20 Ottobre
Il crac tra Gentiloni e Boschi
Assalto a Bankitalia. Lei sapeva della mozione, ma non avvisò il premier. Tutte le pedine della scacchiera bancaria di Renzi. Un’indagine di List su chi tiene il banco nel governo. Kim jong-un ha il missile anti-Trump
Doveva durare poco. Un lampo e niente più avrebbe dovuto essere il governo di Paolo Gentiloni secondo i piani di Matteo Renzi. Dopo il crash del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 Renzi dice lestamente a Alfano che quell'esecutivo è più che transeunte e durerà il tempo necessario per organizzare subito le elezioni, si voterà all'inizio dell'anno e lui tornerà a Palazzo Chigi, perché è vero che ha perso il referendum, ma nella sua testa c'è un numero, quel 40 per cento di italiani che hanno votato sì e sono dalla sua parte. È un'illusione, ma nel dicembre del 2016 questo miraggio martella la mente di Matteo e del suo pacchetto di mischia. Luca Lotti, l'unica sagoma che si sovrappone a Renzi senza che lui la fulmini, il 5 dicembre twitta:
"Ripartiamo dal 40 per cento di ieri". La storia del governo Gentiloni è tutta racchiusa nell'inseguimento di quel numero. Doveva durare poco. Ma bisognava pur controllarlo, anche nella sua teorica vita breve. Il primo atto di Renzi fu quello di imporre a Palazzo Chigi i suoi due più fidati collaboratori, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Fu il primo azzardo in questa storia, la prima forzatura del segretario che aveva appena perso la guida del governo. Il titolare di List ha recuperato da un vecchio taccuino gli appunti di un colloquio di quei giorni con una sua fonte renziana ma non più realista del re: "Se Matteo lo fa, sbaglia. Uno dei due lo deve sacrificare, altrimenti sembra che affidi Gentiloni ai suoi badanti". Niente da fare, Renzi piazza sulla scacchiera la sua regina e il suo alfiere.
Da qui bisogna partire, dalla genesi del governo Gentiloni, per raccontare l'operazione bancaria di Renzi, l'assalto al fortino di Bankitalia. Il fil rougedella storia s'intreccia con il caso Consip (Lotti)...
Doveva durare poco. Un lampo e niente più avrebbe dovuto essere il governo di Paolo Gentiloni secondo i piani di Matteo Renzi. Dopo il crash del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 Renzi dice lestamente a Alfano che quell'esecutivo è più che transeunte e durerà il tempo necessario per organizzare subito le elezioni, si voterà all'inizio dell'anno e lui tornerà a Palazzo Chigi, perché è vero che ha perso il referendum, ma nella sua testa c'è un numero, quel 40 per cento di italiani che hanno votato sì e sono dalla sua parte. È un'illusione, ma nel dicembre del 2016 questo miraggio martella la mente di Matteo e del suo pacchetto di mischia. Luca Lotti, l'unica sagoma che si sovrappone a Renzi senza che lui la fulmini, il 5 dicembre twitta:
"Ripartiamo dal 40 per cento di ieri". La storia del governo Gentiloni è tutta racchiusa nell'inseguimento di quel numero. Doveva durare poco. Ma bisognava pur controllarlo, anche nella sua teorica vita breve. Il primo atto di Renzi fu quello di imporre a Palazzo Chigi i suoi due più fidati collaboratori, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Fu il primo azzardo in questa storia, la prima forzatura del segretario che aveva appena perso la guida del governo. Il titolare di List ha recuperato da un vecchio taccuino gli appunti di un colloquio di quei giorni con una sua fonte renziana ma non più realista del re: "Se Matteo lo fa, sbaglia. Uno dei due lo deve sacrificare, altrimenti sembra che affidi Gentiloni ai suoi badanti". Niente da fare, Renzi piazza sulla scacchiera la sua regina e il suo alfiere.
