11 Luglio
Il ministro dell'Interno intrappolato da Salvini
Essere o non essere ministro dell'Interno? Il caso degli immigrati sulla nave della Guardia Costiera, la linea dura, il linguaggio che tracima, l'evocazione delle manette. Così il leader della Lega prevale sul capo del Viminale.
Un caso politico si può aprire e chiudere rapidamente, ma il tema che disegna lo scenario della contemporaneità non svanisce. Ci riferiamo all'immigrazione (e alla demografia, potente motore della storia) non l'unico elemento pulsante del nostro tempo, certamente tra i più importanti. Forse non il primo nell'agenda (la precedenza resta sempre quella dell'educazione, del lavoro e del reddito) ma in periodi di crisi e transizione storica è un fattore capace di trasformare la realtà in modo decisivo. Nel bene e nel male.
Il vertice di maggioranza convocato ieri a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte si è risolto con la pax tra Matteo Salvini e Danilo Toninelli, "all'interno dell'esecutivo non c'è nessuno screzio: c'è la consapevolezza che è nella natura di questa coalizione avere dei leader politici che portano avanti dei principi e dei ministri che poi debbano puntualizzare. Una sorta di divisione di ruoli che non preoccupa minimamente il premier Giuseppe Conte", così via Ansa fonti del governo hanno spento l'incendio. Salvini ha poi detto che "la linea dura" non è solo sua ma "condivisa e la porterò a Innsbruck". Dove in realtà c'è gente se non di più, certamente dura quanto lui, ma questo lo scoprirà tra qualche ora.
01
Essere o non essere ministro dell'Interno
Il pasticcio ministeriale in alto mare apertosi con la crisi della nave Vos Thalassa, le minacce degli immigrati all'equipaggio, l'intervento della Guardia Costiera, il ping pong all'arsenico tra Salvini e Toninelli, segnala che la maggioranza su questo punto potrebbe di nuovo entrare in rotta di collisione. Le differenze esitono, la linea dura è condivisa tra Cinque Stelle e Lega finché non arriverà un problema che finora è stato dribblato sul piano della comunicazione e rinviato su quello della sostanza: l'economia. Emergerà, ma non è ancora il momento.
Salvini stamattina ha detto: "Prima di concedere qualsiasi autorizzazione, attendo...
Un caso politico si può aprire e chiudere rapidamente, ma il tema che disegna lo scenario della contemporaneità non svanisce. Ci riferiamo all'immigrazione (e alla demografia, potente motore della storia) non l'unico elemento pulsante del nostro tempo, certamente tra i più importanti. Forse non il primo nell'agenda (la precedenza resta sempre quella dell'educazione, del lavoro e del reddito) ma in periodi di crisi e transizione storica è un fattore capace di trasformare la realtà in modo decisivo. Nel bene e nel male.
Il vertice di maggioranza convocato ieri a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte si è risolto con la pax tra Matteo Salvini e Danilo Toninelli, "all'interno dell'esecutivo non c'è nessuno screzio: c'è la consapevolezza che è nella natura di questa coalizione avere dei leader politici che portano avanti dei principi e dei ministri che poi debbano puntualizzare. Una sorta di divisione di ruoli che non preoccupa minimamente il premier Giuseppe Conte", così via Ansa fonti del governo hanno spento l'incendio. Salvini ha poi detto che "la linea dura" non è solo sua ma "condivisa e la porterò a Innsbruck". Dove in realtà c'è gente se non di più, certamente dura quanto lui, ma questo lo scoprirà tra qualche ora.
01
Essere o non essere ministro dell'Interno
Il pasticcio ministeriale in alto mare apertosi con la crisi della nave Vos Thalassa, le minacce degli immigrati all'equipaggio, l'intervento della Guardia Costiera, il ping pong all'arsenico tra Salvini e Toninelli, segnala che la maggioranza su questo punto potrebbe di nuovo entrare in rotta di collisione. Le differenze esitono, la linea dura è condivisa tra Cinque Stelle e Lega finché non arriverà un problema che finora è stato dribblato sul piano della comunicazione e rinviato su quello della sostanza: l'economia. Emergerà, ma non è ancora il momento.
