29 Giugno

Difesa, economia, immigrazione. La versione di Angela

Documento. Il discorso integrale fatto dalla Cancelliera ieri al Bundestag. L'asse con la Francia, l'aumento della spesa per la Difesa, le necessarie ma contrastate relazioni con Trump e Putin. La rivendicazione dell'accoglienza dei profughi siriani nel 2015 e la necessità di riformare la politica sui migranti.

Pubblichiamo il discorso integrale fatto ieri da Angela Merkel davanti al Bundestag prima del Consiglio europeo. È un documento molto interessante che permette di comprendere le linee guida della Cancelliera, la dialettica interna alla Grosse Koalition e quali sono i temi chiave dell'agenda europea. Il discorso della Cancelliera comincia affrontando la riforma della Nato e della Difesa europea, prosegue con l'innovazione e l'economia, chiude con la grande sfida sull'immigrazione. Buona lettura.

di Angela Merkel

Signor Presidente! Cari colleghi! Cari ospiti! L'11 e 12 luglio di quest'anno, il Consiglio NATO si riunirà in un vertice a Bruxelles. Si tratta del riuscito adattamento dell'Alleanza alla mutata situazione generale in materia di sicurezza degli ultimi anni. Il punto di partenza di questi cambiamenti è stata l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, un atto contrario al diritto internazionale, e la destabilizzazione nella parte orientale dell'Ucraina, che purtroppo continua ancora oggi. Ma anche la minaccia del terrorismo, gli effetti della guerra civile e la disintegrazione degli Stati hanno reso necessaria la decisione storica del vertice NATO del 2014 in Galles.

Prima di tutto la capacità di risposta e di difesa dell'Alleanza dovrebbe essere notevolmente aumentata. In secondo luogo. I nostri alleati dell'Europa centrale e orientale dovrebbero essere rassicurati, e allo stesso tempo vogliamo rimanere pronti al dialogo con la Russia. Terzo. Gli alleati volevano aumentare l'impegno sforzi di difesa. La questione della spesa per la difesa in particolare ha portato ad un'intensa discussione - non solo qui in Germania, ma anche in Germania.

di Angela Merkel

Vorrei ricordarvi che la decisione di avvicinarsi all'obiettivo del 2 per cento entro il 2024 è stata presa di fronte a una nuova qualità della minaccia sull'Europa ed è stata accolta anche dalla Germania. C'era unità in Galles. Ciò richiede un contributo equo e necessario da parte degli europei in seno all'Alleanza. Per inciso, sono fermamente convinta che questa questione fondamentale non sia né più né meno che il futuro mantenimento dell'Alleanza transatlantica.

Onorevoli colleghi, nel frattempo possiamo guardare indietro a quattro anni di cambiamenti di successo. Tutti gli Alleati hanno aumentato i loro bilanci della difesa. Anche noi lo abbiamo fatto. Lo dobbiamo fare per la sicurezza del nostro paese e la capacità operativa delle nostre forze armate. Ciò si riflette anche nel bilancio 2018, di cui discuteremo in seconda e terza lettura la prossima settimana, e nel bilancio 2019.

I cambiamenti nell'Alleanza Atlantica

Gli sforzi dell'Alleanza per assicurare e rafforzare le sue capacità di difesa e deterrenza sono stati attuati. La Bundeswehr ha contribuito in modo considerevole a questo obiettivo. Vediamo che l'alleanza può adattarsi in modo solidale a un mutato scenario della sicurezza.

Ulteriori decisioni saranno prese in occasione del prossimo vertice. Prima di tutto la struttura di comando della NATO sarà più reattiva. Saranno aperte due nuove sedi, una negli Stati Uniti e l'altra in Germania. Anche questo è un importante contributo tedesco. Secondo, occorre aumentare il livello di preparazione delle truppe già dispiegate da tutti gli alleati. Terzo, il vertice deciderà in merito a una missione di addestramento per la costituzione di forze armate e di sicurezza per l'Iraq, in risposta a una richiesta del governo iracheno.

