25 Maggio
List, l'olandese volante e il Governo Frankenstein
Un'intervista con il principale quotidiano economico d'Olanda diventa un'occasione per sezionare mostri (politici) e interrogarsi su similitudini e differenze del populismo in Europa. Lorenzo Castellani tra Roma e Amsterdam.
di Lorenzo Castellani
Un giorno da studioso come tanti, immerso nella lettura della storia americana nella mia stanza al seminterrato della Luiss, fuori la primavera romana, capricciosa. Un silenzio che viene interrotto soltanto dalle telefonate fragorose con il Titolare di List, perché di questi tempi si ride di gusto per lo sconcerto del mainstream e il ritorno della storia, oppure dalle analisi politiche condivise con il professor Giovanni Orsina, che lavora nella stanza di fronte.
Questa volta s’illumina lo schermo, mail da un lungo nome straniero. Missiva dall’Olanda, redazione di FD, il principale quotidiano economico olandese, dove sono interessati a capire la relazione tra condizione socio-economica dei giovani italiani e partiti anti-establishment. L’impatto del governo Frankenstein sull’Europa preoccupa avversari e simpatizzanti politici, qualcuno fuori dall’Italia cerca ancora di capire da dove viene, come si è arrivati al trionfo populista nel Belpaese dove, notoriamente, non scoppiano mai le rivoluzioni. Per quelle, semmai, bisogna scavalcare le Alpi.
Combiniamo un appuntamento per la settimana successiva dalle parti del mio ufficio, cuore del quartiere Parioli, non esattamente il posto giusto per raccontare il governo Frankenstein poiché nello storicamente benestante blocco di palazzine che si snoda tra viale Liegi e Piazza Euclide risiede l’elettore antropologicamente opposto a quello che vota per i partiti anti-establishment. Da queste parti il Partito Democratico governa saldamente il municipio e Più Europa è andata oltre il 10%. Insomma, cominciamo da dove l’elettore di Frankenstein è una specie antropologica fortemente minoritaria se non addirittura sconosciuta.
Appuntamento con il giornalista ai Parioli, cominciamo da dove l’elettore di Frankenstein è una specie antropologica fortemente minoritaria se non addirittura sconosciuta.
Han, il giornalista di FD, arriva in autobus all’appuntamento e già questo, per chi conosce il modo di vivere di un certo mondo romano, è abbastanza inusuale. “Fortunatamente non è esploso”, commenta gioioso l’inviato...
di Lorenzo Castellani
Un giorno da studioso come tanti, immerso nella lettura della storia americana nella mia stanza al seminterrato della Luiss, fuori la primavera romana, capricciosa. Un silenzio che viene interrotto soltanto dalle telefonate fragorose con il Titolare di List, perché di questi tempi si ride di gusto per lo sconcerto del mainstream e il ritorno della storia, oppure dalle analisi politiche condivise con il professor Giovanni Orsina, che lavora nella stanza di fronte.
Questa volta s’illumina lo schermo, mail da un lungo nome straniero. Missiva dall’Olanda, redazione di FD, il principale quotidiano economico olandese, dove sono interessati a capire la relazione tra condizione socio-economica dei giovani italiani e partiti anti-establishment. L’impatto del governo Frankenstein sull’Europa preoccupa avversari e simpatizzanti politici, qualcuno fuori dall’Italia cerca ancora di capire da dove viene, come si è arrivati al trionfo populista nel Belpaese dove, notoriamente, non scoppiano mai le rivoluzioni. Per quelle, semmai, bisogna scavalcare le Alpi.
Combiniamo un appuntamento per la settimana successiva dalle parti del mio ufficio, cuore del quartiere Parioli, non esattamente il posto giusto per raccontare il governo Frankenstein poiché nello storicamente benestante blocco di palazzine che si snoda tra viale Liegi e Piazza Euclide risiede l’elettore antropologicamente opposto a quello che vota per i partiti anti-establishment. Da queste parti il Partito Democratico governa saldamente il municipio e Più Europa è andata oltre il 10%. Insomma, cominciamo da dove l’elettore di Frankenstein è una specie antropologica fortemente minoritaria se non addirittura sconosciuta.
