, e quindi tutto gli è permesso. No, uomini siffatti, si vede, non sono di carne, ma di bronzo!
Delitto e Castigo, Fëdor Dostoevskij.
Nessuno ha mai preso la Russia.
Quando crollò l'impero sovietico tutti pensarono: è finita, abbiamo trionfato, Mosca non c'è più, arriverà il capitalismo, la Coca Cola al posto della Stolichnaya, il Big Mac sulla tavola dove un tempo c'era il manzo alla Stroganoff e saremo finalmente tutti uguali nel nostro immenso supermercato globale e jeezzz, it's the end of history, boys, la storia è finita e un Francis Fukujama una volta per tutte ve lo spiegherà.
E invece la storia non era finita. Bastava aver letto Spengler per capire che tutto questo faceva parte di un gioco di albe e tramonti e in questo scenario di cosmiche rovine alla fine sarebbe tramontato l'Occidente e non l'Oriente.
Vittorio Strada, nel suo sublime "Impero e Rivoluzione" (Marsilio) cita un saggio di Grigorij Landau scritto nel 1914 e intitolato "Il crepuscolo dell'Europa" che dipinge questo scenario futuro:
Finisce la grande epoca dell'unitaria cultura europea moderna. Da centro del mondo l'Europa occidentale diventerà una delle sue province, un istruttivo monumento e cimitero, una Venezia ingrandita, meta di gite culturali, una acropoli sparpagliata in alcuni paesi.
Vi ricorda qualcosa? L'Europa di oggi. Un grande museo governato dalle statue di cera.
Gli americani non hanno mai capito la Russia, la sua vastità, l'hanno sempre letta con i numeri dei missili, dei sommergibili, dei carri armati, della fanteria, della teoria del MAD, la reciproca distruzione nucleare. Legioni di cremlinologi erano impegnate a leggere cablogrammi, ascoltare conversazioni, intercettare e uccidere spie che andavano e venivano dalla Cortina di Ferro. Leggere senza capire la Grande Madre Russia.
Gli europei ne percepivano i bagliori, gli umori, le tentazioni, i sinistri rumori, la letteratura e la musica, i vasti silenzi, ma anche quell'intuizione oggi sembra svanita, evaporata nell'ignoranza. Le sanzioni. Bel risultato. Che cosa è la Russia? Ti rispondono: Putin. E dimostrano di avere il cervello annebbiato, non c'è solo Putin.
L'Europa di oggi. Un grande museo governato dalle statue di cera.
Vladimir Putin è un giocatore di scacchi della scuola sovietica, considerava Obama un dilettante, lo mise fuorigioco sulla Siria con un doppio passo da manuale della diplomazia: un articolo sul New York Times per dire che era finita l'era "dell'eccezionalismo americano" e un'alleanza inedita con un leader inaspettato, Papa Francesco. Obama gioca a golf, Trump è destinato a fare altrettanto, mentre Putin quando la storia americana darà un altro scossone al suo più che incerto impero, sarà ancora là. Se dovessimo scommettere su Trump e Putin, oggi francamente avremmo difficoltà a puntare qualcosa sul primo. Da una parte c'è la "disfunzionante America" (Gordon Gekko, Wall Street), dall'altra uno strano essere dato per morto e più vivo che mai, Putin e la Russia. Non a caso la sceneggiatura di Wall Street e l'intervista-biografia più bella del presidente russo hanno la stessa mano, quella di Oliver Stone.
Libertà e mercato in Russia sono lontani dall'idealizzazione che ne abbiamo fatto in Europa, per non dire dell'America. La Russia è energia e oligopolio, dipende dai prezzi energetici, dai gasdotti e dagli oleodotti. Lo strangolamento economico della Russia si può ottenere solo facendo cadere il prezzo delle materie prime energetiche e diversificando le fonti. Vaste programme. Viviamo in un mondo dove vince chi ha l'energia e quest'ultima è materia scarsa, ce l'hanno in pochi: l'Arabia Saudita, l'Iran, la Russia e gli Stati Uniti. Un giorno, arriverà anche la Cina. Chi fa il prezzo? La Russia e l'Arabia Saudita. Mosca nel formato Opec + è l'arbitro della partita energetica e Putin è l'abilissimo manovratore tra il principe Mohammed Bin Salman, Erdogan (in Turchia passa il tubo iracheno) e gli iraniani. Gli Stati Uniti giocano da soli e lo fanno molto bene, ma politicamente hanno problemi enormi e Trump forse non sarà la soluzione, ma l'inizio di una transizione dagli esiti incerti. America First è il sintomo di un male che viene da lontano, le radici sono nella trasformazione del capitalismo finanziario, nel software della Silicon Valley e nell'hardware di Wall Street.
