17 Giugno
L'Italia e il nuovo gioco delle alleanze separate
Con chi deve fare patti l'Italia? Il risiko geopolitico è sempre più complesso e l'internazionale dei nazionalisti non esiste. Tutti fanno il loro interesse. Daniela Coli esplora il nuovo (dis)ordine mondiale, un pianeta dove muoversi con grande prudenza.
di Daniela Coli
Sul governo gialloverde non si sono sprecate le mezze misure: per i partiti "tradizionali" è il nuovo fascismo, per i supporter è la rivoluzione. Come ha spiegato su List Giuseppe De Rita non è né l'uno, né l'altro e s'inserisce perfettamente nella storia politica della Repubblica che ha visto di tutto e di più. Come ricorda De Rita, pure Togliatti, intellettuale peraltro finissimo, non scherzava e prometteva di prendere a calci nel di dietro De Gasperi. Quanto al nazionalismo, basta ricordare il 1° maggio 2015, quando Renzi a Milano faceva il patriota all’Expo in un clima ottocentesco e si parlava di partito della Nazione. Se non altro, a parte qualche ingenuità grillina e qualche ruspata salviniana, il Presidente del Consiglio Conte, il dandy Conte, come lo chiama il Corriere per l'eleganza, per ora è sobrio, mai un capello fuori posto, e, quando ai discorsi, non si discosta dalla tradizione, un colpo alla botte e uno al cerchio. Il problema rimane cosa faremo quando finirà il Quantitative Easing, col debito enorme e la crescita insufficiente. Nell'Index dell'Economic Freedom delle nazioni del Mediterraneo, per la performance dei paesi mediterranei, al primo posto c'è Israele, come spesso succede. E Italia è verso il basso.
Il problema rimane cosa faremo quando finirà il Quantitative Easing, col debito enorme e la crescita insufficiente.
Si ha una grande nostalgia degli anni Settanta, ma Les Trente Glorieuses, il periodo di grande crescita e prosperità dal 1945 al '73, non tornerà più, neppure se si tornasse alla mitica Lira. È normale che gli italiani impoveriti, con un alto tasso di disoccupazione, i giovani che scappano all'estero, senz'altra prospettiva di lavoro tranne quella di fare i cuochi o i gli addetti ai call center, con un'immigrazione fuori controllo, abbiano abbandonato i partiti "tradizionali" e si...
di Daniela Coli
Sul governo gialloverde non si sono sprecate le mezze misure: per i partiti "tradizionali" è il nuovo fascismo, per i supporter è la rivoluzione. Come ha spiegato su List Giuseppe De Rita non è né l'uno, né l'altro e s'inserisce perfettamente nella storia politica della Repubblica che ha visto di tutto e di più. Come ricorda De Rita, pure Togliatti, intellettuale peraltro finissimo, non scherzava e prometteva di prendere a calci nel di dietro De Gasperi. Quanto al nazionalismo, basta ricordare il 1° maggio 2015, quando Renzi a Milano faceva il patriota all’Expo in un clima ottocentesco e si parlava di partito della Nazione. Se non altro, a parte qualche ingenuità grillina e qualche ruspata salviniana, il Presidente del Consiglio Conte, il dandy Conte, come lo chiama il Corriere per l'eleganza, per ora è sobrio, mai un capello fuori posto, e, quando ai discorsi, non si discosta dalla tradizione, un colpo alla botte e uno al cerchio. Il problema rimane cosa faremo quando finirà il Quantitative Easing, col debito enorme e la crescita insufficiente. Nell'Index dell'Economic Freedom delle nazioni del Mediterraneo, per la performance dei paesi mediterranei, al primo posto c'è Israele, come spesso succede. E Italia è verso il basso.
Il problema rimane cosa faremo quando finirà il Quantitative Easing, col debito enorme e la crescita insufficiente.
Si ha una grande nostalgia degli anni Settanta, ma Les Trente Glorieuses, il periodo di grande crescita e prosperità dal 1945 al '73, non tornerà più, neppure se si tornasse alla mitica Lira. È normale che gli italiani impoveriti, con un alto tasso di disoccupazione, i giovani che scappano all'estero, senz'altra prospettiva di lavoro tranne quella di fare i cuochi o i gli addetti ai call center, con un'immigrazione fuori controllo, abbiano abbandonato i partiti "tradizionali" e si siano rivolti al Movimento 5 Stelle e a un partito, che nuovo non è, come la Lega, un partito che ha dimostrato di sapere governare regioni come Lombardia e Veneto.
Detto ciò, il nuovo governo deve occuparsi prima di tutto di non chiudere l'Ilva, che dà lavoro ed esporta acciaio in Europa e non deve bloccare la Tav, la Torino-Lione, non solo per non dispiacere ai francesi, ma perché privarci della Tav significa privarci di un flusso di merci che se non passa dall'Italia, si sposterà a nord delle Alpi. Per il Movimento 5Stelle la Tav non serve, è un'opera inutile, vedremo se Salvini e Giorgetti sapranno imporsi. Oltretutto, si tratta di opere pubbliche, e non si capisce perché un keynesiano, come si definisce il Presidente del Consiglio Conte, dovrebbe rifiutare la realizzazione della Tav.
