31 Ottobre
Possono vincere. Ma chi governa?
Il centrodestra nel paradosso: è il favorito nel voto, ma rischia di deragliare sul tema della premiership. Tutto nasce con la caduta di Renzi e la crisi di identità del Pd. Berlusconi saprà essere di nuovo il federatore?
La metamorfosi. Non è quella di Kafka (anche se in fondo un po' lo è) ma quella dello scenario politico italiano che nel volger di meno di un anno è completamente cambiato: il centrodestra è in testa nei sondaggi, il centrosinistra è fermo al palo, il Pd è superato nei consensi dal Movimento 5Stelle e da settimane non si schioda da posizioni che lo condannerebbero alla sconfitta elettorale. Cosa è successo? E il centrodestra in caso di vittoria sarebbe poi in grado di andare davvero al governo? L'Italia è il laboratorio di un pazzo che ha deciso di fare il chimico e sta mischiando fluidi che conducono direttamente a un solo esito: l'esplosione del sistema politico, di quel che ne resta dopo una ennesima stagione di promesse mancate e referendum gettati nella rissa personale. Chi sono i protagonisti di questa vicenda e perché le parti in commedia improvvisamente si sono invertite? Perché la storia italiana sembra tornata al 1994, con gli stessi protagonisti che ora recitano copione in parte diversi? Cominciamo da dove comincia tutto, il referendum costituzionale fallito, la sconfitta di Renzi.
Il 4 dicembre del 2016 Matteo Renzi perde la sua scommessa, il suo all-in sul tavolo da poker: il referendum costituzionale viene affondato da una schiacciante maggioranza (59 per cento), il presidente del Consiglio si dimette, al suo posto a Palazzo Chigi arriva Paolo Gentiloni. È il 12 dicembre del 2016, Renzi era in carica dal 22 febbraio del 2014, il suo governo era partito con il favore dell'opinione pubblica. "Mille giorni", scrive come hashtag ancora oggi nei suoi tweet conditi di nostalgico orgoglio Renzi, ma è proprio in quei mille giorni mitizzati che in realtà il segretario toscano consuma il suo patrimonio di credibilità. Dopo pochi mesi emerge il suo carattere nel tratto peggiore -...
La metamorfosi. Non è quella di Kafka (anche se in fondo un po' lo è) ma quella dello scenario politico italiano che nel volger di meno di un anno è completamente cambiato: il centrodestra è in testa nei sondaggi, il centrosinistra è fermo al palo, il Pd è superato nei consensi dal Movimento 5Stelle e da settimane non si schioda da posizioni che lo condannerebbero alla sconfitta elettorale. Cosa è successo? E il centrodestra in caso di vittoria sarebbe poi in grado di andare davvero al governo? L'Italia è il laboratorio di un pazzo che ha deciso di fare il chimico e sta mischiando fluidi che conducono direttamente a un solo esito: l'esplosione del sistema politico, di quel che ne resta dopo una ennesima stagione di promesse mancate e referendum gettati nella rissa personale. Chi sono i protagonisti di questa vicenda e perché le parti in commedia improvvisamente si sono invertite? Perché la storia italiana sembra tornata al 1994, con gli stessi protagonisti che ora recitano copione in parte diversi? Cominciamo da dove comincia tutto, il referendum costituzionale fallito, la sconfitta di Renzi.
