2 Novembre
Regeni, una spy story
Il NYT: prove esplosive contro i servizi di sicurezza egiziani. Obama informò il governo Renzi, ma la fonte fu coperta dagli americani. La ricostruzione di List, una storia di intelligence tra Oxford, il Cairo e Washington
Che cosa è il caso Regeni? E’ la storia dell’assassinio di un ragazzo italiano consumata in Egitto e senza colpevoli? E’ un giallo politico? E’ una spy story? Sul caso è stato scritto e detto di tutto e in una storia che non ha un colpevole, in un paese “esotico” e con un intreccio di “luoghi” straordinario e terribile, alla fine tutto si mischia in un cocktail di vero e falso.
Sappiamo che Giulio Regeni era un ricercatore italiano, che era legato agli ambienti accademici di Oxford (da sempre con profondi interessi sull'Egitto), che aveva buoni contatti nel mondo delle associazioni e dell'opposizione al Cairo, che una sera, il 25 gennaio del 2016 - giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir - è stato rapito, torturato e ucciso. Poi, un buco nero. Il mistero che si spande sul prima, durante e dopo la vita spezzata di Regeni.
Il New York Times Magazine riprende la storia, racconta di informazioni esplosive in mano al governo americano, scrive che nell’uccisione sarebbero coinvolti elementi della sicurezza egiziana, dice che l’amministrazione Obama informò il governo italiano. E qui si ferma. Non aggiunge in realtà molto a quel che si diceva e scriveva da tempo e si resta nel campo dei sospetti, senza the mosking gun sul tavolo, la pistola fumante, la prova finale. L’articolo ha però un punto importante: conferma che l’intelligence in questa storia ha giocato e gioca un suo ruolo. Quella di Regeni dunque è di dritto e di rovescio una spy story. Chi sono i protagonisti sulla scena? Andiamo in Egitto, il paese dei misteri.
In Egitto il potere è in mano a tre agenzie spionistiche: il Mukhabarat al-Aama (la direzione generale dell’intelligence), il Mukhabarat el-Khabeya (l’agenzia di spionaggio militare) e il Mubahath el-Dawla (quella della sicurezza interna). La prima...
Che cosa è il caso Regeni? E’ la storia dell’assassinio di un ragazzo italiano consumata in Egitto e senza colpevoli? E’ un giallo politico? E’ una spy story? Sul caso è stato scritto e detto di tutto e in una storia che non ha un colpevole, in un paese “esotico” e con un intreccio di “luoghi” straordinario e terribile, alla fine tutto si mischia in un cocktail di vero e falso.
Sappiamo che Giulio Regeni era un ricercatore italiano, che era legato agli ambienti accademici di Oxford (da sempre con profondi interessi sull'Egitto), che aveva buoni contatti nel mondo delle associazioni e dell'opposizione al Cairo, che una sera, il 25 gennaio del 2016 - giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir - è stato rapito, torturato e ucciso. Poi, un buco nero. Il mistero che si spande sul prima, durante e dopo la vita spezzata di Regeni.
Il New York Times Magazine riprende la storia, racconta di informazioni esplosive in mano al governo americano, scrive che nell’uccisione sarebbero coinvolti elementi della sicurezza egiziana, dice che l’amministrazione Obama informò il governo italiano. E qui si ferma. Non aggiunge in realtà molto a quel che si diceva e scriveva da tempo e si resta nel campo dei sospetti, senza the mosking gun sul tavolo, la pistola fumante, la prova finale. L’articolo ha però un punto importante: conferma che l’intelligence in questa storia ha giocato e gioca un suo ruolo. Quella di Regeni dunque è di dritto e di rovescio una spy story. Chi sono i protagonisti sulla scena? Andiamo in Egitto, il paese dei misteri.
In Egitto il potere è in mano a tre agenzie spionistiche: il Mukhabarat al-Aama (la direzione generale dell’intelligence), il Mukhabarat el-Khabeya (l’agenzia di spionaggio militare) e il Mubahath el-Dawla (quella della sicurezza interna). La prima è sotto il diretto controllo del Presidente Sisi, la seconda dipende dal ministero della Difesa, la terza è diretta dal ministro dell’Interno.
