6 Maggio
Non è il tempo per un governo tecnico
Lo scenario globale non è quello del 2011, siamo in una fase di pax finanziaria e crescita. Le pressioni europee sull'Italia sono senza fondamento. Salvini propone una soluzione politica a tempo e dice no a un premier tecnico. Il rebus di Mattarella e il Governo del Presidente che senza accordo farà flop.
La crisi di non governo dell'Italia è giunta a un punto di svolta. Lunedì il Capo dello Stato farà un ultimo giro di consultazioni e prenderà le sue decisioni. Matteo Salvini ieri ha fatto una proposta - e dato uno stop - che pur con i limiti del contesto e in presenza di una forza che sembra non voler passare alla fase di maturità (il Movimento 5Stelle) ha una sua logica politica. Il "no a un premier tecnico" di Salvini dice che la formula del "governo di tregua" con una impostazione di fondo tecnocratica è già morta. Il segretario leghista auspica un governo a tempo, ma politico, con dentro i Cinque Stelle. "Stiamo cercando di dare una mano a Mattarella, forse gli risolviamo un problema", ha commentato Giancarlo Giorgetti, consigliere politico di Salvini. È una riflessione, quella di Giorgetti, che ha fondamento. La proposta di Salvini - ripetiamo, con tutti i limiti del caso e con i pentastellati in stato confusionale - è un'0pzione in ogni caso che non si può scartare facendo passare sui giornali la versione "dell'ennesimo bluff". Al Quirinale serve in ogni caso una ragione politica che poggia sull'esito del voto del 4 marzo, fatto che non può esser trattato come un fastidioso dettaglio. Il centrodestra domani dovrebbe riunirsi per salire al Quirinale con una visione comune sul tema. Di comune, con Berlusconi in campo, non c'è mai niente. Vedremo l'esito. Sul taccuino del titolare resta la domanda: cosa farà Mattarella?
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Il Governo del Presidente
Senza vie d'uscita per lui credibili (cioè la maggioranza in Parlamento) le cronache più o meno informate dicono che Mattarella farà un discorso alla nazione e presenterà un suo esecutivo. Il presidente del Consiglio? L'identikit è quello solito: un nome super partes, con competenze economiche e giuridiche (c'è da cangurare l'aumento dell'Iva e approvare una...
La crisi di non governo dell'Italia è giunta a un punto di svolta. Lunedì il Capo dello Stato farà un ultimo giro di consultazioni e prenderà le sue decisioni. Matteo Salvini ieri ha fatto una proposta - e dato uno stop - che pur con i limiti del contesto e in presenza di una forza che sembra non voler passare alla fase di maturità (il Movimento 5Stelle) ha una sua logica politica. Il "no a un premier tecnico" di Salvini dice che la formula del "governo di tregua" con una impostazione di fondo tecnocratica è già morta. Il segretario leghista auspica un governo a tempo, ma politico, con dentro i Cinque Stelle. "Stiamo cercando di dare una mano a Mattarella, forse gli risolviamo un problema", ha commentato Giancarlo Giorgetti, consigliere politico di Salvini. È una riflessione, quella di Giorgetti, che ha fondamento. La proposta di Salvini - ripetiamo, con tutti i limiti del caso e con i pentastellati in stato confusionale - è un'0pzione in ogni caso che non si può scartare facendo passare sui giornali la versione "dell'ennesimo bluff". Al Quirinale serve in ogni caso una ragione politica che poggia sull'esito del voto del 4 marzo, fatto che non può esser trattato come un fastidioso dettaglio. Il centrodestra domani dovrebbe riunirsi per salire al Quirinale con una visione comune sul tema. Di comune, con Berlusconi in campo, non c'è mai niente. Vedremo l'esito. Sul taccuino del titolare resta la domanda: cosa farà Mattarella?