Salvini stamattina ha detto: "Prima di concedere qualsiasi autorizzazione, attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette". Il fatto è grave. Ma la frase di Salvini, quella sottolineatura sulle manette, è un errore. Vediamo perché.
La storia della rivolta a bordo della Vos Thalassa è grave e delicata. Da un lato abbiamo l'azione del comandante del rimorchiatore che segue le regole del mare e soccorre gli stranieri; dall'altro lato c'è il governo italiano che si spacca in due sulla natura di questo soccorso e del successivo intervento della Guardia Costiera italiana; poi c'è da indagare sulla rivolta e le minacce fatte al comandante del rimochiatore da parte degli immigrati che non volevano tornare in Libia (e conseguente cambia di rotta della Vos Thalassa per ragioni di sicurezza dell'equipaggio) perché sanno tutti che quando si entra in una campo di detenzione in Libia non c'è nessuna garanzia di uscirne interi (le critiche che abbiamo fatto a suo tempo al ministro Marco Minniti sulle scarse garanzie umanitarie in terra libica, restano tutte anche con Salvini che le ha ereditate); in mezzo c'è il rispetto della legge italiana, degli accordi internazionali, del diritto del mare e dei diritti umani. L'Italia è un paese che ha dimostrato di saper tenere insieme (nei limiti della realtà drammatica in cui siamo finiti dalla caduta di Gheddafi nel 2011 e non dell'utopia) tutte queste cose in un ambiente - il mare - che ha le sue regole scritte e non scritte. Si tratta di un esercizio non semplice per nessun ministro, ci sono situazioni singolari e irripetibili in ogni soccorso in mare.
Salvini non deve commettere l'errore di passare dalla parte del torto per tracimazione di parola e di fatto.
Siamo chiari. Bisogna accertare i fatti, ascoltare le testimonianze, garantire il diritto. Viste le nazionalità, probabilmente pochi avranno accesso all'asilo politico. In ogni caso, si applicano i principi della civiltà del diritto italiano. Dalle ricostruzioni emerge che due persone hanno minacciato il comandante del rimorchiatore. Le manette sono una privazione della libertà individuale. E in questo caso le immagini delle manette, se ci saranno, faranno il giro del mondo. Terreno pieno di nitroglicerina. Salvini da ministro della Repubblica ha tutto il diritto e il dovere di pensare all'ordine pubblico e al rispetto della legge, ma essendo ministro dell'Interno dovrebbe avvertire il fatto sensibile che il suo ruolo è ampio, non è quello dell'ispettore Javert ne i Miserabili di Victor Hugo. Alla fine vince Jean Val Jean. Legge e giustizia vanno d'accordo se c'è la morale del giusto e dell'universale che le tiene insieme.
Salvini dovrebbe capire che non è un ministro di Polizia, ma il ministro dell'Interno, ruolo a tutto tondo che non ha solo il fondamentale compito di far rispettare le leggi, organizzare l'amministrazione della Repubblica nelle sue varie ramificazioni, ma quello di svolgere un'azione politica moderata, attenta ai valori della Repubblica, alle carte dei diritti universali. Siamo un paese che ha fondato l'Europa e contribuito con la sua storia millenaria alla civiltà del diritto di tutti i popoli. Egli, inoltre, è il leader di un partito che aspira legittimamente ad essere forza di maggioranza relativa in futuro. Il suo linguaggio ruvido e a tratti con uno scivolamento verso il basso lo fa apparire leader di partito, ma è lontano dalla cifra che deve avere un ministro dell'Interno. L'obiezione è la seguente: è efficace. Il Viminale richiede anche altre doti. E non è detto che Salvini non le abbia, solo che per ora si sono viste raramente. E invece servono e serviranno. Anche alla sua persona e al suo partito.