Da qui bisogna partire, dalla genesi del governo Gentiloni, per raccontare l'operazione bancaria di Renzi, l'assalto al fortino di Bankitalia. Il fil rougedella storia s'intreccia con il caso Consip (Lotti) e Banca Etruria (Maria Elena Boschi), dove il primo ha un tono minore in questo spartito di politica e finanza, ma resta sullo sfondo come un memento, un'ombra, un sinistro presentimento, un'ossessione: il controllo di tutto. La coppia Lotti-Boschi è rimasta a Palazzo Chigi per due motivi semplicissimi: 1. Renzi ha l'ossessione del controllo e una volta perso lo scettro doveva per forza avere persone di sua fiducia nell'esecutivo nascente; 2. Non poteva lasciar cadere né Boschi né Lotti, sotto attacco per i casi Etruria e Consip, bersaglio di chi per colpire Renzi cerca logicamente di affondare prima di tutto i suoi collaboratori. È la durissima legge del massacro politico all'italiana (e non solo). Nell'universo di amicizie e relazioni di Renzi, tutti gli altri soggetti della commedia sono sfiammabili come uno zolfanello, Lotti e Boschi no. Ma chi sono le due sagome che hanno segnato in maniera così profonda la vita del governo Gentiloni, dando all'esecutivo un continuo stop and goda sindrome cospiratoria? Vediamoli con un rapidissimo tratto di penna e il flash di un'immagine.
Luca Lotti è il plenipotenziario di Renzi sull'economia, è quello che "vede" il gioco nella partecipate, controlla la ricca borsa del Cipe (è il Segretario, ruolo chiave), è stato piazzato allo Sport perché non poteva restare sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ma è il dominus delle relazioni istituzionali renziane, potentissimo ieri e oggi, secondo il grande "Picchio" De Sisti (che il titolare intervistò tempo fa a proposito dei parlamentari-calciatori) sa giocare bene a calcio. Nell'inchiesta Consip il suo ruolo sarebbe stato quello di link tra forze di sicurezza e i vertici della centrale degli appalti di Stato. Sapeva dell'inchiesta e avvisò gli intercettati, segnalava nomi, smistava il traffico di richieste varie, anche del babbo di Renzi e dei suoi amici. Lotti ha sempre affermato con forza la sua estraneità alla vicenda, è stato interrogato, probabilmente finirà tutto in una bolla di sapone dal punto di vista giudiziario (l'inchiesta è tutta per aria), ma sul piano politico il caso ha un suo peso. Lotti è il tessitore di robusta corda di Renzi, lontano anni luce dal maestro di seta di Berlusconi, Gianni Letta.
Maria Elena Boschi. È una macchina da guerra, pochi lo sanno. Il suo sorriso ogni tanto tradisce una malinconia di fondo, una solitudine non del tutto intabarrata nello scudo del potere. Ha uno staff competente, lavora sodo, non molla mai, ha tutti i dossier in perfetto ordine, è una killing machine del diritto (e del rovescio), è il vero link tra il partito e il governo e de facto è anche il motore legislativo di Palazzo Chigi: vede tutto, controlla tutto, riferisce tutto a Renzi. Attenzione, non è lui che la guida, è lei che lo ispira. Lui decide, ma lei è lo sherpa fondamentale che anticipa le conclusioni, prepara le mappe e fa la strategia. Se Maria Elena è d'accordo, si può fare. Se non è convinta, meglio pensarci sopra ancora un po'. Tempera nei limiti del possibile l'irruenza di Renzi, a volte la scatena. Un tacco a spillo nella carne. Prima del crac di Banca Etruria, era Maria Elena il futuro del Pd, poi il sogno è svanito con il sottosopra della banca dove il padre Pier Luigi Boschi, era vicepresidente. Si è difesa in Parlamento con calma, le hanno scaraventato addosso le colpe del padre, ma essendo la macchina del governo a trazione renziana, ha nel bagagliaio anche il tema delle banche, cosa che per lei è letale come la kriptonite. È la longa manus strategica di Renzi a Palazzo Chigi.
