30 Ottobre
La buonuscita del capitalismo
Trenta milioni (forse) a Cattaneo che lascia Tim. Cosa c'è dietro? La Grande Pax delle Tlc (e dei media). Bentivogli (Cisl): "Quella liquidazione segnala un problema del capitalismo italiano". E altro carburante per Grillo
Pronto? Chi è?
Sono il capitalismo, mi hanno detto che dovevo essere curato, ma stanno facendo di tutto per dichiararmi morto.
Non si preoccupi, ora le diamo la cura.
Mi hanno fatto un sacco di iniezioni di finanza creativa, dicevano fosse un ottimo ricostituente, ma io continuo a sentirmi debole e tutti mi dileggiano per il mio modo di camminare a scatti e cadute.
Le daremo un potente anestetico e non sentirà più niente.
Clic.
Il caso Tim-Cattaneo, l'uscita dell'amministratore delegato della più grande azienda di telecomunicazioni italiana, è un caso di accanimento terapeutico sul capitalismo italiano. Cattaneo va via dopo un solo anno di gestione, secondo quanto pubblicato da Ansa e da altri mezzi d'informazione, avrà una liquidazione da trenta milioni di euro. Un record. Il manager fa i suoi interessi, l'impresa persegue i suoi obiettivi, è un'azienda privata che risolve con i suoi mezzi un problema di governance, dunque è tutto a posto? No. Perché la cifra è grande e apre una serie di interrogativi particolari (sulla vicenda) e generali (sul capitalismo). Il titolare di List è contro il salary cap, non si agita per i compensi dei manager d'azienda. E' il mercato bellezza e tu non puoi farci niente si potrebbe dire. Ma in questo caso Adam Smith c'entra ben poco, lo scenario è di altro tenore e Tim non è un'azienda qualsiasi, è un'impresa privata che ha un enorme interesse pubblico visto che la sua rete è un'infrastruttura strategica nazionale.
Domani si riunisce il comitato nomine e remunerazione di Tim e prenderà in piena autonomia le sue decisioni. Ci sono i contratti, la partita doppia, il codice civile, il diritto farà naturalmente il suo corso. Ma intorno a questa semplice e per i conti di Tim in fondo piccola questione di denaro, c'è la...
Pronto? Chi è?
Sono il capitalismo, mi hanno detto che dovevo essere curato, ma stanno facendo di tutto per dichiararmi morto.
Non si preoccupi, ora le diamo la cura.
Mi hanno fatto un sacco di iniezioni di finanza creativa, dicevano fosse un ottimo ricostituente, ma io continuo a sentirmi debole e tutti mi dileggiano per il mio modo di camminare a scatti e cadute.
Le daremo un potente anestetico e non sentirà più niente.
Clic.
Il caso Tim-Cattaneo, l'uscita dell'amministratore delegato della più grande azienda di telecomunicazioni italiana, è un caso di accanimento terapeutico sul capitalismo italiano. Cattaneo va via dopo un solo anno di gestione, secondo quanto pubblicato da Ansa e da altri mezzi d'informazione, avrà una liquidazione da trenta milioni di euro. Un record. Il manager fa i suoi interessi, l'impresa persegue i suoi obiettivi, è un'azienda privata che risolve con i suoi mezzi un problema di governance, dunque è tutto a posto? No. Perché la cifra è grande e apre una serie di interrogativi particolari (sulla vicenda) e generali (sul capitalismo). Il titolare di List è contro il salary cap, non si agita per i compensi dei manager d'azienda. E' il mercato bellezza e tu non puoi farci niente si potrebbe dire. Ma in questo caso Adam Smith c'entra ben poco, lo scenario è di altro tenore e Tim non è un'azienda qualsiasi, è un'impresa privata che ha un enorme interesse pubblico visto che la sua rete è un'infrastruttura strategica nazionale.
Domani si riunisce il comitato nomine e remunerazione di Tim e prenderà in piena autonomia le sue decisioni. Ci sono i contratti, la partita doppia, il codice civile, il diritto farà naturalmente il suo corso. Ma intorno a questa semplice e per i conti di Tim in fondo piccola questione di denaro, c'è la questione della responsabilità, dell'etica (sì, ok, parolona) del capitalismo, il suo ruolo nella sempre più distopica società italiana, la separazione sempre più netta tra industria e finanza che nel caso del nostro paese sta conducendo a una dispersione del talento imprenditoriale. Dove sono i capitani d'impresa italiani? Quante imprese italiane oggi nel mondo contano davvero? Poche, Tim era una di quelle candidate a esserlo, ma la sua biografia è quella di un gigante che non è mai diventato adulto, privatizzata (si far per dire), spolpata (si fa sul serio), rilanciata (sempre domani). Troppo grande per essere ignorata, troppo piccola per essere predatore e non preda. Romano Prodi da tempo batte sul tasto non solo del nanismo aziendale italiano, ma della mancanza di vecchi-nuovi capitani d'industria e del fenomeno di un sistema industriale dove gli stranieri comprano a saldo. La storia di Tim, dell'ingresso di Bollorè, dell'uscita ieri dell'amministratore delegato Marco Patuano e oggi del suo successore Flavio Cattaneo è incastonata in questo quadro fragile dove comanda non il mercato, ma il capitalismo relazionale che capitalismo non è.
