2 Novembre
Macron, una furia sull'Italia
Nazionalizzerà Stx France (adieu, Fincantieri), ha preso in mano le operazioni nel Mediterraneo, farà in Libia hot spot di smistamento dei migranti, Parigi controlla Tim e la rete del nostro paese. Cercasi classe dirigente per l'Italia
Benvenuti al Gran Casinò Italia. Al tavolo del poker c'è un incontro che passerà alla storia: Francia-Italia. I gamblers di Parigi stanno giocando tosto, quelli di Roma sono in una fase difensiva, le mani sono state finora tutte a favore dei francesi, l'Italia non ha lasciato il tavolo, ma la sensazione di un crac del banco di Palazzo Chigi si sta facendo sempre più forte tra chi assiste all'incontro. Emmanuel Macron ha uno schema di gioco razionale, illuminista, non lascia niente al caso, non si fa deviare, gli esperti la definiscono "fase Louvre" e "schema Brigitte", al tavolo con lui c'è il ministro dell'Economia Bruno Le Maire e tutta la corazzata diplomatica francese. Dietro le quinte, l'industria francese con la baionetta napoleonica inastata che va all'assalto urlando "Vive la France". La squadra italiana al tavolo ha Paolo Gentiloni, giocatore imperscrutabile, metodico, solo qualche battuta in romanesco, ma sempre delicato, mai un filo di nervosismo, lo sguardo sui punti, neanche una goccia di sudore, un tremolio del viso, ottimo distributore di carte, uno che ama costruire il punto del colore. Al suo fianco c'è Sergio Mattarella, un vecchio frequentatore dei tornei della Difesa, il giocatore più silenzioso della storia del tavolo verde, un gambler temibilissimo, nessuno vuole stare al tavolo con lui: "Non si capisce mai che carte ha in mano". Mattarella è considerato uno capace di mettere insieme i quattro assi e lasciarti stecchito sul tavolo. A un centimetro da Gentiloni, il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, un tipo dalla mascella quadrata, parla quando si gioca e infastidisce Le Maire, durante la mano di ieri ha battuto i pugni sul tavolo facendo cadere tutte le fiches per terra. Voleva lasciare il tavolo a partita ancora in corso. Macron ha osservato lo scatto d'ira con un sorriso, ha sbuffato e...
Benvenuti al Gran Casinò Italia. Al tavolo del poker c'è un incontro che passerà alla storia: Francia-Italia. I gamblers di Parigi stanno giocando tosto, quelli di Roma sono in una fase difensiva, le mani sono state finora tutte a favore dei francesi, l'Italia non ha lasciato il tavolo, ma la sensazione di un crac del banco di Palazzo Chigi si sta facendo sempre più forte tra chi assiste all'incontro. Emmanuel Macron ha uno schema di gioco razionale, illuminista, non lascia niente al caso, non si fa deviare, gli esperti la definiscono "fase Louvre" e "schema Brigitte", al tavolo con lui c'è il ministro dell'Economia Bruno Le Maire e tutta la corazzata diplomatica francese. Dietro le quinte, l'industria francese con la baionetta napoleonica inastata che va all'assalto urlando "Vive la France". La squadra italiana al tavolo ha Paolo Gentiloni, giocatore imperscrutabile, metodico, solo qualche battuta in romanesco, ma sempre delicato, mai un filo di nervosismo, lo sguardo sui punti, neanche una goccia di sudore, un tremolio del viso, ottimo distributore di carte, uno che ama costruire il punto del colore. Al suo fianco c'è Sergio Mattarella, un vecchio frequentatore dei tornei della Difesa, il giocatore più silenzioso della storia del tavolo verde, un gambler temibilissimo, nessuno vuole stare al tavolo con lui: "Non si capisce mai che carte ha in mano". Mattarella è considerato uno capace di mettere insieme i quattro assi e lasciarti stecchito sul tavolo. A un centimetro da Gentiloni, il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, un tipo dalla mascella quadrata, parla quando si gioca e infastidisce Le Maire, durante la mano di ieri ha battuto i pugni sul tavolo facendo cadere tutte le fiches per terra. Voleva lasciare il tavolo a partita ancora in corso. Macron ha osservato lo scatto d'ira con un sorriso, ha sbuffato e ha ordinato un bicchiere di Krug. Calenda è considerato un gambler di talento, ma nervoso e dunque facile da uccellare. L'Italia ha ottenuto di far sedere al tavolo anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, una vecchia conoscenza, giocava ai tavoli parigini dell'Ocse. Padoan è un gambler che adotta uno stile classico: puntate iniziale molto prudenti, vede solo se ha il punto, non dichiara mai il buio, è uno da zampata finale, ma nei tornei non è mai andato oltre metà classifica. E' rispettato perché sa perdere. Gli spettatori stanno assistendo alla partita con passione, sul taccuino del titolare di List c'è una domanda: chi è il pollo? In attesa di vedere le penne cadere per terra, List ha il quadro della posta in gioco. Seguite il titolare di List.