01
Il Governo del Presidente
Senza vie d'uscita per lui credibili (cioè la maggioranza in Parlamento) le cronache più o meno informate dicono che Mattarella farà un discorso alla nazione e presenterà un suo esecutivo. Il presidente del Consiglio? L'identikit è quello solito: un nome super partes, con competenze economiche e giuridiche (c'è da cangurare l'aumento dell'Iva e approvare una legge di bilancio, trattare i dossier dell'Unione europea), fuori dalla mischia dei partiti. E i ministri? "Nomi pop" scrive stamattina La Stampa. Come se il grado di popolarità dei personaggi dell'esecutivo fosse il metro sul quale basare una scelta simile. Siamo in un campo minato. E anche Mattarella rischia parecchio. Tutto dovrebbe avvenire martedì. In realtà la situazione è più che fluida. Ancorare l'esecutivo al risultato delle urne sarebbe cosa buona e giusta, dare un minimo di senso politico a ogni decisione è fondamentale, evitare che si provochi uno scollamento tra elettori e istituzioni un imperativo. Il governo del Presidente (basta con la formula "tregua") giura, poi deve andare alle Camere e cercare la fiducia. Dov'è? Non c'è. Il primo a entrare nello Studio della Vetrata al Quirinale lunedì sarà Luigi Di Maio. Lui sarà subito il muro o la via d'uscita dalla crisi. Per andare avanti serve un accordo politico. E soprattutto evitare accuratamente di compiere l'errore di mettere in piedi un governo tecnico mascherato con altre formule. Sarebbe la via più facile per andare verso l'Armageddon elettorale e alimentare il fuoco invece di spegnerlo. Non ci sono le condizioni per fare un'operazione di maquillage, la via è e resta quella politica.
Il piccolo establishment tifa per un governo tecnico. Sette anni dopo l'esecutivo Monti, l'Italia sarebbe punto e a capo. I veti incrociati dei partiti spingono verso questa soluzione che in realtà soluzione non è perché il Paese non è nelle condizioni del 2011, non siamo sull'orlo del default e non abbiamo uno scenario internazionale di crisi finanziaria e recessione. Lo scenario è completamente cambiato e l'Italia non merita l'auto-commissariamento da parte di forze irresponsabili, cioè prive della fonte di legittimazione del voto. Serve una prova di maturità di tutti. In che scenario siamo? Seguite il titolare di List.
01
Debito pubblico e Spread
È la nota dolente, senza alcun dubbio, nonostante gli sforzi fatti, resta non solo alto, ma è proiettato in aumento. Queste sono le stime di Mazziero Research che abbiamo pubblicato ieri:
Il tema del debito pubblico dunque è sempre aperto e quel moloch è il vero iceberg sul quale il Titanic-Italia può andare sempre a sbattere. Ma quanto rapidamente? E in che misura? Come stanno trattando il nostro debito i mercati in questo periodo? Qual è il rendimento, il tasso di interesse del nostro Btp a dieci anni, cioè uno dei principali indici che misura il nostro rischio-paese? Eccolo:
Siamo lontanissimi dalla crisi del 2011, dai 575 punti di spread sul Bund tedesco toccati nel 9 novembre del 2011, con un tasso di rendimento pari al 7.47 per cento, il mercoledì nero del debito pubblico italiano. La soluzione del governo tecnico nel 2011 fu innescata da un evento speculativo inarrestabile, i mercati chiedevano all'Italia un cambio di passo politico e un programma di austerità fiscale. Furono Germania e Francia a imporre la decisione di fronte alla crisi dell'Eurozona. L'Italia era l'anello debole per l'alto debito pubblico e la crisi del governo Berlusconi, lacerato al suo interno proprio sulle misure di politica economica. Lo Spread tra Btp e Bund ieri ha chiuso a 126 punti (in aumento), siamo fuori (per ora) dalla zona rischio di una crisi speculativa. Lo scenario finanziario del 2011 è nei libri di storia non nella cronaca. E un governo tecnico non ha alcuna base razionale per essere varato senza dare l'impressione netta di un commissariamento della politica e della sovranità nazionale. Sarebbe vissuto come un'imposizione esterna. Ma andiamo avanti, esploriamo la storia, vedrete che perfino l'evento straordinario conferma queste righe.