L’organizzazione più importante in Egitto è il Mubahath el-Dawla, quella che controlla tutto ciò che accade entro i confini del paese. Lo è fin dai tempi del Presidente Nasser, che la costruì sotto il suo occhio attento per avere il monitoraggio capillare di un paese a zero democrazia ed alta instabilità: è ramificata, tentacolare, dispone di informatori in tutti i settori della società egiziana. I suoi agenti sono addestrati a segnalare tutto ciò che è contro il governo in carica, spia tutti i forum di discussione (fisici e virtuali), giornalisti, intellettuali, diplomatici, attivisti politici. La sua influenza nella vita politica dell’Egitto è sempre stata enorme con tutti i presidenti: Nasser, Sadat, Mubarak e oggi Sisi. Avere l'intelligence dalla tua parte, sei il presidente dell'Egitto, è una questione di vita o di morte. Il più grande fallimento dell’agenzia fu l’assassinio di Sadat, ucciso da un commando islamista il 6 ottobre del 1981 durante una parata militare al Cairo, fu un colpo che ne scalfì il prestigio, ma non ne intaccò il potere. Fu un blitz incredibile per la rapidità, l'organizzazione e la facilità con cui riuscì. Eccolo:
In Egitto le forze di sicurezza sono il pilastro su cui si regge lo Stato. I metodi brutali degli agenti del Mubahath el-Dawla sono sempre stati oggetto di accuse. Quaranta agenti furono processati a metà degli anni Ottanta, furono tutti assolti nel 1988 dall’accusa di aver torturato prigionieri legati al jihad islamico dell’Egitto.
Con questo retroterra storico, uno scenario di paranoia permanente e violenza come pratica per mantenere il controllo sociale, il ricercatore Regeni era certamente un soggetto di potenziale interesse per gli agenti del Mubahath el-Dawla. E non solo loro, visto che lo spettro d'azione di tutte le agenzie di intelligence è ampio. Perché? Bisogna andare a Oxford, altra fucina di spie.
L’attività di ricercatore di Regeni era alla luce del sole, i suoi contatti erano noti e probabilmente più di uno faceva il doppio gioco. Una delle ossessioni degli apparati di sicurezza egiziani è sempre stata l’università, vista come una fabbrica di spie, analisti al servizio delle potenze occidentali. Regeni era una potenziale vittima dell’attenzione degli agenti segreti anche per questo: studente della Cambridge University a Oxford, dottorando dell’American University al Cairo e, soprattutto, collaboratore di Oxford Analytica, un think tank con uffici a Oxford, Parigi e New York, fondato da David Young, un ex collaboratore del National Intelligence Council degli Stati Uniti durante l’amministrazione Nixon. Oxford Analytica ha un network di 1400 collaboratori in tutto il mondo, i suoi clienti sono governi, aziende, istituzioni che hanno bisogno di analisi approfondite di scenario. I suoi prodotti sono top class: report e grafici giornalieri, settimanali, conferenze, monografie, tutto quello che serve per fare forecasting, previsioni in un mondo sempre più complesso. Un esempio per i lettori di List, giusto per capire di cosa sta scrivendo il titolare:
E' un'analisi sull'influenza dei Fratelli Musulmani e il caso Qatar. E' materiale prezioso, fondamentale per capire cosa succede nel mondo contemporaneo. Regeni era un talento naturale, un ricercatore giovane, curioso, qualcuno ha detto che fu imprudente da parte delle istituzioni accademiche lasciarlo a lavorare sul quel terreno, un covo di serpenti. Può darsi. Ma era il lavoro di Regeni, studiare i fenomeni sociali, capirne le dinamiche e produrre dei report.
Svolgeva le sue ricerche in un luogo pericoloso, l’Egitto nel pieno di una rivoluzione mai finita . Lo sapeva? La domanda non ha senso, Regeni era giovane, ma intelligente e attento, conosceva bene la società egiziana, aveva parlato dei suoi timori per la sicurezza in un ultimo colloquio via Skype con un collega ricercatore in Germania. Il quesito fondamentale è dunque un altro: di chi si fidava? E chi ne scrutava le mosse? E’ stato venduto da un informatore dei servizi segreti come “una spia straniera?”. Non lo sappiamo, il titolare di List sta conducendo un’analisi che poggia sugli elementi noti, la struttura della società egiziana - uno stato di polizia - e la storia di un paese dove l’assassinio e la tortura sono un fatto storico. Stiamo mettendo sulla scacchiera tutti i pezzi, è uno scenario possibile. Come altri che potrebbero dare un'altra curvatura a tutta la storia di Regeni.