Anche noi abbiamo un forte interesse per una stabilizzazione a lungo termine dell'Iraq, anche per fornire ai rifugiati una prospettiva per il loro ritorno in Iraq. Spero inoltre - e concordo con il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg - di continuare il nostro duplice approccio nei confronti della Russia. Dobbiamo rafforzare le nostre capacità, ma la nostra offerta di dialogo alla Russia rimane.

Ci aspettiamo inoltre che la cooperazione NATO-UE venga rafforzata, ad esempio attraverso progetti faro quali il miglioramento della mobilità militare transfrontaliera e la cooperazione militare strutturata. Infine, completata da un'iniziativa d'intervento europea, l'Europa si è molto consolidata e sarà quindi un partner migliore e più efficiente nell'alleanza transatlantica a lungo e a medio termine. Gli sforzi che abbiamo compiuto nella difesa europea stanno rafforzando il pilastro europeo della NATO, e se rendiamo gli europei migliori e più forti nella difesa, ciò andrà a vantaggio di tutti.

Onorevoli colleghi, non è un segreto che l'Alleanza transatlantica attualmente soffre di tensioni. Siamo tuttavia convinti che quest'alleanza resti centrale per la nostra sicurezza comune; a causa della credibilità dell'articolo 5, dobbiamo la nostra sicurezza. Tuttavia, questo dipende sempre dall'affidabilità degli alleati e quindi anche dai nostri sforzi. A proposito, lo dobbiamo ai nostri soldati. Meritano di avere l'attrezzatura necessaria. E' una questione di fiducia nella leadership politica.

È anche una questione di fiducia degli alleati nella nostra capacità e disponibilità a difendere. Mantenere questa fiducia è nel nostro interesse nazionale. In questo senso, il governo federale vuole aumentare la spesa per la difesa entro il 2024 all'1,5% del prodotto interno lordo.

Onorevoli deputati, la NATO e l'Unione europea sono pietre angolari della cooperazione internazionale. Ci danno una base in un mondo che cambia e ci impegnano a lavorare insieme come partner. Ci danno speranza, fiducia e la promessa di un buon futuro. In vista del Consiglio europeo di oggi e di domani, vorrei ripetere ancora una volta quanto ho detto molte volte in quest'Aula: La Germania nel lungo periodo va bene, se anche l'Europa va bene.

Cari Colleghi, i padri e le madri della Legge fondamentale l'hanno già formulata nel preambolo:

... animati dalla volontà di servire come membro alla pari in un'Europa unita la pace del mondo, il popolo tedesco ...

...ci hanno dato questa legge fondamentale. È stato l'inizio della Repubblica federale di Germania e noi seguiamo questa tradizione.

Le rifome economiche nell'Eurozona (e i dazi di Trump)

Onorevoli deputati, il prossimo Consiglio europeo ha un'agenda ampia: il futuro dell'Unione economica e monetaria, l'innovazione e il digitale, la questione della competitività, il quadro finanziario pluriennale del 2021, la questione della sicurezza e della difesa e, non ultimo, ma non meno importante, l'immigrazione. Tali questioni riguardano essenzialmente tutte le principali sfide globali del nostro tempo e per tutte queste grandi sfide l'Europa dovrebbe dare una risposta quanto più coerente possibile.

Il voto con la Francia è tradizionalmente importante a tal fine. Desidero pertanto ringraziare sinceramente tutti coloro che la settimana scorsa hanno contribuito a preparare il Consiglio dei ministri franco-tedesco per darci una buona agenda franco-tedesca per il Consiglio di oggi e di domani.

Un ringraziamento particolare va al ministro federale delle Finanze, che ha contribuito con molte ore di negoziati con questo paese.

Non è prima e soltanto un'unione monetaria forte e stabile. Domani voterete qui, al Bundestag, sull'ultima parte del programma per la Grecia.

Questo programma ci ha messo incredibilmente alla prova, così come altri programmi di salvataggio per gli Stati dell'euro. Ma nel complesso, possiamo dire che l'euro è stabile oggi, i programmi sono finiti e i paesi sono diventati più competitivi.