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Amato, Ciampi e la crisi del 1992
L'altro caso storico è la crisi del 1992. L'Italia si trovò di fronte a un altro evento speculativo: George Soros cominciò a scommettere contro la Lira e la Sterlina (che poi usciranno dallo Sme, certificando la crisi del sistema valutario), l'Italia per difendere la moneta dissanguò le riserve della Banca d'Italia, fu costretta a varare una manovra economica da 100 mila miliardi di Lire e prendere nella notte tra il 9 e il 10 luglio il provvedimento del prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti e naturalmente alla fine fu costretta a svalutare la Lira. La frase "consolidamento dei titoli di Stato" circolava vorticosamente nei Palazzi. Il referendum della Danimarca che respinse l'adesione al Trattato di Maastricht innescò tensioni già presenti nel sistema dei cambi.
Nel rapporto annuale della Banca centrale europea del 1992 si legge: "Con l'estendersi delle tensioni ad altre valute, la situazione sul mercato dei cambi ha iniziato a mostrare anche le caratteristiche di un attacco speculativo, con infondate aspettative di breve periodo sui tassi di cambio che si autoalimentavano". Il rapporto della Bce racconta una guerra (e crisi) valutaria sanguinosa (potete leggerlo qui). Sarebbe da far studiare alle classi dirigenti di oggi e a quelle di domani. Dentro ci sono il dritto e il rovescio, il giusto e lo sbagliato della nostra storia. Al governo Amato nel 1993 seguì l'esecutivo di Carlo Azeglio Ciampi, il governatore di Bankitalia. Era un governo tecnico? In realtà no. Aveva al suo interno esponenti della tecnocrazia, fu il primo governo della storia della Repubblica a non essere guidato da un parlamentare, era un esecutivo che andava in parallelo con la politica europea che puntava all'unione monetaria, ma l'esecutivo aveva 8 ministri democristiani, 5 ministri socialisti, un ministro liberale e uno socialdemocratico, un ministro dei Verdi. Del governo dovevano far parte anche 3 ministri dell'allora Pds, il quale poi li ritirò (è una lunga storia di sedute di autocoscienza) dopo l'autorizzazione a procedere che la Camera negò nei confronti di Bettino Craxi. C'era un presidente del Consiglio non parlamentare, ma quello di Ciampi era un esecutivo politico.
03
L'indice dell'incertezza sulla politica economica
In che tempi viviamo? Diamo un'occhiata all'indice sull'incertezza della politica economica pubblicato dalla Federal Reserve di Saint Louis:
Come viene elaborato questo indice? Si leggono prima di tutto i giornali, si monitorano le parole chiave, si incrociano i dati economici e se ne ricava una "misura" dell'incertezza globale (sono rilevati tutti i paesi del G10). È un'analisi molto raffinata (in questo paper potete approfondire il metodo) e utile per il decision making. Guardate questo grafico riferito agli Stati Uniti:
Ogni picco corrisponde all'incrocio di fatti politici, finanziari e shock geopolitici. Ora guardate l'andamento parallelo dell'indice di volatilità dei mercati, il VIX (la curva rossa):
In queste serie storiche, come sono andate le cose per l'Italia? Ecco qui la nostra curva dell'incertezza dal 1997 al 2015:
Come tutti gli altri paesi industrializzati, siamo sottoposti a pressioni originate da shock esterni e interni. Questi ultimi nella serie sono rappresentati dal referendum costituzionale del 2001 (una sciagura, la riforma del Titolo V che ha complicato i rapporti e le competenze tra Regioni e Stato), dalla crisi del 2011 con le dimissioni di Berlusconi e l'arrivo del governo Monti, dalle elezioni del 2013 con lo scenario di stallo e incertezza che hanno condotto poi a ben tre governi. Non è difficile immaginare un altro picco in corrispondenza del voto del 4 marzo 2018.
È quello attuale uno scenario che giustifica un governo tecnico? No. Non siamo nel 1992-1993, non siamo nel 2011, siamo in un clima di pax finanziaria, i mercati hanno inanellato una straordinaria serie positiva, l'economia globale è in pieno boom, gli shock geopolitici sono limitati (processo di pace avviato in Corea del Nord, ma alta tensione sul dossier del nucleare dell'Iran), mentre l'Italia ha un problema politico interno e per superarlo deve dare una risposta politica. A rafforzare questa tesi, arrivano i numeri dell'economia americana e del World Outlook del Fondo monetario internazionale.
