30 Giugno
Oser la France. Manifesto gollista per l'Europa delle nazioni
Documento. Un manifesto di Oser la France, un laboratorio di idee dei repubblicani francesi, pubblicato oggi da Le Figaro, per "per un'Europa della nazioni sovrane e la debrussellizzazione dell'Unione europea". Con il commento di Lorenzo Castellani: si è aperta una sfida nella destra francese.
Che cosa sta succedendo realmente nel dibattito pubblico in Francia? Che scenario è quello della presidenza Macron? In quali termini si svolge la discussione sull'Europa? Pubblichiamo su List un manifesto politico promosso da Oser la France, un laboratorio di idee promosso dai deputati, consiglieri regionali, sindaci, politici di estrazione gollista. Il manifesto, pubblicato da Le Figaro, fa un punto impietoso sulla crisi dell'Unione europea e chiede ai repubblicani di recuperare e rinnovare una politica sovrana della Francia. Si tratta di un documento di grande interesse. Per sapere, per capire.
Per un'Europa delle nazioni sovrane
I repubblicani condividono ampiamente la diagnosi sulla crisi dell'Unione Europea: l'Europa, costruita nell'ambiguità di un federalismo che Philippe Séguin profetizzò nel 1992, sta morendo delle sue contraddizioni. Realizzata per organizzare la convergenza, l'area dell'euro ha accresciuto il risentimento tra debitori e creditori. La libera circolazione all'interno dell'area Schengen, in un contesto di crisi migratoria, ha causato l'esplosione della solidarietà europea e provocato la Brexit e l'aumento dei movimenti di protesta. Emmanuel Macron, con una logica da anni '70, si è isolato con un discorso magniloquente scollegato dalla realtà. Di fronte a questo, sono possibili diversi atteggiamenti. La prima potrebbe essere chiamata "la scelta del gattopardo", come l'omonimo film: "Cambiare tutto affinché nulla cambi". Si tratta, dopo una fase di diagnosi più o meno oscura che permette di esorcizzare in modo catartico il rimorso di una destra che spesso si è sbagliata, di continuare a proporre esattamente le stesse soluzioni politiche di sempre. Il risultato è un elenco impressionante di desideri, ognuno più ambizioso dell'altro: "maggiore armonizzazione fiscale, un nuovo fondo d'intervento, un aumento del bilancio, risorse proprie, una nuova fase nella costruzione europea, un'Europa della difesa, dell'energia e così via".
Questa corsa a capofitto è una finzione. Non vuol vedere che il progetto europeo è incagliato e rischia di condurre alla rovina le nazioni...
Che cosa sta succedendo realmente nel dibattito pubblico in Francia? Che scenario è quello della presidenza Macron? In quali termini si svolge la discussione sull'Europa? Pubblichiamo su List un manifesto politico promosso da Oser la France, un laboratorio di idee promosso dai deputati, consiglieri regionali, sindaci, politici di estrazione gollista. Il manifesto, pubblicato da Le Figaro, fa un punto impietoso sulla crisi dell'Unione europea e chiede ai repubblicani di recuperare e rinnovare una politica sovrana della Francia. Si tratta di un documento di grande interesse. Per sapere, per capire.
Per un'Europa delle nazioni sovrane
I repubblicani condividono ampiamente la diagnosi sulla crisi dell'Unione Europea: l'Europa, costruita nell'ambiguità di un federalismo che Philippe Séguin profetizzò nel 1992, sta morendo delle sue contraddizioni. Realizzata per organizzare la convergenza, l'area dell'euro ha accresciuto il risentimento tra debitori e creditori. La libera circolazione all'interno dell'area Schengen, in un contesto di crisi migratoria, ha causato l'esplosione della solidarietà europea e provocato la Brexit e l'aumento dei movimenti di protesta. Emmanuel Macron, con una logica da anni '70, si è isolato con un discorso magniloquente scollegato dalla realtà. Di fronte a questo, sono possibili diversi atteggiamenti. La prima potrebbe essere chiamata "la scelta del gattopardo", come l'omonimo film: "Cambiare tutto affinché nulla cambi". Si tratta, dopo una fase di diagnosi più o meno oscura che permette di esorcizzare in modo catartico il rimorso di una destra che spesso si è sbagliata, di continuare a proporre esattamente le stesse soluzioni politiche di sempre. Il risultato è un elenco impressionante di desideri, ognuno più ambizioso dell'altro: "maggiore armonizzazione fiscale, un nuovo fondo d'intervento, un aumento del bilancio, risorse proprie, una nuova fase nella costruzione europea, un'Europa della difesa, dell'energia e così via".