Il 4 dicembre del 2016 Matteo Renzi perde la sua scommessa, il suo all-in sul tavolo da poker: il referendum costituzionale viene affondato da una schiacciante maggioranza (59 per cento), il presidente del Consiglio si dimette, al suo posto a Palazzo Chigi arriva Paolo Gentiloni. È il 12 dicembre del 2016, Renzi era in carica dal 22 febbraio del 2014, il suo governo era partito con il favore dell'opinione pubblica. "Mille giorni", scrive come hashtag ancora oggi nei suoi tweet conditi di nostalgico orgoglio Renzi, ma è proprio in quei mille giorni mitizzati che in realtà il segretario toscano consuma il suo patrimonio di credibilità. Dopo pochi mesi emerge il suo carattere nel tratto peggiore - solipsismo e boria di stampo fiorentino - a Palazzo Chigi la lingua ufficiale diventa il toscano, la politica economica del governo è un mix di foraggiamento della spesa pubblica e rinvio dei problemi fiscali, pensionati e dipendenti pubblici sono la base di riferimento di una politica che "dimentica" il lavoro autonomo (sta letteralmente crollando, vedere i dati Istat) e considera l'impresa un vassallo dello Stato, le slide i gufi e il Commander in Tweet prendono il posto del Renzi dinamico e innovatore che aveva conquistato anche una parte di elettorato moderato che guardava a lui come a un superamento dello schema politico degli anni Novanta e Duemila. Quel Renzi, svanisce proprio a Palazzo Chigi. Non Mille Giorni di te e di me, ma di me e basta. Quest'altro Renzi si riafferma dopo la sconfitta nel referendum. Con un abile colpo di mano, favorisce la scissione di D'Alema e Bersani, riprende la segreteria del partito, di fatto senza avere avversari degni nelle primarie, e comincia a pensare di accorciare la vita al governo "amico" di Paolo Gentiloni. La manovra non gli riesce solo perché la vecchia Democrazia cristiana è sempre un bagliore improvviso che fulmina chi troppo vuole nel momento in cui bisogna tessere e pregare. Gentiloni è felpato e mai sopra le righe, il Presidente Sergio Mattarella è uno che dal cattolicesimo democratico ha imparato a coltivare pazienza e memoria, Dario Franceschini osserva Matteo, si carezza la barba con fare pensoso e sostiene l'amico Paolo, insomma, la Balena Bianca va, protetta dalla corazzata del Quirinale. Renzi coltiva il distacco, la separazione, amplia la distanza tra partito e governo, lui è il segretario, il leader di oggi e domani, Gentiloni è solo un "facente funzioni", un elemento accessorio e provvisorio. Questo divorzio in bianco, lascia il Pd senza un frontman: Gentiloni è uomo di governo che ha un buon consenso presso gli italiani, ma la volontà di (ri)affermazione di Renzi lo depotenzia e alla fine il Partito democratico si ritrova fermo ai blocchi di partenza: ha un segretario che non convince più gli italiani e un premier che si comporta più che bene ma non può correre perché ostacolerebbe il disegno del leader. Questa contraddizione è colta dagli italiani più di quanto si immagini, è alla radice della crisi di sfiducia in cui è precipitato il Pd, un limbo da cui non si esce né con la politica a destra del ministro degli Interni Marco Minniti né con la riedizione della retorica politico-ornitologica sui gufi. È una crisi di identità che sta per essere certificata e timbrata dal voto siciliano, lo spartiacque di una nuova-vecchia stagione politica italiana.
È questa crisi a riaprire inaspettatamente i giochi per il centrodestra. È la rapidissima parabola del renzismo (non la sua fine, ma la sua incredibile dissipazione) a rimettere in pista le auto di un team che sembrava destinato a restare in ultima fila, con pochi treni di gomme a disposizione, i meccanici lenti ai box e un'aerodinamica superata dal bolide di Firenze. E invece, a metà stagione, succede che la squadra al governo sbanda, finisce sul guard-rail, rompe il motore, ha sospensioni troppo rigide. Crash. Silvio Berlusconi come al solito riveste tutti i ruoli della scuderia e così torna team-manager, pilota e meccanico. Vorrebbe anche come il Bernie Ecclestone (lui si è ritirato, eh) gestire anche tutto il campionato, ma