10 Maggio
Il patto economico del Governo Frankenstein
Flat Tax, Legge Fornero, reddito di cittadinanza. Ecco lo scenario del prossimo esecutivo e il piano per trasformare in politica i programmi di Movimento 5Stelle e Lega. L'analisi di Lorenzo Castellani sugli obiettivi (realistici) dell'alleanza giallo-verde.
di Lorenzo Castellani
Il Governo Frankenstein è ai nastri di partenza. Le due forze politiche che lo compongono, Lega e Movimento 5 Stelle, hanno aumentato considerevolmente il proprio bacino elettorale alle elezioni del 4 Marzo grazie alla capacità di dettare l’agenda del dibattito pubblico.
Sul piano economico le ricette delle forze populiste hanno sfondato nell’elettorato, nonostante i molti dubbi degli esperti sulla fattibilità delle proposte sul piano della finanza pubblica. Ora Luigi Di Maio e Matteo Salvini avranno presto le leve del potere esecutivo (e il ministero dell'Economia, nella foto Ansa in alto, la sede del dicastero in via XX Settembre a Roma) per cercare di condurre in porto le riforme promesse in campagna elettorale. I cavalli di battaglia del nuovo patto populista sono tre. Due appartengono a ciascuna parte politica, la flat tax leghista ed il reddito di cittadinanza grillino, e una è in comune, la riforma della legge Fornero sulle pensioni. Il grado di difficoltà nel disegnare riforme uguali a quelle promesse dalla campagna elettorale è elevatissimo e annotiamo sul taccuino di List i possibili scenari sulle politiche economiche e le loro possibili varianti. Procediamo per temi.
Reddito di cittadinanza
Costo: 15-17 miliardi
La proposta prevede un reddito di circa 780 euro per ogni cittadino senza lavoro, non cumulabile con altri ammortizzatori sociali che resterebbero allo stesso tempo in vigore. Si vuole rafforzare il ruolo dei centri per l’impiego poiché la ricezione del reddito è legata ad alcuni obblighi: la ricerca di un lavoro, qualificazione professionale, servizi di pubblica utilità e attività simili. È previsto anche in forma integrativa ossia sarà erogata l’ammontare della cifra per chi ha un reddito ma così basso da non arrivare ai 780 euro al mese, considerata soglia minima di sopravvivenza. È cumulativo tra membri della stessa famiglia che possono percepire un massimo di...
di Lorenzo Castellani
Il Governo Frankenstein è ai nastri di partenza. Le due forze politiche che lo compongono, Lega e Movimento 5 Stelle, hanno aumentato considerevolmente il proprio bacino elettorale alle elezioni del 4 Marzo grazie alla capacità di dettare l’agenda del dibattito pubblico.
Sul piano economico le ricette delle forze populiste hanno sfondato nell’elettorato, nonostante i molti dubbi degli esperti sulla fattibilità delle proposte sul piano della finanza pubblica. Ora Luigi Di Maio e Matteo Salvini avranno presto le leve del potere esecutivo (e il ministero dell'Economia, nella foto Ansa in alto, la sede del dicastero in via XX Settembre a Roma) per cercare di condurre in porto le riforme promesse in campagna elettorale. I cavalli di battaglia del nuovo patto populista sono tre. Due appartengono a ciascuna parte politica, la flat tax leghista ed il reddito di cittadinanza grillino, e una è in comune, la riforma della legge Fornero sulle pensioni. Il grado di difficoltà nel disegnare riforme uguali a quelle promesse dalla campagna elettorale è elevatissimo e annotiamo sul taccuino di List i possibili scenari sulle politiche economiche e le loro possibili varianti. Procediamo per temi.
Reddito di cittadinanza
Costo: 15-17 miliardi
La proposta prevede un reddito di circa 780 euro per ogni cittadino senza lavoro, non cumulabile con altri ammortizzatori sociali che resterebbero allo stesso tempo in vigore. Si vuole rafforzare il ruolo dei centri per l’impiego poiché la ricezione del reddito è legata ad alcuni obblighi: la ricerca di un lavoro, qualificazione professionale, servizi di pubblica utilità e attività simili. È previsto anche in forma integrativa ossia sarà erogata l’ammontare della cifra per chi ha un reddito ma così basso da non arrivare ai 780 euro al mese, considerata soglia minima di sopravvivenza. È cumulativo tra membri della stessa famiglia che possono percepire un massimo di 1560 euro al mese di reddito sociale.