Il link di Regeni con Oxford - in senso largo, non solo con il think tank con cui aveva collaborato - può essere stata la molla che ha fatto scattare tutti i sospetti su di lui? Probabile, visto il clima di rivoluzione permanente dell'Egitto, la dimensione cospiratoria in cui dalla fine del regime di Morsi si confronta il presidente Sisi. Una cosa è certa: l'assassinio di Regeni non è un fatto trattato dalla diplomazia come un caso di criminalità comune.
La vicenda viene seguita non solo com'è logico dall'Italia, ma interessa il Regno Unito e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che monitora tutte le notizie che riguardano il caso. Un esempio: il 12 settembre del 2016 entra nel bollettino delle “News Clips” del Dipartimento la notizia della liberazione di Ahmed Abdullah, l’attivista che aveva aiutato la famiglia Regeni in Egitto: “Egyptian Adviser To Murdered Italian Student's Family Freed (AP)”.
In quel bollettino entrano solo le cose che contano davvero per la diplomazia americana, è la base informativa che serve per preparare report, domande e risposte da dare nel caso ci sia un'emergenza informativa, un incontro diplomatico, un'azione degli ufficiali del Dipartimento di Stato. E' informazione considerata strategica:
Nel servizio dell’Associated Press c’è un passaggio oggi dimenticato sul rilascio di Ahmed Abdullah:
“Il suo rilascio avviene un giorno dopo in cui il procuratore generale Nabil Sadek, dice per la prima volta che Regeni era sotto indagine della polizia meno di tre settimane prima di della sua scomparsa il 25 gennaio. Il suo corpo, con pesanti segni di tortura, fu trovato sul ciglio della strada del Cairo il 3 febbraio”.
Regeni era un osservato speciale. La tortura è l’elemento che muove la domanda successiva: voleva strappargli una confessione? E di cosa? Tutte le ipotesi restano ancora aperte, di certo c’è un passaggio di informazioni tra le agenzie di intelligence e i governi sul caso. Quali? L’articolo del New York Times Magazine dice che improvvisamente l’amministrazione Obama ottiene informazioni sul coinvolgimento dei servizi di sicurezza egiziani, il passaggio chiave è questo:
“Settimane dopo la morte di Regeni, gli Stati Uniti acquisirono prove esplosive di intelligence dall’Egitto: prove che elementi dei servizi di sicurezza avevano rapito, torturato e ucciso Regeni”.
Secondo il NYT le informazioni vengono passate a Palazzo Chigi, ma senza l’indicazione della fonte della notizia. E’ andata così? Ecco la risposta di Palazzo Chigi, lancio dell’agenzia Agi delle 22:57 di ieri:
“In merito all'inchiesta del New York Times, dedicata oggi alla morte di Giulio Regeni, fonti di Palazzo Chigi sottolineano come "nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all'omicidio di Regeni, non furono mai trasmessi elementi di fatto, come ricorda tra l'altro lo stesso giornalista del New York Times, né tantomeno “prove esplosive'". "Si sottolinea altresì”, proseguono le stesse fonti, "che la collaborazione con la procura di Roma in tutti questi mesi è stata piena e completa".
Fonti di Palazzo Chigi. Mai trasmessi elementi di fatto. Zero prove esplosive. Questo è il punto debole del servizio del NYT: non ci sono nomi, le stesse fonti del giornalista sono (comprensibilmente) coperte e il governo italiano con quelle informazioni non poteva fare alcun passo concreto: una storia senza nomi e fatti dettagliati, resta una storia. Intrigante, ma per un’indagine serve altro. C’è una domanda sul taccuino del titolare di List che non ha ancora una risposta: il Copasir, l’organo parlamentare di vigilanza sui servizi segreti, era stato informato sullo scambio di informazioni di intelligence? Certamente fu informata la magistratura, ma il Parlamento cosa sapeva?
Chi sa qualcosa di più? Obama e Kerry, senza dubbio alcuno, furono loro ad avere l’informazione definita "esplosiva" dal NYT, ma coprendo la fonte lasciarono un elemento di indagine - forse decisivo, forse no - sospeso in aria. Esclusa una loro testimonianza, il caso è ancora al buio, siamo nel campo della verità - il sequestro e l’uccisione di Regeni da parte di elementi della sicurezza egiziana - che è una possibilità.
C'è altro? Una storia macabra. A Roma, nel cassonetto della spazzatura.
01
Due gambe nel cassonetto e...