Alla guida del Viminale - proprio per la delicatezza del ruolo e le doti di moderazione che sono richieste - si sono avvicendate nella storia della Repubblica figure politiche di grandezza assoluta: Mariano Rumor, Mario Scelba, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Antonio Segni, Paolo Emilio Taviani, Francesco Cossiga, Virginio Rognoni, Amintore Fanfani, Giorgio Napolitano, Beppe Pisanu, Giuliano Amato. Figure di primo piano, non comparse. Il Viminale è sempre stato il passaggio verso Palazzo Chigi e poi il Quirinale. Salvini è chiamato a una prova difficile in un periodo di grande trasformazione e la sua sfida personale è quella di passare da capo di una fazione politica a uomo di Stato. Sta a lui dimostrare di esserne capace. Vincere le elezioni è relativamente facile, stare al governo è difficile, è la prova di ogni giorno. E come starci, con che cifra di stile e di sostanza è molto importante. Interpretare il ruolo dell'uomo forte alla fine logora. I sondaggi dritti di oggi, diventano storti domani in un batter di ciglia quando si maneggiano le cose di Stato con un eccesso di confidenza e uno smottamento del linguaggio. Renzi ne è un esempio: bruciato in un lampo per ipertrofia dell'Ego e affollamento di "gufi" e "rosiconi". La forma è sostanza. E in questa forma e sostanza c'è il dilemma al quale Salvini è già arrivato in poco tempo: essere o non essere ministro dell'Interno.
02
Immigrazione. Numeri e percezione del problema
Tutto questo quadro italiano è influenzato da un clima politico e da un tempo storico eccezionali, un'onda lunga che viene da lontano ma che ha prodotto oggi i suoi effetti sull'intera scena europea.
Paradossalmente, nel periodo di minor pressione dei migranti alle nostre frontiere e in quelle dell'Europa, il problema dello straniero è diventato incandescente per l'Italia e gli altri governi del Vecchio Continente, per non parlare dell'America. Com'è possibile? Prima di tutto, i numeri. Ecco il confronto degli sbarchi in Italia tra quest'anno e quello precedente, fonte il Viminale di Matteo Salvini:
Ancora più efficace questa rappresentazione, fonte sempre ministero dell'Interno:
Il quadro italiano è chiaro. Situazione europea? Ecco un grafico pubblicato dall'Ue nei giorni del Consiglio europeo, il tema principale nell'agenda, come sapete, era quello dell'immigrazione:
Anche qui la diminuzione è netta, frutto dell'accordo a Oriente con la Turchia e degli accordi presi dal governo italiano con la Libia nel 2017. Un altro grafico per completare il quadro:
Nonostante i numeri siano lampanti, il problema che domina l'agenda della politica europea - quella che ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica - è l'immigrazione. Resta ancora la domanda sul taccuino: perché?
03
Impoverimento della classe media
Si tende a dare questa risposta automatica: i partiti populisti agitano la paura, la montano, la sfruttano elettoralmente e le masse ignoranti finiscono per crederci e votare quei partiti. È così? La percentuale di verità di questa risposta, come vedremo, non spiega quello che è successo, tradisce una presunta superiorità antropologica (europeisti illuminati contro barbari) che conduce alla sconfitta culturale e politica. La risposta va bene alle classi cosmopolite perché è accomodante per le classi dirigenti che qui trovano la perfetta autoassoluzione, scaricando la responsabilità sulla demagogia (la politica di tutti i partiti oggi ne è intrisa) e sul cittadino. Se non hai intenzione di fare autocritica, devi trovare l'errore grossier negli altri.
Le cosiddette masse ignoranti che oggi vengono guardate con disprezzo dalle élite globali sono le stesse che ieri votavano i partiti riformisti (in Italia cosa hanno riformato negli ultimi 25 anni, di grazia?), moderati, di centro, cosiddetti "europeisti" (andate a rivedere la campagna elettorale del Pd e di Forza Italia e vedrete quale sincero europeismo esprimevano). Non sono cambiate di molto, le masse, si sono aggiunti dei giovani, ma il corpo elettorale in Italia è sempre quello, sempre più vecchio e dunque tendenzialmente conservatore.
