15 Maggio
Stanno perdendo tutti il governo
Salvini e Di Maio escono a mani vuote e con due comizi elettorali dalle consultazioni al Quirinale. Tramonta la candidatura di Sapelli a Palazzo Chigi e riappare il fantasma del voto anticipato. Il silenzio di Mattarella e le ombre sul Colle.
La giornata politica è andata a carte quarantotto: Cinque Stelle e Lega hanno gettato alle ortiche l'occasione per chiudere la partita del Governo Frankenstein e avviare la legislatura. Stamattina l'accordo sulla premiership del professor Giulio Sapelli era chiusa, poi qualcuno l'ha riaperta in maniera a dir poco sorprendente e con conseguenze sconosciute. Stanno perdendo tutti il governo.
Di Maio e Salvini sono usciti dallo Studio alla Vetrata del Presidente con due comizi elettorali. Ancora fiducioso su una soluzione in extremis il primo, vicino all'Armageddon il secondo. Questa differenza di tono, di stile, di sostanza, tradisce il problema: il guaio nasce in casa Cinque Stelle e inonda la pianura della Lega in maniera a dir poco inaspettata.
I due giovani leader avevano chiuso l'accordo sulla candidatura di Giulio Sapelli a Palazzo Chigi. Doveva essere il momento dell'incarico. Il professore era un buon compromesso, personalità poliedrica, aveva dato la sua disponibilità a patto che ci fosse un accordo di governo e aveva ricevuto l'assicurazione in tal senso da Salvini e Di Maio. Comportamento corretto anche del leader dei pentastellati. Fino a un certo momento della giornata. Ma poi qualcosa è andato storto e la nave della legislatura che stava andando in porto ora galleggia su un mare a forza sette.
01
Fare il governo
Questo il commento del titolare di List per Radio Radicale:
Il Capo dello Stato, in questa situazione, non ha proferito parola. C'è chi pensa che sia stato un suo intervento a far deragliare la candidatura di Sapelli, un professore che si è sempre battuto - nella scia di un altro grande giurista, il professor Guarino - per la revisione dei trattati europei. Fantasie? Siamo nel campo delle ricostruzioni che non hanno una conferma e ci sarà materiale per gli storici, soprattutto se la crisi non dovesse essere risolta....
La giornata politica è andata a carte quarantotto: Cinque Stelle e Lega hanno gettato alle ortiche l'occasione per chiudere la partita del Governo Frankenstein e avviare la legislatura. Stamattina l'accordo sulla premiership del professor Giulio Sapelli era chiusa, poi qualcuno l'ha riaperta in maniera a dir poco sorprendente e con conseguenze sconosciute. Stanno perdendo tutti il governo.
Di Maio e Salvini sono usciti dallo Studio alla Vetrata del Presidente con due comizi elettorali. Ancora fiducioso su una soluzione in extremis il primo, vicino all'Armageddon il secondo. Questa differenza di tono, di stile, di sostanza, tradisce il problema: il guaio nasce in casa Cinque Stelle e inonda la pianura della Lega in maniera a dir poco inaspettata.
I due giovani leader avevano chiuso l'accordo sulla candidatura di Giulio Sapelli a Palazzo Chigi. Doveva essere il momento dell'incarico. Il professore era un buon compromesso, personalità poliedrica, aveva dato la sua disponibilità a patto che ci fosse un accordo di governo e aveva ricevuto l'assicurazione in tal senso da Salvini e Di Maio. Comportamento corretto anche del leader dei pentastellati. Fino a un certo momento della giornata. Ma poi qualcosa è andato storto e la nave della legislatura che stava andando in porto ora galleggia su un mare a forza sette.
01
Fare il governo
Questo il commento del titolare di List per Radio Radicale:
Il Capo dello Stato, in questa situazione, non ha proferito parola. C'è chi pensa che sia stato un suo intervento a far deragliare la candidatura di Sapelli, un professore che si è sempre battuto - nella scia di un altro grande giurista, il professor Guarino - per la revisione dei trattati europei. Fantasie? Siamo nel campo delle ricostruzioni che non hanno una conferma e ci sarà materiale per gli storici, soprattutto se la crisi non dovesse essere risolta.
02
Le quote della crisi
Le quote della crisi per il titolare sono messe così: 70 - 30.
- 70 per cento a favore di una soluzione in extremis e Governo Frankenstein;
- 30 per cento con un crash della legislatura, governo di transizione e elezioni anticipate tra l'autunno e la primavera del 2019.
Non siamo ancora al fallimento totale, al crash landing di una storia partita male a causa di una legge elettorale sciagurata scritta - bisogna ricordarlo, a ognuno i suoi meriti e demeriti - da Forza Italia e Pd. Ma più passano le ore e più il divario tra soluzione e caos si allarga a favore di quest'ultimo.
03
I giovani leader e il Quirinale
Salvini e Di Maio hanno parlato ufficialmente di lavoro sul programma, di distanze da colmare. Ma in realtà il tema numero uno è palese: il nome del premier. Sfiammati i nomi di Sapelli e del professor Giuseppe Conte (il quale non si capisce quale vasta esperienza politica potesse vantare, a differenza della storia di "sistema" di Sapelli), stiamo viaggiando in una terra incognita. I leader di Cinque Stelle e Lega hanno chiesto più tempo e naturalmente Mattarella lo ha concesso. Anche perché non si vede poi il punto di caduta anche di un'iniziativa del Quirinale.
Mattarella ha complicato la crisi con la sua scelta di non concedere incarichi o pre-incarichi ai leader dei due partiti in testa nel voto del 4 marzo e ora anche l'idea di varare un "governo neutro" (definizione infelice) è un'arma a doppio taglio: se le trattative per il Governo Frankenstein finiscono sugli scogli, molti penseranno che ci sono responsabilità anche del Quirinale e sarà difficile rintuzzare critiche che cominciano ad arrivare anche da personalità (Giuliano Ferrara) che non hanno alcuna simpatia per la ruspa e il like su Facebook declinati in politica.