Banca Etruria. È l'epicentro del terremoto, la sfiducia al governatore Ignazio Visco nasce nei caveau pieni di crediti radioattivi della banca di cui il padre della Boschi, Pier Luigi, vicepresidente di Banca Etruria, una popolare guidata da un management di pasticcioni con il grilletto del credito facile e un copione tragicomico in questa storia. Fu il governo Renzi a intervenire per la risoluzione della banca in extremis alla fine del 2015, norme nuove di zecca, scritte in fretta e furia, giusto in tempo per evitare il bail-in à la Bruxelles (votato anche dal Pd). La Banca era gestita come un circolo ricreativo di alcolisti, beviamo sempre di più e vediamo che succede. Craaaaaaac. La Vigilanza di Bankitalia ha ispezionato, intimato, ma non è sembrata quel caterpillar che serve in questi casi. Procedure rispettate, ma poca energia. Il resto è storia che voi lettori di List conoscete. Da quel momento la parabola della Boschi ha preso tutta un'altra curvatura. Discendente, ma non troppo, perché la donna ha carattere al titanio e cervello svelto. Sono due ingredienti che le hanno permesso di stare in sella, ma si vede la fatica della ricostruzione della sua immagine, basta guardare le sue sortite sui suoi profili social, e i risultati sono a volte surreali. Con Gentiloni fino all'altro ieri il rapporto era basato su un cristallino non detto: qui tu hai un ruolo chiave, sei sempre il fulcro del team che fu di Matteo, io lo so, l'importante è essere leali. Fino all'altro ieri la cosa aveva funzionato. Ma le pulsioni di Renzi in questi mesi sono grandi e incontrollabili, l'ossessione del controllo e della cospirazione (rumors di Palazzo su Consip e Etruria) sono tornati a dettare i ritmi delle mosse sulla scacchiera renziana e vai con l'alzo zero: la fiducia chiesta al governo sul Rosatellum (prima forzatura), poi la mozione di sfiducia nei confronti di Visco (seconda forzatura). Ettore Rosato traffica a Montecitorio, Maria Elena Boschi sferruzza a Palazzo Chigi. Ma nel caso di Bankitalia il colpo arriva silenzioso come il siluro di un sommergibile. Per Gentiloni il tacere preventivo e il parlare successivo della Boschi sono la rivelazione di un assegno post-datato. Il tradimento.
Visco Day. Quando Gentiloni ha scoperto che il Pd stava per presentare una mozione di sfiducia contro il governatore Ignazio Visco (telefonate di avvertimento seriale di Maurizio Lupi, coordinatore di Ap e del Quirinale), il premier chiama a colpo sicuro Maria Elena Boschi. Ne sai niente? "Sì, so tutto, è una iniziativa del partito" (versione confermata oggi dalla cronaca di Goffredo De Marchis su Repubblica). So tutto, mon dieu. Provate a immaginare la faccia del nobile Gentiloni. Maria Elena sapeva tutto. E non ha detto a niente al presidente del Consiglio, se non dopo esplicita richiesta. Segno che la mozione doveva restare segreta fino all'ultimo per evitare discussioni con l'ala governativa del partito. In politica - e nella vita di tutti i giorni - si chiama "rottura del rapporto di fiducia". A quel punto Gentiloni realizza una volta per tutte il disegno di Renzi: semi-affondare anche lui insieme a Visco, azzopparlo, renderlo inservibile come "carta di riserva" di un governo utile a uscire domani da un patatrac nel voto politico. Quello che fa in quelle ore Gentiloni è ammirevole: isolato, tradito dai renziani - pronti addirittura a votare contro il governo - non può respingere la mozione del suo partito, non può far detonare lui il barilotto di dinamite politica che il segretario gli ha piazzato sotto il naso, ma fa limare la mozione - tutto confermato dal presidente del Pd, Matteo Orfini - non "rompe" platealmente con Renzi, asseconda il suo carattere che gli detta la pazienza, smussa e attutisce, aspetta il voto dell'aula e prepara la sua difesa di concerto con il Quirinale. Stamattina dal vertice europeo di Bruxelles Gentiloni ha commentato: "Tutte le opinioni sono legittime e i rapporti tra il governo e il partito di maggioranza relativa di cui mi onoro di far parte sono fondamentali e ottimi. Dopodichè noi decidiamo avendo in mente l'obiettivo, non è una decisione di buona creanza, è una decisione rilevante. L'autonomia dell'istituto ha un valore in sè, un valore per i mercati, sembrano cose strane però esistono, sono consolidate". Anche la fiducia con i renziani al governo era consolidata.