Appuntamento con il giornalista ai Parioli, cominciamo da dove l’elettore di Frankenstein è una specie antropologica fortemente minoritaria se non addirittura sconosciuta.
Han, il giornalista di FD, arriva in autobus all’appuntamento e già questo, per chi conosce il modo di vivere di un certo mondo romano, è abbastanza inusuale. “Fortunatamente non è esploso”, commenta gioioso l’inviato olandese, che viene dalle placide e ordinate campagne dei Paesi Bassi. “Qui non vi annoiate mai, dalle mie parti invece…”... “dalle vostre parti però non vanno in autocombustione i mezzi pubblici”, “proprio per questo!” ribatte. Ho già capito che Roma, donna voluttuosa a cui si perdona tutto, lo ha sedotto nonostante le evidenti ammaccature. Seduti al bar di Piazza delle Muse sfoderiamo il registratore e partiamo dai giovani, argomento concordato. La storia generale la conoscono tutti: crisi, disoccupazione, salario basso, lauree poco spendibili, emigrazione all’estero crescente. Provo a condirla di episodi, aneddoti personali della mia vita londinese; racconto che esistono, nelle mia esperienza, due tipi di immigrazione italiana: quella degli internazionalizzati, coloro che vanno all’estero per rafforzare il proprio buon curriculum o spendere al meglio un titolo di studio già eccellente, come i giovani banker della City, i medici che vanno a specializzarsi in America, gli accademici all’alba della propria carriera; e quella dei territorializzati delusi, anni di lavoretti e disoccupazione, la fuga altrove partendo da lavori spesso umili e nemmeno ben pagati ma con possibilità di crescere, imparare una lingua, trovare una sistemazione lavorativa via via migliore. Tornano? Qualcuno riesci ad aprirsi una carriera in Italia, ma la maggioranza ha troppo da perdere per tornare. Se ce la fai all’estero, se hai resistito per anni lontano da casa, è difficile avere nostalgia del ritorno. Vale per chi guadagna vagonate di milioni e per chi è andato ad insediarsi nei ranghi della media borghesia di un altro paese.
E la politica? chiede Han con innocenza. I giovani votano decisamente per i partiti anti-establishment, il partito più votato tra gli under 40 è il Movimento 5 Stelle. Non solo per le proposte o per l’organizzazione “moderna” attraverso la rete, ma perché incanala rabbia, sfiducia e diffidenza verso la politica che sono incubate nei giovani italiani sin dai tempi di Tangentopoli. E’ difficile votare a favore di qualcosa, piuttosto si vota contro qualcuno. Cosa vogliono i giovani italiani? Lavoro e protezione, due situazioni che vanno quasi sempre di pari passo. Desiderano che la promessa di progresso economico e sicurezza sociale promesse a spron battuto dai vecchi partiti tradizionali non rimangano evase, per questo votano contro chi ha governato negli ultimi dieci anni. Inoltre, temono il futuro perché se sei un “territorializzato”, magari con una laurea di scarso valore, un lavoro a intermittenza, nessuna tutela a livello di welfare e ti raccontano che i robot potrebbero sostituirti allora è facile che tu apra lo smartphone e ci riversi dentro tutta la tua incazzatura. Veniamo all’immigrazione, da Amsterdam abbiamo compreso che è stato un tema chiave. Fondamentale, i sovranisti come Matteo Salvini hanno costruito un successo elettorale strepitoso sull’immigrazione incontrollata. Tutto merito dell’Unione Europea che per anni ha lasciato che gli italiani se la sbrigassero quasi interamente da soli e del Partito Democratico che ha sottovaluto e minimizzato la questione fino a quando non è esplosa politicamente. Quando vieni da una crisi economica in cui si sono vaporizzati dieci punti di PIL, un milione di posti di lavoro, perso un quarto della produzione industriale non puoi reggere l’arrivo di centinaia di migliaia di immigrati sulle tue coste senza conseguenze politiche. Specie se nel resto d’Europa infuriano gli attentati. E’ illogico, è irrazionale, ma è anche umanamente ordinario.