È stato un grande lavoro e una grande solidarietà europea nel nostro stesso interesse.

Rimane tuttavia la necessità di una riforma dell'Unione economica e monetaria. Per questo motivo abbiamo concordato con la Francia di lavorare su tre punti.

Prima di tutto Dobbiamo procedere con l'ulteriore riduzione dei rischi nel settore bancario e con il completamento dell'Unione bancaria. Dopo di che, vogliamo sviluppare una rete di sicurezza comune.

In secondo luogo, come abbiamo concordato nell'accordo di coalizione, vogliamo trasformare il meccanismo europeo di stabilità in una sorta di Fondo monetario europeo.

Si tratta di un monitoraggio indipendente, in grado di valutare la situazione economica negli Stati membri al fine di vedere in anticipo le crisi. Di conseguenza, avremo una maggiore indipendenza dal Fondo monetario internazionale. I diritti del Bundestag - come abbiamo concordato nell'accordo di coalizione, e rimarrà tale - rimangono inalterati.

In terzo luogo, forse il più difficile, è la competitività dei paesi dell'euro. Se la convergenza non esiste, se le differenze di competitività sono troppo grandi, è difficile mantenere la stabilità di una moneta in modo permanente. Per questo motivo abbiamo deciso di elaborare un bilancio aggiuntivo per l'area dell'euro nel quadro dell'Unione europea, che nell'accordo di coalizione chiamiamo "bilancio per gli investimenti": dal 2021 in poi, parallelamente alle prospettive finanziarie a medio termine, i paesi che condividono una moneta passeranno alla fase successiva per aumentare la convergenza e la stabilità. Il rendimento dei migliori paesi deve essere il parametro di riferimento e non la media di tutti.

Ovviamente, tutti devono rispettare le regole concordate; ogni Stato membro è responsabile del proprio bilancio; responsabilità e controllo appartengono a tutti; non ci sarà unione del debito.

Stabilità e crescita dipendono l'una dall'altra. Ecco perché, onorevoli deputati, in occasione del Consiglio europeo, discuteremo le proposte franco-tedesche a cui parteciperanno i 19 Stati membri dell'area dell'euro e gli altri che vi parteciperanno.

Onorevoli colleghi, al di là dell'Unione economica e monetaria abbiamo bisogno anche di concetti strategici per il futuro dell'Europa. È il tema della nostra performance economica. La Germania e la Francia hanno proposto di fare molto di più in termini di innovazione. Sappiamo tutti che la digitalizzazione, l'intelligenza artificiale, sono sfide dove l'Europa non è dove dovrebbe essere. Non possiamo recuperare come singoli Stati membri, ma dobbiamo agire insieme per diventare strategicamente innovativi.

Dobbiamo essere più coerenti ed efficaci negli affari esteri. La Germania coglierà l'occasione per lavorare come membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per promuovere il coordinamento europeo sulle questioni internazionali, innanzi tutto, ovviamente, con la Francia. A causa dei recenti avvenimenti, dovremo parlare anche di questioni commerciali. Da parte sua, l'Unione europea ha imposto tariffe in risposta a quelle che non abbiamo accettato per l'acciaio e l'alluminio. Riteniamo che questi dazi doganali, imposti dagli Stati Uniti, siano illegali; ma vogliamo parlare con gli Stati Uniti d'America - intendiamo parlare, dobbiamo discutere tra di loro - per evitare ulteriori dazi doganali e quindi ulteriori passi verso una guerra commerciale.

L'immigrazione, i confini della Germania e le frontiere dell'Europa

Onorevoli colleghi, stasera avremo novità sul tema dell'immigrazione. Voglio dire francamente che non siamo ancora dove vogliamo arrivare. Non potremo dire addio al regime europeo comune in materia di asilo. Dei sette atti giuridici che sarebbero necessari, cinque sono più o meno uniti, ma vi sono ancora discussioni politiche su due atti importanti. Una è la direttiva sulle procedure di asilo. Sembra facile, ma non c'è niente di più e niente di meno che avere norme uguali in materia di asilo in tutti gli Stati membri dell'Unione europea. Il secondo è il cosiddetto regolamento Dublino IV, che rappresenta l'ulteriore sviluppo dell'attuale regolamento Dublino III, che comprende anche la distribuzione solidale di migranti e rifugiati tra gli Stati membri dell'Unione europea.