Scenario
I parlamentari pentastellati sostengono di voler varare la misura in una sola legge di bilancio. Tuttavia, l’esperienza insegna che introdurre provvedimenti di una portata finanziaria così ampia in una sola legge di bilancio, in un Paese costantemente alle prese con le clausole di salvaguardia, è molto difficile anche se s’immagina un aumento del deficit rispetto agli scorsi anni. Il reddito di cittadinanza è il grande mantra del Movimento non soltanto perché è stata la proposta più spinta in campagna elettorale, ma perché proviene direttamente dalla mente dei suoi fondatori, Grillo e Casaleggio. In sostanza, benché moderati dall’alleanza con la Lega non è una misura a cui l’azionista principale del governo può pensare di rinunciare.
È molto probabile che il reddito di cittadinanza sia spacchettato, cioè introdotto gradualmente nel corso degli anni, magari sperimentandolo per alcune categorie (es. disoccupati under 30). La politica manterrebbe lo stesso costo ma sarebbe spalmato su più leggi di bilancio.
Inoltre, la parte welfaristica della proposta pone notevoli complessità burocratiche e organizzative come la riforma dei centri per l’impiego, l’organizzazione della formazione professionale e della attività di pubblica utilità ed è la parte che potrebbe far desistere maggiormente il nuovo Governo dall’applicare la misura nella sua interezza originaria. Il reddito di cittadinanza potrebbe più facilmente essere trasformato in una misura anti-povertà. Una sorta di reddito di inclusione, già varato dal governo Gentiloni, rafforzato nella portata finanziaria.
Flat tax
Costo: difficile stima, circa 100 miliardi con aliquota al 15%
L’idea di Salvini è semplice e pesca nel vecchio archivio della destra repubblicana americana e della Russia di Vladimir Putin che l’ha introdotta nel 2001: una aliquota unica del 15% per tutti i contribuenti. La soglia stabilita dalla Lega è molto bassa e per questo difficile da sostenere economicamente. In termini fiscali, qualora siano eliminate gran parte della tax expenditures (oggi sono oltre 700), sarebbe una rivoluzione per semplificazione e abbassamento dell’aliquota. La proposta, inoltre, prevede un abbassamento al 15% anche dell’aliquota sulla società di capitali e sulle pensioni, non soltanto quindi sui redditi da lavoro. Opzioni che contribuiscono a rafforzare la proposta, ma anche ad elevarne notevolmente il costo.
Scenario
I leghisti si dimostrano più flessibili di quanto lo siano i grillini sulle loro proposte. Già in campagna elettorale era stata ventilata la possibilità di applicare l’aliquota unica nel primo anni soltanto per gli aumenti di reddito rispetto alla dichiarazione precedente. Indizi che lasciano presupporre una disponibilità ad applicare la misura con una certa flessibilità e gradualità. Anche qui si potrebbe spacchettare la policy magari iniziando dalle imprese, considerata la base elettorale leghista costituita prevalentemente da autonomi e imprenditori del Nord e la possibilità di tenere in scacco sul punto Forza Italia, e riducendo le aliquote per la classe media. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il 53% dell’Irpef è pagata da redditi superiori a 35mila euro e che nella fascia tra i 28mila e i 75mila euro si potrebbe scegliere di intervenire sugli scaglioni IRPEF con una riduzione e semplificazione delle aliquote. In sostanza, senza far decollare il deficit, è possibile intervenire progressivamente accompagnando la riforma con degli inevitabili tagli di spesa pubblica. Tuttavia, una significativa riduzione della tassazione sugli utili di impresa e sui redditi della classe media potrebbe già essere un avanzamento soddisfacente per la Lega di governo.
