14 Maggio
È sempre Formula Gomme
La Ferrari perde in Spagna e nel Mondiale compare per la prima volta una distanza enorme tra la Rossa e la Mercedes. Il motivo? Chiedere a Pirelli che ha messo in pista gomme con un battistrada meno spesso. Mariano Froldi esplora una questione da 0.4 millimetri. Che fa la differenza.
di Mariano Froldi
Polemiche a non finire (vedrete nei prossimi giorni) in un gran premio cloroformizzato, come non si vedeva da tempo, con una Ferrari addirittura quarta sul podio, con una battuta d’arresto clamorosa, soprattutto in ottica Mondiale. “Essere informati non significa essere consultati. Noi siamo stati informati. Toto (Wolff, direttore sportivo Mercedes) può dire quello che vuole”. Non proprio una dichiarazione pacifica quella di Arrivabene, anzi, ma rivolta in realtà alla Pirelli, a pochi minuti dal via del Gran Premio. È tutta qui la gara di Barcellona. Le polemiche infuocate che ci sono state, e ci saranno sicuramente, fanno da contraltare ad una gara soporifera, dominata, come ai “bei tempi”, che si pensavano andati, dello stradominio Mercedes. Non c’è stata mai gara, ritmo inavvicinabile delle frecce d’argento, ed addirittura Ferrari costretta ad un pit-stop in più perché le gomme non sarebbero durate (dichiarazioni di Vettel nel post gara).
Sembra di essere tornati nel 2016 o nel 2015. Come è possibile che in un gran premio la Ferrari abbia, all’improvviso, perso le eccellenti prestazioni sia velocistiche che nella gestione delle gomme, che sin qui l’avevano contraddistinta? Il principiale indiziato è proprio la Pirelli. Che per questo gran premio (e per altri due in futuro) sua sponte, ha deciso di portare una nuova gomma, adducendo motivi legati alla sicurezza. E proprio le gomme “made in China” sono state le vere protagoniste del fine settimana e della gara, inutile girarci attorno. Un gran pasticcio.
Domanda fondamentale: è una Formula Uno che dipende troppo dal fattore gomme? Si. Vediamo quanto è accaduto durante le qualifiche, in Q3, con la Ferrari e la Red Bull che per andare più forte hanno dovuto usare le gomme “gialle” e non le “rosse”: per andare più veloce hanno dovuto usare le gomme più lente, e non è un...
di Mariano Froldi
Polemiche a non finire (vedrete nei prossimi giorni) in un gran premio cloroformizzato, come non si vedeva da tempo, con una Ferrari addirittura quarta sul podio, con una battuta d’arresto clamorosa, soprattutto in ottica Mondiale. “Essere informati non significa essere consultati. Noi siamo stati informati. Toto (Wolff, direttore sportivo Mercedes) può dire quello che vuole”. Non proprio una dichiarazione pacifica quella di Arrivabene, anzi, ma rivolta in realtà alla Pirelli, a pochi minuti dal via del Gran Premio. È tutta qui la gara di Barcellona. Le polemiche infuocate che ci sono state, e ci saranno sicuramente, fanno da contraltare ad una gara soporifera, dominata, come ai “bei tempi”, che si pensavano andati, dello stradominio Mercedes. Non c’è stata mai gara, ritmo inavvicinabile delle frecce d’argento, ed addirittura Ferrari costretta ad un pit-stop in più perché le gomme non sarebbero durate (dichiarazioni di Vettel nel post gara).
Sembra di essere tornati nel 2016 o nel 2015. Come è possibile che in un gran premio la Ferrari abbia, all’improvviso, perso le eccellenti prestazioni sia velocistiche che nella gestione delle gomme, che sin qui l’avevano contraddistinta? Il principiale indiziato è proprio la Pirelli. Che per questo gran premio (e per altri due in futuro) sua sponte, ha deciso di portare una nuova gomma, adducendo motivi legati alla sicurezza. E proprio le gomme “made in China” sono state le vere protagoniste del fine settimana e della gara, inutile girarci attorno. Un gran pasticcio.
Domanda fondamentale: è una Formula Uno che dipende troppo dal fattore gomme? Si. Vediamo quanto è accaduto durante le qualifiche, in Q3, con la Ferrari e la Red Bull che per andare più forte hanno dovuto usare le gomme “gialle” e non le “rosse”: per andare più veloce hanno dovuto usare le gomme più lente, e non è un ossimoro.