forse è un po' troppo. Quel che è certo è che alla crisi della sinistra - non c'è solo il Pd, ci sono anche gli eterni devoti della politica di minoranza - corrisponde una inversamente proporziale ascesa del centrodestra con Berlusconi che, ancora una volta, deve (re)inventarsi nella parte di "Grande Federatore". Lo fu con abilità e intelligenza elettorale nel 1994. Lo sarà anche oggi? Non è uno schema semplice da applicare. Allora Berlusconi divise la faccenda in due: da una parte l'alleanza a Nord con Umberto Bossi e la Lega come forza che rappresentava la Questione Settentrionale; dall'altra il patto con Gianfranco Fini come punto di riferimento della Questione Meridionale. In mezzo, lui, Berlusconi. Sono trascorsi 23 anni, la storia è andata avanti a balzi, il Cavaliere ha vinto, perso, è caduto e ora si è rialzato. Lo sceneggiatura è quella di un altro film, senza alcun dubbio, ma l'elemento di continuità, il fil rouge, è sempre quello della figura di Berlusconi che rispetto agli altri ha un vantaggio competitivo: l'esperienza. Lo schema del 1994 non è replicabile perché Matteo Salvini ha di fatto abbandonato l'idea della Lega come partito della Padania, ha separato sigla e anima del movimento politico dal suo fondatore, Umberto Bossi. Salvini pensa che la Lega possa raccogliere voti in tutta Italia, il messaggio del partito è quello di una destra dura, tutta law and order, con l'immigrazione (e non più l'euro) al primo punto del programma. È una sorta di lepenismo in ritardo con la storia, ma trattandosi dell'Italia potrebbe essere perfino puntuale. Salvini "copre" lo spazio a destra, ma con quei voti non si vincono le elezioni, si fa un ottimo risultato (forse) poi serve altro. Cosa? Eccolo, il centrale, Berlusconi. Il leader di Forza Italia in questi mesi ha rimesso il partito sulla carreggiata del Partito popolare europeo, ha concertato con Angela Merkel l'elezione di Antonio Tajani al Parlamento europeo (ora una delle figure chiave, e vedremo perché), riagganciato il quadro delle forze europeiste, abbandonato l'idea di smontare l'Euro (ma con la variante puramente tattica della doppia moneta in Italia) e piazzato Forza Italia saldamente al centro. Questo Berlusconi ha di nuovo la fiducia di Angela Merkel (in Germania si vota il 24 settembre, state pronti poi all'accelerazione del bolide di Berlino), è un punto di riferimento del Ppe (ieri a Fiuggi Antonio Lopez, segretario generale del Ppe ha salutato Berlusconi come "prossimo presidente del Consiglio dell'Italia") e si prepara a incassare un successo alle elezioni siciliane. "Ci aspettiamo una travolgente vittoria", ha detto ieri Berlusconi. What else?
C'è che non basta un buon caffè elettorale. Nel centrodestra ci sono i numeri potenziali per vincere il voto, ma le premesse per poi perdere il governo. Intanto non c'è una legge elettorale e per ora tutte le simulazioni dicono che nessuno ha la maggioranza dei seggi per governare in tasca. Poi, al netto delle alchimie elettorali che vedremo nelle prossime settimane, resta sul campo il tema numero uno: chi sarà il presidente del Consiglio? Sul piano istituzionale, siamo alle favole raccontate al popolo da parte di tutti: non c'è mai stata un'elezione diretta del premier, nessuno si candida a niente, c'è un'indicazione politica che un minuto dopo la chiusura delle urne e lo spoglio delle schede vale poco o niente. Il presidente del Consiglio in Italia esce dal cilindro dopo la conta dei voti, spesso molto tempo dopo. Quindi, in teoria, Berlusconi può lasciar correre la faccenda, andare alle urne in rigoroso disordine sparso e attendere che il fato - l'elettore - faccia la sua scelta, indichi un percorso oppure lasci in eredità uno scenario caotico. Nel caos di solito Berlusconi sguazza benissimo, lui ha a disposizione un doppio forno: può vincere le elezioni e fare un governo di centrodestra (il premier si vedrà), può vincere le elezioni ma perdere la sfida per il governo, può perdere le elezioni e vincere il governo con il Partito democratico in debito d'ossigeno. Tre palle, un soldo e una domanda: ma Salvini che fa?