04
Il boom americano
Il tasso di disoccupazione in America è sceso al 3.9 per cento, il più basso degli ultimi 17 anni. Bisogna andare indietro al 2000 per ritrovare una percentuale come quella uscita ieri dal Job Report. Il documento era molto atteso dai mercati per una serie di indicazioni che vediamo ora in sintesi.
- Siamo in presenza di una curva positiva lunghissima, questa scia innesca una normale prudenza negli analisti. Molti si attendono la "rottura" di questa catena positiva, ma nessuno in realtà ha idea di quando accadrà.
- L'economia americana in aprile ha creato 164 mila nuovi posti di lavoro. Le attese erano superiori e in ogni caso il numero è inferiore alla media di 191 mila posti al mese aggiunti nel 2017. Potrebbe essere la conferma di un rallentamento nelle assunzioni dovuto alla difficoltà di trovare lavoratori in alcuni settori.
- Il tasso di disoccupazione è sceso al 3.9 per cento dopo sei mesi consecutivi in cui era fisso al 4.1 per cento. L'ultimo movimento percentuale è dovuto al calo del tasso di partecipazione al lavoro. Non è un buon segnale, potrebbe significare un calo dell'ottimismo nelle famiglie americane. La Federal Reserve ha proiettato un ulteriore calo della disoccupazione al 3.6 per cento nei mesi futuri.
- La difficile ricerca di nuovi lavoratori avrebbe dovuto spingere le buste paga più in alto, ma per ora l'aumento è a quota + 2.6 per cento rispetto a un anno fa. I rischi di inflazione restano bassi.
- Le condizioni generali dell'economia e la tendenza della crescita nei report della Federal Reserve rimangono invariate. Il 2018 nelle previsioni della banca centrale americana continua ad essere un anno di crescita costante.
- Reazione del mercato: dollaro forte, tassi di interesse dei titoli di Stato giù. È un mix: il primo dato significa che i traders valutano positivamente il rapporto sul lavoro, il secondo che alcuni numeri - come abbiamo visto - inducono alla prudenza.
Come andrà la produzione americana nei prossimi mesi? Ecco le stime della Federal Reserve di Atlanta: crescita reale al 4 per cento:
Sono dati che possono cambiare, vedere il sotto di questi numeri non è un'operazione semplice e la politica dell'amministrazione Trump può sempre riservare delle sorprese (attenzione ai dazi), ma i dati di fatto per ora sono questi. Cosa prevede il Fondo monetario internazionale?
05
Lo scenario del Fondo monetario internazionale
Vediamo insieme le previsioni globali del Fondo monetario internazionale, i numeri del World Outlook presentato qualche giorno fa a Washington. La crescita globale per il 2018 e 2019 sarà del 3.9 per cento. C'è un rischio di rallentamento legato alla guerra del container (dazi) tra Stati Uniti e Cina, ma questo va pesato nel momento in cui avremo davanti fatti concreti. Secondo il Fmi il sistema delle economie avanzate (di cui l'Italia fa parte) crescerà nel 2018 del 2.5 per cento e nel 2019 del 2.2 per cento. Siamo di fronte a uno scenario positivo. L'Italia resta fanalino di coda nell'Unione ( +1.5 per cento e + 1.1 per cento) ma non corre il rischio di una crisi o recessione. Rischio geopolitico? Eccolo:
A marzo 2018 è a un livello basso rispetto all'apertura degli anni Duemila (11 Settembre 2001, guerra in Iraq 2003) e l'incertezza oggi è legata all'evoluzione della situazione in Medio Oriente (attenzione al dossier nucleare iraniano). Rischio economico, finanziario, recessione? Eccolo:
Probabilità molto basse di un rischio recessione e in diminuzione (quadrato rosso come riferimento) rispetto alle stime dell'autunno scorso negli Stati Uniti e in Giappone, stabili in Europa, Asia, America Latina e resto del mondo. Siamo in una fase positiva dell'economia mondiale.