Una cosa che praticamente non si ricorda da quando esiste il regime monogomma con questo tipo di qualifiche. Come mai? L’unico dato certo sono le gomme con un battistrada leggermente “meno spesso". Un’inezia, almeno apparentemente: soli 0,4 millimetri. Perché fare ciò? Perché nei precedenti test a Barcellona (dove c’è un nuovo asfalto, molto liscio che fa scaldare di più la carcassa delle gomme) alcuni team (se vogliamo vedere il diavolo nei particolari, soprattutto la Mercedes) avevano avuto preoccupanti fenomeni di anomalo degrado. Delle bolle, soprattutto alle gomme posteriori (poiché sottoposte alla mostruosa trazione di queste monoposto) che in gergo tecnico si chiamano “blistering”. Se assottigli il battistrada ne riduci la temperatura interna (si parla di 10 gradi in questo caso, come affermato da Pirelli, che comunque non sono poca cosa) e quindi eviti che si formino queste bolle, che portano allo staccarsi di pezzi dello pneumatico lungo la pista e possono essere pericolose durante la gara (nella foto qui sotto, il blistering proprio accusato dalla Mercedes nei testi pre mondiale a Barcellona ).
Il problema è che moltissimi piloti non hanno trovato feeling con queste gomme, soprattutto con le rosse, le più performanti. Le sentivano letteralmente “ballare”, a parte la Mercedes. E se un pilota non sente la gomma ben stabile, non guida al massimo.
Elementare Watson!
Quindi la corazzata anglo-tedesca, che di solito nelle ultime gare si beccava la bastonata dalla Ferrari per la pole, in questo caso ha ritrovato feeling con le calzature rosse, le più morbide. Tutti gli altri no. Non c’è bisogno di essere complottisti o di vedere il marcio dove non c’è per questa semplice constatazione.
Lo stesso direttore di Autosprint, Alberto Sabbatini, che ricostruisce in dettaglio tutta la vicenda e smonta le tesi complotto-pro-Mercedes ammette però: “Scelta che col senno di poi è andata a vantaggio della Mercedes”.
Il problema è che il pessimo rapporto fra i tifosi Ferrari (ma facile immaginare anche il Team) e le gomme Pirelli da una parte, e la Fia dall’altra, arriva da un lustro fa. Seguitemi. Anno del Signore 2013.
Primo elemento
La Mercedes, rientrata dopo oltre 50 anni come squadra ufficiale, le prende un pò da tutti i team. Tantissimi investimenti, scarsi risultati. Anche Schumacher, dopo i trionfi Ferrari, viene ingaggiato per riportarla ai vertici, ma i risultati stentano ad arrivare e si ritira una volta per tutte senza riportare in vetta le frecce d’argento. A guidare le monoposto il figlio d’arte Rosberg e Hamilton, proprio al posto del sette volte campione del mondo. Qualche vittoria sporadica, e soprattutto una caratteristica: le monoposto divoravano letteralmente gli pneumatici, soprattutto quelli posteriori. Naturalmente la Mercedes ha soldi a profusione, ha fatto la spesa di tecnici dagli altri team ed ha tutto per poter emergere e arrivare al vertice. Ma non accade. Sono gli anni in cui il vostro cronista ed appassionato di Formula 1 sentiva l’attuale direttore tecnico della Mercedes, Toto Wolff lanciare una settimana si e l’altra pure alti lai verso il cielo “cattivo” della Formula Uno, arrivando addirittura quello che suona a tutti gli effetti come un diktat: “Se continua così, ci dovremo ritirare”, che suona tanto come un puerile “se non ci fate vincere ce ne andiamo”, un ricatto indiretto. Anche perché la Formula Uno non ha appeal se le mancano grandi marchi automobilistici (ancora di più se le manca la Ferrari, attualmente la squadra che non ha mai saltato una sola edizione del Mondiale).
A maggio, nel 2013, scoppia il famigerato caso che poi è stato soprannominato “Pirelli-gate”.
La Mercedes effettua un test di tre giorni a Barcellona, subito dopo il gran premio vinto dalla Ferrari di Alonso, con gomme sperimentali che si sarebbero poi dovute introdurre in Canada. Le modifiche agli pneumatici comportano la sostituzione della carcassa in acciaio con una in Kevlar per impedire le delaminazioni (immaginate lo strato di gomma che si stacca dalla carcassa, come quando sbucciate una patata) avvenute soprattutto in Bahrein e in Spagna. La cosa grave e vietata espressamente dal regolamento sportivo è che i team non possono provare con monoposto del campionato corrente (per evitare un vantaggio competitivo rispetto agli altri team). Devono usare quelle di due anni prima o più vecchie. Ma, incredibile, la Mercedes utilizza proprio la monoposto con cui sta disputando il Mondiale.