Lui si è autocandidato premier (altra favola) per una semplice ragione: vuole arrivare al nastro del traguardo prima di Berlusconi e così dettare i tempi e i modi di una futura alleanza di governo. Berlusconi in un simile scenario proporrà a Salvini un nome alternativo, una soluzione di compromesso. La carta di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, sul piano istituzionale è la migliore, sul piano del significato politico un po' meno perché Salvini ha sempre visto l'elezione di Tajani come un patto tra Berlusconi e Merkel (vero) che pone problemi di compatibilità "ideologica" con l'euro-scetticismo leghista (ora in flessione). E dunque? Sarà un braccio di ferro con un potenziale patatrac dietro l'angolo. Così in uno psichedelico autoscontro di personalità si realizzerebbe il paradosso di una coalizione che non c'è che vince come coalizione, ma perde nella battaglia tra singoli partiti la possibilità di andare al governo del paese. Possibile? Allo stato attuale, molto probabile. Salvini non sembra intenzionato a mollare e - nel segreto - ha l'alternativa che il titolare di List definisce "governo decapottabile". Cosa è? L'alleanza tra Movimento 5Stelle e Lega. Non è una forzatura politica - gli elettorati sono simili e così anche i programmi - ma una variazione sul tema del piccolo chimico: se tutti gli altri fluidi non legano, allora provo anche la formula più esplosiva per il paese. E la necessità da una parte di Salvini di sganciarsi da Berlusconi e di Grillo di trovare un partner per non mandare a carte quarantotto il suo Movimento potrebbe generare il governo-Frankenstein. Questa è la via d'uscita - e l'apertura di una porta sinistramente cigolante - che Berlusconi deve evitare per non far deragliare l'Italia dall'Europa. Ecco perché Germania e Francia guardano di nuovo al Cavaliere come una soluzione possibile sul piano della stabilità di governo. Non è in gioco solo Palazzo Chigi, ma il riassetto istituzionale dell'Europa che dopo l'elezione di Angela Merkel comincerà a viaggiare su un treno ad alta velocità. Bisogna evitare il crash dell'Italia e, come si vede, siamo vicini alla mission impossible.
Viviamo tempi decisamente interessanti. Forse troppo. Dove andiamo? Restiamo in Italia, l'esplorazione della nostra eterna crisi istituzionale continua. Houston, i carabinieri hanno un ultimo problema: il Capitano Ultimo. Seguite il titolare di List.
01
L'Arma, il Capitano Ultimo e la "golpite"
Quando la politica agita il golpe, vuol dire che si sta per votare. E infatti, si vota. Il sottosopra del Partito democratico sul caso Consip è di enorme importanza. Un partito che aveva fatto della sua difesa - e anche subalternità - al potere giudiziario la sua bandiera, oggi usa un linguaggio che si potrebbe definire "berlusconiano". Le frasi dei dirigenti del Pd di oggi su Consip sono perfettamente sovrapponibili a quelli di Forza Italia ieri. Ergo, non puoi accusare più il tuo nemico se ti servi delle armi retoriche del nemico. Il mezzo e il messaggio coincidono così tanto che l'altro ieri, abbiamo assistito a un dibattito pubblico surreale in cui tutti evocavano il golpe: il Pd quello sulle indagini Consip, Berlusconi ben cinque colpi di Stato (il Cav è sempre avanti, si sa) sulla sua non breve e non priva di contraddizioni avventura politica. Insomma, c'è un golpe buono per tutti.
In questo quadro da democrazia malata di "golpite", il soggetto che si è beccato una potente febbre tropicale è l'Arma dei Carabinieri. Non vive un buon momento - i casi critici sono molteplici - ma leggere le dichiarazioni del Capitano Ultimo e del suo avvocato fa un certo effetto anche al titolare di List, che pure è parecchio scafato su come vanno le cose in un certo mondo. Il Comando Generale dell'Arma, lestissimo nel far sapere che si allinea alla richiesta di verifiche sulle dichiarazioni del Capitano Ultimo, è piombato di nuovo nel silenzio. D'altronde, le cose da fare non mancano, solo che il Colonnello Sergio De Caprio non è una mammola, è uno che tira dritto, e ha continuato a parlare. Stavolta però non ha ricevuto ancora una risposta. Cosa ha detto? Ecco i due lanci Ansa di ieri sera, davvero interessanti:
17 settembre. Ansa, ore 18:57. Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, dice basta - tramite il suo legale, Francesco Romito, interpellato dall'ANSA - alle "gravissime accuse infondate" mosse nei suoi confronti nella vicenda Consip e si dice pronto a "un pubblico confronto" per "esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino". L'obiettivo e' quello di dissipare ogni dubbio rispetto a "paventate minacce alle Istituzioni ed altre azioni eversive" cui hanno fatto riferimento "diversi parlamentari", il "ministro della Difesa e infine il premier".
