7 Giugno

I nemici del populismo che non amano la libertà

Il termine populismo è usato come arma contundente, come insulto. «Lei è un populista! Populista sarà lei!». È ora di rinunciare alla demonizzazione e cercare di capire i percorsi del presente. Uno straordinario saggio di Dino Cofrancesco sugli amici e nemici, veri e finti, della libertà.

Il testo che segue è un saggio sul populismo (e la sua demonizzazione) scritto dal professor Dino Cofrancesco. È un contributo straordinario sulla libertà, i suoi amici e i suoi palesi e travestiti nemici. Il titolare di List ringrazia la rivista Libro Aperto e l'autore dall'acuta e brillante penna. Buona lettura.

Populismo. E se rinunciassimo alla demonizzazione?

di Dino Cofrancesco 

Fare informazione comporta l'uso descrittivo del linguaggio e dei termini politici impiegati. Ad esempio, definire Francisco Franco «fascista» non fa capire né chi è stato il Generalissimo né cos'è stato il fascismo. Ci si trova, direbbero i filosofi empiristi, dinanzi a un giudizio di valore che viene contrabbandato come giudizio di fatto. Quest'ultimo si ha quando di un fenomeno o di un leader politico si racconta la storia, si illustra la natura, si individua la funzione. Tocca poi al lettore, in base a tali dati di fatto, formulare una sua valutazione positiva o negativa.

Sono considerazioni che vengono in mente, pensando alla gran confusione che regna ormai tra parole come demagogia, democrazia diretta, populista, popolare etc. Si ha l'impressione, soprattutto per quanto riguarda il termine populismo, che esso non serva come bussola per orientarsi nei conflitti del nostro tempo ma come arma contundente, come insulto. «Lei è un populista! Populista sarà lei!». Da qualche tempo, proprio per una sorta di difesa preventiva, leader e giornalisti distinguono «populista» da «popolare» come se si trattasse di due pianeti diversi e non comunicanti. In realtà, un leader populista non può non essere popolare (ad esempio Peron), anche se un leader popolare può non essere populista (esempio Churchill). La differenza è innegabile ma è quella che non esclude casi intermedi (ad esempio bello/brutto che ammette anche il semibello) non quella tra contrari che si definiscono per esclusione-negazione reciproca (esempio incinta/non incinta). Ad accomunare il populista e il popolare...


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