01
La mano parisienne di Tim
Oggi il consiglio d'amministrazione di Tim si riunisce per esaminare i conti. E' l'ultimo atto di Flavio Cattaneo prima di salutare tutti e incassare i 25 milioni di euro di buonuscita. Il lavoro di Cattaneo è stato ottimo, ha raggiunto tutti i risultati in anticipo. E nel classico sottosopra un manager ruvido ma capace viene cacciato. E' uno dei misteri - non tanto - di questa storia che insieme alla sua dorata liquidazione ha acceso la spia rossa nel sommergibile degli investitori istituzionali. Regola numero uno: mai toccare il fondo. Soprattutto se il fondo mette i soldi. La manovra di Vincent Bollorè è quella di mettere l'azienda sotto controllo francese pieno anche dal punto di vista gestionale. Cattaneo era una scelta considerata un punto d'equilibrio, un manager coriaceo, un aziendalista, ma attento agli equilibri instabili dell'azionariato di Tim. Il problema è che Bollorè non è mai stabile, è un raider. E come tutti i raider cambia strategia a seconda dell'occasione. Tim in poco più di un anno ha cambiato due amministatori delegati (Marco Patuano e Flavio Cattaneo) e ora si appresta ad averne un terzo e anche un quarto perché l'idea è quella di spezzettare le deleghe tra due figure. In pratica svuotare uno per riempirne un altro. Le due figure candidate a questa operazione di frazionamento del potere sono Giuseppe Recchi e Arnaud de Puyfontaine (nella foto sopra), dove il francese comanderebbe sul serio e l'italiano sarebbe l'elemento di garanzia, il neutrale, l'indipendente. Per gli investitori istituzionali questa gestione è come minimo erratica e ieri tutti i dubbi sono diventati inchiostro quando il presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos, ha inviato una lettera a de Puyfontaine e agli organi sociali di Tim. Un colpo di clava assestato prima sulla retribuzione e buonuscita di Cattaneo e poi sull'intera gestione della società, con una conclusione che per Bollorè è un problema: avviare un processo di selezione del prossimo amministratore delegato e non frazionare le deleghe limitandone il perimetro d'azione. La lettera è notevole e, in sintesi dice che retribuzione e buonuscita di Cattaneo non sono congrui, il meccanismo di determinazione non era stato chiarito tanto che la lettera evidenzia come "non fossero state fornite con congruo anticipo informazioni complete e adeguate". Non solo, mancavano anche le motivazioni, tanto che si lamenta l'assenza di "un parere adeguatamente motivato sull’interesse della Società al compimento dell’operazione, nonché sulla convenienza e sulla correttezza sostanziale delle relative condizioni". Non male, per una società quotata.
Il passaggio successivo della lettera ricorda il dissenso degli investitori istituzionali "verso la politica di remunerazione proposta dal consiglio e verso lo special award riconosciuto al dottor Cattaneo". E le motivazioni di questo no sono espresse in cinque punti:
- la possibilità di maturare già dopo un anno il premio anche in caso di risoluzione anticipata del mandato dell’amministratore delegato;
- la non proporzione tra il compenso fisso e lo special award e il livello eccessivo di quest’ultimo;
- i criteri di riconoscimento della remunerazione, legati al precedente piano industriale e, pertanto, discutibili;
- la previsione per la quale, in caso di mancanza di autorizzazione al ricorso ad una emissione di azioni, lo special award sarebbe stato integralmente riconosciuto in contante;
- il parere non favorevole del collegio sindacale.