Questa corsa a capofitto è una finzione. Non vuol vedere che il progetto europeo è incagliato e rischia di condurre alla rovina le nazioni che compongono l'Europa. Prima di affermare che abbiamo bisogno di un'Europa di questo o di quello, dovrebbe esserci già un'Europa in grado di gestire in modo adeguato le politiche che le sono state affidate in passato. Quando vediamo che, nonostante la PAC, la Francia ha perso il suo potenziale agricolo, e che sta per diventare un importatore netto nel giro di pochi decenni, c'è motivo di preoccuparsi. In realtà, rifiutare di trarre conclusioni lucide dagli errori del passato è un cattivo servizio nei confronti dell'Unione europea. Tutti impegnati a proiettarci, non perdiamo di vista la base di partenza. L'Europa è il piccolo problema: il grande problema è la Francia, che ha perso tutte le sue leve d'azione - monetarie, di bilancio, agricole, industriali - che ha sacrificato per costruire un'Europa che si suppone debba moltiplicare la sua influenza. Problema: un multiplo di zero rimane uno zero. L'alternativa è credere nella Francia, rompendo fin dall'inizio un assioma che si è insidiosamente imposto, che "la Francia è troppo piccola per sopravvivere da sola".
Senza negare che l'Unione sia un attore indispensabile per avere una qualche influenza, a condizione che funzioni, dobbiamo smetterla con il discorso disfattista che dice che bisosgna credere solo nei grandi gruppi continentali per poter esistere nella globalizzazione. La grandezza della Francia è un obiettivo.
La conseguenza è la sua indipendenza. La chiave è il potere. Dov'è l'indipendenza oggi? Da nessuna parte. Siamo diventati una colonia digitale americana, liberamente vassallizzata dal GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, ndr). I nostri vicini non hanno la stessa sensibilità che abbiamo noi nei confronti di questo tema, avendo accettato l'ombrello americano in materia di difesa per diversi decenni.
Siamo diventati una potenza deindustrializzata e quindi vulnerabile, in nome della costituzione del mercato unico e della necessità di costruire giganti europei. Le nostre ammiraglie sono state smantellate, con l'ingenua complicità di governi determinati a uscire dal colbertismo: liquidare in 20 anni 200 anni di conquiste , un record.
Siamo diventati un paese incapace di controllare i propri confini e i flussi migratori, provocando così il blocco del gioco democratico per paura di sostenere le soluzioni del Front national.
Un programma ideale in otto punti
Siamo diventati un paese incapace di pareggiare i conti, che ha delegato a Francoforte il compito di coniare la propria moneta e ha dato a Bruxelles le chiavi del tesoro. Di fronte a questo, se non vogliamo provocare un grave incidente democratico, dobbiamo recuperare gli strumenti che permettono alla politica di giustificare la sua esistenza, consentendo l'alternativa della scelta democratica. Con l'apertura del dibattito sull'Europa nei repubblicani, proponiamo che una linea con 8 punti obbligati per tracciare un nuovo corso:
Primo, liberarci dalla trappola messa in atto dalla Frexit , ma chiarire il rifiuto di un'Europa federale come obiettivo dell'attuale costruzione, il che significa porre fine ai trasferimenti di sovranità e alla marcia forzata verso l'armonizzazione;
Secondo, limitare l'Unione europea alla civiltà europea, il che equivale a chiudere la porta alla Turchia, ma ad aprire i negoziati con la Russia, emancipandosi così dalla politica estera degli Stati Uniti;
Terzo, riportare i parlamenti nazionali al centro del sistema istituzionale, eliminando il ruolo politico della Commissione;
Quarto, costruire la cooperazione con alcuni Stati "debrussellizzando" l'UE, su temi immediati come la costruzione di una Amazon o di un Google europeo, in grado di proteggerci da false informazioni e da varie e diverse forme di spionaggio;
Quinto, stabilire nella Costituzione il primato del diritto francese sul diritto derivato europeo, quando quest'ultimo è posteriore, al fine di consentire al Parlamento di sospendere con una legge sovrana l'applicazione di un testo che mina i nostri interessi. Solo così si potrà porre fine all'illusione di una costruzione federale: le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite prevalgono sul diritto?