17 settembre. Ansa, ore 18:59. "Vista l'escalation mediatica delle vicende legate all'indagine Consip ed alle gravissime accuse infondate rivolte al Capitano Ultimo ed ai suoi carabinieri, riteniamo doveroso - afferma il legale, per conto di De Caprio - renderci disponibili ad un pubblico confronto al fine di chiarire dubbi e sospetti su paventate minacce alle Istituzioni democratiche ed altre azioni eversive o illecite attribuiteci da diversi parlamentari con istanze al parlamento, dal presidente del Pd, dal ministro della Difesa e in ultimo da parte del presidente del consiglio". "Ci rendiamo disponibili - prosegue - ad un pubblico dibattito dove poter esercitare il diritto di difesa e di informazione mediatico, a prescindere dalle altre iniziative che avranno il loro corso nelle sedi opportune". Pubblico incontro che potrebbe essere svolto in tv o in altre modalità".
Quale migliore occasione per dire al Capitano Ultimo che è un fellone che ha tradito la missione dell'Arma e la Patria? Nessuno si è detto disponibile al confronto, segno che c'è qualcosa che non va e questa storia del golpe contro il Pd comincia a somigliare a quei sentieri che si biforcano verso scelte che sono una peggio dell'altra: o qualcuno consiglia prudenza e il golpe viene prontamente accantonato in attesa del normale corso della giustizia, oppure la faccenda si complica e diventa un boomerang poco prima del voto. Non ci credete? Wait and see. Questa storia riempirà il nostro taccuino.
Tutto a posto? Come sulle montagne russe mentre fai il giro della morte senza cinture di sicurezza. Sono cose che capitano allo Stato quando è gestito con disinvoltura. Come i conti pubblici. È in arrivo un concorsone. Yessir, stanno per assumere altri dipendenti pubblici. Sarà un caso, ma al titolare di List viene da scrivere una nota a margine sul taccuino: si vota. Lorenzo Castellani ha due o tre cose da dirci, sul concorsone. Leggiamole insieme. Allacciate le cinture, prendete due aspirine e trovate un posto dove sprintare per cento metri, dovete sfogarvi dopo aver letto tutto.
Lockheed Martin si è fermata a quota +1.17 per cento; Northrop Grumman ha messo a segno un +0.90 per cento. Il costo del nuovo ordine per rimpiazzare i Tomahawk usati l’altro ieri dal Pentagono in Siria è di circa 60 milioni di dollari. E’ la realtà di quella che Papa Francesco chiama “terza guerra mondiale a pezzi”: brutta, sporca, cattiva, ricca. E letale.
02
La madre di tutte le spese: il concorsone
di Lorenzo Castellani
La differenza tra lo Stato della tradizione anglo-sassone e continentale e lo Stato della tradizione mediterranea risiede in un principio: nella prima lo Stato è strumentale, erogatore di servizi pubblici per contribuenti (i suoi burocrati si chiamano civil servants, non a caso), mentre in Italia l’amministrazione pubblica, ha sempre assunto, invece, una funzione sociale. Quale? Quella di assorbire la disoccupazione e distribuire consenso attraverso la creazione di posti pubblici.
La recente iniziativa annunciata dal Governo di assumere mezzo milione di nuovi impiegati pubblici continua a muoversi in questo solco storico. Partiamo dalla storia, appunto, per comprendere la passione dei governanti italiani per la creazione dei posti pubblici. Dal 1908, quando venne varata la prima legge di tutela del pubblico impiego, è sempre valsa una regola tra la politica e l’amministrazione: al governo e i partiti spetta il potere di decidere su tutto ciò che riguarda la gestione dello Stato, mentre ai dipendenti pubblici spetta un posto di lavoro fisso, garantito, con scarse responsabilità. Questo patto resterà granitico per tutta la storia primo repubblicana e continua, seppur con forme diverse, a sopravvivere fino ad oggi. Un convitato di pietra che ha mostrato anche degli scompensi territoriali per cui la funzione sociale dell’amministrazione va soprattutto verso sud: a metà anni Sessanta l’84% dei dipendenti dello Stato centrale veniva dal meridione.
