15 Giugno

Le élite d'Italia che non amano l’Italia

Le masse si sono nazionalizzate, ma senza l’aiuto delle élite che, in teoria, avrebbero dovuto farlo; in compenso queste ultime hanno perso ogni contatto con la nazione. Marco Gervasoni racconta la storia di una separazione che viene da lontano.

Pubblichiamo per gentile concessione dell'Istituto di Politica, diretto da Alessandro Campi, un articolo del professor Marco Gervasoni sulle élite globaliste e l'Italia del governo giallo-verde. Un mondo a una dimensione che non ama l'Italia, guarda allo straniero e sostiene il commissariamento del Paese. 

di Marco Gervasoni

Le vicende che hanno preceduto la formazione del governo Conte, l’affare dell’Aquarius e il successivo, inedito (per violenza), scontro diplomatico con la Francia, hanno reso evidente ciò che molti sapevano: le élite globaliste e gli intellettuali non amano, anzi detestano, l’Italia. Di fronte agli attacchi della stampa e di leader politici stranieri, televisioni pubbliche e private, tutti i giornali mainstream, che della élite in teoria sono la voce, e una larga schiera di quelli che negli Usa si chiamano intellettuali pubblici, si sono ampiamente schierati… contro l’Italia. Vecchia storia, si dirà: l’Italia del Rinascimento che chiama gli eserciti stranieri per sconfiggere lo stato vicino rivale, l’intellettuale italiano nato come cortigiano e quindi più legato al Principe (anche straniero) che al popolo, il debole senso di appartenenza nazionale. Sì, tutto vero. Ma non basta. Anche perché, se questi caratteri originari fossero stati davvero così determinanti non avremmo avuto, per dire, il Risorgimento, la vittoria nella Grande guerra, la stessa Resistenza, che furono guidati da élite e in cui gli intellettuali ebbero un ruolo di primo piano nella difesa della loro nazione. Deve essere successo qualche cosa dopo.

Vecchia storia, si dirà: l’Italia del Rinascimento che chiama gli eserciti stranieri per sconfiggere lo stato vicino rivale, l’intellettuale italiano nato come cortigiano e quindi più legato al Principe (anche straniero) che al popolo.

Un flash. Mondiali di calcio Usa, 1994. Governo Berlusconi. Sui giornali della sinistra, «l’Unità » e «il manifesto» si sviluppa un dibattito: si deve tifare Italia? L’Italia berlusconiana, con in più il berlusconismo...


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