Cattaneo è un manager capace, un duro, uno che ha sempre davanti i conti dell'azienda e i risultati. Nasce nel ventre politico del centrodestra della Lombardia, a Milano, ma si distacca dalla figura del "boiardo" d'area politica per la sua indubbia capacità nel guidare le aziende. Il tema della sua buonuscita milionaria - nonostante l'indubbio valore del soggetto - però diventa il chiodo al quale per forza bisogna un quadro più ampio sullo stato di salute del capitalismo italiano.
Il titolare di List ha sul taccuino un paio di note, un paio di telefonate con le fonti giuste e una chiacchierata con Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl. Bentivogli è oggi il miglior sindacalista disponibile sulla piazza italiana: giovane ma non giovanilista, concreto ma con un pizzico di utopia riformista, senza ideologia ma con la realtà in tasca, senza fronzoli ma con i libri giusti in testa, innovatore ma senza dimenticare la fatica della fabbrica, uno che firma contratti (quello dei metalmeccanici, un bel passo avanti) senza demagogia, uno dal quale compreresti un'auto usata che, di questi tempi, in Italia vuol dire parecchio. Per Bentivogli la buonuscita di Cattaneo è un problema che esce dai confini della forma giuridica dei contratti e assume un significato di grande sostanza, un problema che è la punta dell'iceberg, la crisi del capitalismo. Bentivogli alla domanda sulla liquidazione di Cattaneo libera un sospiro e un sorriso: "E' vero Tim è un'azienda privata e ci sono i contratti. Ma Tim non è solo un'azienda privata. Ci sono relazioni e interessi che non sono soltanto mercato puro". E' questo il punto, ci sono le delicatissime relazioni con lo Stato e c'è la percezione degli italiani che quel marchio sia ancora in fondo un simbolo della nazione, la percezione di Tim va ben al di là dell'immaginario dei suo azionisti. "E anche per questo che c'è il problema - prosegue Bentivogli - Cattaneo va via con trenta milioni di euro dopo 11 mesi di lavoro. Non sfugge a nessuno che siamo davanti a un tema di proporzione, di correlazione tra impegno, risultati e lavoro". Ci sono contratti, Cattaneo fa valere ciò che l'azienda ha sottoscritto, fa i suoi interessi e li cura benissimo. Ma resta un sottofondo di delusione, amarezza, preoccupazione nelle parole di Bentivogli: "La cosa che viene sempre più fuori dalla cronaca di tutti i giorni è che i top manager sono l'unico pezzo del mondo del lavoro dove resiste il vecchio slogan della sinistra sindacale del salario variabile e indipendente". Un paradosso, ma questo è anche se non vi pare. "Non è il caso di Cattaneo, non voglio giudicare il suo lavoro in Tim, ma abbiamo visto gente nel passato e nel presente distruggere patrimoni aziendali e incassare ottimi buonuscite. Ripeto, non giudico il lavoro di Cattaneo, ma siamo di fronte pur sempre a 30 milioni di euro, in aggiunta al compenso che ha ricevuto. Ricordo a tutti che questa è solo la buonuscita".
La buonuscita del capitalismo. E poi, che capitalismo è mai quello italiano? Stamattina Repubblica ha questo titolo: "Telecom, Bollorè-Governo, trattativa su vertici e Rete", questo è il sommario: "Colloquio tra il finanziere e il premier. Il nodo della fibra. Triumvirato per il dopo Cattaneo, ma in cda sarà scontro". Ottimo e abbondante, oste. Palazzo Chigi stamattina ha replicato facendo parlare le classiche fonti governative con le agenzie di stampa, non c'è un comunicato ufficiale dell'esecutivo, ecco quanto riporta l'Agi: "Quanto riferito oggi da Repubblica circa i rapporti tra Governo e Telecom non è vero. Non c'è stato alcun colloquio tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il finanziere Bollorè, né alcuna trattativa concernente le scelte dei vertici aziendali". Tutto secondo copione, d'altronde il governo non può certo dire il contrario: sì, stiamo giocando a Monopoli con Telecom e gli altri. Sono le regole del gioco e the show must go on. Niente di male, ottimo materiale fissile per il taccuino del titolare di List. Quello che è ormai cristallino è che l'uscita accelerata di Cattaneo da Tim (dopo uno stop and go, smentite e soprattutto dichiarazioni al fulmicotone di Cattaneo contro il governo e Enel sul progetto della fibra) è il risultato di un braccio di ferro interno all'azienda dove la partita tra il finanziere bretone, lo Stato e Mediaset è il catalizzatore della reazione chimica. Secondo molti sarebbe anche la resa (ragionata e da giocatore di poker) di Bollorè, stretto tra la disputa con Mediaset sulla sua scalata improvvisa al capitale dell'impresa di Berlusconi e lo sviluppo del business con Tim che è in diretta concorrenza con il progetto del governo finalizzato con Enel, incastrato nel filo spinato alzato dai regolatori (è sempre lo Stato) sulle sue operazioni in Italia.