Viviamo in un mondo dove vince chi ha l'energia. Chi fa il prezzo? La Russia e l'Arabia Saudita.
Inseguito dalle sanzioni, con il rublo che colava a picco e il rischio dell'isolamento finanziario, Putin ha risalito la corrente, mantenuto la Crimea (si è votato non casualmente nel quarto anniversario dell'annessione), continuato a sostenere i ribelli russofoni in Ucraina e vinto senza avversari il suo quarto mandato. L'Occidente che non conosce la Russia ha avuto la prova delle sue errate mosse e visioni di ieri, oggi e - visti i commenti del mainstream - probabilmente anche domani.
Tutto questo agli occhi dell’Occidente è incomprensibile, getta i leader nello smarrimento e li annega nell'ipocrisia. La Russia ha ripreso il suo posto, come la Cina. La sola Angela Merkel (non a caso la Germania che conosce la croce e la spada della Russia) sembra aver realizzato pienamente quello che è successo negli ultimi quattro anni, il resto della compagnia ancora si chiede come tutto questo sia potuto succedere. Facile, gli spazi vuoti si riempiono, ma nessuno pensava che quello destinato a farlo fosse lui, Putin, il sanzionato.
L'Occidente che non conosce la Russia ha avuto la prova delle sue errate mosse e visioni di ieri, oggi e anche domani.
Il Kgb è la chiave di questa storia - come lo è stata per lungo tempo la Cia per gli Stati Uniti - il suo fischio d'inizio che non ha ancora un finale. Putin comincia là dove tutti i leader dell'Unione sovietica hanno bevuto il latte materno della Grande Russia, il servizio segreto. Un figlio di Leningrado nato nel 1952 avrebbe seguito questo fiume carsico, dal Palazzo della Lubjanka al Cremlino. La madre non si lascia mai, il servizio segreto resta tatuato nel cuore, ma nel 1991 Putin "esce" dalla riserva del KGB e diventa assistente politico del primo sindaco democratico di Leningrado, Anatoly Sobchak. Qui parte un altro capitolo di questa storia. Mentre Gorbaciov a Mosca predica glasnost e perestrojka, Sobchak a Leningrado perde le elezioni e Putin nel 1996 arriva a Mosca. Gorbaciov si dibatte nella crisi economica, la Russia è in preda alla tentazione continua del colpo di stato, vecchie e nuove forze combattono una guerra sotterranea non solo per la conquista del potere, ma per evitare la dissoluzione completa del paese, il caos. Serve ordine. E per mantenere l'ordine prima della democrazia servono le forze armate. E le spie. Gorbaciov si avvita su se stesso, al Cremlino arriva Boris Yeltsin, il "Corvo bianco", l'uomo del destino. Yeltsin ha un compito immane, salvare la Grande Madre Russia dall'implosione.
La sigla del Kgb è morta, ma la vecchia rete di agenti, amicizie, influenze politiche è ancora viva, il "nuovo" servizio segreto si chiama Fsb e Vladimir improvvisamente - eccole, le strambate della storia russa - nel 1998 ne diventa il capo. Yeltsin sceglie lui. Il posto più delicato, l'uomo più fedele, un servitore della Russia. Putin è noto per la sua efficienza e lealtà, non ha mai cambiato campo, lasciato quelli per cui ha lavorato (rifiutò l'offerta di lavoro del rivale vincente di Sobchak a Leningrado), disprezza i traditori della patria, è il profilo giusto per guidare i servizi segreti. Nello spazio di un flash della storia, Putin diventa primo ministro. Yeltsin sceglie ancora una volta lui (dopo averne bruciati quattro in due anni) e poco tempo dopo il Corvo Bianco fa la sua ultima mossa sulla scacchiera: lascia la presidenza e nomina Putin facente funzioni in attesa del voto. Che Putin vince. In questo passaggio di consegne tra Yeltsin e Putin è racchiuso il destino della Russia, la sua immensa storia, mettere il paese più grande del mondo "in mani sicure", evitare la frantumazione di questo gigante di cristallo.
Yeltsin sceglie Putin. Il posto più delicato, l'uomo più fedele, un servitore della Russia.