Sesto, riportare la nozione di servizio pubblico al centro della logica europea, ponendo fine alla politica di libera concorrenza illimitata e proteggendo i nostri ultimi gioielli francesi sotto monopolio;
Settimo, impegnarsi a votare contro qualsiasi ulteriore liberalizzazione degli scambi, che si tratti del Mercosur o del CETA;
Ottavo, rendere più flessibili i criteri di Maastricht escludendo gli investimenti futuri (sanità, istruzione) o le spese che la Francia sta sostenendo per la sicurezza esterna (Opex, nucleare) a vantaggio dei nostri vicini. È giunto il momento non solo di cambiare discorso, ma anche di mettere in atto misure che consentano un riorientamento dell'Unione. Altrimenti, il dibattito sarà limitato a coloro che mostrano chiaramente il loro federalismo e quelli che non vogliono ma che lo costruiscono comunque. Ma gli intransigenti prendono l'argomento dalla parte sbagliata.
Dobbiamo osare, pensare a un'altra Europa, un'Europa di nazioni sovrane, un'Europa che non sia il futuro della Francia, né la sua sostituzione, ma un utile complemento per la sua grandezza e il suo destino.
***
Manifesto promosso da Julien Aubert, deputato di Vaucluse, presidente di Oser la France.
Firmato da:
- Thibault Bazin, deputato al Parlamento europeo di Meurthe-et-Moselle, vicepresidente di Oser la France
- Valérie Beauvais, deputato della Marne e vicepresidente di Oser la France
- Jean-François Parigi, deputato al Parlamento europeo di Seine-et-Marne e vicepresidente di Oser la France
- Bérengère Poletti, deputato delle Ardenne e vicepresidente di Oser la France
- Patrice Verchère, deputato del Parlamento del Rodano e Vicepresidente di Oser la France
- Stéphane Viry, deputato dei Vosgi e vicepresidente di Oser la France
- René Danesi, senatore dell'Alto Reno
- Alain Dufaut, senatore di Vaucluse
- Bernard Fournier, senatore della Loira
- Olivier Paccaud, senatore di Oise -Philippe Pemezec, senatore di Hauts-de-Seine
- René-Paul Savary, senatore della Marna
- Jean-Philippe Mallé, ex vicepresidente del PS e vicepresidente di Oser la France
- Bernard Carayon, sindaco LR di Lavaur e consigliere regionale dell'Occitania, vicepresidente di Oser la France
- Stéphane de Sallier Dupin, consigliere regionale della Bretagna
- Stéphane Sauvageon, consigliere regionale della Provenza-Alpi-Costa Azzurra
- Thierry Horry, consigliere regionale del Grand Est e sindaco di Marly
- Olivier Arsac, vicesindaco di Tolosa responsabile della sicurezza e consigliere metropolitano di Tolosa Métropole
- Gurval Guiguen, consigliere comunale e metropolitano di Rennes
- Jean-Claude Castel, consigliere delle Alpi dell'Alta Provenza e sindaco di Corbières
- Alexandre Rassaërt, sindaco LR de Gisors e consigliere della contea di Eure
- Pierre Laget, vicesindaco dell'11° e 12° arrondissement di Marsiglia responsabile delle finanze
- Jean-Louis Ghiglione, vice sindaco di Chatenay-Malabry
- Nicolas Leblanc, vice sindaco di Maubeuge
- Jerome Besnard, consigliere comunale di Mont-Saint-Aignan.
