2 Novembre
La strage dell'Occidente
Perché la pace è finita nelle piazze e nelle vie delle città europee. Un viaggio nella crisi della contemporaneità. Il primo complice del terrorismo è la debolezza spirituale dell'Europa. Libri, visioni, storia. E quelle parole di Trump a Varsavia che da ieri sono diventate un memento
Partiamo dai fatti, le notizie, la sintesi della tragica notte della Spagna:
- Un furgone ieri notte è penetrato a tutta velocità nella Rambla di Barcellona;
- A Cambrils, le forze speciali spagnole hanno eliminato un'altra cellula composta da cinque terroristi che si preparava a colpire con la stessa tecnica. Erano armati;
- Il gruppo di Cambrils era collegato con la cellula di Barcellona;
- Il bilancio dell'assalto di Barcellona è il seguente: 14 morti, decine e decine di feriti.
- Ci sono due giovani italiani tra le vittime di Barcellona;
- Un terrorista in fuga. E' quello che era alla guida del furgone di Barcellona è in fuga, si chiama Moussa Oukabir, ha 17 anni (nella foto in basso);
- Oukabir sui social network scriveva: "Morte agli infedeli".
Le immagini sono sempre le stesse. Una ripetizione ossessiva, un déjà vu narcotizzante: un veicolo a tutta velocità che va a caccia delle vittime, la corsa, il crash, i corpi riversi per strada, lo sgomento, le candele accese, il vuoto dibattito dei social. Parigi, Nizza, Bruxelles, Londra, Madrid, Barcellona. E’ il set del terrore islamista che sposta il suo show nelle città d’Europa. Cambia lo scenario, la storia è sempre quella, una ripetizione senza fine di morte e lutto, con tutti gli elementi simbolici ormai riconoscibili fino all’assuefazione e all’indifferenza di chi è “lontano” dalla crime scene. Fu Jean Baudrillard in Power Inferno - un’analisi sul simbolismo dell’attentato alle Torri Gemelle - a far luccicare l’idea della fiction senza emozioni, il passaggio ossessivo delle immagini dei due aerei che si schiantano sulle Twin Towers, la narcotizzazione dello spettatore che elabora i segni di uno spettacolo e non di un fatto reale, lo svuotamento del significato del dolore, della perdita, della morte, l’irrimediabile.
Barcellona, la Rambla, il sangue. il furgone trasformato in carro armato, i morti, i titoli dei...
Partiamo dai fatti, le notizie, la sintesi della tragica notte della Spagna:
- Un furgone ieri notte è penetrato a tutta velocità nella Rambla di Barcellona;
- A Cambrils, le forze speciali spagnole hanno eliminato un'altra cellula composta da cinque terroristi che si preparava a colpire con la stessa tecnica. Erano armati;
- Il gruppo di Cambrils era collegato con la cellula di Barcellona;
- Il bilancio dell'assalto di Barcellona è il seguente: 14 morti, decine e decine di feriti.
- Ci sono due giovani italiani tra le vittime di Barcellona;
- Un terrorista in fuga. E' quello che era alla guida del furgone di Barcellona è in fuga, si chiama Moussa Oukabir, ha 17 anni (nella foto in basso);
- Oukabir sui social network scriveva: "Morte agli infedeli".
Le immagini sono sempre le stesse. Una ripetizione ossessiva, un déjà vu narcotizzante: un veicolo a tutta velocità che va a caccia delle vittime, la corsa, il crash, i corpi riversi per strada, lo sgomento, le candele accese, il vuoto dibattito dei social. Parigi, Nizza, Bruxelles, Londra, Madrid, Barcellona. E’ il set del terrore islamista che sposta il suo show nelle città d’Europa. Cambia lo scenario, la storia è sempre quella, una ripetizione senza fine di morte e lutto, con tutti gli elementi simbolici ormai riconoscibili fino all’assuefazione e all’indifferenza di chi è “lontano” dalla crime scene. Fu Jean Baudrillard in Power Inferno - un’analisi sul simbolismo dell’attentato alle Torri Gemelle - a far luccicare l’idea della fiction senza emozioni, il passaggio ossessivo delle immagini dei due aerei che si schiantano sulle Twin Towers, la narcotizzazione dello spettatore che elabora i segni di uno spettacolo e non di un fatto reale, lo svuotamento del significato del dolore, della perdita, della morte, l’irrimediabile.
