24 Marzo

Catalogna in arresto. Doveva governare, va in prigione

Jordi Turull doveva fare il President della Catalogna, ma prima del voto è arrivato l'ordine d'arresto. Maite Carpio racconta la drammatica partita tra gli indipendentisti, la magistratura e il governo spagnolo di Mariano Rajoy.

di Maite Carpio

Alla fine è stata la magistratura spagnola a frantumare il sogno indipendentista. Il giudice del Tribunale  Supremo, Pablo Llarena ha mandato in carcere il presidente in pectore della Catalogna, Jordi Turull insieme ad altri due ex consiglieri e alla ex presidente del parlament. Tutti quanti accusati di ribellione (pena prevista 30 anni) e malversazione di fondi.

Sono stati il pubblico ministero e la parte civile in causa a chiedere la loro detenzione, allegando il rischio di fuga e di reiterazione del reato da parte degli accusati. Rischio aggravato dal fatto che la numero due di ERC, Marta Roviro  (in carcere c’è anche il numero uno di ERC, Oriol Junqueras, che non ha avuto la libertà condizionata dopo che Puigdemont è scappato a Bruxelles)  non si è presentata ieri in audiencia perché è fuggita la notte scorsa in Svizzera. Dall’estero si è giustificata sostenendo che solo dall’esilio potrà continuare a combattere contro il governo di Rajoy.

Turull è arrivato in lacrime davanti al Tribunale, piangeva ancora mentre abbracciava la moglie. Poco dopo, Llarena notificava a tutti l’atto d’accusa determinando l’arresto preventivo senza cauzione. Nel pomeriggio, l’incarcerazione. Nelle mani del giudice c'è un dossier della Guardia Civil che dimostra il rilevante ruolo che ha avuto Turull nel “proces” per l’indipendenza della Catalogna, attivo e presente nelle riunioni che determinarono i malaugurati eventi. Allo stesso tempo, il giudice ha spiccato un ordine di arresto internazionale per Puigdemont, Rovira e gli altri cinque ex consiglieri  coinvolti nel processo soberanista, oggi sfuggiti alla giustizia.

Ora cosa succede? L’atto d'arresto impedisce che Turull possa essere investito President  nella votazione prevista per oggi. Il Tribunale Costituzionale ha detto chiaro nella sentenza contro Puigdemont che ci vuole la presenza fisica perché il candidato possa essere investito. Turull per ovvi motivi non potrà essere presente. L’atto di carcerazione non è ancora definitivo e...


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