27 Giugno

Il gioco delle due carte della Francia

Domani il Consiglio europeo. Il ministro dell'Economia Le Maire dice che bisogna tenere separato il tema dell'immigrazione dalle riforme economiche. Lorenzo Castellani spiega in tre mosse perché Parigi ha torto, sono temi inscindibili.

di Lorenzo Castellani

In una intervista rilasciata al Financial Times il ministro dell'economia francese Bruno Le Maire (in alto, nella foto Ansa) ha mostrato tutta la difficoltà di chi cerca di coniugare tutela dell'interesse nazionale con l'avversione, più verbale che reale, al populismo. Il braccio destro di Macron ha lasciato trasparire le sue insofferenze verso l'Italia che, secondo lui, vorrebbe utilizzare il tema dell'immigrazione per ottenere concessioni sul nuovo budget e sui vincoli economici. La strategia, ad oggi sofferente, dell'Eliseo è la seguente: lasciare l'Italia a gestire il lavoro sporco sull'immigrazione senza aprire porti né i confini e spostare la discussione sulla riforma della governance, che è creatura nata negli uffici di En Marche. Vuole trattare i due temi come istanze separate, il ministro Le Maire. 

Tuttavia, a Bruxelles tutto si tiene e scindere le questioni appare molto difficile. L'intervista sembra riferita all'Italia, ma in realtà ha anche un secondo destinatario in copia nascosta: la Germania. Angela Merkel, infatti, è stata la prima a porre sul tavolo delle contrattazioni uno scambio economico contro gestione dell'immigrazione. È tedesca la proposta, ripresa dal documento italiano sull'immigrazione, di fornire incentivi monetari a chi si occuperà dell'accoglienza da inserire nel nuovo budget della Commissione. Sempre da Berlino viene l'idea di spostare un pezzo di finanziamento dei fondi di coesione dall'Europa dell'Est alle aree economicamente depresse del meridione. La Cancelleria tedesca ha nell'immobilismo il suo limite ma anche la sua qualità principale poiché per frenare i cambiamenti repentini bisogna saper mantenere gli equilibri. È stata, dunque, la Merkel ad infilare le questioni economiche all'interno delle trattative ed è sempre tedesca l'operazione di dimezzamento della riforma della governance prodotta da Macron.

Nel piano originario della Francia c'era la centralizzazione fiscale, con la creazione di un ministero della Finanza europea, l'espansione di alcune competenze di Bruxelles attraverso...


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