Molti dicono: la soluzione europea non arriva, aspettiamo da tre anni. - Vorrei cogliere l'occasione per ribadire ancora una volta che, ovviamente, non è vero. Tutti in Europa sono d'accordo. Si tratta di ridurre l'immigrazione clandestina, contrastare i trafficanti e i contrabbandieri e, quando si parla di scambi tra paesi d'origine e paesi europei, concludere accordi legali tra Stati.

Inoltre, abbiamo avuto esperienze positive nel continente europeo quando abbiamo dichiarato i paesi dei Balcani occidentali paesi di origine sicuri, consentendoci di rimpatriare le persone che non avevano diritto all'asilo, e hanno reso possibile lo scambio di permessi di lavoro per i posti di lavoro disponibili in Germania. Nel complesso, questo sistema funziona molto bene. Questo è uno degli accordi che abbiamo raggiunto.

Nel 2014, abbiamo avuto circa 200.000 rifugiati in arrivo in Germania, 400.000 nel 2015. Ne prevediamo 800.000 entro la fine dell'anno. Alla fine ce n'erano 890.000.

Vorrei sottolineare ancora una volta che il 4 settembre 2015, oggetto di molte discussioni oggi, non è stata affatto un'azione unilaterale. C'erano già 400.000 rifugiati. Ce n'erano molti in Ungheria. Il Primo Ministro ungherese ha chiesto aiuto al Cancelliere austriaco. Il cancelliere austriaco Werner Faymann mi ha chiamato. I ministri degli Esteri si sono coordinati perché si era appena tenuto un Consiglio "Affari esteri". Abbiamo detto: è una situazione eccezionale, daremo un aiuto. - Lo abbiamo fatto. Guardando al passato, penso ancora che sia giusto, onorevoli colleghi.

In questa situazione eccezionale, la Germania ha rinunciato per un certo periodo al trasferimento di fondi nell'ambito della procedura di Dublino.

Questo è il cosiddetto diritto di accesso. È stato denunciato alla Corte di giustizia delle Comunità europee.

Nell'estate del 2017 è stato emesso un verdetto secondo cui ciò era politicamente possibile e quindi non giuridicamente discutibile. Ciò è stato chiaramente affermato dalla Corte di giustizia delle Comunità europee. Poi, in relazione al numero molto elevato di rifugiati in arrivo, è stata sollevata la questione del respingimento alla frontiera tedesca. A quel tempo il ministro federale degli Interni ha detto: No. In una situazione così eccezionale di circa 8000-9 000 rifugiati che arrivano ogni giorno, persino i trattati UE prevedono la possibilità di avere misure nazionali uniche per ristabilire l'ordine pubblico. - Onorevoli colleghi, non ci siamo avvalsi di questo strumento.

Ma questa situazione eccezionale oggi non esiste più. Oggi la situazione è completamente diversa. Il numero di rifugiati in arrivo è molto più basso. Pertanto, lo stesso vale per la situazione giuridica antecedente al settembre 2015, vale a dire, il diritto europeo ha la precedenza sul diritto tedesco - con l'eccezione che abbiamo qualcosa che non avevamo prima del 2015, vale a dire controlli di durata relativamente lunga in alcuni punti lungo il confine austro-tedesco.

Onorevoli colleghi, come si può constatare che le cose sono cambiate? Il calo degli sbarchi nel Mar Egeo è stato del 97 per cento dal 2015, e il calo degli sbarchi nel Mediterraneo centrale è attualmente del 77 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ciò sottolinea due aspetti degli sforzi europei: in primo luogo, l'efficacia dell'accordo UE-Turchia, oggi ampiamente considerato un modello, e, tra l'altro, l'attività della NATO nel Mar Egeo; in secondo luogo,
guardiamo alla Libia e alla missione europea Sophia nei suoi diversi passaggi...