Nel fluire della storia dietro lo scudo dell’anonimato, del sindacalismo e di un profluvio di regole gli impiegati dello Stato hanno continuato ad esercitare il proprio “potere stanziale” fatto di eccezioni, deroghe, irresponsabilità, asimmetrie con il settore privato. Di queste distorsioni ne ha ovviamente patito la meritocrazia. Infatti, secondo i calcoli del Professor Sabino Cassese tra il 1973 e il 1990 vennero assunti circa 350mila impiegati pubblici di cui oltre 250mila senza nemmeno superare un concorso. Chiamata diretta e clientelismo di partito hanno caratterizzato tutta la Prima Repubblica per poi trasferirsi, a metà anni novanta, soprattutto negli uffici delle Regioni. Tra il governo Ciampi (1993) e il Governo Berlusconi IV (2008) il Paese ha vissuto un periodo di forsennato riformismo amministrativo (le mezze misure non sono una caratteristica della politica italiana: o niente o troppo). Si sono così susseguite numerose iniziative volte a modernizzare l’amministrazione, ad introdurre maggiore flessibilità contrattuale e ad aumentare l’efficienza degli impiegati pubblici: ci provano nell’ordine i ministri Cassese, Bassanini, Frattini, Brunetta.
Risultati? Molto limitati. Nelle leggi c’è di tutto: tecniche manageriali, controllo dei risultati, valutazione delle politiche, retribuzioni centrate sul merito, regolamenti disciplinari mentre nella pratica non c’è quasi nulla. E’ l’implementation gap, uno dei grandi mali del Paese e forse il peggiore per l’amministrazione pubblica, per cui si producono una enorme quantità di leggi che non vengono mai applicate, monitorate, valutate. Non va meglio alla recente riforma Madia che viene bocciata dalla Consulta per il mancato confronto con le Regioni, viene ridimensionata in Parlamento su alcune questioni come il taglio dei CdA delle municipalizzate e rammollita dallo stesso governo in altre, decidendo ad esempio di lasciare alla contrattazione con i sindacati i premi di produttività dei dirigenti pubblici.
Dei problemi statuali dell’Italia se ne sono accorti anche all’OCSE dove nel rapporto Government at Glance 2017 hanno notato come l’Italia abbia le retribuzione medie più elevate rispetto alla media OCSE per i dirigenti di primo e secondo livello. Meglio di noi sugli stipendi fa solo l’Australia, mentre si lesina sui compensi dei professionisti, ovvero coloro che portano competenze specialistiche nell’amministrazione (67.900 dollari contro una media di 88.700).
Sempre secondo dati OCSE gli impiegati pubblici guadagno (o costano?) su base oraria sensibilmente di più di quelli del settore privato. Dal 1995 al 2015 i dipendenti pubblici sono passati a guadagnare mediamente da 23,6 euro l’ora a 25,8, mentre i privati sono passati da 12 a 13 euro l’ora nello stesso periodo. Mediamente un impiegato pubblico guadagna 12,8 euro in più all’ora del dipendente privato.
Tuttavia, con la crisi economica del 2008 era cambiato qualcosa in positivo. Con i governi Berlusconi IV e Monti vennero imposti blocco delle assunzioni e dei contratti collettivi con una riduzione dei dipendenti pubblici da 3,4 a 3 milioni tra il 2009 e i 2017 e con una riduzione totale dei costi da 172 a 160 miliardi all’anno. Oggi il governo pare deciso, proprio prima della campagna elettorale, a bandire un maxi-concorso per 500mila nuovi posti volti a rimpiazzare quelli persi tra il 2008 e il 2018 con i pensionamenti. Vieni da chiedersi il perché dato che, con grandi sforzi, si era riusciti a ridurre il numero dei dipendenti pubblici e i costi dell’amministrazione. Oltre tutto vivendo in un mondo in cui l’automazione e la tecnologia tendono a ridurre sempre di più il fabbisogno impiegatizio.
