16 Aprile

Napoleon Macron

Fa la guerra in Siria, in tv dice che "chi porta il velo ha dei problemi di compatibilità con la nostra civiltà”, fa l'europeista ma è un nazionalista. Lorenzo Castellani racconta il progressista immaginario.

di Lorenzo Castellani

Chi è davvero Emmanuel Macron? L’europeista moderato e progressista o uno spregiudicato nazionalista francese? Dipinto dai media di tutto il mondo come il salvatore dell’Europa unita, l’uomo che avrebbe dato all’Unione l’impulso politico di cui necessitava per riformarsi, un liberal che aveva spiazzato il vecchio partito socialista, il tecno-politico capace di superare la dicotomia destra-sinistra con un nuovo movimento, dopo qualche mese all’Eliseo il giovane presidente sembra aver gettato la maschera che gli era stata cucita addosso dai media internazionali.

Se dovessimo ritrarlo oggi disegneremmo un Macron sul sellato cavallo bianco, come Napoleone. L’influsso bonapartista, infatti, continua ad esercitare fascino sull’azione politica del leader di En Marche e il suo protagonismo in politica estera è solo l’ultimo di una serie di passi volti a dare un nuovo volto alla Francia. Per comprendere quella che Alessandro Aresu su Limes ha chiamato “la macronia”, l’ambiente nel quale è maturata la figura politica di Macron che risente degli influssi del sovranismo dall’architetto della Quinta Repubblica Michel Debré e della formazione tecnocratica e statalista dell’ENA, bisogna risalire all’origine di En Marche e ripercorrere i secoli della politica francese. 

Se dovessimo ritrarlo oggi disegneremmo un Macron sul sellato cavallo bianco, come Napoleone.

La Francia viene da un decennio di scarsa crescita economica e, soprattuto, dal disvelamento della politica europea. I francesi pensarono di limitare la potenza tedesca dapprima con la costruzione di istituzioni sovranazionali centralizzate, saldamente nelle mani della burocrazia di Bruxelles di marca, appunto, francese, poi con la creazione della moneta unica per arginare la potenza del marco tedesco. Missione fallita. La riunificazione tedesca e la riconversione economica della Germania orientale è stata più rapida del previsto, la capacità di riforma di Berlino sottovalutata da Parigi, la penetrazione della burocrazia tedesca più pervasiva di quella francese e la forza della cultura...


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