04
Like e gazebo, no vi prego
L'idea bizzarra dei Cinque Stelle di far votare il programma di governo dalla Rete, la balzana trovata della Lega di allestire i gazebo per il medismo scopo, sono la testimonianza di una difficoltà. Si ricorre al plebiscito quando non si vuol decidere. Lo fece anche Ponzio Pilato e il popolo non fece la scelta giusta: salvò Barabba. I partiti sono in Parlamento per esercitare una delega che gli è stata affidata dagli elettori, non si ricorre al voto compulsivo per prendere decisioni che spettano alla politica.
Questa crisi è politica e chiede una soluzione politica, non governi simil-tecnici, proposte ibride, scherzi post-elettorali. Non siamo nel 2011 e anche il Quirinale deve cominciare a guardare allo scenario politico con un realismo proiettato nel domani ormai chiaro: il voto europeo del 2019 sarà un terremoto, lavorare alla composizione del governo italiano con una prospettiva cristalizzata sui bastioni di Francia e Germania potrebbe rivelarsi un grande errore. Assecondare certe pulsioni della Berlino e Parigi potrebbe spalancare il cancello di una lotta politica belluina.
05
Crisi politica, soluzione politica
I nomi per una soluzione politica non mancano. Con gli incarichi o i pre-incarichi distribuiti secondo la logica del voto del 4 marzo la crisi oggi avrebbe un passo e un esito diversi. E ancora adesso ci sono soluzioni politiche che assicurano stabilità istituzionale in un quadro europeo: la candidatura alla premiership di Giancarlo Giorgetti è la più solida, senza alcun dubbio. La Lega, tra l'altro, a differenza delle narrazioni del sistema del mainstream media, è partito di governo e non di lotta. Guida le amministrazioni regionali di Veneto, Liguria e Lombardia, il motore dell'Italia industriale e lo fa con l'euro e dentro l'euro, non in una terra di mezzo dominata dai giganti che divorano tutti gli altri esseri viventi. La Lega è un partito che negli ultimi trent'anni ha amministrato le zone più produttive del Paese. È un solido partito di governo.
Sui Cinque Stelle ci sono meno certezze. Amministrano alcune grandi città (ma a Roma la giunta Raggi è alla canna del gas fin dal primo giorno) e alternano dosi di sano realismo a evanescente e dannoso utopismo. Devono uscire dal videogioco in cui si sono ficcati fin dal loro primo vagito. Si diventa grandi, si fa politica, non si fa concorrenza ai visionari e ai millenaristi. Vedere le scie chimiche non significa mettersi a chiedere consigli al primo gufo notturno che passa.
Scegliere il nome del Presidente del Consiglio senza tradire l'essenza politica del voto del 4 marzo dovrebbe essere l'imperativo di tutti, evitare scollamento tra la società reale e il Palazzo è un'operazione essenziale per non arrivare a scenari in cui cresce la sfiducia. Ci sono tanti modi per aprire e chiudere una legislatura, questo è un compito che spetta al Capo dello Stato, non ad altri. Aspettare Di Maio e Salvini non serve a niente se il Quirinale non trova una strada per dare un esito "ordinato" alla Diciottesima Legislatura. Non ci sono soltanto i capi dei partiti sul palcoscenico, c'è anche il Presidente Mattarella.
***
Dove siamo? In piena transizione dell'Occidente. Ecco una splendida cavalcata di Lorenzo Castellani tra oggi e domani.
06
La transizione dell'Occidente
di Lorenzo Castellani
Da anni avanza la teoria, considerata come buona a prescindere per decifrare i cambiamenti della politica, dello scontro tra popolo ed elite. Questa appare una visione semplificata e stereotipata perché come i classici del pensiero ci ricordano vige sempre la ferrea legge delle oligarchie: la storia, per dirla con Wilfredo Pareto, è un cimitero d’elite e quando un ciclo finisce un altro ne prende il posto. Anche in politica nulla si crea, nulla si distrugge, proprio come per il principio di Lavoisier per le reazioni chimiche. Così in questi sommovimenti della storia una vecchia aristocrazia inizierà a cedere il passo ad una nuova, i cui contorni ancora non si riescono a scorgere. Certamente che qualcosa non funzioni bene nel rapporto tra popolo ed istituzioni è evidente in tutto il mondo occidentale: i partiti sono sconquassati dagli outsider, l’ordine delle democrazie maggioritarie è collassato, l’Unione Europea è entrata in una fase recessiva, i partiti tradizionali vengono superati da nuove forme di organizzazione politica, l’instabilità politica è la cifra caratterizzante di molte democrazie. Continua a leggere l'articolo su List.
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Siamo all'essenza del conflitto della contemporaneità, nel giardino di orrori e delizie Signor Zeitgeist, lo spirito del tempo.
07
L'ambasciata a Gerusalemme
Là fuori il presente ruggisce come un leone affamato. La notizia del giorno viene da Israele: 55 morti, centinaia di feriti. Perché? Gli Stati Uniti hanno spostato la loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Non servono chilometri di inchiostro per capire che siamo di fronte alla distopia del Medio Oriente, basta una sequenza.
L'inaugurazione
Ivanka Trump e Steven Mnuchin inaugurano l'ambasciata americana a Gerusalemme.
La rivolta dei palestinesi
Gli scontri al confine tra Gaza e Israele.
Il taglio del nastro
Un tocco da maestro di Guido Ciompi. Il taglio del nastro della morte. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
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garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.