Tutto chiaro? Non proprio, perché ci sono battitori liberi che mettono altra legna nel camino, nonostante la stagione sia bella calda e i fatti siano in cottura sulla griglia. Michele Anzaldi, deputato del Pd, componente della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni, ma soprattutto un renziano autonomo da Renzi, stamattina in un'intervista a La Stampa dice questo: "Trovo l`addio dell'ad Cattaneo molto strano a partire dalla somma esorbitante che gli è stata concessa. Mi chiedo chi abbia potuto negoziare una buonuscita del genere, con una cifra esagerata per una società, ricordiamolo, che deve molto a questo Paese". Fin qui, siamo al dettaglio, al chiodo, ma Anzaldi è uno sveglio e svelto e arriva rapidissimo al quadro: "I rapporti di Cattaneo con governo e Parlamento sono stati pessimi, le due audizioni cui ho assistito sono andate male. Alla prima non si è nemmeno presentato". Il tema è quello, la banda larga e il sentiero sempre più stretto per Bolloré, la divergenza tra Tim e i piani di Palazzo Chigi con Enel: "Credo che si sarebbe ricomposto anche per via giudiziaria. Cattaneo rivendicava la libertà di poter investire anche in quelle aree disagiate a cui in precedenza l`azienda aveva rinunciato. Ma cosa succederebbe se Tim cambiasse di nuovo idea? Così facendo si danneggia il progetto Open Fiber, lo si rende meno allettante per gli investitori. Ma è importante per portare ovunque la banda larga, che è un diritto di tutti". E qui siamo al problema che il titolare di List ha schematizzato così qualche riga fa: il privato ha un enorme interesse pubblico, il pubblico manovra nello spazio aperta dal programma economico del governo. Sfida impari, dai. Nel grande intreccio della Pax delle Telecomunicazioni, resta un altro punto da illuminare con la torcia: la televisione. E' sempre Anzaldi ad accendere il fiammifero: "Serve chiarezza sulla banda ultra larga. Ma occorre far luce anche su cosa ci sia di vero di un possibile accordo per i diritti sul calcio tra Tim e Mediaset, per esempio. Temo che ci fosse un disegno per trovare un'intesa a discapito degli altri attori del mercato...". Il segnale c'è, s'accende la telecamera, siamo in onda. Che spettacolo.
Basta questo quadretto per capire che Tim non è una semplice azienda privata, ma l'epicentro di una battaglia di potere economico e politico che si sta dispiegando nel finale di una legislatura morente ma nello stesso tempo viva e attenta a non lasciare nessun dossier strategico aperto. E' una partita da chiudere subito, perché il domani elettorale è incerto, le maggioranze variabili e i confini del business futuro hanno bisogno di essere fissati ora. Se vincesse Grillo, non ci sarebbe più nessuna certezza. Previsioni azzardate? Wait and see. Nei sondaggi è primo partito e il Pd in calo costante da otto settimane. Tutto può cambiare. In peggio. Questo scenario significherebbe domani comunque mettersi a trattare con il movimento politico che punta alla libertà della rete, allo scardinamento dell'oligopolio nel settore delle tlc, dell'informazione (e della pubblicità), il modello della piattaforma Rousseau applicato al mercato e alle sue relazioni. Sfocerà tutto nel totalitarismo digitale e nel caos? Non lo sappiamo, i grillini sono più pragmatici di quanto si pensi, ma di sicuro siamo nel campo dell'imprevisto, dell'azzardo, del sottosopra politico. E uno spazio in più aperto per i titani di Internet che, in ogni caso, hanno già vinto la partita del futuro prossimo. Pagheranno più tasse, sicuro, ma il mercato dell'informazione e dell'entertainment - e domani anche della connettività - è già loro per il semplice e inesorabile motivo che sono presenti dove i dinosauri non hanno artigli abbastanza lunghi e affilati: la rete. Hanno i cavi, ma poi c'è il vecchio detto che oggi tutti hanno dimenticato: The Content Is The King. Bello o brutto, è quello che fa scattare l'immaginario, fa opinione e si trasforma in voti. La resilienza del sistema italiano è più grande che altrove, ma l'esempio di Macron è là, al confine. Prima o poi, succederà anche qui. La chiusura del Novecento.