Il primo passo è stato quello di aiutare le persone bisognose. Il secondo passo era dire: addestriamo la guardia costiera libica. - Oggi la Guardia costiera libica è in grado di salvare la popolazione nelle acque territoriali libiche. Per questo motivo a questo punto vorrei dire che la Guardia costiera libica si impegnasse a svolgere il suo lavoro, e si tratta solo di fare semplicemente la Guardia costiera libica. La Libia ha il diritto di proteggere le proprie coste.

Per inciso, vorrei ringraziare l'Italia e Malta in particolare per la formazione della Guardia Costiera libica.

Abbiamo fondato l'agenzia per la protezione delle frontiere Frontex. Non è ancora adeguatamente attrezzata, ma lavora. Deve evolvere in una vera e propria polizia di frontiera europea, con maggiori poteri e opportunità.

Il numero di richiedenti asilo in Germania è diminuito - non possiamo ancora accontentarcene; voglio dirlo esplicitamente - ma quest'anno è diminuito fino alla fine di maggio rispetto allo scorso anno. Per essere chiari: "Non vogliamo che si ripeta il 2015", abbiamo concordato nell'accordo di coalizione un gran numero di misure e anche un punto di riferimento, che mira anche a tenere presente il tema della capacità di integrazione.

Nel frattempo, abbiamo regolamentato il ricongiungimento familiare per le persone protette sussidiariamente; non esiste più alcun diritto legale, ma c'è un certo numero al mese. Abbiamo concordato che per aumentare l'efficienza - perché naturalmente abbiamo bisogno di misure nazionali - creiamo centri AnKER. Vorrei davvero esortare tutti i Primi Ministri e tutti i paesi ad attuare questa parte dell'accordo di coalizione quanto prima, perché è stato negoziato dalla coalizione con gli Stati federali, onorevoli colleghi.

Sottolineo espressamente che il ministro federale degli Interni, dopo aver esaminato la situazione del suo nuovo incarico, ha correttamente messo a punto i temi per i quali sono necessari ulteriori interventi. Quando si verifica e si verifica un evento terribile e scioccante come l'omicidio di Susanna,

I procedimenti amministrativi dei tribunali non hanno avuto luogo per molto tempo, non possiamo rassegnarci a tale stato - sarebbe come se le guardie del corpo da bin Laden rimanessero qui per anni in Germania, onorevoli colleghi.

Occorre pertanto un'azione. Si tratta sempre di ordine, controllo, efficacia, sostenibilità.

Si tratta della nostra sicurezza interna e della sicurezza interna dell'intera Unione europea. Ciò richiede sia misure nazionali che europee.

Onorevoli colleghi, è così importante istituire i Centri AnKer perché, naturalmente, soprattutto nel caso di persone non autorizzate che cercano protezione al momento della distribuzione nella comunità, stiamo vivendo una situazione in cui sta diventando sempre più difficile organizzare il rimpatrio.

Ecco perché dobbiamo migliorare, in tre dimensioni. Questo è stato un tema anche nella riunione dei capi di Stato e di governo dei 16 paesi che si è tenuta domenica scorsa. Tutti hanno detto che la prima e più importante cosa è la dimensione esterna. Si tratta di capire come possiamo fermare i trafficanti e contrabbandieri. Il principio deve essere il seguente: se vogliamo che le persone provenienti dall'Africa, che per la maggior parte non hanno diritto di asilo, tornino in Europa sacrificando o mettendo in pericolo la propria vita, pagando molto e sostenendo le strutture criminali, poi dobbiamo anche parlare con i paesi africani su come definiamo i rimpatri e forse impedire alle persone di attraversare il deserto e rischiare la vita. Dobbiamo parlare con la gente. Non dobbiamo solo parlare con i paesi africani, ma dobbiamo cercare - come nel caso della Turchia - di concludere accordi con i paesi africani, che siano anche a loro vantaggio, ad esempio per quanto riguarda i posti di studio legali e le opportunità di lavoro. Non sarà l'Africa a prevalere, altrimenti, onorevoli colleghi, non riusciremo nell'intento.