Barcellona, la Rambla, il sangue. il furgone trasformato in carro armato, i morti, i titoli dei giornali, tutti uguali, i bollettini televisivi, tutti uguali, la serialità dell’evento potenziata dall’intensità del real time e del vaniloquio dei social, il rosario di dichiarazioni pre-stampate delle autorità, la registrazione di una scossa tra le tante sul sismografo dei media, il balbettìo della politica intabarrata nel politicamente corretto, la diga della falsa cultura dei benpensanti, ormai piena di crepe. Nessuna risposta sull’essenza di tutto questo. Zero. Eppure le domande esistono, sono concrete, profonde, si agitano nello smarrimento dell’Occidente, nella sua crisi, nel suo drammatico passaggio di stagione.
Domani è un altro giorno, si va avanti. Avanti? Come? Riduciamo tutto questo a un amaro e ironico ciclo sui social, elaboriamo il lutto con un grande happening in piazza, facciamo un concerto? Quanto è piccolo l’uomo che pensa di poter sfuggire alle domande che la storia sta piazzando come candelotti di dinamite intorno al suo cammino. Siamo di fronte a un percorso lunghissimo che sta giungendo al suo stadio terminale, al punto di rottura, alla crisi che erutta come un vulcano.
Barcellona è la fine della pace consumata nelle piazze e nelle vie macchiate di sangue dell’Europa. Fine di una pace cominciata nel 1945 e chiusa l’11 settembre del 2001 con il crollo delle Due Torri. Da quel momento, parte un’altra sceneggiatura, siamo di fronte a un’altra storia e a un’era di shock ripetuti.
La letteratura, l’immaginario, avevano già anticipato quello che vediamo oggi, lo spirito del tempo, lo Zeitgeist. René Guenon nel suo Oriente e Occidente individuò con chiarezza i punti di frattura tra i due mondi e la crisi - una premonizione - che avrebbe condotto non solo allo scontro ma alla liquefazione (e liquidazione in discount) dell’immaginario europeo. L’utopia di Guenon: “Restaurare una civiltà occidentale con l'aiuto dell'Oriente”. Tutta la nostra immagine dell’altro mondo era viziata dalla rappresentazione dell’esotico, una distorsione che parte dalla spedizione di Napoleone in Egitto, una riscrittura della realtà, fatale, documentata in un libro stupendo di Edward Said, Orientalism. La premonizione. E l’equivoco. Diceva Edward Kipling: “Sciocco è colui che tenta di forzare l’Oriente”. Troppo tardi. Sono le pagine di un prequel, in esse non c’è ancora l’esplosione, ma un lontano bagliore di quel che sarebbe accaduto decenni dopo.
“Uccidere gli infedeli”, scriveva sui social network due anni fa Mousa Oukabir, il giovane di origine marocchina, quello che avrebbe guidato il furgone della strage di Barcellona. Un uomo in fuga. Due anni fa. I social. Era tutto già scritto, un copione previsto e imprevedibile. Andiamo avanti? Come? Sperando che la storia sia clemente? Solo gli stolti possono pensare di sfuggire all’appuntamento con il tempo. Le trombe del male squillano anche per chi non le vuol sentire.
Barcellona, la Rambla, il sangue. In cosa crede l’Occidente? E’ questo la domanda che urla come le campane nella poesia di Baudelaire, il momento in cui si manifesta per la prima volta l’inquietudine del moderno, lo spleen: “Delle campane a un tratto esplodono con furia”.
Questa sottile lama che accarezza la pelle di chi pensa, questo smarrimento sinistro è il paesaggio dell’uomo contemporaneo. E’ una fase nuova della storia. Due guerre mondiali, la pace, la Guerra Fredda, l’ordine mondiale, la rivoluzione iraniana, le dittature in Medio Oriente, il crollo del Muro, la fine di Yalta, il disordine mondiale, l’ascesa delle Tigri Asiatiche e poi, una mattina, l’11 Settembre 2001, il flash della guerra in casa, la breccia nella fortezza Americana dopo Pearl Harbor, le guerre in Afghanistan e in Iraq, la crisi finanziaria americana che diventa globale, il primo presidente nero della storia americana, le primavere arabe preludio di un lungo inverno, la macelleria a cielo aperto in Siria, la red line senza azione di Obama, il sogno dispotico del Califfato e la nascita dell’Isis, i tagliatori di teste e i foreign fighters, la mattanza del Bataclan a Parigi, Bruxelles esplode, il carnage a Nizza, la notte di Londra e ora, puntuale come le lancette acuminate di un serial killer, Barcellona. Che cosa è questa sequenza? La storia, le sue ondate.