Lo Stato di Putin non è quello liberale, la Russia di oggi è la “democrazia controllata” teorizzata da Vladislav Surkov, uno dei più stretti consiglieri politici di Putin. È qualcosa che agli occhi dell’Occidente appare come una dittatura, ma in realtà è la certificazione della scarsa comprensione della Russia contemporanea, come ha spiegato perfettamente John Mearsheimer, politologo dell’Università di Chicago, “le élite occidentali non hanno la minima cognizione del fatto che qualcuno possa ragionare con altre categorie rispetto alle loro, è un fatto che semplicemente non accettano”.
Non accettando questa realtà, finiscono per commettere errori colossali. Vero o falso, fondato o senza prove, accusarlo di aver autorizzato l'uso del gas nervino alla vigilia del voto è stato un boomerang. Il mandato di Putin durerà fino al 2024, più lungo di quello di Leonid Breznev che restò in carica dal 1964 al 1982. Anche in questo caso, bisogna ricordarsi che parliamo della Russia, non di Washington o Parigi. C'è chi fa notare che alla Casa Bianca in fondo abbiamo avuto alternanze di sistemi "dinastici", i Kennedy, i Clinton, i Bush. È un'altra storia, quella americana, incomparabile, tranne che per i sostenitori della libertà cingolata che di solito sfocia nel caos.
La dissoluzione è il più grande timore che attraversa il popolo russo, il periodo delle riforme di Gorbaciov stava per distruggere il paese. Nessuno ha nostalgia del comunismo. Nessuno pensa a "Gorby" come l'uomo dei bei tempi andati. Putin è l'ordine, non la democrazia. E per i russi è preferibile al caos.
Il mandato di Putin durerà fino al 2024, più lungo di quello di Leonid Breznev che restò in carica dal 1964 al 1982.
Dove va la Russia? Non lo sappiamo. È una storia tutta da scrivere. E non sarà l'Occidente a metterla nero su bianco, almeno non come immagina. Tutto è possibile, Vittorio Strada nel libro che abbiamo citato ("Impero e rivoluzione") parla di un "quarto impero" della sua storia, ma tratteggiarne l'idea, la proiezione e i confini è quasi impossibile, la Russia resta un caso aperto in un mondo multipolare, in disordine, con un impero in ritirata (l'America), uno in ascesa (la Cina), un Medio Oriente dove sgorgano petrolio e guerra (Arabia Saudita-Iran). Il Cremlino osserva questo gioco, mira come sempre alla propria sopravvivenza a evitare la sua dissoluzione.
Il Financial Times stamattina scrive che "non ci sono speranze per le riforme" con la rielezione di Putin. Ma è solo una questione che riguarda Putin e gli oligarchi? O forse è un tema che scorre nelle vene della Russia e del suo popolo? Lo stesso FT cita un sondaggio dell'Istituto Levada che è molto significativo sul sentimento del popolo russo in relazione alle riforme. Guardate qui:
C'è il timore dell'imprevisto, dell'irreparabile, del salto nel buio o addirittura in un passato che nessuno vuole rivivere. Il popolo nelle sue varie manifestazioni. Lo stesso popolo che eccitava e nello stesso tempo spaventava gli intellettuali della Russia pre-rivoluzionaria.
Aleksandr Blok nelle pagine di un libro edito da Adelphi ("L'intelligencija e la rivoluzione") ricorda nel 1908 i sogni e le premonizioni del grande Gogol' ne Le anime morte:
"Russia, dove precipiti? Rispondi". Ma non v'è risposta, solo "risuona il meraviglioso squillo del sonaglio". Il brusio che cresce tanto rapido da essere avvertito ogni anno sempre più chiaramente, è "lo squillo meraviglioso della troika. E se questa troika, intorno alla quale "rintrona e si leva l'aria dilaniata dal vento", volasse dritta su di noi? Gettandoci incontro al popolo ci gettiamo dritti sotto le zampe di una troika forsennata, incontro a morte sicura".
Il brusio che cresce. La troika, "il cavallo di mezzo della troika sospeso nell'aria su di noi, pronto a crollarci addosso con i pesanti zoccoli". Qualche anno dopo, il 9 gennaio del 1918, lo stesso Blok scrive:
"La Russia muore", "la Russia non c'è più", "memoria eterna alla Russia", sento dire intorno a me. Ma di fronte a me c'è la Russia: quella che videro nei loro paurosi e profetici sogni i nostri grandi scrittori; quella Pietroburgo che vide Dostoevskij; quella Russia che Gogol' chiamò troika in folle corsa. La Russia è tempesta".
Le premonizioni di Blok s'erano materializzate con i colpi di cannone sul Palazzo d'Inverno. S'era compiuta nel 1917 la Rivoluzione d'Ottobre. Era arrivata a destinazione la troika di Gogol', la Russia.
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2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.