I giovani votano decisamente per i partiti anti-establishment, il partito più votato tra gli under 40 è il Movimento 5 Stelle. Non solo per le proposte o per l’organizzazione “moderna” attraverso la rete, ma perché incanala rabbia.
E Mario Sechi come sta? Ha inventato lui l’espressione Governo Frankenstein, no? se ne esce l’amico olandese dopo un’ora di conversazione. Mario? Sì, risponde serafico, ho visto che scrivi su List. Felicemente sorpreso rispondo che il titolare è in forma smagliante, particolarmente incontenibile da quando il 4 Marzo, proprio nel corso della nottata elettorale di List, è collassato il vecchio sistema politico italiano. Un esito che forse non avevamo previsto con questa portata, ma certamente intuito e annotato sul nostro taccuino. Il mio primo pezzo inviato al titolare, nell’agosto 2017, avvertiva i sostenitori del pensiero economicista che l’aumento leggero del PIL non avrebbe riconsegnato il Paese a Matteo Renzi, perché la razionalità economica è un criterio sempre più corroso in termini di legittimazione popolare. Con numeri e dati forse si spiega qualcosa, ma non si vincono le elezioni. Il benessere, economico e personale, non si avvertiva camminando per i marciapiedi della provincia italiana. La politica della calcolatrice si è rotta.
Insomma, non divaghiamo, parliamo di Frankenstein, cos’è? E’ il mostro populista, la fusione dell’antipolitica e del sovranismo, che turba i sogni dell’establishment italiano ed europeo. Sarà così spaventoso? Non possiamo saperlo, per molti aspetti le politiche pubbliche proposte saranno realizzate in misura ridotta, sono pronto a scommetterci, ma la vera battaglia sarà sui tavoli europei. Dovreste saperlo bene voi del paese leader della nuova Lega Anseatica, no? Infatti, conosciamo bene anche noi i vari problemi di cui abbiamo parlato, risponde Han. Anche in Olanda imperversa il vento della destra nazionalista, che non governa ma condiziona fortemente l’operato del governo, conosciamo la pericolante vita democratica poiché il governo Rutte ha una maggioranza di un seggio quindi è appeso ad un filo, anche noi abbiamo problemi con le pensioni, che costano troppo e andrebbero ridotte ma le conseguenze politiche sarebbero insopportabili, e con le tasse, soprattutto su quelle che voi chiamate partite Iva.
Frankenstein, cos’è? E’ il mostro populista, la fusione dell’antipolitica e del sovranismo, che turba i sogni dell’establishment italiano ed europeo.
Gli olandesi sono uno dei popoli del libero mercato e della disciplina di bilancio, sull’Europa occupano una posizione mediana: l’esecutivo contesta le regole burocratiche europee, teme l’inasprimento doganale imposto da Donald Trump su scala globale e non intende spingere più avanti l’integrazione economica europea. Il punto è semplice: sul continente c’è troppa diversità economica e forzare la mano significherebbe avviare un cortocircuito. Meglio prima che tutti, italiani inclusi, si mettano a posto con i bilanci e il debito pubblico, poi si potrà ricominciare a tessere la tela europea. Posizione diversa dal governo Frankenstein, che vorrebbe più spazio per il deficit e una exit strategy dall’euro, ma anche dal piano di riforma di Macron. Anche in Olanda concordano sul fatto che il Presidente francese sarà costretto a rivedere drasticamente le proprie ambizioni.
Ultima domanda, profonda e diretta, di fronte a quale epoca storica siamo, chiede Han. Non ho ancora capito se si tratti di una ribellione oppure di una rivoluzione, rispondo. I due concetti vengono spesso considerati sinonimi, ma sono molto diversi tra loro. Una rivoluzione è una ribellione che riesce nell’intento di abbattere un determinato regime e instaurarne un altro. Si presume che una rivoluzione venga condotta in nome di un programma di governo ben articolato. Per ribellione, invece, intendiamo piuttosto una rivolta che alla fine non riesce a raggiungere i propri obiettivi, pur potendo godere di un successo temporaneo. Vedremo se, nel futuro, quella che sembra una ribellione riuscirà a trasformarsi in una rivoluzione. Ciò che è certo, oggi, è che il mondo è esausto del passato.
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10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.