Maria Elena vuol dire (s)fiducia. La mozione contro Visco fa logicamente riemergere il caso Etruria et voilà anche la manina della Boschi nella mozione contro Bankitalia. Gentiloni è il personaggio tradito, ma è pur sempre il Presidente del Consiglio e di fronte alle accuse che si levano contro la Boschi fa ancora una volta un passo istituzionale (da persona per bene qual è) e alle 13:01 di ieri sull'agenzia Agi compare un lancio di una riga secca: "La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, gode della "piena fiducia" del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Lo sottolineano fonti di Palazzo Chigi". L'atto formale c'è, la sostanza della fiducia non c'è più. Evaporata nel silenzio-assenso. Puf!
L'obiettivo di Renzi. La fiducia, in realtà, era già in fuga da ieri, dalla mattina presto, quando la lettura dell'intervista di Renzi ai quotidiani del gruppo Nazione-Giorno-Carlino, quella in cui diceva che "il governo sapeva ed era d'accordo" sulla mozione contro Visco, ha aperto il secondo tempo del film horror. A Palazzo Chigi quell'intervista è stata bollata con una sola parola: falsa. A Renzi tutto questo non interessa, ha un suo percorso in testa, un rally spericolato da qui alle elezioni politiche. Il titolare di List ricorda la prima pagina del primo numero de Il Giornale di Indro Montanelli, aveva questo titolo: "Fanfani conta amici e nemici". Renzi non è Fanfani, probabilmente non sarà mai "Rieccolo" (era il soprannome dell'Amintore) ma questo sta facendo: conta amici e nemici. Vede chi sta con lui e chi è contro di lui. Nota sul taccuino: con il Rosatellum è lui che fa le liste per le candidature alle elezioni politiche. Sei contro, sei fuori. Tutto il potere è nelle sue mani. E il gioco di innestare e potare ora è il gioco di Renzi.
La strada di Renzi. La mozione contro Bankitalia è dettata da piccoli (o grandi, vedremo) calcoli elettorali. Il segretario del Pd ha davanti un percorso di guerra: tra 48 ore si votano i referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto, saranno un primo lancio per la campagna elettorale della Lega e dunque del centrodestra (che è nettamente in testa nei sondaggi), subito dopo arriverà il voto in Sicilia e là probabilmente assisteremo a uno tsunami elettorale. L'aria è quella di un cappottone per il Partito democratico, stamattina Repubblica squaderna un sondaggio di Demos che suona come il rintocco di campana per il morto: in Sicilia il Pd e gli alleati sono stimati al 15,7 per cento, venti punti sotto il centrodestra (35,5 per cento) che dovrebbe vedersela per la guida della Regione in un testa a testa con il Movimento 5Stelle (33.2). Nella Prima Repubblica tutto questo sarebbe passato con la frase di rito "numeri da prefisso telefonico". Renzi sa benissimo cosa lo attende in caso di profondo rosso: un minuto dopo il risultato del voto in Sicilia, si aprirà il rodeo democratico sulla sua leadership. E per reggere all'urto ha due strade: recuperare il consenso inseguendo anche il qualunquismo bancario (cioè scendendo sul terreno della lotta politica grillina); assicurarsi il controllo quasi totale delle candidature con l'approvazione del Rosatellum. Ecco come tutto torna, il quadro si compone, la nebbia si dirada: due colpi da sparare subito, Rosatellum e Bankitalia, una pallottola d'argento per il finale, le elezioni. Renzi, ancora una volta, si sta giocando tutto.