Infine, il colpo di ariete sulla gestione complessiva di Tim definita in uno stato di "rilevante incertezza in merito sia alla guida della società, a seguito di un susseguirsi di notizie e smentite sulla stampa, sia circa l’assetto di governo della stessa, con particolare riferimento all’indeterminatezza del futuro regime delle deleghe esecutive". E' in quest'ultima frase - "futuro regime delle deleghe esecutive" - che sta il nocciolo della partita che si sta giocando proprio oggi: che nomine farà l'azionista di maggioranza? Non è solo un problema di nome, ma di delega, potere. E' a questo punto che Assogestioni mette in chiaro cosa auspicano gli investitori istituzionali:
- chiarezza sulla figura del capo azienda al quale vanno attribuite le deleghe esecutive sull’intero perimetro del gruppo;
- definizione di una politica di remunerazione degli amministratori esecutivi e del management che verta sulla creazione di valore nel medio lungo-periodo, in base a obiettivi misurabili e con un vesting scaglionato nel tempo che garantisca la sostenibilità dei risultati raggiunti;
- attuazione di un processo di ricerca dell’amministratore esecutivo che consenta nel miglior interesse della società il perseguimento di ogni obiettivo declinato dai piani predisposti dal consiglio per l’intero gruppo facente capo alla Società.
Che partita meravigliosa. Cosa farà Bollorè? La lettera è nota al mercato, gli azionisti di minoranza possono essere battuti facilmente, ma le richieste che fanno sono l'abc di un corretto processo di governo societario: selezione della figura che guida l'azienda, politica retributiva adeguata e trasparente, saldezza e certezza delle deleghe attribuite, senza limitazioni di dritto e di rovescio del campo di gioco del manager chiave dell'azienda. I francesi potrebbero essere costretti a prendere tempo, Bollorè a meditare, ma il finanziere bretone è uno abituato a agire in fretta. Che cosa succederà? Il titolare di List ha il taccuino squadernato in attesa della conclusione del cda di Tim di oggi. Wait and see, come sempre. Torniamo al tavolo da poker, le carte stanno girando vorticosamente. L'altra mano tra Francia e Italia è quella tra Fincantieri e STX France, siamo in piena navigazione e rotta di collisione tra Francia e Italia. Paris, che dolcezza. Letale.
02
La nave francese sperona quella italiana
E' su questa mano che il giocatore Mattarella ha realizzato che Gentiloni, Padoan e Calenda a un certo punto hanno perso il controllo della partita. Quando? Quando Macron è diventato Presidente della Repubblica francese. In preda a una sbornia in Progress, la sinistra di governo ha salutato Macron come il salvatore dell'Europa e il nuovo fenomeno del socialismo reloaded. In preda all'euforia, la classe dirigente italiana à la page non aveva ascoltato con attenzione le parole pronunciate da Macron alla spianata del Louvre, la sera della passeggiata imperiale sotto i riflettori, il discorso della vittoria: "Porteremo avanti l’audacia, il mondo aspetta che la Francia lo sorprenda, è quello che faremo". Tutto chiaro, tranne che il Partito democratico in perenne ricerca d'autore. Era facile (pre)vedere cosa avrebbe fatto Macron, solo che gli Intelligenti a Prescindere, quelli che la sanno lunga, che ti spiegano il mondo mentre mangiano con la forchetta Villeroy & Boch e delibano il vino da Slow Food,non leggono e non ascoltano la realtà. Sognano. Il sogno gli è esploso in faccia nel giro di poche settimane. Mentre il titolare di List avvisava sulla reale natura di Macron - in un dibattito televisivo da Enrico Mentana il pur bravo Antonio Polito guardava il titolare di List come un marziano quando affermò durante la serata delle elezioni legislative francesi che Macron era populista e nazionalista - noi avevamo già in tasca l'accordo per l'acquisto della maggioranza di STX France da parte di Fincantieri, ma nessuno si era allarmato su quel discorso sulla Francia "che stupirà". Quando Macron è andato a Saint-Nazaire in campagna elettorale per il voto legislativo, voilà, la bolla è scoppiata: "Quell'accordo è da rivedere" disse