17 Giugno
Il voto in Libia e l'ombra dei gheddafiani
Elezioni entro l'anno. Il Consiglio di sicurezza Onu appoggia il piano, ma il paese è nel caos. Haftar perde il controllo della Mezzaluna Petrolifera. Il figlio di Gheddafi ha annunciato la sua candidatura. I legami con il potere di ieri e di oggi. La terza puntata di Libia Files
La Libia entro la fine dell'anno dovrebbe votare per le elezioni presidenziali. Nessuno sa cosa davvero potrà accadere dopo 7 anni dalla caduta del Colonnello Gheddafi. Il paese è ancora immerso in una guerra di clan tribali che lottano per la conquista del potere. L'altro ieri le truppe del generale Haftar hanno perso i terminali della Mezzaluna Petrolifera a Sidra e Ras Lanuf. Le milizie di Ibrahim Jadhran hanno occupato la zona, tutto il personale della Libya National Oil Corporation (NOC) è stato evacuato. Gli Stati Uniti hanno ripreso a bombardare obiettivi di Al Qaeda con i droni, l'ultimo strike è stato condotto dal comando di Africom mercoledì scorso a 50 miglia a sud-est di Bani Walid, un terrorista è stato ucciso. In questo scenario di caos e morte, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu il 7 giugno scorso ha dato il suo via libera al processo per arrivare al voto. E i gheddafiani sperano di tornare al potere presentandosi come l'unico elemento di stabilità per la Libia.
Gheddafi è morto. I gheddafiani sono ancora vivi. E attivi. Saif Al-Islam Gheddafi, il figlio del Colonnello, ha annunciato qualche settimana fa, tramite un suo rappresentante a Tunisi, che si candiderà alle elezioni presidenziali in Libia previste per la fine dell'anno. Non sappiamo quante possibilità reali abbia Saif di arrivare alla presidenza della Libia, secondo l'organizzazione italiana di Federpetroli sarebbe l'unica figura capace di tenere insieme il paese, ma il campo libico dopo la caduta del Colonnello nel 2011 è cambiato, la Libia è un agglomerato radioattivo di clan, tribù, fazioni in lotta per conquistare il potere.
Saif è un giocatore che ha qualche carta in mano o è solo un bluff? Oggi non lo sappiamo, ma in passato quelle carte le aveva. Vediamo cosa raccontano i documenti della nostra inchiesta, la terza puntata di Libia Files.
La Libia fu unita virtualmente dalla famiglia reale...
La Libia entro la fine dell'anno dovrebbe votare per le elezioni presidenziali. Nessuno sa cosa davvero potrà accadere dopo 7 anni dalla caduta del Colonnello Gheddafi. Il paese è ancora immerso in una guerra di clan tribali che lottano per la conquista del potere. L'altro ieri le truppe del generale Haftar hanno perso i terminali della Mezzaluna Petrolifera a Sidra e Ras Lanuf. Le milizie di Ibrahim Jadhran hanno occupato la zona, tutto il personale della Libya National Oil Corporation (NOC) è stato evacuato. Gli Stati Uniti hanno ripreso a bombardare obiettivi di Al Qaeda con i droni, l'ultimo strike è stato condotto dal comando di Africom mercoledì scorso a 50 miglia a sud-est di Bani Walid, un terrorista è stato ucciso. In questo scenario di caos e morte, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu il 7 giugno scorso ha dato il suo via libera al processo per arrivare al voto. E i gheddafiani sperano di tornare al potere presentandosi come l'unico elemento di stabilità per la Libia.
Gheddafi è morto. I gheddafiani sono ancora vivi. E attivi. Saif Al-Islam Gheddafi, il figlio del Colonnello, ha annunciato qualche settimana fa, tramite un suo rappresentante a Tunisi, che si candiderà alle elezioni presidenziali in Libia previste per la fine dell'anno. Non sappiamo quante possibilità reali abbia Saif di arrivare alla presidenza della Libia, secondo l'organizzazione italiana di Federpetroli sarebbe l'unica figura capace di tenere insieme il paese, ma il campo libico dopo la caduta del Colonnello nel 2011 è cambiato, la Libia è un agglomerato radioattivo di clan, tribù, fazioni in lotta per conquistare il potere.
Saif è un giocatore che ha qualche carta in mano o è solo un bluff? Oggi non lo sappiamo, ma in passato quelle carte le aveva. Vediamo cosa raccontano i documenti della nostra inchiesta, la terza puntata di Libia Files.