Ce la farà? Il suo percorso ha davanti due macigni, il primo è Grillo, ma quello più temibile si chiama Berlusconi. La macchina del Cavaliere è in movimento, piaccia o meno, di solito recupera voti. Seguite il titolare di List.
01
Berlusconi: la sinistra vuole le poltrone
Qualche giornale stamattina ha interpretato la cautela di Berlusconi sull'azione della Vigilanza di Bankitalia come un assist a Renzi. È una forzatura, il Cavaliere ha fiuto elettorale, sa che chi lo vota non ama i banchieri, protegge il fianco destro e punta a battere il Pd. Finora su Rosatellum e Bankitalia è riuscito a rovesciare tutto il peso sulle spalle del Pd. Il gioco è stato facile perché il Pd sulla legge elettorale ha esposto Gentiloni con la fiducia, cioè il suo Presidente del Consiglio, nel secondo invece ha agito da solo, dunque non c'è nessuna responsabilità condivisa con Forza Italia. Bingo. Stamattina Berlusconi l'ha messa giù così: "Sul caso Bankitalia la mia posizione è stata di massima trasparenza e chiarezza: ho denunciato l'antico vizio della sinistra per l'occupazione dei posti e ribadito, allo stesso tempo, che è comprensibile la volontà di controllo su quello che e' successo in questi anni, non c'è alcun asse con Renzi, come qualche giornale ha maliziosamente insinuato". Berlusconi ha in testa i voti, esattamente come Renzi, solo che lo fa attaccando il fianco che lo stesso Renzi ha scoperto presentando la sua mozione contro Bankitalia: "Proprio per questo abbiamo chiesto per primi la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle banche che ha appena iniziato i suoi lavori. Spetterà proprio alla Commissione Parlamentare indagare su comportamenti di banche e banchieri, e naturalmente anche su quello degli Organi di Vigilanza. Tutto questo ho detto anche per invocare il rispetto delle regole, che qualcuno ha disinvoltamente dimenticato o addirittura violato". E qui arriva il colpo alla sortita renziana: "Un comportamento che svela appunto quell'antica cupidigia di potere della sinistra che mira solo ad occupare i posti. Prima lo faceva dopo le elezioni, adesso lo fa anche prima". Berlusconi torna per la seconda in meno di 48 sul tema banche, ha individuato un punto debole dell'avversario. Qui sta l'errore di Renzi, non aver preparato il terreno, ha giocato la partita a poker da solo, ma al tavolo alla fine ci sono anche gli altri.
Che facciamo? Andiamo a vedere le carte di un pokerista radioattivo. Voliamo in Corea del Nord, dall'uomo della Bomba, Kim jong-un.
02
Kim ha il missile anti-Trump
La Cia da anni sta cercando di capire quanto sia avanzato il programma nucleare della Corea del Nord. Mentre la Cia studiava, Kim lo realizzava. Sei test nucleari, missili su missili, fino al lancio che poche settimane fa ha sorvolato per due volte l'isola di Hokkaido, la più settentrionale dell'arcipelago del Giappone. Il direttore della Cia, Mike Pompeo, uno che finalmente si è messo a seguire sul serio il dossier, ha dato la seguente notizia: "La Corea del Nord è a pochi mesi dalla realizzazione di un missile intercontinentale in grado di colpire gli Stati Uniti".
La cosa l'avevamo intuita, ma il fatto che l'agenzia di intelligence americana lo renda noto da alla storia un altro profilo: stiamo entrando in quella che per gli Stati Uniti è una zona di clear and present danger. Una cosa è puntare missili, un'altra è puntarli e sapere che chi li punta può farli arrivare fino a casa tua. La sensazione netta del titolare di List è che sul taccuino presto dovremo prendere di nuovo appunti su un'escalation ulteriore della crisi dei missili in Corea del Nord. Non si sta mai tranquilli con Kim.