Chi è al centro di tutto? Oriente e Occidente. La crisi del nostro mondo nel rapporto con l’Altro e la sua decadence contemporanea. Quella che vide Oswald Spengler in un libro citato e poco letto, un capolavoro: “Il Tramonto dell’Occidente”, quei prometeici “lineamenti di una morfologia della storia mondiale” che suonavano come una strana musica, un ciclo concertistico con un incipit che è la sfida ciclopica dell’uomo solo di fronte alla pagina bianca del tempo, la sfida più grande: “In questo libro vien tentata per la prima volta una prognosi della storia. Ci si è proposti di predire il destino di una civiltà e, propriamente, dell’unica civiltà che oggi stia realizzandosi sul nostro pianeta, la civiltà euro-occidentale e americana, nei suoi stadi futuri”. Predire il destino di una civiltà, il suo inizio e la sua fine. Che impresa: nascita, apogeo, declino. Un ciclo. Spengler vedeva questo farsi e disfarsi delle civiltà. Ineludibile. A che ora è la fine?
E a che punto è la notte in Europa? Per che cosa siamo disposti, oggi, non domani, a combattere? Winston Churchill trovò la risposta nella tragedia della Seconda guerra mondiale (“Voi chiedete: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi, vittoria malgrado qualunque terrore, vittoria per quanto lunga e dura possa essere la strada, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza”). L’uomo di fronte alla domanda finale: vivere o perire. Sulla Rambla di Barcellona c’è questa domanda che giace, insanguinata. Nessuno risponde.
L’America, il mondo anglosassone, continuano ad essere il centro del maelstrom, la trasformazione e la risposta. Gli inglesi sono la mente dell'America. Il loro originario sistema nervoso. La Brexit è una rottura culturale, non economica. Il distacco innescato dalla sensazione che ci sia qualcosa sia inesorabilmente malato nell’organismo dell’Europa, un fuori controllo totale. Questa sensazione è apparsa chiara quando Donald Trump è arrivato in Polonia, all'inizio del luglio scorso, sottovalutato dai media, banalizzato come sempre, rappresentato con il moral bias, il pregiudizio che non aiuta a capire cosa è successo nel novembre del 2016 in America, l'elezione di Trump. A Varsavia il presidente degli Stati Uniti, in un discorso tenuto nella piazza della rivolta, ha mostrato la debolezza cronica dell’Europa pronunciando queste parole:
“La questione fondamentale del nostro tempo è se l'Occidente abbia la volontà di sopravvivere. Abbiamo la fiducia nei nostri valori per difenderli a qualsiasi costo? Abbiamo abbastanza rispetto per i nostri cittadini per proteggere le nostre frontiere? Abbiamo il desiderio e il coraggio di preservare la nostra civiltà di fronte a coloro che vogliono rovesciarla e distruggerla?”.
Era il 6 luglio, quelle parole oggi sono un memento. Pensate alla Rambla, al sangue, a Barcellona. Trump, questa figura in bilico, un presidente destinato a dividere oggi e forse riunire mai, il prodotto dell’officina incandescente dell’America in piena rivoluzione, pone la domanda che nessun capo di Stato europeo ha il coraggio di pronunciare senza tremare, senza pensare al politicamente corretto che ha ucciso la verità del dibattito pubblico. Quelle parole di Trump, scartavetrate da un pezzo d'acciaio arroventato uscito dalla fabbrica della storia, sono il bagliore di un bengala nella giungla, segnalano un problema e un obiettivo. E’ l’America che di nuovo - come lo fu con Roosevelt - si rivolge direttamente all’Uomo Dimenticato dell’America. Da questa parte, c'è l'Uomo Smarrito dell'Europa. Chi darà una risposta alle sue ansiose domande? E sarà la risposta giusta?