Il periodo di grande crescita e prosperità dal 1945 al '73, non tornerà più, neppure se si tornasse alla mitica Lira.
Per quanto riguarda il debito, l'istituzione delle regioni nel 1970 ha dato il via a una spesa pubblica senza freni, e a nessuno è mai venuto in mente di accorparle, fare macroregioni, perché comporterebbe una perdita di voti elevata. Durante la prima Repubblica la Dc era condannata a vincere le elezioni. Questo significava comprare il consenso elettorale con la spesa pubblica. Il Pci si inserì in questo contesto, chiedendo la sua parte e le regioni guidate dal Pci avevano accesso a una spesa notevole. Dc e Pci si scannavano verbalmente, ma politicamente governavano insieme all'insegna del consociativismo. Poi, quando si è capito che con le nostre risorse non si poteva uscire da questa situazione, abbiamo truccato i conti e si è deciso di sperare nell’Europa come vincolo esterno che ci obbligasse a rispettare certe regole.
Così tutti sono diventati europeisti. L’europeismo è diventato l’ideologia unica della classe dirigente. Non ha funzionato e non poteva funzionare. È stato il default della nostra classe dirigente. L'Europa è senz'altro mal costruita, è una moneta senza Stato, ma non poteva essere diversamente perché l'Europa non aveva difesa e non poteva averla, in quanto, dopo la fine del'Urss, è rimasta la Nato. L'Europa poteva chiedere agli Stati Uniti di chiudere le basi e la Nato e togliersi di torno? Ovviamente no. Siamo sicuri sia tutta colpa della Germania, della Francia, etc., se siamo in queste condizioni?
L’europeismo è diventato l’ideologia unica della classe dirigente. Non ha funzionato e non poteva funzionare. È stato il default della nostra classe dirigente.
Stiamo diventando bipolari come la Carrie di Homeland, quando, senza farmaci, cade preda di allucinazioni? Un giorno siamo sicuri che l'Italia distruggerà la Germania se esce dall'euro, un altro protestiamo che la Germania vuole uscire dall'euro, altri giorni chiediamo che la Germania esca dall'euro. Quando non sappiamo più quali pesci pigliare, confidiamo che Trump faccia il regime change in Germania e in Francia, dove trionferanno AfD e Marine Le Pen. Si dà il caso che con Marine Le Pen non ci andrebbe meglio. Per tutta la campagna elettorale accusò Macron, ministro di Hollande, di avere svenduto i cantieri di Saint Nazaire a Fincantieri e promise che se fosse stata eletta presidente avrebbe annullato la vendita. AfD è durissima con l'Italia, alle accuse della Germania che usa l'euro per egemonizzare l'Europa come il nazismo usava la guerra, un importante leader di AfD ha risposto che il nazismo è stato la cacca di un uccello in mille anni di gloriosa storia germanica. Una cosa da spiegare subito ai nostri nazionalisti è che non esiste l'internazionale dei nazionalisti e un'Europa nazionalista sarebbe molto più dura con l'Italia di quella attuale.
La questione migranti, tanto importante per l'Italia, potrebbe risolversi, non solo per l'intervento di Kurz e del gruppo Visigrad, ma anche perché sui migranti c'è un patto di acciaio tra Merkel e Kurz. Merkel vorrebbe trasformare Frontex in una vera polizia di frontiera. Il piano prevede intese politiche tra l'Europa e i governi di Tunisia e Libia, per consentire alle guardie europee di Frontex di operare direttamente sulle loro coste bloccando le partenze dei barconi.
Insomma vere e proprie azioni di contenimento, a cui si affiancherebbe l'internamento in campi situati anch'essi sulle coste africane e controllati dalla stessa Frontex. Il piano non è nuovo perché era già stato prospettato in passato, per la terza fase di Sophia, la missione navale europea che doveva combattere i trafficanti di uomini dentro le acque territoriali e sulle coste di Egitto Libia e Tunisia. Da questo punto di vista, il dinamismo di Salvini, e anche la ruspa, otterrebbero degli effetti. E forse l'Europa non aspettava altro.
Una cosa da spiegare subito ai nostri nazionalisti è che non esiste l'internazionale dei nazionalisti e un'Europa nazionalista sarebbe molto più dura con l'Italia di quella attuale.
Pare una grande novità che il governo italiano voglia rispettare gli impegni con la Nato e avere anche rapporti con la Russia. E naturalmente sembra nuovo il Salvini che vuole abolire le sanzioni alla Russia. Ma tutti gli Stati europei vorrebbero fare - e fanno - affari con la Russia. Angela Merkel è andata a fare visita a Putin a Sochi e i due hanno stabilito che Trump o non Trump si farà il gasdotto Nord Stream 2. Angela Merkel sa muoversi. Come sa muoversi il cancelliere austriaco Sebastian Kurz che ha sempre ricevuto Putin con grandi onori per le riunioni Opec a Vienna, perfino nei momenti di crisi più acuta sul caso dell'Ucraina. Kurz e il presidente Van der Bellen hanno firmato il 5 giugno un contratto per ricevere gas dalla Russia fino al 2040. Trump vorrebbe vendere all'Europa gas liquido americano, ma l'Europa non ci sta.