La Libia fu unita virtualmente dalla famiglia reale dei Senussi e da Muammar Gheddafi e questa unità veniva realizzata con l'uso della forza. Chiusa l'era del Colonnello, la Libia è tornata alle origini, un deserto immenso dove le tribù berbere e gli altri elementi etnici sono in perenne disaccordo su tutto.
Saif Al-Islam all'interno della war room di Gheddafi era una figura particolare: aveva in mente un progetto di riforma della Libia, durante il conflitto era un link diplomatico di tutte le grandi potenze, non si arrese mai all'idea di una caduta del regime del padre. I documenti parlano chiaro: Saif aveva un piano di successione e giocava su più tavoli per assicurarsi un futuro alla guida della Libia. Leggiamo insieme i documenti del Dipartimento di Stato contenuti nell'archivio di Hillary Clinton.
Tripoli, 20 febbraio 2011.
La situazione in Libia sta franando rapidamente. A Bengasi è già scoppiata la rivolta, ci sono segni di deterioramento costante in tutte le città della Libia. Anche a Tripoli. Saif Al-Islam fa un discorso che fa appello alle forze gheddafiane a non disunirsi. È un documento che testimonia lo scenario di difficoltà in cui si muove fin dall'inizio il regime del Colonnello dopo l'avvio delle rivoluzioni in Egitto e in Tunisia, i paesi confinanti. Ecco i punti salienti del discorso di Saif:
- Non ho nessun discorso pronto, nessuno scritto sulla carta, vi parlo con il cuore e con la mente.
- Sappiamo che ci sono figure dell'opposizione che vivono all'estero che hanno supporto in Libia. Queste persone stanno usando Facebook per una rivoluzione uguale a quella dell'Egitto. Queste persone vogliono che in Libia accada quello che è successo in Egitto e in Tunisia. Abbiamo visto questo su Facebook e sulle email. Il paese ha fatto un'azione preventiva arrestando alcune persone prima delle proteste, sono stati sparati dei colpi, delle persone sono morte. La popolazione voleva entrare nelle stazioni di polizia, è morta della gente, sono stati fatti i funerali. Questa è una sintesi di quello che è successo a Bengasi, ora sta accadendo a Fitna e questa è una minaccia per l'unità della Libia. Certo, ci sono stati molti morti, la popolazione a Bengasi è inferocita, ma perché queste persone sono state uccise? L'esercito è sotto pressione, ha detto che molti manifestanti erano ubriachi, altri sotto l'effetto di allucinogeni, drogati. L'esercito ha dovuto difendersi con le armi. E la popolazione è arrabbiata. Ci sono stati molti morti, alla fine sono i libici ad essere stati uccisi.
Saif cerca di giustificare la carneficina che ha ordinato il padre. E in un passaggio che prelude il disastro in arrivo, dipinge il quadro della Libia di ieri e di domani dopo la rivoluzione contro Gheddafi:
- Non è una bugia che i manifestanti hanno il controllo delle strade in questo momento. La Libia non è Tunisi o l'Egitto. La Libia è diversa, se c'è un problema, si dividerà in più stati. C'erano tre stati sessant'anni prima. La Libia è fatta dalle tribù, non è come l'Egitto. Non ci sono partiti politici, è fatta dalle tribù. E ognuno conosce l'altro. Avremo una guerra civile come quella del 1936. Le compagnie petrolifere americane giocarono un grande ruolo nell'unificazione della Libia. Chi gestirà il petrolio? Come divideremo questo petrolio?
Tre Stati, una rivoluzione. Il presagio di Saif è reale, il regime rischia di cadere e la Libia unita di sparire. Non subito, non con un tonfo, la guerra non sarà un lampo. Il padre, Muammar, sta preparando una resistenza durissima, una reazione feroce, sente di essere braccato. Saif chiude il suo intervento con un appello che è un grido di guerra strozzato in gola:
- Siamo di fronte a due scelte: fare le riforme adesso, in questo storico momento, oppure non ci sarà più niente per decenni. Finiremo peggio della Yugoslavia se non scegliamo la prima opzione. Gheddafi non è Mubarak o Ben Alì, un dittatore, è un leader del popolo. Decine di migliaia di libici stanno arrivando per difenderlo. Dalla costa stanno arrivando per sostenere Gheddafi. C'è anche l'esercito e farà la sua grande parte, a qualsiasi costo, non è l'esercito della Tunisia e dell'Egitto. Sosterrà Gheddafi fino all'ultimo minuto.(...) Noi vivremo in Libia e moriremo in Libia.