L’America, i suoi presidenti, i suoi cicli storici. C’è un libro che circola nell’amministrazione Trump, è l’opera di due storici poliedrici, William Strauss e Neil Howe, scritta nel 1997, si intitola, The Fourth Turning. Il sottotitolo è emblematico: “An American Prophecy”. Cosa dice? Che la storia è inverno, primavera, estate autunno. Stagioni. Quattro momenti identificati per gli Stati Uniti in “High” (elevato, grande), “Awakening” (il risveglio), “Unraveling” (disfarsi, distruggere) e “Crisis” (la crisi). Secondo questo schema la storia si ripete in cicli di 80-100 anni e oggi gli Stati Uniti sono nel pieno di un loro inverno, nell’occhio del ciclone, la crisi. Trump è la risposta? Arriverà la primavera? Non lo sappiamo, potrebbe cadere tutto, l’America è in una sorta di guerra civile strisciante, è una distopia permanente, la furia iconoclasta contro i monumenti dei Confederati ne è la plastica prova. Sulfurea.
Ancora una volta, abbiamo di fronte la storia, i suoi cicli, le sue domande. Barcellona, la Rambla, il sangue. Dov’è la risposta dell’Europa a tutto questo? La crisi della sua cultura è sotto gli occhi di tutti. Anche questa anticipata da due libri straordinari da leggere in sequenza: “Note intorno al concetto di cultura”, di Thomas S. Eliot, scritto nel 1948, una radiografia dell’Europa dopo le due guerre e una speranza riposta nella cultura e nella tradizione; la naturale prosecuzione del libro di Eliot è un volumetto di George Steiner intitolato “Nel Castello di Barbablù. Note intorno alla ridefinizione della cultura”. L’esplorazione di queste due opere è un paesaggio di splendori e rovine dove l’uomo, questo dimenticato, diventa estraneo a se stesso, immerso in un mondo di post-cultura dove il discorso pubblico si smaterializza nell’entertainment e procede in maniera accelerata oggi verso la de-costruzione del discorso nei social media. Centoquaranta caratteri! Questa sarebbe la cifra della nostra riflessione sul domani? Tanti auguri.
Barcellona, la Rambla, il sangue. La folla stamattina in piazza a Barcellona urlava: "Non ho paura". Esorcizzare, senza affrontare il male, guardarsi dentro e ritrovarsi. Il titolare di List ricorda la sfilata dei capi di Stato a Parigi dopo la strage di Charlie Hebdo, nel gennaio 2015. Nei loro occhi brillava una sola cosa: la paura.
01
Debito pubblico record
Come vanno i conti del Belpaese? Stamattina è arrivata la conferma dell'analisi sull'economia italiana fatta ieri dal titolare di List. Ecco l'ultimo dato di Bankitalia sul debito pubblico, un nuovo record: 2.281,4 miliardi di euro. Non c'è nient'altro da dire. Andiamo avanti.
02
Sorpresa. Silvio e Angela...
Allacciate le cinture, le montagne russe della politica non finiscono mai di sorprendere, soprattutto se a bordo c'è Silvio Berlusconi. Dopo qualche screzio grande come un iceberg, Angela Merkel e Silvio Berlusconi si ritrovano uniti nella lotta contro i populisti. Le liti? Tutto finito. Tutto dimenticato. Tutto perdonato. "Silvio, pensaci tu". Berlusconiana? No, pragmatica, Merkel ha cominiciato a mettere in fila i voti delle prossime elezioni in Italia. auf Wiedersehen. Che facciamo? Restiamo ancora un po' in Nord Europa.
03
La tecnologia dei vichinghi
Il titolare lo sa, stamattina vi siete svegliati con questo quesito: ma le fortezze dei vichinghi erano tecnologicamente avanzate? Non solo le fortezze. La risposta la trovate su Science. E non provate a costruire una fortezza in giardino per evitare scatenare una guerra contro quello che accende il tosaerba alle sei del mattino. Nota sul taccuino del titolare: ricordi, Vichi il vichingo, cartoon. C'è altro? Il taccuino della prossima settimana, è strapieno.
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riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.