Due gambe nel cassonetto della spazzatura in piazza Euclide. L'intero busto e la testa in un cassonetto di via Guido Reni. E' il racconto horror del 16 agosto nella Capitale, degno di un thriller americano. Il corpo sarebbe stato fatto a pezzi con un'accetta. La scoperta è stata fatta da una ragazza rom ieri sera alle 20, mentre rovistava nel cassonetto. Sorpresa. Stamattina la polizia ha arrestato il fratello della vittima, M.D. sessant'anni. E' lui l'assassino? Domanda sul taccuino: ha ucciso una sola volta? A Roma è ancora irrisolto il caso del busto di una donna ritrovato nel 2011 al Divino Amore. Che storia.
Che si fa? Ci sarebbero mille libri da citare e non dormire la notte, il titolare ne ricorda uno, American Psycho, un incubo uscito dalla penna di Bret Easton Ellis.
La sanguinosa esistenza di Patrick Bateman fu un caso letterario. Qui un pezzo di Rolling Stone, venticinque anni dopo. Il romanzo è da leggere o no. Nota sul taccuino del titolare di List: (Non) leggetelo.
C'è altro? In America The Donald ha fatto bim bum bam con i giornalisti sul caso di Charlottesville e aperto una polemica - non è la prima volta - con Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, ma è materia sulla quale il titolare di List si riserva di scrivere domani, oggi c'è un passaggio da fare in Germania, perché Berlino ha fatto una mossa micidiale che potrebbe avere delle conseguenze immediate per l'Italia. Occhio al portafoglio, seguite il titolare di List. C'è un giudice a Berlino che... Anzi no, prima occupiamoci al volo del prodotto interno lordo italiano. Va bene, ma corriamo sempre meno degli altri, giusto per mettere tutte le cose al loro posto, lasciando da parte la propaganda dei partitanti pro e contro il governo.
02
Il Pil sale ma non corre come gli altri
Cosa dice l'Istat? Questo: "Nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016". E' un buon numero? Sì. Stappiamo il prosecco? No. Ecco il quadro per mettere tutti i numeri nel contesto giusto e smetterla di bere tutto quello che passa sul banco della politica:
Cresciamo. Meno degli altri. Esattamente la metà rispetto alla Spagna (+3.1 per cento), siamo dietro la Francia (+1.8 per cento) che ha non pochi problemi e naturalmente la Germania (+2.1 per cento), siamo sotto la media Ue a 19 e Ue a 28 nel trimestre e nell'anno, la Spagna nel trimestre fa +0.9 per cento e l'Italia fa +0.4 per cento. Ora, fatevi una domanda: cosa sarebbe successo senza il quantitative easing della Bce, i bassi interessi sul debito - i più bassi della storia - il crolllo del prezzo del petrolio, la pax finanziaria globale e il resto d'Europa che corre? Siamo in presenza - per fortuna - di fattori esterni e una stagione da Draghi? Che succede a Francoforte? Bisogna chiedere a Berlino. Andiamo in Germania.
03
Achtung. La Corte tedesca contro il QE
I tedeschi non lasciano niente al caso, soprattutto quando si tratta del loro portafogli. La Corte Costituzionale di Karlsruhe ha deciso di chiedere alla Corte di giustizia europea se il quantitative easing della Banca centrale europea sia legittimo o no. Berlino ha una linea precisa: sono un finanziamento diretto agli Stati e questa è una violazione del mandato della Bce. Non vi interessa? Allora non avete capito che stiamo vivendo a debito. Il programma di acquisto di titoli di Stato ci riguarda da vicino. Ecco quanti ne ha nel forziere la Bce di Mario Draghi:
Puntuale. Onesta. Inesorabile. La realtà. Quella che un pezzo d'Italia sempre più grande non vuole vedere. Il debito, questo sconosciuto. E' nostro, ma pensiamo sia a carico degli altri, il macigno. Evviva. Piccola nota a margine sul taccuino del titolare di List: c'è una buona notizia per l'Italia, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble non appoggia la linea della Corte di Karlsruhe e pensa che la linea di Mario Draghi sia più che legittima. Lo scrive Handelsblatt, accendete il radar, in Germania si vota. E Merkel sembra avviata a conquistare il suo quarto mandato da cancelliera. Un record. In fondo, piaccia o meno, Merkel è il vero e unico statista - in attesa di vedere se Macron ha i numeri - del continente europeo. C'è altro? Gli appuntamenti del giorno, una raffica di dati. Quello che conta sul taccuino del titolare di List.
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l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.