In ogni caso, ci pensano gli americani (non è proprio una rassicurazione, ma questo passa il convento globale), in Europa si discute di altro. Cosa? Brexit!
03
May, l'Europa e la hard Brexit
La Brexit non c'è, l'Exit la stanno cercando, ma l'Europa ha deciso di mettersi di traverso con inglesi, cioè i più forti negoziatori del mondo. Risultato: Theresa May a dato un avviso ai leader europei: non mettetemi all'angolo. Il problema è quello del conto da 20 miliardi di euro che il Regno Unito dovrebbe pagare per aprire la porta e fare bye bye Europe. Berlino e Parigi pretendono di più - e non solo sul denaro - solo che dovrebbero anche dare un'occhiata a cosa sta succedendo a Londra. Se May non porta a casa un progresso nel negoziato, il risultato netto della strategia heavy metal di Bruxelles, sarà che a Westminster il gruppo dei Brexiters suonerà un pezzo hard rock per uscire senza alcun accordo e applicare le regole del WTO sul commercio. Lo ha detto l'ex ministro Owen Paterson alla BBC, uno che non parla a caso e interpreta quello che pensano molti nel Partito conservatore. Mai scherzare con gli inglesi, i contratti sono il loro pane, la sterlina la loro bistecca, digeriscono con la birra e pensano con il gin. Se Bruxelles tira la corda, escono e come diceva Rossella O' Hara "domani è un altro giorno".
All'evocazione di "Via col vento" il pensiero del titolare è andato al politico frou frou, Emmanuel Macron, presidente della Francia. Che combina? Grandi annunci, ma poi? Che fine sta facendo la sua proposta di tassazione europea dei titani della Rete? Seguite il titolare di List.
04
Macroniadi e Web Tax europea
Stoppato. Macron ha sempre grandi idee in testa, solo che non sono sincronizzate con la storia degli altri: ha proposto l'Europa sovrana quando la Germania vedeva l'ingresso della destra nel Bundestag per la prima volta dal dopoguerra; ha avuto la giusta idea (non è sua ma la fa sua, va bene) di proporre un'armonizzazione della tassazione europea contro i titani della Rete che eludono il fisco, ma si è dimenticato di notificare l'atto a Irlanda e Lussemburgo (e non sono i soli) che per prima cosa hanno preso il sogno di Macron e l'hanno impacchettato così: "Ci sono discussioni a livello globale in corso, non possiamo unilateralmente interromperle". Si sono già divisi e se il meccanismo è quello dell'unanimità l'esito è scontato. Ogni tanto Macron dimentica che ci sono anche gli altri al tavolo. Vi ricorda qualcuno?
05
Il governo dell'Homo Sacher
Sebastian Kurz oggi prenderà l'incarico per formare il nuovo governo in Austria. Dovrebbe fare un'alleanza con la destra del Partito della Libertà di Hans-Christian Strache. L'Homo Sacher è in marcia, non abbiamo ancora avuto notizia per ora di altri blindati dell'impero austro-ungarico al Brennero. Il colpo delle elezioni in Austria per l'Unione europea è serio, le posizioni di Vienna con un'alleanza tutta a destra saranno vicinissime a quelle dei paesi del gruppo di Visegrad, dalla Polonia all'Ungheria. Nazioni che hanno una politica migratoria restrittiva. Fine di un'era. Il valzer a destra, la marcia funebre a sinistra. È la crisi dei partiti socialdemocratici europei. Si è ribaltato il clima politico. Altro? Ascoltiamo un po' di musica.
06
PlayList
Siamo arrivati a 345 canzoni e oltre 28 ore di musica. PlayList, la musica dei lettori di List, va alla grande. Ascoltatela su Spotify. Da oggi il titolare la rende collaborativa la compilation. Vediamo che musica scegliete. Chi vuole segnalare la sua canzone preferita può farlo scrivendo al titolare di List. Non siate timidi, lo sappiamo che suonate ancora i bonghi in garage.
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annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.