Che cosa è cambiato allora? Lo scenario economico, storico, lo spirito del tempo. Lo abbiamo già pubblicato altre volte su List, ma vale sempre la pena di riproporlo. Ecco un grafico di McKinsey sulla perdita di reddito nei paesi avanzati, estratto da uno studio molto interessante la cui sintesi è: i figli avranno un futuro peggiore dei padri. Cosa che per un genitore è un incubo, en passant.
Breve riassunto delle puntate precedenti. In Italia sono arrivati dall'iper-uranio elettorale del 4 marzo scorso il Movimento 5Stelle e la Lega; negli Stati Uniti nel novembre del 2016 è arrivato Trump; il Regno Unito ha apparecchiato la Brexit il 23 giugno del 2016; l'Olanda è tutta a destra e il movimento anti-immigrati di Wilders guadagna sempre voti; in Francia nel 2016 il paese si è spostato ancora più a destra e la vittoria di minoranza di Macron è una risposta di sistema e nello stesso tempo anti-sistema; il paradiso della Svezia è finito da un pezzo. Serve altro? C'è uno spettro che s'aggira per l'Europa. E Marx non c'entra, anche se alcuni elementi di quella "rivoluzione" qui ci sono tutti, in particolare quello che Jack London chiamò "il popolo degli abissi". In una parola: i poveri.
L'economia conta, ma non è tutto. Sul piano esistenziale e filosofico questa perdita di reddito e di lavoro si traduce in una parola: inquietudine. L'incertezza sul futuro genera smarrimento e inevitabilmente - la storia è a disposizione di chi vuol trarne insegnamento - paura dell'elemento esterno, lo straniero. Per questo occorre un piano sull'immigrazione europeo, responsabile, ordinato, con le frontiere al sicuro e flussi certi all'ingresso, un progetto di vasto respiro di ricostruzione dell'Unione per l'Europa e per l'Africa. Con i cerotti non si curano le ferite della spada della storia. A Innsbruck ci sarà un vertice tra Germania, Italia e Austria, vedremo se è la partenza giusta o quella che segnerà la fine dell'Unione. Il nostro racconto collettivo parte sempre da quella che un tempo si chiamava Mitteleuropa.
04
Globalizzazione, reddito e utopia cosmopolita
La politica delle frontiere aperte negli ultimi trent'anni ha seguito e assistito l'espansione dell'economia, la globalizzazione ha bisogno di mercati aperti e libera circolazione di merci e persone e... manodopera a basso costo. Delocalizzazione delle aziende nei paesi emergenti e importazione di forza lavoro straniera sul mercato interno hanno accelerato lo sviluppo di un'economia basata sulla smaterializzazione della manifattura in patria (e sua ricomparsa dove regole, diritti e salute sono al di sotto di qualsiasi standard dell'Occidente), capitali volanti e sviluppo dell'economia dei servizi dove prima c'era la fabbrica. Questo sistema ha funzionato con il debito e credito facile in America, l'euforia irrazionale (leggere Shiller) di Wall Street e una felpata pax finanziaria in Europa, nonostante il problema dell'ascesa del debito sovrano e della disoccupazione fosse sotto gli occhi di tutti. Le bolle finanziarie furono assorbite con la creazione di altro denaro finché nel 2008 questo bric-à-brac finanziario è saltato per aria perché privo di fondamenta: i mutui subprime non avevano niente sotto se non l'abitazione che nessuno però voleva più comprare perché la classe media e quella povera e indebitata in America aveva perso il lavoro. Bang. Quando nel 2007 cominciano a fallire le prime banche americane, quasi tutti gli economisti d'accademia pensarono che lo shock - come in passato - fosse facilmente assorbibile. La realtà si è dimostrata più dura, la fine di un ciclo e il nuovo inizio di un'altra storia.