Secondo phastidio.net la manovra d’assunzione di mezzo milione di dipendenti pubblici costerebbe tra i 15 e i 17 miliardi all’anno. Una vera e propria manovra da finanziare con le imposte dei contribuenti. A testimonianza di un’altra regolarità storica: le spese pubbliche da tagliare non si trovano mai e finiscono subito, mentre i soldi pubblici da spendere si trovano sempre e non finiscono mai.
Perché, invece, non investire una parte di questa cifra nell’ammodernamento di strutture e nell’introduzione di nuove tecnologie nell’amministrazione pubblica? Nei paesi più sviluppati i governi già investono su tecnologie come big data e intelligenza artificiale per gestire la macchina dello Stato, mentre l’Italia ricade nel solito ritornello storico del pubblico impiego come strumento di consenso e sostegno alla disoccupazione. Non avrebbe forse più senso lavorare per una migliore implementazione delle leggi già esistenti, sulla riduzione della complessità legislativa, sul costo e sulla resa delle politiche proposte dal governo, sull’armonizzare regole e controlli tra impiego pubblico e privato? Domande che rischiano di essere inghiottite dalla campagna elettorale e dal buco nero della storia che da sempre lambisce lo Stato italiano.
***
Ci ha messo di buon umore, il Castellani. Immaginiamo la faccia degli autonomi, degli imprenditori, delle partite Iva, dei dipendenti del settore privato e anche di quelli che lavorano nel settore pubblico e vedono la "manovretta" in corso. Tutto a posto, niente in ordine, la spesa può andare, il debito pubblico è sotto controllo. Dove andiamo? All'Onu, c'è l'Assemblea Generale e Donald Trump ha in mente una shakerata per le Nazioni Unite.
03
Primo discorso di Trump alle Nazioni Unite
Riformare l'Onu. In effetti, una rispolveratina sarebbe necessaria, non ci sono grandi successi diplomatici, anche se la presenza di Nikki Haley, il nuovo rappresentante degli Stati Uniti, ha riacceso l'interesse per le riunioni del Consiglio di Sicurezza. I russi, maestri del minuetto diplomatico e del colpo di stiletto d'ambasciator che non porta pena, da tempo non avevano un avversario come la Haley. Resta il fatto che l'Onu non funziona benissimo. L'amministrazione Trump secondo il Wall Street Journal starebbe preparando un discorso sull'organizzazione e l'efficienza dell'Onu, i suoi obiettivi principali e come raggiungerli. Anche il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, sarebbe sintonizzato sul tema. Parlerà anche Nikki Haley, insomma, sarà una giornata molto interessante per gli onusiani. Diranno anche loro che Trump vuole fare un golpe?
A proposito di Onu, c'è un tipetto che non ne è affatto contento. No, non è Trump. Si chiama Kim jong-un, è il dittatore della Corea del Nord. Che dice?
04
La Corea del Nord: sanzioni Onu atto ostile
Prima di tutto, ammiriamo insieme questa foto che il titolare ha acquistato stamattina dall'Ansa. È Kim jong-un, il comandante supremo della Corea del Nord, mentre osserva il decollo di uno dei suoi missili. Il titolare ha letto da qualche parte che sembra la copertina di un album dei Pink Floyd. Secondo la Corea del Sud, il regime di Pyongyang si sta preparando a un altro lancio. In un documento del ministero della Difesa sudcoreano approvato oggi dal Parlamento si legge che la Corea del Nord è "alla fase finale" dello sviluppo di un missile balistico intercontinentale in grado di colpire gli Stati Uniti. Ci saranno nuovi test, sicuro. D'altronde, Kim non ha perso tempo a condannare le sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, giudicate come "un atto ostile". Nel linguaggio delle relazioni internazionali "l'atto ostile" configura la possibilità di reagire. Come? Kim continuerà i suoi giochi balistici sul Giappone. Potrebbe anche provare a fare un salto in avanti. Dove? L'isola di Guam, sede della base Andersen dalla cui pista decollano i bombardieri B-1-B.