Abolizione della riforma Fornero
Costo: 170-200 miliardi
La legge Fornero è l’unica vera grande riforma degli ultimi dieci anni. Eseguita in emergenza, non priva di sproporzioni ed errori, è la manovra che ha placato lo spread sul debito pubblico italiano e reso parzialmente sostenibili i conti dell’INPS. L’abolizione della Fornero, secondo tutti gli studi più accreditati, costerebbe al Paese tra i 170 e 200 miliardi in dieci anni e riporterebbe il costo della spesa pensionistica al 20% del PIL (oggi è al 16% ed è il più elevato d’Europa). Mentre il Movimento 5 Stelle non ha una linea precisa rispetto alla riformulazione del sistema pensionistico, Salvini si è mosso in due direzioni: un tetto massimo di anni di contributi versati fissato a 41 per tutti i lavoratori e il ritorno a quota 100 ovvero la possibilità di andare in pensione sommando età del lavoratore e anni lavorati. Ciò permetterebbe, ad esempio, a chi ha iniziato a lavorare a 19 anni di andare in pensione a 60 o chi ha lavorato 39 anni di andare in pensione a 61. Età oggi impossibili per la riforma Fornero che spinge quasi tutti oltre i 66 anni. Non va dimenticato, inoltre, che la riforma Fornero è già stata ammorbidita da Renzi con il cosiddetto APE social, che permette ad alcune categorie di lavoratori e cassa integrati il pensionamento anticipato al compimento del 63esimo anno d’età.
Scenario
L’abolizione totale della Fornero è una misura da fantascienza. Significherebbe sia compromettere la già fragile credibilità internazionale dei conti pubblici italiani sia dover prendere l’ammanco causato dalla Fornero da qualche altra perte cioè dalle tasse o da un profondo taglio dei servizi pubblici. Tuttavia, viene da chiedersi cosa realisticamente potrebbe fare il governo Frankenstein sulle pensioni per riformare la legge Fornero, escamotage che permetterebbe alle forze politiche di dichiararne l’abolizione senza che questa sia avvenuta realmente.
Nella scorsa legislatura era popolare, sia tra i banchi della sinistra che in quelli leghisti, la proposta-Damiano, che si poneva come obiettivo quello di consentire ai lavoratori di andare il pensione con almeno 62 anni di età e 35 di contributi, introducendo però delle penalizzazioni per chi si mette a riposo prima dei 66 anni, cioè prima della soglia prevista oggi di regola dalla legge Fornero. Nello specifico, il taglio dell'assegno ammonterebbe al 2%, per ogni anno che separa il pensionato dal compimento dei 66. Esempio: chi si ritira quattro anni prima dell’età pensionabile subirebbe una decurtazione dell'8% sulla pensione mensile.
Nonostante le penalizzazioni e i disincentivi a mettersi in pensione in anticipo, la proposta Damiano venne giudicata troppo costosa. Di rimando il Presidente dell’INPS Tito Boeri aveva avanzato una proposta alternativa per rivedere la legge Fornero. L'idea era di rendere più flessibile l'età del pensionamento, ma solo per chi avesse accettato di ricevere un assegno calcolato interamente col metodo contributivo, cioè sulla base dei contributi versati nel corso di tutta la carriera. Si tratterebbe di un sistema molto meno vantaggioso di quello ancora (parzialmente) in vigore per molti lavoratori, cioè il metodo retributivo, che lega invece l'importo della pensione alla media degli ultimi stipendi.