Qualunque cosa faremo, lo faremo in collaborazione con l'UNHCR e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Onorevoli colleghi, rafforzeremo la guardia di frontiera; ne ho già parlato. Questa è la seconda dimensione.

La terza dimensione è: naturalmente rafforzeremo anche la cosiddetta migrazione secondaria - meglio organizzare e controllare.

Perché si devono applicare due cose. Il primo è che coloro che chiedono protezione in Europa non possono scegliere il paese dell'Unione europea in cui presentare domanda di asilo, onorevoli colleghi.

In secondo luogo, non possiamo lasciare i paesi in cui tutti gli arrivi avvengono completamente da soli. Questo è il nocciolo del regolamento Dublino III.

Ecco perché abbiamo bisogno di uno sviluppo. Quindi, naturalmente, fintanto che non avremo insieme i 28 Stati membri, dobbiamo riflettere su come migliorare gli accordi in una coalizione di paesi disposti a farlo. Ma la mia massima è la seguente: non unilaterale e non a spese di terzi, ma in dialogo con i partner. E' esattamente ciò che abbiamo fatto negli ultimi giorni e di cui posso parlare dopo il Consiglio.

Questa non è certamente una soluzione perfetta, ma un inizio per il controllo e l'ordine nella migrazione secondaria, alla quale si dovrà continuare a lavorare in seguito. È così che abbiamo sempre lavorato.

Dopo tutto, l'accordo UE-Turchia non è una misura unilaterale, ma coordinata. Mi auguro che ora, in occasione del Consiglio europeo, che otterremo la seconda quota per gli altri 3 miliardi di euro, in modo da poter davvero dire che stiamo aiutando la Turchia ad affrontare la sfida di oltre 3 milioni di rifugiati siriani. Nonostante tutte le critiche rivolte alla Turchia, si tratta di un grande risultato che il paese sta compiendo, onorevoli colleghi, e cari colleghi. Analogamente, l'Italia ha il diritto a una gestione migliore del fondo fiduciario dell'UE per l'Africa. Ancora una volta, non ci sono soldi, e anche questo deve migliorare.

È quindi necessario continuare a lavorare. Lo farò nelle prossime ore e naturalmente riferirò in merito in modo decisivo, soprattutto in seno alla coalizione.

Onorevoli colleghi, l'Europa ha molte sfide, ma la migrazione potrebbe diventare una questione che è il destino dell'Unione europea.

O lo facciamo in un modo che anche in Africa e altrove creda nei valori, facendo affidamento sul multilateralismo e non sull'unilateralismo, o nessuno crederà nel nostro sistema di valori, che ci ha reso così forti. Ecco perché questo è tanto importante.

Vi ringrazio molto.

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7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le modalità definite nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in forma non collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato dell'Abbonamento e dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si impegna ad assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il proprio account (per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore che la riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di risolvere immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei danni.

8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini, fotografie, grafiche, disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da copyright e dagli altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi danti causa e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con il contratto è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte salve le operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi attività di riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed elaborazione dei contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di risolvere immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei danni.

9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli onorari degli avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in conseguenza di usi impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi derivanti dalla legge ovvero dai presenti termini d'uso.

10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia, il Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale motivo, l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi della società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per garantire o migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento o l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento nel minore tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove l'interruzione del Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero di giorni pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è l'unico rimedio in suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di ulteriori servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore (per esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto è limitata alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei sistemi informatici del Fornitore.

11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della fornitura per giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle mutate condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla scadenza del periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione successivo. Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al precedente articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i nuovi termini d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in tale ipotesi, l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere un rimborso proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.

12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi giuridiche indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy messa a disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei diritti degli Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.

13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso, l'Utente può contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it

14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la formazione, esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o domicilio del consumatore, se ubicato in Italia.

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