06
Mattarella e la exit strategy
Non siamo di fronte a un duro inverno del mondo (eco del titolo del secondo libro della grandiosa Century Trilogy di Ken Follett), ma a un periodo da sfruttare per risolvere i grandi problemi italiani. Non c'è un'emergenza esterna che fa pressione sull'Italia, c'è invece un paese che deve ritrovare la via politica per risolvere i suoi conflitti. Il governo dei tecnici, dei nomi pop, della tregua, della fiction, in questo scenario e in questo clima sarebbe una scelta incomprensibile, alimenterebbe i sospetti dell'elettore, sarebbe una resa totale dei partiti e dello stesso Quirinale. Serve fantasia politica anche al Colle. E coraggio. Sarà Mattarella a prendere una decisione.
Non è una questione di tempo, non c'è nessuna pressione sull'Italia in questo mometo e i rumors sull'Europa (leggere alla voce Francia e Germania) che vorrebbe una soluzione "tecnica" dovrebbero consigliare di agire con prudenza per evitare non solo un flop alle Camere, ma soprattutto una partenza a razzo della campagna elettorale contro "il governo dei tecnici imposto da Bruxelles". Stiamo giocando a biliardo, servono calma e gesso. La Germania ha varato il suo governo di Grosse Koalition dopo cinque mesi (si è votato il 24 settembre 2017, il governo Merkel IV è in carica dal 14 marzo 2018) e dopo durissime trattative: prima è fallita la coalizione Jamaica con i Liberali e i Verdi, poi il Presidente della Repubblica tedesca Frank-Walter Steinmeier ha chiamato a colloquio il capo della Spd, Martin Schulz, invitandolo con forza a rimettersi al tavolo con Merkel per provare a fare un governo, infine si è fatto l'esecutivo tra Cdu-Csu-Spd dopo regolamento di conti interno nella Spd e defenestrazione dello stesso Schulz non solo dal vertice del partito ma anche dall'esecutivo in via di formazione dove aspirava a fare il ministro degli Esteri. La Spagna ha votato due volte e alla fine dei durissimi colloqui per fare il governo è rimasto in carica Rajoy, pur essendo a corto di voti per formare una solida maggioranza.
L'Italia tornerà al voto? In ogni caso bisogna trovare una soluzione figlia di un accordo politico. Anche sul governo del Presidente, chiaro. E per arrivare al meglio anche a questo appuntamento, forse prima sarebbe auspicabile, per completare secondo logica e buon senso il giro politico, dare un pre-incarico a un esponente della coalizione che è arrivata prima, il centrodestra. Così si levano ombre dal campo del dibattito politico, si fa chiarezza, si procede con linearità nella gestione della crisi. Non c'è alcun obbligo da parte del Capo dello Stato, ma una valutazione dello scenario è necessario farla, si eviteranno sorprese. Che senso avrebbe non dare un incarico al centrodestra perché non ha i voti e poi rischiare il crac in aula con un governo politicamente figlio di nessuno. O il Quirinale ha una carta segreta che nessuno conosce o c'è qualcosa che fa a pugni con la razionalità che perfino in questa fase politica esiste.
Solo dopo aver sfiammato tutte le opzioni politiche si va alla scelta finale. Promuovere la nascita di un governo alieno rispetto al voto del 4 marzo senza aver prima consumato anche questa opzione sarebbe inspiegabile per le ragioni esposte in questo numero di List. Non c'è un'emergenza globale che possa giustificare il salto a piè pari del voto degli italiani. E un Governo del Presidente senza appoggio parlamentare farebbe un viaggio su una carretera a bordo di una diligenza scassata carica di nitroglicerina. Fu Mattarella a esprimere soddisfazione per la "conclusione ordinata" della Diciassettesima Legislatura. È lo stesso Mattarella che dovrà trovare una via d'uscita (politica) altrettanto ordinata dalla Diciottesima. Non è un problema di schieramento, ma di funzionamento della democrazia.
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all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.