Ricorda a suo tempo Carlo Vanzini di Sky: “La scuderia tedesca (mentre scoppia lo scandalo), si dice certa di aver agito nel recinto delle regole, per aver avvertito la Fia e ricevuto il via libera, nella persona del delegato della federazione Charlie Whiting, che tramite una mail avrebbe autorizzato lo svolgimento delle prove”.
[…] “Ma la Fia afferma con fermezza di non aver mai dato a Mercedes l'autorizzazione di realizzare test con gomme Pirelli” e nega che Charlie Whiting abbia dato il via libera a Mercedes. Le conversazioni sarebbero avvenute non via mail ma via telefono e sarebbero state informali. La violazione del regolamento è comunque evidente, al di là di ogni dubbio.
La notizia, che di li a poco viene battuta da tutti i principali mass media sportivi, si tinge di giallo anche per altre curiosità degne di una spy-story: il team che con i suoi Tir avrebbe fatto finta di allontanarsi dal circuito per poi tornare indietro, i piloti ufficiali che avrebbero usato caschi neri (senza le loro ufficiali livree) e twittato di essere da altre parti (Hamilton ad esempio scrisse di essere a Disneyland, se la memoria non mi inganna). Ne nasce un polverone, anche perché a Montecarlo, proprio per il gran premio successivo, la monoposto debutta con nuove sospensioni posteriori, Rosberg fa la pole e vince. Non ci sono ancora le nuove gomme, ma gli avversari accusano la Mercedes: “I 1000 chilometri vi sono serviti per comprendere le gomme!”
Apriti cielo!
La Pirelli finisce nell’occhio del ciclone, dopo aver tentato una linea difensiva da arrampicata mondiale sugli specchi. Poi decide addirittura di non portare più le nuove gomme in Canada (saranno introdotte dopo Silverstone) con una dichiarazione incredibile: “Per il bene dell’uguaglianza sportiva abbiamo deciso di fare questo passo”. Sottintendendo che in questo modo, quindi, qualche vantaggio la Mercedes l’aveva avuto. Si arriva addirittura ad aprire un caso ufficiale. Nel giugno di quell’anno arriva il verdetto della Fia. Punti tolti, penalizzazioni varie? Mega multe? Niente. La FIA riconosce che è stato violato il regolamento sportivo, “ottenendo uno svantaggio sleale” ma “non deliberatamente”. La Mercedes viene “punita” vietandole di partecipare ai test con i debuttanti (sai che problema) e alla fine tutto si risolve con una figuraccia mediatica per Mercedes e per Pirelli. Nel corso di quella assurda stagione, la Mercedes riuscirà comunque ad ottenere, proprio dopo il famigerato test, tre vittorie e molti piazzamenti a podio.
Secondo elemento
Il regolamento che ha portato la Formula 1 all’era ibrida, dal 2014. Mettiamola così, per non annoiare i lettori. I vertici della Mercedes sono stati bravi a far passare politicamente un regolamento che, li avrebbe favoriti, poiché avevano da tempo la tecnologia necessaria. Le basi le ha poste Ross Brawn, tecnico sopraffino ma anche un diavolaccio nel leggere il regolamento fra le righe e trovare soluzioni border line…(è stato fra gli artefici del quinquennio irripetibile con Schumacher in Ferrari), lavorando affinché un pò tutti approvassero questo regolamento ma non facendo capire quanto in Mercedes erano già pronti. Il resto è storia, soprattutto il dominio del primo anno. Ovviamente sarebbe sciocco non pensare che nella Formula 1 non esista la politica, soprattutto quando si tratta di dettare o influenzare le regole del gioco. Ogni attività umana è pervasa dalla politica, figuriamoci uno sport in cui girano montagne di soldi. E se in Mercedes sono stati intelligenti a fare da sponda politica per raggiungere i loro obiettivi, è anche vero che in Ferrari sono stati alquanto sprovveduti ad avvalorare l’ultimo di una serie di regolamenti palesemente sfavorevoli a Maranello.
Sarà bello chiedere, e magari lo faremo se sarà possibile a Montezemolo, come mai avallò scelte che si sono rivelate, quasi subito, suicide.