Il Wall Street Journal l'altro ieri ha pubblicato un articolo di Joan C. Williams, autrice di un libro intitolato “White Working Class” (Harvard Business Review, 2017), che con precisione millimetrica ha spiegato come l'utopia dei cosmopoliti sull'immigrazione abbia prodotto il corto circuito a cui stiamo assistendo. Scrive Williams: "Gli economisti hanno dimostrato che l'immigrazione ha un effetto positivo sull'economia, ma manca un punto cruciale: le persone non vivono nelle medie". Che cosa significa? Che la realtà politica è divergente rispetto ai paper accademici, che le medie aritmetiche di scontrano con la vita quotidiana nei quartieri, nei condomini, nelle imprese, nelle città. La percezione è frutto di quello che vivi tutti i giorni e l'America di Trump non è un prodotto di Trump ma di quello che è accaduto prima. Williams è una raffinata analista della vita americana, ma il quadro è facilmente trasferibile sull'Europa. Williams ricorda come "oggi meno della metà degli americani nati negli anni '80 guadagna come i propri genitori, secondo uno studio del National Bureau of Economic Research". Ci risiamo, il reddito, il lavoro, la famiglia che vive nell'inquietudine. Tutto questo non convince le classi dei cosmopoliti (leggere il prezioso libro di Roberto Calasso, "L'innominabile attuale"), ma di solito chi critica i consumi ha già consumato.
La Williams cita lo studio di Branko Milanovic (sempre Harvard University) sulle diseguaglianze e il grafico dell'elefante, rieccolo:
Abbiamo due vincenti: le economie emergenti, la Cina e le tigri asiatiche e toh, che sorpresa, l'élite globale che nel frattempo per diventare sempre più ricca (nessun peccato, è un fatto) ha delocalizzato uno dei fattori della produzione (il lavoro) e spinto sull'acceleratore della globalizzazione senza curarsi troppo delle conseguenze inattese. Tutto questo è stato fatto senza badare al diritto del lavoro, all'equità fiscale, alla cosiddetta etica pubblica di cui il capitalismo discute amabilmente in convegni dove si dimentica regolarmente quella figura chiamata "povero".
Sintesi: signore e signori, in casa abbiamo un problema, l'impoverimento della classe media. Gran parte del problema nasce da qui. Questo scenario richiede soluzioni a terra, non in mare. Un progetto per l'Italia, per l'Europa, per l'Africa, per il lavoro, la crescita e l'educazione. Non è un lavoro da sceriffo, ma da statista.
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Tutta l'Europa è alle prese con il problema dell'Europa di domani. Lorenzo Castellani ne ha discusso a Parigi con gli studiosi della Fondazione Jean Jaurès. Sopra e sotto, aleggia la figura di Macron, le sue proposte, le sue idee, il suo risultato. Per ora deludente.
05
Un dibattito tra i macronisti che non sono macroniani
di Lorenzo Castellani
C’è un agile libro dalla copertina gialla dello scrittore Mathieu Larnaudie intitolato “Les jeunes gens” che racconta il firmamento del potere di Emanuel Macron e del suo cerchio magico di giovani enarchi, gli alti funzionari selezionati dopo l’università dalla Ècole National d’Administration, l’istituzione per l’alta amministrazione fondata da Charles De Gaulle e Michel Debrè nel 1945. Gli enarchi, come spiega Larnaudie, sono gli orologiai dello Stato francese, coloro che stabiliscono i meccanismi delle politiche e dispongono i mezzi per realizzarle. Un potente corpo di funzionari superiori che da forma alla democrazia francese traducendo in pratica le volontà espresse dal governo. L’ascesa di Macron ha significato la presa del potere da parte dell’ultima generazione di questa oligarchia statale che alterna carriera pubblica e prestigiosi incarichi privati. Continua a leggere l'articolo su List.
06
Trump ha un messaggio per Xi: 200 miliardi di dazi
La guerra del container fa sentire i colpi di cannone. L'amministrazione Trump ha pronta una lista di prodotti importati dalla Cina per un valore di 200 miliardi di dollari cui potranno essere imposti dazi del 10 per cento. La mossa della Casa Bianca arriva pochi giorni dopo l'attivazione di misure per 34 miliardi di dollari a cui la Cina aveva risposto con tariffe da applicare immediatamente. Continua a leggere l'articolo su List.
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Questo è lo scenario. Poi c'è chi lo racconta, il sistema dei media, le televisioni, i giornali. Questi ultimi in Italia sono in una crisi profonda.