In questo tentativo di stabilizzazione dell'esistente e proiezione dell'hard power dell'infrastruttura di rete, il governo di larghe intese è già all'opera, non è solo una partita che riguarda il Pd di Renzi, ma direttamente anche Berlusconi. Sembra il movimento dei pezzi in una grande scacchiera dove si gioca la partita della Pax delle Telecomunicazioni. E' così? Marco Bentivogli è uomo di mondo, sa che gli scenari cambiano, che ci sono ancora molte incognite e attori che sfuggono per loro natura a un grande accordo (i titani di internet) e dunque tracciare i confini oggi potrebbe servire a ben poco domani. Con diplomazia e tatto presenta il suo punto di vista al titolare di List: "Non so se dietro l'uscita di Cattaneo ci sia questo disegno. Mi sembra ci sia un bel po' di dietrologia, non è tutto così semplice. L'unica certezza mi pare questa: siamo di fronte a un sistema che non è capitalismo e se lo è ha le basi etiche completamente sbriciolate". Bentivogli sente gli umori, è attento a quello che percepisce il popolo, la piazza, il lavoratore, la classe media del paese. E' per questo che di fronte a tutto questo per Bentivogli bisognerebbe schiacciare il tasto reset. Fa il sindacalista, gira l'Italia, sente l'incazzatura dei ceti medi che hanno perso reddito, lavoro, fiducia. Trenta milioni, per un anno di lavoro, ma a quale padre di famiglia puoi raccontarlo senza rovinargli il pranzo? Populismo? No, è la realtà che la classe poco dirigente (e molto digerente) non coglie. "Serve un mercato dove tutti sono consapevoli e responsabili - dice Bentivogli a List - questa presenza nascosta di interessi fa sicuramente male alla libertà, questi oligopoli camuffati dietro gli interessi del capitalismo relazionale non sono la concorrenza". Infine, una battuta di Bentivogli si stampa a fuoco sul taccuino del titolare di List, la foto di una stagione comunque finita, le sue difficoltà, contraddizioni, intuizioni e soprattutto i tentativi andati a vuoto: "Renzi disse che con lui era finito il capitalismo relazionale, episodi come questo dimostrano che invece gode di ottima salute". Bingo.
Due amministratori delegati bruciati in poco più di un anno (Patuano lascia a fine marzo dell'anno scorso), la spia del sommergibile accesa mentre stai navigando con la propulsione silenziosa, sono il bip bip del problema tra gli azionisti e nello stesso tempo un tema che riguarda la chiarezza della missione aziendale. Patuano se ne andò con 6 milioni di buonuscita, Cattaneo si dice 30 milioni e domani forse avremo la cifra finale dell'accordo. Se il pallottoliere si fermasse qui, avremmo un conto da 36 milioni per mandare a casa due capitani della nave che sono entrati in rotta di collisione con l'armatore. E' un conto salato che Tim si può tranquillamente permettere, noccioline, ma sul piano della comunicazione - e della gestione - non è un buon biglietto da visita per nessuna compagnia di navigazione. Soprattutto se in sala macchine succede di tutto e una parte del carburante arriva dal business che si apre (o chiude) con lo Stato. E' questo il mercato? Può darsi, ma di certo non è libero. E se questo è lo scenario, allora aveva ragione Giovanni Arrighi in un suo splendido libro a dire che in fondo oggi Adam Smith è a Pechino.
La buonuscita di Cattaneo è la buonuscita del capitalismo. La sua vicenda personale, di manager che ha perso una partita aziendale e fatto un colpo da maestro a Las Vegas (vedremo domani la decisione di Tim) segnala la febbre alta del sistema e nello stesso tempo l'incapacità di leggere lo scenario politico da parte degli azionisti di Tim, del governo e degli altri attori in scena. Questa vicenda è altro straordinario carburante per Grillo. Non l'hanno capito. Forse mai lo capiranno. E forse è troppo tardi per capirlo. Tanti auguri a tutti e una preghiera per il capitalismo italiano. C'è altro? Visti i protagonisti all'opera, per il tutto il resto c'è lui, Gordon Gekko con il suo straordinario discorso sull'avidità. Il titolare di List augura a tutti buona visione e buona domenica.
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esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.