Il drammatico discorso di Saif viene letto e analizzato dal Dipartimento di Stato come un segnale di debolezza. Ma nello stesso tempo è chiarissimo un fatto: la mano del poker politico passa al figlio di Gheddafi, Saif Al-Islam. Il Colonnello torna alle origini della sua ascesa, al mestiere delle armi, organizza la resistenza all'assalto dei ribelli. Saif è la figura con cui trattare. Se ce ne sarà bisogno. I caccia occidentali stanno scaldando i motori, i missili cruise sono pronti e i caccia bombardieri non tarderanno a decollare. La guerra è già cominciata.
Washington, 21 febbraio 2011.
La prova che Saif ha preso in mano l'iniziativa politica arriva con un report basato su fonti interne dell'Intelligence della Libia. Emerge anche una rivalità con l'altro figlio di Gheddafi, Montasem. Sid Blumenthal gira le informazioni a Hillary Clinton. Confidential:
- La politica si sta polarizzando intorno ai due figli maggiori di Gheddafi. I moderati, sono guidati da Saif al-Islam Qaddafi che è favorevole all'uso della forza contro i manifestanti ma si oppone all'uso della forza letale. Saif sta anche chiedendo un negoziato con i leader tribali dell'Est, inclusi membri dell'ex famiglia reale. La fazione più violenta è guidata da Montasem Gheddafi, il consigliere per la sicurezza nazionale, egli crede che la polizia e i militari debbano usare la forza estrema per far cessare le proteste. Questa fazione basa questa linea sul fatto che durante la rivoluzione in Egitto i militari e la polizia non hanno usato la loro piena forza contro i dimostranti e alla fine sono stati sconfitti;
- Fin dall'inizio delle manifestazioni, il 18 febbraio, Saif Al-Islam ha stabilito un contatto con i leader delle tribù della regione di Bengasi per cercare una soluzione alla situazione.
Washington, 25 febbraio 2011.
Sid Blumenthal scrive al segretario di Stato Hillary Clinton. Confidential.
- La mattina del 25 febbraio un ex ufficiale del governo di Gheddafi ha detto riservatamente che lui ed altri ex membri del regime sanno che soldati e ufficiali del Battaglione Missili Scud sono rimasti fedeli a Gheddafi. Non sappiamo se il governo libico abbia piccole quantità di gas o altri tipi di armi di distruzione di massa, ma le forze di Gheddafi possono usare gli Scud per lanciare attacchi convenzionali su Bengasi, Tobruk e altre città sotto il controllo delle forze anti-governative;
- Saif Al-Islam ha detto che è importante ricordare che suo padre è ancora il capo di Stato e che le Nazioni Unite e le maggiori nazioni del mondo sono riluttanti nel far cadere un capo di Stato in carica;
- Saif Al-Islam crede che i leader di Chad, Benin e Burkina Faso chiederanno la fine delle violenze.
Il Dipartimento di Stato ha una doppia linea di analisi: la consistenza reale delle forze a disposizione di Gheddafi (il padre) e il peso che sta assumendo Saif Al-Islam (il figlio) sul piano politico dopo lo scoppio della rivoluzione. Gheddafi è già il passato, Saif lavora per essere il futuro.
Non riuscirà a realizzare i suoi sogni. I suoi tentativi di stabilire un binario di trattative parallelo alla caduta del padre, va contro gli interessi soprattutto della Francia che sta già sparando le sue cartucce a Est e non vede l'ora di far decollare i caccia Rafale verso Tripoli. Saif ha un canale aperto con i servizi segreti italiani, parla con gli inglesi e ha un piano preciso. Finché...
Sulla sua strada compare l'amico-nemico del padre, il generale Khalifa Haftar, l'uomo che Gheddafi inviò nella guerra delle Toyota in Chad, nel 1987, fu sconfitto, catturato e imprigionato. Haftar riuscì a fuggire. Sparì per vent'anni in esilio negli Stati Uniti, a una raffica di Kalashnikov dalla sede della Cia, a Langley. E ora rieccolo qui, il generale Haftar. A caccia della sua vendetta. Il fantasma che Saif aveva sognato tante volte, l'uomo più temuto dal padre.
Washington, 5 aprile 2011.
La storia ritorna sempre, ha dei cicli inesorabili, i suoi personaggi sono marionette nelle mani del Destino che ne scrive le biografie. Sorpresa, la figura di Haftar compare in tutta la sua potenza sulfurea in un report all'attenzione di Hillary Clinton. Confidential.