Torniamo a bomba. Fare i complottisti è uno sport tipicamente italiano (basti vedere quanti credono alle scie chimiche, ai rettiliani, ai terrappiattisti, all’omeopatia). I ferraristi (come il sottoscritto) poi hanno il nervo scoperto perché perdono da tanto tempo e per qualche legittimo argomento (che abbiamo appena spiegato). Ma spesso la realtà è molto più semplice. Avete presente il noto concetto del “rasoio di Occam” (dal nome del suo postulatore, un sacerdote-filosofo del quattordicesimo secolo), usato spesso in abito investigativo e in tanti altri aspetti della vita? Dice più o meno: “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”.
L’impressione del vostro modesto cronista, mettendo insieme tutti i puntini, è che la Pirelli non sia ancora riuscita a fare gomme che siano passabili per questa Formula 1. Le gomme dovrebbero essere una variabile trascurabile nelle gare. Sai come funzionano e basta. Non dovrebbero essere influenzate da uno starnuto, da un refolo di vento, da un rettilineo troppo lungo o da un circuito sbilenco, dal pilota che ha mangiato pesante o da pochi gradi di variazione termica.
Quest’anno ancora di più che negli anni scorsi spesso i team vanno al buio. E se Pirelli ti dice che durano 20 giri, ne durano magari 40 (come è già accaduto). Come vedete, una Formula uno che dipenda così tanto dalle gomme (come si è visto in questo Gp in terra iberica) non è un grande spettacolo. Il grande male della Formula Uno, oltre ad un regolamento cervellotico di cui spesso parliamo, è il variare delle regole durante il campionato. Lo hanno detto tutti, tante volte nel paddock, in questi ultimi anni. Se cambi le regole mentre si gareggia, rischierai seriamente di falsare la competizione. E questo semplice fatto, al di là della grande forza della Mercedes, si è notato ancora di più durante questo strano fine settimana in terra catalana. Ci dovrebbero riflettere bene quelli della Fia. Ma spesso la loro spocchia dà l’idea che non gliene freghi
poi molto delle critiche, anche di quelle più sensate.
La sindrome da accerchiamento del tifoso ferrarista è, se permettete, legittima, anche se non esiste un complotto. La Ferrari da quando ha cominciato a vincere con regolarità (2017) è stata sotto la lente di ingrandimento degli altri team. Un esempio eclatante gli specchietti retrovisori introdotti sulla sua monoposto proprio durante questo fine settimana.
La Ferrari li cambia e li ancora all’Halo (come permesso dalla Federazione), e ovviamente lo fa per avere evidente vantaggi aerodinamici. La FIA dice che è tutto ok, poi i team si lamentano: allora la FIA dice che sono regolari solo in parte e che dal prossimo gran premio dovranno essere cambiati. La stessa nuova direttiva sull’utilizzo dell’olio in qualifica, sembra essere stata pensata soprattutto contro la Ferrari e l’utilizzo delle mappature più aggressive durante le qualifiche. E qui torna il discorso del peso politico dei vari team e di come la Federazione gestisca il giocattolo della Formula Uno. Ce n’è abbastanza per pensare, apparentemente, ad una FIA contro la Ferrari o per usare l’immortale frase di Giulio Andreotti: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso ci s’indovina”.
Ma torniamo a Occam che ci dice il contrario: ha senso cercare di danneggiare la squadra che ha nel mondo il maggior numero di tifosi, e senza la quale la F1 non avrebbe poi molto senso e perderebbe tantissimi spettatori? Detta in soldoni: Se vince la Ferrari, ci guadagnano tutti. Questo fa propendere il ragionamento per una gestione pasticciona tanto dei regolamenti, quanto delle gomme da parte della Pirelli, ma non a priori contro la Ferrari (che poi negli anni, detto per inciso ci ha messo tanto del suo per ottenere pessimi risultati). C’è anche un lato positivo, tuttavia in questa inizio di mondiale. Se gli altri si lamentano tanto della tua monoposto, la regola aurea della Formula Uno ti dice che vuol dire che stai facendo un eccellente lavoro.
Appuntamento al prossimo Gran Premio, che sarà la prova del nove anche per la formula gomme, visto che si tornerà agli pneumatici precedenti al Gran premio di Spagna. Parliamo di Monaco, dal fascino inimitabile. Bisogna che esca il rosso, se la Ferrari non vuole perdere il treno Mondiale. Restate sintonizzati.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.