07
Appunti di un manager su giornali, popolo e mercato
Il Garante per le Comunicazioni stamattina ha presentato la Relazione annuale al Parlamento. Cogliamo un passaggio fatto dal presidente Agcom Angelo Marcello Cardani sull'editoria tradizionale: "Nel 2017 il valore economico del settore dell'editoria quotidiana e periodica registra una ulteriore flessione: 3,6 miliardi di ricavi complessivi, ossia il - 5,2 per cento. Il settore nell'ultimo decennio ha perso all'incirca metà del suo peso economico". Cardani pensa che il tema debba investire "governo e Parlamento" e chiede "una riflessione di ampio respiro". In cosa debba consistere questo intervento non lo sappiamo, quel che è certo è che la crisi dell'editoria appare inarrestabile. È una questione che riguarda solo la trasformazione tecnologica e gli stili di consumo mediatico dei cittadini? C'è questo ma non solo, sotto c'è molto di più, è un problema culturale emerso chiaramente. Su questo tema, List pubblica un contributo di Riccardo Ruggeri, un grande manager di multinazionali che oggi si è dedicato alla scrittura. Buona lettura.
di Riccardo Ruggeri
Curiosi i casi della vita. Il primo incarico da amministratore delegato (La Stampa di Torino) me lo offrì UmbertoAgnelli. Avevo 43 anni. Dai 19 ai 40 ero stato prima operaio poi travet d’infimo ordine. Per vent’anni in Fiat svolsi solo lavori idioti, per cui trascorrevo il tempo libero (tanto) a studiare, tutto ciò che capitava. Accumulavo conoscenze come fossi un container di merci alla rinfusa. Imparai poi a selezionarle e a fare i collegamenti: con quel metodo ci campo ancora oggi. Un giorno passò l’ascensore (quello sociale, allora c’era), ci salii, pochi anni e mi trovai a respirare l’aria rarefatta dell’Olimpo, fino a convivere, per vent’anni, con Zeus. Lì imparai come funzionava un certo mondo, non l’ho più dimenticato. Continua a leggere l'articolo su List.
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Dopo tanti problemi che ci danno così tanti pensieri, ci vuole un po' di evasione. Scendiamo in pista: rifacciamo tutti i giri dello splendido Gran Premio di Silverstone con Mariano Froldi, uno che ha il motore (anzi, la Power Unit, così si chiama adesso) nella penna. Ferrari.
08
Ombre rosse sul mondiale
di Mariano Froldi
Cosa dire di un Gran Premio bello come pochi, di una feroce e morbida coltellata, un lampo accecante che porta alla vittoria di Vettel con il collo mezzo acciaccato? Partiamo dalla “vendetta” (anche quella nobilmente sportiva): un piatto che va servito freddo; ma se è bollente come gli ultimi, meravigliosi, 10 giri di Silverstone 2018, va bene lo stesso. O forse di più.
“Ta ta ta tatatata, yes, grazie ragazzi, qui a casa loro ah ah ah, adesso portiamo la bandiera inglese a Maranello”, dice Vettel, raggiante (e si può ben capire), al proprio Team, dal casco, dopo aver tagliato da vincitore il traguardo di uno dei più bei Gran Premi degli ultimi anni ed aver incorniciato un sorpasso magistrale su Bottas a 5 giri dalla fine. Probabilmente non ce lo diranno mai, ma questo giorno in Ferrari lo sognavano da Monza 2017, quando la Mercedes aveva vinto umiliando la Ferrari, vincendo in parata e facendo festa con il suo re nero davanti alla marea rossa dei tifosi italiani. In casa di Lewis è dunque arrivato ciò che alla vigilia del Gran Premio d’Inghilterra neanche il più ottimista ed incallito ferrarista poteva pronosticare. Continua a leggere l'articolo su List.
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Come chiudiamo List? Con una vignetta del guizzante Guido Ciompi su un altro grande tema che ci riporta al principio di questo numero di List, perché il tema e il fatto sono in fondo l'inizio di tutto: la Brexit.
09
May Poppins
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.