- L'ex ministro degli Interni e da lungo tempo lealista di Gheddafi, il generale Abdel-Fattah Younus, si è unito ai ribelli e dopo un teso processo di approvazione è stato accettato dalla leadership del Consiglio Nazionale della Libia (NLC) Younus considera se stesso come il capo delle forze ribelli, ma la sua posizione è contesa dall'arrivo dagli Stati Uniti del Colonnello Khalifa Belgesia Haftar, al comando delle forze anti-Gheddafti conosciute con il nome di Libyan National Army (LNA), dopo la sua fuga da Ndjamena, in Chad nel 1990. Egli si rifugiò negli Stati Uniti, dove ha vissuto per più di venti anni;
È partita di nuovo la giostra dei soldati e delle spie, delle nazioni e degli individui. Haftar e Younus sono due fazioni destinate a scontrarsi. Ancora il report. Confidential.
- Haftar e Younus erano colleghi nelle forze militari di Gheddafi, fino a quando Haftar fu catturato in Chad durante l'invasione libica nel 1986-87. Haftar costituì durante la prigionia una formazione anti-gheddafiana, la LNA, cosa particolarmente fastidiosa per Gheddafi. Younus invece lavorava con l'allora dissidente generale chadiano Idryss Debi (attualmente Presidente) per far rovesciare la leadership di Hussein Habré, protettore di Haftar a 'Ndjamena. La Francia ha giocato un ruolo importante nella lotta in Chad, e Younus ha giocato un ruolo di peso nell'organizzazione di un supporto militare e di intelligence in favore di Debi. Durante questo periodo Younus stabilisce uno stretto rapporto con gli ufficiali del controspionaggio francese, la Direzione generale per la Sicurezza Esterna (DGSE); una relazione che ancora continua oggi. Younus e Debi pensano che Haftar sia legato alla Cia.
Che plot incredibile. Sembra di stare sul set di Dogs of War, "I mastini della guerra". Solo che è tutto vero e non c'è bisogno della penna allo zolfo di Frederick Forsyth per scrivere questo giallo. Il materiale dei Libia Files è un romanzo, bisogna solo mettere a posto le tessere del puzzle, unire i puntini, leggere le storie di questi uomini, i colpi di cannone della guerra, le trame sottili e taglienti delle biografie.
È in incrocio della storia pericoloso. Haftar oggi è ancora l'uomo forte del paese (ma appare indebolito e le ultime notizie sulla Mezzaluna Petrolifera confermano che non ha il pieno controllo del territorio e delle milizie), resta in ogni caso il solo a comandare un vero esercito. Non controlla tutta la Libia, ma è capace di far deragliare - o favorire - qualsiasi progetto di stabilità. Non vince, ma ha la forza letale di far perdere. Il nome di Saif Al-Islam rappresenta un simbolo per i gheddafiani e le forze salafiste della Libia. Aveva un piano. E non è detto che non ce l'abbia ancora. Il deserto è grande, pieno di sabbie mobili, botole che si aprono e si chiudono all'improvviso, carovane di Tuareg che appaiono all'orizzonte, spariscono e poi riappaiono improvvisamente alle tue spalle. Serpenti e scorpioni, la Libia.
Gli analisti indipendenti e dell'intelligence di alcuni paesi stanno osservando le mosse di Saif, tutt'altro che rassicuranti per gli onusiani di andata e di ritorno. Saif non ha armi, non ha eserciti, ma possiede la forza del nome: Gheddafi. E una non banale abilità politica. Secondo queste analisi il rilascio di Saif Al-Islam e la forza del generale Khalifa Haftar sono da osservare in parallelo. Gli ex elementi del regime gheddafiano si sono risvegliati dal letargo. E non sono zombie. Stanno rientrando nella mortale partita a poker della Libia. Nel frattempo, l'Italia è in acqua nel Mediterraneo, ha ingaggiato una battaglia diplomatica con il resto d'Europa per il controllo delle rotte dei migranti. Ma il risiko si gioca su un altro tavolo, sabbioso, rovente: il deserto.
Il deserto libico, la porta aperta sull'Europa. La principale rotta dei trafficanti di esseri umani dall'Africa. La nave Aquarius è arrivata stamattina a Valencia, è un capitolo di questa storia che viene da lontano, dalle primavere arabe che sono diventate inverni.
3 - continua
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addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.