Adottando la proposta di Boeri, la decurtazione degli assegni sarebbe però ben più consistente rispetto a quella generata invece dalla proposta Damiano. Secondo i calcoli esposti dall'economista Marcello Esposito, ne LaVoce.info, vi sarebbe un taglio della pensione di ben il 4-6% , per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia dei 66-67. Colui che si ritiri dal lavoro a 62 anni, invece che al momento stabilito dalla Fornero, rischierebbe di perdere fino al 25% sulla pensione piena. Una cifra che, però, verrebbe recuperata una volta superata l’età pensionabile fissata dalla legge Fornero. Tuttavia, con la proposta Boeri, grazie a queste pesanti decurtazioni, l'onere per lo stato sarebbe molto più contenuto. Se per la proposta Damiano si era parlato di 8,5 miliardi di euro, in questo caso il costo per le casse pubbliche potrebbe essere invece nell'ordine di pochi miliardi, visto che i tagli alle pensioni previsti ammontano a circa il triplo. Tuttavia, che si tratti di 3 miliardi oppure di 8, poco cambia: anche le proposte più conservative, che assicurano l'equilibrio finanziario nel lungo periodo, nel breve termine comportano comunque un costo. Lo Stato si troverebbe infatti a pagare nuove pensioni a migliaia di lavoratori che, con le leggi attuali, sono invece costretti a rimanere in attività e a mantenersi da soli. Volenti o nolenti, insomma, per ammorbidire la riforma Fornero non vi sono soluzioni a costo zero.
Inoltre, forze come il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia hanno proposto tagli alle pensioni d’oro mettendo nel mirino, a seconda delle proposte, le pensioni superiori 4-5mila euro lordi. In questo caso, se la Lega fosse d’accordo, si potrebbe pensare ad una combinazione tra il taglio delle pensioni più alte e l’allentamento dei vincoli della Fornero.
Una proposta sulla linea Damiano/Boeri, con modulazioni più o meno ampie a seconda dell’equilibrio macroeconomico che sarà scelto dal nuovo governo, potrebbero essere la stretta via percorribile nell’ammorbidimento della Legge Fornero. Combinare policy di tagli alle pensioni più elevate e di allargamento delle maglie sull’età pensionabile potrebbe essere una operazione economicamente sostenibile qualora si trovino le coperture e, soprattuto, politicamente spendibile perché assommerebbe il “populismo” della rimodulazione della Fornero con quello del taglio alle pensioni d’oro.
Parametri di bilancio europei
Una nota finale va riservata agli indirizzi che il nuovo titolare del Ministero dell’Economia e Finanze sceglierà di tenere rispetto al rapporto deficit/PIL. Qualora si scegliesse di restare nei parametri europei, anche estendendoli al massimo della capienza concessa (3%), lo spazio per realizzare in toto le tre riforme fondamentali del governo Frankenstein non ci sarebbe. Diversamente, qualora il deficit venisse sforato, considerato il debito pubblico italiano, bisognerà fornire un piano di rientro basato sulla riduzione e riqualificazione della spesa pubblica. Anche forzando sulla flessibilità dei conti nel corso della legislatura sarà, in ogni caso, obbligatorio rientrare con un bilancio sostenibile, pena aumenti di tasse, tagli alla spesa draconiani e commissariamento della politica negli anni futuri.
La missione del governo Frankenstein potrebbe essere un’altra, senza scassare i conti pubblici, ovvero dare di più a quelle categorie che sono state sacrificate dalla crisi e dalle politiche pubbliche dei governi a guida Partito Democratico: lavoratori autonomi, piccole imprese, giovani. Da Renzi si possono imparare due lezioni: evitare la sequela di annunci e impegni impossibili da rispettare alimentando enormi aspettative nell’elettorato; non spostare la barra rispetto alla categorie a cui si è deciso di parlare. L’ex Presidente del Consiglio ha, infatti, da un lato alimentato troppe aspettative e dall’altro si è perso in politiche eccessivamente generaliste (giovani, mamme, pensionati, imprese ecc) quando per anni si era alimentato di un certo pubblico, fatto di giovani, outsider, professionisti e imprenditori. Quando un governo pensa di poter accontentare tutti in realtà non sta accontentando nessuno. E i risultati, nelle urne, si sono visti.
In definitiva, se la combinazione tra equilibrio dei conti pubblici e rimodulazione di spesa/fisco sarà adeguata, l’esecutivo Lega-5 Stelle potrebbe raggiungere, seppur parzialmente, dei buoni risultati rispetto alle roboanti promesse elettorali e senza gettare nel baratro il futuro fiscale dell’Italia. Parole chiave: gradualità e coerenza.
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7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.