21 Giugno

Mare, petrolio, guerra. La Libia brucia

L'esercito di Haftar ha ripreso il controllo della Mezzaluna petrolifera, i danni sono enormi. Ondata di partenze in gommone, 120 morti in due giorni. Merkel chiama Conte: bozza Ue sull'immigrazione ritirata, niente accordo preconfezionato da Francia e Germania dopo la protesta italiana.

Facciamo il giro di giostra di fine mattinata. Le Borse sono in rosso, la giornata presenta un importante capitolo sull'immigrazione (e così sarà fino al vertice europeo dei Capi di Stato del 28-29 giugno), in Libia si gioca a conquistare e perdere il controllo del petrolio nella Mezzaluna Petrolifera, il vertice europeo straordinario di domenica a Bruxelles parte con l'azzeramento della bozza che avevano preparato Francia e Germania, la posizione dura dell'Italia sembra aver convinto Merkel a cambiare strategia e fare oggi una telefonata al premier Conte. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Partiamo dal luogo da cui tutto ha origine: la Libia. 

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Libia. Il petrolio brucia

La Libia è un paese instabile dove il l'Italia si gioca la sua credibilità. Palazzo Chigi deve al più presto rafforzare la collaborazione con quel che resta del governo di Tripoli per assicurare il controllo preventivo delle coste libiche. Il vertice europeo sull'immigrazione che si terrà domenica a Bruxelles sarà in salita. 

L'esercito del generale Khalifa Haftar ha riconquistato Sidra e Ras Lanuf, i due più importanti terminal petroliferi libici che erano stati occupati e danneggiati da una coalizione di milizie guidata da Ibrahim Jadhran. Attendiamo il prossimo passaggio di mano. 

Nel frattempo la Libia sta bruciando centinaia di milioni di dollari di ricavi per lo Stato che non ha altre fonti di finanziamento. Lo scontro tra milizie ribelli e l'esercito di Haftar ha distrutto 2 serbatoi di stoccaggio del petrolio a Ras Lanuf. La capacità di stoccaggio nel terminal è praticamente dimezzata (da 950 mila a 550 mila barili di petrolio). Per sapere, per capire, ecco un'immagine chiarissima fornita dalla Libyan National Oil Corporation.

Quello che brucia è il serbatoio numero 12 della compagnia petrolifera Harouge a Ras Lanuf. La Harouge in Libia ha circa 2 mila dipendenti. Questa guerra senza fine brucia anche i...


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