20 Giugno

La forza della donna che svela l'ipocrisia dell'Onu

La svolta dell'ambasciatrice Nikki Haley: "Via da un organismo ipocrita". Gli Stati Uniti escono dal Consiglio dei diritti umani. Decisioni dominate dalle dittature, con una linea sempre anti Israele, il Consiglio è la negazione del suo stesso nome. Ritratto della dama di ferro all'Onu.

Gli Stati Uniti escono dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu. Organismo attivo dal 2006 è stato fin dall'inizio il luogo dove cantavano messa i fabbricanti di orrori. Trump ha fatto quello che hanno pensato tutti i presidenti americani in questi anni. Il Consiglio si riunisce a Ginevra per dieci settimane all'anno, più le riunioni straordinarie e quelle dei subcomitati vari. Senza una riforma, è un ente inutile nel quale si lavano le mani le dittature.

Il solo meccanismo d'elezione dice tutto sulla sua vocazione: i paesi membri sono 47 e vengono eletti con voto segreto e maggioranza semplice dall'Assemblea generale dell'Onu. I componenti del Consiglio restano in carica tre anni, ma un terzo viene eletto ogni anno. La sua composizione si basa su un equilibrio (si fa per dire) geopolitico che si forma attraverso i seguenti "pesi": 13  seggi all'Africa; 13 seggi all'area Asia-Pacifico; 8 seggi all'America Latina e ai Caraibi, 7 seggi all'Europa Occidentale e altri Stati; 6 seggi all'Europa dell'Est.

Dittature, satrapie, Stati non democratici ne determinano le decisioni, l'anti-sionismo è totale, fatto definito da Nikki Haley dall'ambasciatrice americana all'Onu, come "un cronico pregiudizio contro Israele". Settanta risoluzioni contro l'unica democrazia del Medio Oriente parlano da sole. Nell'ultimo rapporto del Consiglio, Israele è citato 164 volte, il Congo 47. 

Più volte gli Stati Uniti avevano in passato sollevato il problema della rappresentanza e della missione del Consiglio. La decisione di uscire arriva con una presidenza che non teme l'assalto delle armate del politicamente corretto. Nikky Haley ha spiegato così la decisione: "Voglio essere chiara: questo passo non è un ritiro dal nostro impegno sul fronte dei diritti umani. Assumiamo questa iniziativa perchè il nostro impegno su questo fronte non ci consente di restare parte di un organismo ipocrita che deride i diritti umani".

Israele ha ringraziato il presidente Trump "per la coraggiosa decisione contro...


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