A proposito di bombardieri, il clima è più che surriscaldato ed è solo lunedì: 4 caccia F-35B Stealth, 2 bombardieri strategici B-1B hanno e a 4 caccia F-15K sudcoreani hanno simulato un bombardamento nei cieli della penisola coreana.
Informazione strategica: il senatore italiano Antonio Razzi ha rimandato la sua missione per la pace a data da destinarsi. Pare stia provando a portare anche il gruppo musicale Il Volo. Fermi tutti, occhio alla sequenza. Razzi. Il Volo. I missili di Kim. Ora non chiedetevi troppo a lungo perché questo parlamento è il peggiore nella storia della Repubblica.
05
Dark Side of the UN
Il titolare di List ha rintracciato la fondamentale discussione sulla foto di Kim che guarda un missile e le copertine degli album dei Pink Floyd (qui sopra, quella di Delicate Sound of Thunder). È una gustosissima discussione su Reddit. Il livello di creatività è niente male, ecco un paio di calembour e giochini linguistici fatti sul tema. I lettori di List che conoscono la discografia dei Pink Floyd si divertiranno:
- Dark Side of the Un
- Comfortably Un
- Shine Un you Crazy Diamond
- The Final Haircut
- A Momentary Lapse of Treason
- Wish You Weren't Here
- The lunatic is at the desk.
- Unimals
- Delicate Sound of Rockets
La lista prosegue, quale preferite? Avete un titolo anche voi? Scrivete al titolare di List. L'altra curiosità sull'iconografia di Kim è che ama stare alla scrivania quando si lanciano missili, ecco il combo:
Bene, ammirata anche la scrivania di Kim (ricordate che studiare la comunicazione, anche con un pizzico di humour, in realtà significa capire la politica nella sua essenza), non ci resta che andare ad ascoltare la nostra PlayList. Abbiamo cominciato a parlare di Kim con i Pink Floyd, si prosegue a surfare sulle note del pentagramma.
06
PlayList. Musica!
La compilation musicale dei lettori di List su Spotify è decollata a razzo (aridaje). Sintesi: in questo momento abbiamo 158 canzoni, oltre 12 ore di musica e 150 followers, niente male. In poco più di 48 ore abbiamo fatto un salto in alto notevole.
Aspettiamo i vostri brani. Quale musica vi ricorda il primo amore? Non avete più quell'amore? Ottimo, potrete averne un altro. Scrivete al titolare di List. Il vostro umile cronista è entrato in trip totale con questa canzone di Neil Young, Cortez the Killer, segnalata da un lettore di List:
La sentite la chitarra? Un taglio sulla carne e la voce di Young che l'accompagna, il racconto di una storia terribile, la dominazione dell'uomo sull'uomo, lo sterminio: "He came dancing across the water/ With his galleons and guns/ Looking for the new world/ In that palace in the sun", "Venne danzando sull’acqua / con i suoi galeoni e i suoi cannoni / Alla ricerca del nuovo mondo / In quel palazzo al sole". Che artista, Neil Young.
Cosa c'è ancora? L'agenda del titolare, un po' di televisione.
07
L'agenda del titolare
La cucina di List stamattina si è accesa un po' più tardi, il vostro cronista era impegnato nella conferenza stampa della seconda stagione di Night Tabloid, il settimanale di attualità che andrà in onda ogni lunedì in seconda serata su Rai2 dal 25 settembre. Conduce sempre Annalisa Bruchi, contrappunti e analisi controvento del titolare di List, incursioni senza rete di Dario Vergassola. Guardatelo, è un programma che fa approfondimento, si discute seriamente l'agenda della contemporaneità, con levità e eleganza. Qui un resoconto in live-style della conferenza stampa fatto da Tvblog.
Altro appuntamento in tv. Da stasera fino a venerdì il titolare di List sarà l'ospite fisso di Tg3 Linea Notte, il programma di approfondimento condotto da Maurizio Mannoni su Rai3. Si va in onda sempre intorno alla mezzanotte, pubblico fedelissimo, numeroso e appassionato di politica interna ed esteri. Cosa farà il titolare di List da stasera fino a venerdì? Wait and see. Siamo al giro finale, ecco il taccuino con gli appuntamenti della settimana.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.