il Presidente, buttando nel cestino quello che aveva firmato Hollande. Niente di illegale, tutto stabilito, la Francia poteva esercitare un diritto di riacquisto entro fine luglio. E Macron stava dicendo all'Italia: ora metto nuove condizioni, voi non avrete il controllo totale, se accettate bene, altrimenti noi ci riprendiamo tutto. Wow, reazioni da Roma in quei giorni? Nessuna ufficiale e poi, dai, Macron è uno di noi, è un progressista, un riformatore, ma che diciamo, è renziano! Sono egli effetti psicotropi del politicamente corretto e del pregiudizio morale. Alla fine, dopo un minuetto diplomatico senza vie d'uscita, è arriva come sempre la realtà, puntuale, onesta, inesorabile: Macron nazionalizzerà i Cantieri dell'Atlantico. Per la Francia sono strategici e tanti saluti. Fincantieri ha una sola opzione: accettare l'accordo fifty fifty. Con buona pace dei pugni sul tavolo del ministro Calenda. Non si frigna, si decide. E Macron è un presidente che decide. Il problema è che non è finita qui, è appena iniziata, siamo all'antipasto. La Francia è tornata a sfoderare gli artigli. E la preda è l'Italia. C'è altro? Cari lettori, sorpresona finale di questo numero. Quale? C'è sempre lui, Macron. Seguite il titolare di List.
03
Libia mon amour
Rieccolo, Macron, ha fatto abbracciare Serraj e Haftar in Francia, ha preso il comando delle operazioni di pace (e guerra) in Libia e stamattina ha annunciato una cosetta: "La Francia creerà hot spot in Libia, centri di identificazione e smistamento dei migranti". Serve altro? Sì, una lapide. Per la classe dirigente italiana. Tutta.
Bisognerebbe difendersi, ma il coraggio dov'è? Passa per l'individuazione dell'interesse nazionale, per la selezione del ceto politico, per l'educazione, la cultura, il senso civico, tutte quelle cose che fanno una nazione. Lo siamo ancora? Lo siamo mai stati? Vogliamo esserlo? Sono domande che restano sospese sul taccuino del titolare di List. E una lezione però possiamo trarla da questo viaggio nella contemporaneità, nella realtà. Mentre il Parlamento italiano discuteva amabilmente dell'abolizione dei vitalizi - indebolendo di fatto la politica ulteriormente - e di reati di propaganda del nazifascismo - siamo sempre al passo con l'agenda, i tempi, il presente - in poche settimane l'Italia ha subito una serie di sconfitte diplomatiche (e dunque economiche) enormi. Abbiamo perso l'occasione di creare un'integrazione verticale nel settore della difesa navale (e ora sono chiarissimi i progetti di egemonia francese sul settore della Difesa europea), di creare un polo europeo della cantieristica, abbiamo perso la già flebile speranza di poter guidare un processo di ricostruzione in Libia. Abbiamo la nostra infrastruttura di rete di fatto in mano a una governance che ha la testa a Parigi, abbiamo smarrito l'interesse nazionale e non abbiamo dato strumenti operativi alla politica estera. Se escludiamo alcuni campioni nazionali di valore, l'Eni che per nostra fortuna ha trovato un futuro in una crisi che ha messo in ginocchio altri player del barile, Leonardo (ex Finmeccanica) che gioca una partita in un mercato di titani, Enel che sta provando a essere il centro di una nuova strategia di rete del Paese, un colosso della finanza assicurativa come Generali, Banca Intesa che svolge un ruolo di intervento nazionale delicato in un settore con i margini di guadagno erosi dalla lunga crisi, e il gruppo Fiat-Chrysler al quale è agganciato inesorabilmente la produzione italiana (l'abbiamo visto con gli ultimi dati della produzione industriale), il resto del paese è nanificato, un sistema che ha bisogno di capitali, investimenti, infrastrutture, lo Stato nella sua più nobile presenza. Come ha sottolineato Romano Prodi tempo fa, il panorama è quello di un paese che è diventato una preda facile con aziende comprate a sconto per mancanza di capitali e nuovi capitani d'impresa. Cercasi, disperatamente una nuova classe dirigente. Forse non è troppo tardi. Ma il tempo è scaduto.
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6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.