***
Sfida aperta nella destra francese
di Lorenzo Castellani
La destra gollista francese è in subbuglio. Qualche giorno fa un folto gruppo di parlamentari e amministratori locali ha pubblicato su Le Figaro un manifesto d’idee che attacca con veemenza il Presidente Macron, con cui i gollisti governano, e mira a virare la piattaforma ideologica del Centrodestra francese verso il neo-sovranismo. Il primo firmatario è Julien Aubert, 40 anni, deputato dei Republicains e fondatore di Oser La France, associazione per la rifondazione della destra francese. Il manifesto imputa a Macron un discorso magniloquente sui migranti, ma fuori dalla realtà che lo avrebbe isolato dal resto d’Europa. Questa appare come il regno del gattopardo dove si vuole cambiare tutto affinché nulla si cambi davvero. Si rimproverano all’Eliseo eccessive ambizioni che mirerebbero a costruire una Europa centralizzata fiscalmente e politicamente. Un grande-Stato sovranazionale, sogno utopistico di una classe dirigente lontana dal cittadino comune. “Prima di proclamare che occorre una Europa questo o di quello, occorrerebbe che ci sia semplicemente una Europa capace di gestire correttamente le politiche che gli sono state affidate in passato.” scrivono i ribelli gollisti che poi sfoderano tutto l’armamentario sovranista. La Francia non cresce, è un paese in crisi, subisce la concorrenza aperta imposta dall’Europa e non è più competitiva poiché Bruxelles ha tolto ogni leva alla politica francese per le grandi riforme. In confini non vengono difesi seriamente dall’immigrazione a causa della paura di legittimare le idee del Front National. Sul piano agricolo, fiscale e industriale la nazione ha perso il potere a favore dell’Unione Europea. “Un multiplo di zero è zero” si scrive per sottolineare la gabbia d’acciaio rappresentata dalle regole europee. “La grandeur della Francia resta l’obiettivo”, non la mondializzazione a cui vuole arrivare l’Europa.
Dal manifesto sgorga il volkgesit nazionalista. “Dov’è l’indipendenza oggi? Da nessuna parte” poiché la Francia sembra essere ridotta ad una colonia. Sembrano parole della Le Pen, ma gli estensori del manifesto sostengono che sia ciò che serve per evitare che il popolo gollista si sposti sul Front National. Per questo sul piano economico si scrive che il paese “è una potenza deindustrializzata e quindi vulnerabile” dato che le regole europee non permettono di proteggere il sistema economico francese. Venature forti dell’originario pensiero del generale De Gaulle. “In 20 anni abbiamo perso ciò che è stato costruito in 200. Un record.” si chiosa polemicamente. E si ammicca anche alla Frexit scrivendo che “abbiamo delegato a Francoforte il potere di battere moneta e consegnato a Bruxelles le chiavi del Tesoro”. Chiusa la pars costruens si passa a ciò che si dovrebbe fare: fine di ulteriori trasferimenti di sovranità all’Unione Europea; fermo a qualsiasi ulteriore allargamento dell’Unione e abolizione delle sanzioni alla Russia; rimettere i parlamenti nazionali al centro del processo europeo depotenziando la Commissione; costruzione di giganti tecnologici europei per proteggere i dati e contrastare lo spionaggio; decretare la fine della superiorità del diritto europeo su quello francese prevedendo la possibilità di un veto da parte del parlamento nazionale sulle nuove regole europee; proteggere l’industria francese fermando le politiche di liberalizzazione varate in Europa; rifiutare Ceta e altri trattati di libero scambio; escludere dai vincoli del trattato di Maastricht gli investimenti in sanità ed istruzione.
Ciò che emerge dal manifesto è una rinazionalizzazione della politica accompagnata dal ritorno alla sovranità nazionale. La politica democratica si fa nelle nazioni, è la sintesi del manifesto, e non può vivere senza le leve concrete del potere. Insomma Europa sì, ma come alleanza tra nazioni sovrane.
Certo per il momento parliamo di una minoranza del partito gollista, ma la discussione sul futuro del centrodestra francese è stata aperta e ciò rende significativo il manifesto. Come nel resto d’Europa i partiti moderati e popolari vanno verso una polarizzazione duale: una parte sempre più consistente si muove verso il nazionalismo, mentre il resto assomiglia sempre di più ai partiti del centrosinistra. Avviene in Francia, Germania, Italia e Austria, solo per restare ai paesi più vicini. Il pericolo dei partiti di destra moderata è quello di essere mangiati, in termini elettorali, dalla destra nazionalista e di pagare a caro prezzo le coalizioni con i partiti di centrosinistra già dalle Europee del 2019. Per questo, come l’opinione pubblica si muove verso gli estremi, una parte della politica moderata sente le pressioni per seguirla e non lasciarne la rappresentanza ai partiti anti-establishment ed euroscettici. Troppo tardi? Forse, certo è che la bussola inizia a segnare che tanto il liberalismo economico quanto l’integrazione europea sembrano essere entrate in un tunnel da cui usciranno fortemente ridimensionati. Tanto a destra come a sinistra, poiché in tutto il continente è in corso una estremizzazione della politica. Non è un buon segno né per i moderati al governo in Europa né per il futuro dell’Unione stessa.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.