In politica estera contano i rapporti di forza e l'Italia, membro della Nato, che nel 2011 ha visto l'alleata Libia bombardata da Stati Uniti, Regno Unito e Gran Bretagna, cosa può offrire a Putin oggi? Una volta aveva il più grande Partito comunista dell'Occidente e forse qualcosa valeva, ma oggi? L'Austria non è mai entrata nella Nato: nel 1955 col Neutralitätsgesetz decise la neutralità nei confronti di Stati Uniti e Unione sovietica. E l'Austria, non l'Italia, è stata ed è il paese di riferimento decisivo per l'Ungheria. Il 27 giugno 1989 il ministro degli esteri austriaco e il suo omologo ungherese tagliarono il filo spinato che separava il confine austriaco da quello ungherese. Simbolicamente tagliarono quella che Churchill aveva definito la "Cortina di ferro". Difatti, i tedeschi dell'est nell'estate 1989 andavano in Ungheria per passare in Austria e poi arrivare in Germania ovest. Lì iniziò la caduta del muro di Berlino. È chiaro perché l'Austria ha un ruolo fondamentale per la Russia: per l'Opec e perché punto di riferimento di paesi del gruppo Visegrad. Stoltenberg, segretario generale della Nato, bacchetta subito l'Italia che vuole un rapporto con la Russia, ricordando che è membro della Nato e non può pensare di togliere le sanzioni alla Russia, ma non può bacchettare l'Austria, perché non è mai stata membro della Nato. Da qui si capisce perché per la Russia sarà sempre più importante l'alleanza con Austria e Germania che quella con l'Italia.
In politica estera contano i rapporti di forza e l'Italia cosa può offrire a Putin? Una volta aveva il più grande Partito comunista dell'Occidente e forse qualcosa valeva, ma oggi?
Bisogna poi decidersi: se si sta con Trump e si plaude ai dazi all'Europa (che colpiranno anche l'Italia) e alle sanzioni ai paesi europei per l'Iran, saremo isolati in Europa. Se poi Trump non riuscisse nell'impresa di isolare l'Iran e Netanyahu trovasse più rassicurante un compromesso con Putin, Merkel, Macron e May, che oggi si sono impegnati con Netanyahu perché l'Iran si ritiri dalla Siria, gli Usa potrebbero andarsene dalla Siria, come ha già chiesto Assad, e Trump non risulterebbe vincitore. Quindi l'Italia si sarebbe tirata la zappa sui piedi, inneggiando a Trump che fa il regime change in Europa. Occorre anche cautela a parlare di guerra fredda, perché tra Russia e America c'è una forte tensione, ma non la guerra fredda, perché durante la cold war l'Occidente era compatto contro Mosca, mentre oggi non lo è più: la dimostrazione più evidente è appunto la linea politica della Lega.
Va anche considerato che Brexit appare sempre più lontana. Il problema del confine irlandese, la metropoli di Londra che chiede un secondo referendum perché sarebbe danneggiata dall'uscita dall'Ue, la stessa volontà dei brexiteer di non lasciare il mercato unico europeo (senza contare le sconfitte subite da Brexit alla House of Lord) inducono ad affermare, come scrive il brexiteer Ambrose Evans-Pritchard, che il piano UK per uscire dall'Ue è fallito. Va anche detto che tra le due sponde dell'Atlantico, la relazione tra UK e Usa non è più tanto speciale. Sarà una cattiveria, ma in fondo il Russiagate è iniziato ad opera di un importante ex agente di MI6, Christopher Steele, che stava per volare a Washington con un dossier tale su Trump che non sarebbe stato eletto, e fu fermato dal Times, che lo scodellò in prima pagina e fermò Steele. Misteri inglesi: il Times voleva fare eleggere Trump, pur sapendo che poi sarebbe finito sotto la minaccia di impeachment per il Russiagate? In ogni caso, tutti i guai di Trump sono partiti da Londra. E, mentre Trump, scrive tweet promettendo fire and fury contro gli stati del Sud America, Boris Johnson vola in Perù, Cile e Argentina. In Argentina Boris rende omaggio ai caduti di entrambe le parti nella guerra della Falkland e propone cooperazione economica. Trump è preso dal deal con Kim jong-un (ha fatto un incontro storico a Singapore, ma la denuclearizzazione della Corea del Nord è tutta da vedere), mette dazi e sanzioni, e ogni nazione colpita finisce per allearsi con UK e Ue. Non sappiamo come finirà l'avventura di Trump. Per Niall Ferguson, un ammiratore di Trump, il Presidente americano potrebbe essere sotto impeachment prima del 2020. Occorre quindi cautela con Trump. Viviamo tempi interessanti, forse troppo.
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impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.